Una commessa che genera valore: l’incontro tra l’azienda GRENKE e Solidarietà e Servizi

La multinazionale della locazione operativa ha scelto la cooperativa sociale per un lavoro di archiviazione: «Non si tratta solo di responsabilità sociale, ma di un’esigenza aziendale che ci ha fatto scoprire un mondo di umanità e professionalità»

«La disabilità non caratterizza una persona. Non bisogna ragionare in termini di categorie, ma di persone. Perché quello che abbiamo fatto scegliendo Solidarietà e Servizi per un lavoro di archiviazione è stato dettato da una precisa esigenza aziendale». Fabiana Carioli, direttrice delle risorse umane di GRENKE, multinazionale tedesca con oltre 40 anni di storia e leader nella locazione operativa di beni strumentali, non ha dubbi: «Avevamo un’esigenza aziendale. E abbiamo scoperto un mondo». Un mondo che Carioli definisce di «umanità e professionalità», dove sempre è la persona la vera protagonista. E la centralità della persona è l’elemento comune sul quale si sono incontrate Solidarietà e Servizi e GRENKE. 

La collaborazione tra la multinazionale tedesca e l’area Inserimento lavorativo della cooperativa sociale è nata all’inizio del 2023. «Per la pandemia, la strategia aziendale, che pone grande attenzione alle persone, è stata quella di chiudere le filiali ancora prima dell’arrivo del decreto. Al rientro però ci siamo ritrovati con un volume importante di contratti da archiviare», ricorda. «Per quanto una corretta e puntuale archiviazione sia per noi fondamentale, questa operazione stava creando un senso quasi di angoscia tra il nostro personale». L’incontro con Solidarietà e Servizi è stato non solamente risolutivo, ma rivelatore. «Abbiamo potuto scoprire che quello che per noi era motivo di preoccupazione, è diventato senso del quotidiano per altre persone», spiega. «Siamo molto attenti nello scegliere i nostri fornitori, ma qui abbiamo trovato un partner. Mi ha colpito molto la capacità di Solidarietà e Servizi da una parte di dare risposte al cliente, dall’altra di ridefinire funzionalmente al proprio interno i processi, ponendo così attenzione alle attitudini delle singole persone dedicate. Tutto questo richiede tempo, capacità, competenze: elementi che permettono restituire dignità a quelle persone che non hanno le stesse possibilità nel mondo del lavoro».

Da direttrice HR, Carioli è stata particolarmente impressionata dall’organizzazione data al lavoro di archiviazione svolto nel reparto di BPO – Business Process Outsourcing. «Si pensa che il no profit abbia meno competenze, ma io in Solidarietà e Servizi ho trovato dei modelli organizzativi estremamente efficaci; modelli che mi sono riportata in ufficio».

La commessa ha generato anche una visita nella sede di viale Toscana di Solidarietà e Servizi: «Un’esperienza emozionante durante la quale ho potuto ringraziare una per una le quattro persone che vi hanno lavorato. Con la soddisfazione di aver dato loro una possibilità in più». Ma soprattutto, la commessa ha posto un seme destinato germogliare. «Abbiamo maturato conoscenze che ci fanno presagire degli ambiti per collaborazioni future. Abbiamo voglia di fare delle cose che sanno di buono perché, quando si incontra qualcosa di valore che genera valore, la volontà è di farlo conoscere e continuare ad alimentarlo». Tutto questo, non per compassione o carità. Conclude: «Non è un’etichetta a caratterizzare una persona, ma le sue capacità che devono essere valorizzate». 

La storia del Palio di Legnano passa da Solidarietà e Servizi

La Fondazione Palio ha affidato alla cooperativa sociale la digitalizzazione dell’archivio storico: una scelta dal valor aggiunto per far crescere in autonomia le persone disabili e fragili

La storia del Palio di Legnano passa da Solidarietà e Servizi e acquisisce un valore aggiunto. Accanto a quello storico, con gli importanti documenti che raccontano le varie manifestazioni rievocative della Battaglia di Legnano, c’è la crescita in autonomia delle persone disabili e fragili della cooperativa sociale coinvolte nel progetto. La Fondazione Palio di Legnano ha infatti affidato al reparto di Gestione Documentale dell’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi la digitalizzazione di tutto l’archivio storico del Palio, oltre mille pagine che, come dice Emiliano, il quale fa parte del team di 19 persone che lavorano al Centro Servizi documentale della cooperativa sociale, «ci rende un po’ orgogliosi: se un giorno qualcuno vorrà studiare la storia del Palio, lo potrà fare attraverso i documenti che noi abbiamo digitalizzato. Questo lavoro è particolarmente interessante sia perché mi permette di coltivare la mia passione per la storia, sia perché così posso partecipare alla costruzione di una memoria locale, operando a stretto contatto con le fonti principali, ovvero i documenti originali». Un tassello in più per Emiliano; un lavoro che gli permette di attuare il suo progetto di vita e proseguire nel cammino verso la crescita personale e in autonomia.

«Lo sappiamo bene: affidarsi a Solidarietà e Servizi ha un valore aggiunto», dice Luca Roveda, vicepresidente della Fondazione Palio di Legnano. «La cooperativa sociale è un partner affidabile, che dà garanzie a livello professionale. Non solo. Facendo lavorare persone con disabilità e fragili, individuando le mansioni più adatte per valorizzare i talenti di ciascuno, permette di creare benessere; un benessere che si moltiplica. La persona coinvolta nel lavoro trova soddisfazione e gratificazione, oltre alla possibilità di crescita. E questo si riversa anche sul suo contesto familiare. La professionalità e la qualità del lavoro sono così impreziosite da un impatto sociale che va oltre la semplice commessa».

In concreto, il lavoro affidato prevede la digitalizzazione dei documenti del Palio di Legnano provenienti dall’archivio delle contrade e da archivi privati. Un patrimonio che era disperso tra diversi soggetti conservatori e che, grazie all’iniziativa della Fondazione Palio di Legnano, sarà raccolto, digitalizzato e reso disponibile in quello che è stato chiamato HistoryLab. «Sono documenti che coprono circa 60 anni di storia e che rappresentano una memoria ineguagliabile. Ci sono ad esempio il regolamento del primo Palio, ma anche diari e verbali del Collegio dei Capitani, registri, pubblicazioni e la rassegna stampa con gli articoli dei giornali dell’epoca», spiega Giorgia Bombelli, responsabile del reparto Documentale di Solidarietà e Servizi. È un lavoro complesso, dove la complessità non è dettata solamente dalla diversità dei supporti da digitalizzare. «Ci sono pubblicazioni rilegate, quaderni scritti e illustrati a mano, articoli di giornale e materiale promozionale del tempo, in formati diversi, dai volantini fino ai manifesti», aggiunge Federica, team leader del progetto di Solidarietà e Servizi. «La complessità è data anche dal materiale datato e, quindi, spesso fragile, che deve essere maneggiato con estrema cura, oltre che dal metodo di lavoro dove il confronto con il cliente è costante». In questo, protagoniste sono le persone disabili e fragili che vi lavorano. «Ciascuno ha un motivo in più perché parliamo di lavoro vero, tarato sulle reali potenzialità della persona, per far emergere i suoi talenti e permettere una crescita personale e in autonomia».

La collaborazione con Locatelli House Store fa nascere nuove possibilità di crescita per l’azienda e d’inserimento lavorativo per la Solidarietà e Servizi

Per il proprio online, lo storico negozio di casalinghi di Busto Arsizio si è affidato alla cooperativa: un’attività di assemblaggio che vuole qualità e che è valore aggiunto perché permette alle persone disabili e fragili di avere un lavoro vero

Semplice non significa necessariamente elementare. Perché Solidarietà e Servizi e Locatelli House Store hanno saputo coniugare la parola semplice al concetto di qualità: qualità del prodotto, qualità della vita e qualità del progetto. Da quasi un anno la cooperativa sociale collabora con lo storico negozio di casalinghi di Busto Arsizio. All’interno di una partnership che sta dando ottimi frutti, Locatelli può far fronte alle nuove esigenze commerciali dettate dall’apertura dei canali online e Solidarietà e Servizi ha ulteriormente potenziato l’Area Inserimento Lavorativo dando la possibilità ad altre due persone disabili e fragili di poter lavorare. «È un lavoro che mi piace», dice Tea che è stata coinvolta in questa nuova commessa. «È un lavoro che richiede precisione e soprattutto ha creato le condizioni affinché venissi passata a full time: adesso quindi sono tutto il giorno al lavoro e non mi annoio più a casa». Non solamente. «È aumentato l’orario, ma è aumentato anche lo stipendio. Posso togliermi qualche sfizio, come i vestiti firmati o gli stivali che ho comprato proprio il mese scorso», aggiunge un po’ timida.

Il rapporto con Locatelli parte da una base condivisa. «Al centro della nostra attività abbiamo sempre messo la relazione», spiega Giuseppe Locatelli cotitolare insieme con il fratello Umberto di Locatelli House Store. «Il rapporto con i clienti e quello con i fornitori sono sempre stati fondamentali per noi, sia che si tratta del negozio tradizionale sia delle vendite online. La collaborazione con Solidarietà e Servizi ci ha aperto ulteriori prospettive. Il poter operare insieme con una cooperativa sociale, l’essere parte attiva in un processo che permette a persone con qualche difficoltà in più non solamente di lavorare, ma anche di poter costruire il proprio progetto di vita sono tutti elementi che ci hanno dato una spinta in più, facendo leva su quella responsabilità sociale che è valore, oggi più che mai, necessario per un’impresa».

La volontà di guardare sempre in avanti ha portato Locatelli ad aprirsi alcuni anni fa al mondo digitale. «Abbiamo approntato un nostro sito per la vendita online (www.locatellihousestore.it) e poi siamo entrati su alcuni dei market place più importanti. Il riscontro avuto dalle vendite è stato importante, soprattutto per alcune tipologie di prodotto che però andavano appositamente preparate per la spedizione al cliente. Inizialmente abbiamo cercato di strutturarci internamente, ma questo comportava tempo ed energie che spesso faticavamo a reperire. L’incontro con Solidarietà e Servizi ci ha aperto nuove prospettive in termini di capacità di risposta alle richieste, quindi di mercato, ma anche in termini di qualità della risposta». L’attività affidata alla cooperativa sociale è un’attività di assemblaggio. Per la precisione, il confezionamento di set di posate per un marchio di alta gamma. «Un’operazione apparentemente semplice, ma che richiede grande attenzione perché deve sia rispondere ai requisiti chiesti dal produttore di cui siamo rivenditori, sia perché mette in contatto direttamente con il cliente finale: il prodotto confezionato va direttamente in magazzino e, da qui, viene spedito», spiega Locatelli.

In Solidarietà e Servizi è stata fatta formazione, sono state individuate le persone che si sarebbero occupate di questo lavoro così da dare vita a una collaborazione proficua. «Nel rispetto della nostra storia, ma soprattutto del nostro modo di operare, abbiamo trasformato il rapporto cliente – fornitore in una partnership. Condividendo valori, obiettivi e finalità, insieme si dà vita a un rapporto capace di andare oltre la relazione prettamente commerciale per permettere alle persone disabili e fragili di essere un valore aggiunto per una realtà profit», dice Gabriele Scampini, responsabile commerciale dell’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi. «Come per tutte le nostre collaborazioni, nella fase di start UP poniamo il focus su due aspetti: quello della soddisfazione del cliente e quindi, in questo caso, della gestione di un processo di confezionamento di alta qualità con possibilità di picchi importanti durante alcuni momenti dell’anno e, dall’altra parte, la valorizzazione del talento delle persone disabili e fragili che lavorano con noi. La prospettiva e l’ambizione che abbiamo è quella di diventare un partner strategico, anche in ottima di sostenibilità sociale (come già avvenuto con altre aziende clienti) nella gestione dello sviluppo commerciale nei vari market place».

Lavoro, innovazione e speranza: Vito Rimoldi Spa porta l’arte nel reparto di Solidarietà e Servizi

Inaugurata l’opera di Francesco Fornasieri: cinque pannelli che raffigurano le guglie del Duomo di Milano e riprendono il tema del “concorrere” dove impresa e cooperativa sociale guardano alle persone con la chiave dell’innovazione

La parola “concorrere” trova forma e colori nelle guglie del Duomo di Milano. Sono loro le grandi protagoniste dell’opera che è stata realizzata dal pittore Francesco Fornasieri e collocata nel reparto lavorazioni meccaniche di Solidarietà e Servizi all’interno dello stabilimento produttivo di Vito Rimoldi Spa che si affaccia su viale Toscana a Busto Arsizio. Cinque pannelli di grandi dimensioni vegliano dall’alto il capannone dove 16 persone della cooperativa sociale, per lo più disabili o fragili, lavorano per la produzione di sponge gasket e guarnizioni, dando una dimensione diversa allo spazio industriale, ma soprattutto dando piena attuazione a quel “concorrere” che campeggia sopra l’ingresso.

«Questa iniziativa si inserisce in un progetto più ampio che ci ha visti portare l’arte nel luogo di lavoro», spiega Elisabetta Monaco, Marketing e Communication manager di Vito Rimoldi Spa. «È un progetto iniziato ormai più di due anni fa e che ha portato a fine 2021 all’installazione di quattro opere realizzate dai pittori Elisabetta Necchio, Francesco Zavatta e Letizia Fornasieri. Il percorso è proseguito nel 2022 arrivando, nel mese di dicembre, alla presentazione dell’opera di Francesco Fornasieri nel plan dove opera Solidarietà e Servizi.

Il soggetto scelto sono le guglie del Duomo di Milano quale simbolo dell’operosità milanese, del lavoro che riguarda tutta la comunità lombarda e della volontà di lasciare a chi verrà dopo qualcosa di duraturo. Se i milanesi hanno fatto il Duomo, come ci ha suggerito Fornasieri, il Duomo ha poi costruito lo spirito lombardo del lavoro e della vocazione. E la targa in marmo che indica l’anno di edificazione della cattedrale ci è servita per tornare alla definizione di “concorrere”: una frase così importante che merita di essere scolpita nel marmo».

E come se fosse scolpito sul marmo, è stato raffigurato il significato di “concorrere”: una parola che rappresenta l’unione tra Vito Rimoldi Spa e Solidarietà e Servizi. Gli oltre 16 anni di collaborazione incarnano e concretizzano quel verbo che trae origine dal latino concurrere – correre insieme – e significa “convenire da più parti in un luogo, convergere, (fig.) convenire, ossia assordarsi per fare o avere una cosa, onde in modo più speciale cooperare, contribuire, ed altresì competere, gareggiare” come si legge nel quadro.

«Questa parola riassume la visione di Vito Rimoldi del lavoro, ma soprattutto il rapporto che si è creato con Solidarietà e Servizi: una visione condivisa, un approccio comune e una modalità di rapportarsi che sono fatti di crescita reciproca», aggiunge Chiara Tononi addetta alla comunicazione in Vito Rimoldi Spa. «In questa ottica si inserisce il progetto dell’arte in fabbrica: un ambiente di lavoro non deve essere solamente pulito, ma anche bello; deve poter esprimere il bello perché attraverso il lavoro una persona si valorizza, si realizza, può costruire sé stessa e il suo futuro».

L’opera delle guglie del Duomo è stata presentata durante l’annuale convention di Vito Rimoldi Spa, all’interno di un evento dedicato all’innovazione. «L’arte e Solidarietà e Servizi non sono due mondi separati da quello che viviamo in quotidianamente in azienda», prosegue Monaco. «Anzi, la sfida è proprio quella di una condivisione delle esperienze dove le persone sono protagoniste. Anche il tema dell’innovazione pone al centro la persona, perché è dalla persona che parte l’innovazione».

Come ha infatti ricordato Filippo Oldrini, responsabile Area Inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi: «L’innovazione è un alleato potente ma pericoloso, perché quando destabilizzi qualcosa non sai con certezza se nascerà un nuovo equilibrio. Perché allora un uomo che preferirebbe tenersi stretto e custodire l’equilibrio che faticosamente ha trovato, si trova a creare forme e soluzioni nuove? Per l’amore a quello che gli è stato affidato. Per questo l’innovazione è legata a doppio filo alla speranza: per cambiare devi avere la certezza che quello che c’è ha un potenziale grande e devi intravedere la possibilità di un bene ancora maggiore. Cioè devi avere un’ipotesi positiva sul reale. Questo permette di affrontare anche il cambiamento più difficile: il cambiamento di sé. Ed è la sfida più grande per ciascuno di noi. Infatti Il cambiamento che desideri per gli altri e per il tuo pezzo di mondo, avviene solo se cambi anzitutto te stesso».

«Qui l’umanità diventa organizzazione al servizio della persona»

La visita dei vertici regionali di Intesa Sanpaolo e dei rappresentanti di Fondazione CESVI al progetto SPAZIO INTEGRAZIONE di Solidarietà e Servizi

«Una realtà sorprendente. Conoscevo Solidarietà e Servizi, ma, vederla dal vivo, è ben diverso: si può toccare l’umanità che diventa organizzazione; tutto ha un sapore di autentico e buono», sono le parole di Gianluigi Venturini, Direttore Regionale Lombardia Nord di Intesa Sanpaolo che ha fatto visita all’area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi insieme con Valeria Brugnacchi, specialista CTPS presso Intesa Sanpaolo, i rappresentanti della Fondazione CESVI e PricewaterhouseCoopers con Carlo Rossi, partner di Varese. Ad accompagnarli il presidente del Consiglio di Sorveglianza della cooperativa Paolo Fumagalli, il presidente del Consiglio di Gestione Domenico Pietrantonio e Laura Puricelli e Filippo Oldrini, rispettivamente responsabile Area Autismo e Autonomie e Responsabile Area Inserimento Lavorativo. L’iniziativa si è inserita all’interno del percorso che Solidarietà e Servizi ha avviato con il sostegno di Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI e che ha portato all’avvio del progetto SPAZIO INTEGRAZIONE. Un esempio di collaborazione tra profit e no profit che sta permettendo di dare vita a nuove risposte ai bisogni delle persone disabili e/o fragili.

Infatti SPAZIO INTEGRAZIONE arriva là dove non c’erano servizi strutturati e guarda alle persone che si collocano tra un Centro Socio Educativo (CSE) e un SIL (Servizio Inserimento Lavorativo); persone che hanno abilità superiori per i primi, ma non abbastanza per i secondi. Il progetto fa questo mettendo in campo il valore di una presa in carico della persona a più ampio raggio e, all’interno di un approccio multidimensionale e di una visione di rete, creando progetti di vita per potenziare tutti gli aspetti legati all’autonomia della persona attraverso il lavoro.

«Il Covid ha messo a nudo una serie di problemi», ha proseguito Venturini. «L’unica cosa che funziona è la solidarietà che porta quanti hanno maggior possibilità a mettere risorse. In questa ottica, Intesa Sanpaolo ha fatto la sua parte nel periodo più complesso di emergenza sanitaria con interventi straordinari a livello nazionale. Adesso, con il Programma Formula abbiamo voluto dare continuità a quell’azione, concentrandoci però sui singoli territori. L’iniziativa è stata impostata come un concorso di intervento dove al contributo diretto viene abbinata una raccolta fondi: è una collaborazione che diventa condivisione di progettualità per dare, insieme, risposte a particolari bisogni come nel caso del progetto di Solidarietà e Servizi».

L’ottica è, quindi, quella da sempre al centro dell’approccio della cooperativa sociale: «Quell’agire insieme che porta a una co-progettazione e co-programmazione degli interventi», ha sottolineato Fumagalli. «È una visione che ci ha portato negli anni ad aprire collaborazioni significative con importanti aziende. E che ci permette di avere una struttura dedicata al lavoro dove la disabilità o la fragilità non sono elementi di ostacolo, ma opportunità per creare percorsi di crescita e autonomia».

Dal reparto di assemblaggio alla Rigenesi, dalla Gestione Documentale fino al Business Process Outsourcing – BPO -, per arrivare al reparto delle Lavorazioni Meccaniche attivato grazie alla collaborazione con Vito Rimoldi Spa, Solidarietà e Servizi ha fatto “toccare con mano” un nuovo modo di prendersi cura delle persone attraverso il lavoro. «Mettendo la persona al centro, il lavoro diventa luogo educativo», ha proseguito Pietrantonio. «Il lavoro diventa il momento per dare concretezza non solamente alla dignità della persona, ma anche per la valorizzazione delle abilità e dei talenti di ciascuno con lo scopo di accentuare il processo di autonomia della persona stessa. È una sfida che stiamo vincendo sia sotto il profilo educativo, sia produttivo e che con SPAZIO INTEGRAZIONE ha aperto un nuovo ambito di intervento».

«Solidarietà e Servizi, realtà che si distingue per responsabilità sociale». I vertici di ISVI – Istituto per i Valori di Impresa – in visita all’Area Inserimento Lavorativo

Per la cooperativa sociale è stata un’occasione importante per farsi conoscere all’interno di una rete che condivide valori e un certo modo di fare impresa

La sensibilità comune diventa piattaforma di dialogo. Responsabilità d’impresa, visione sociale, attenzione alla persona ed etica del lavoro sono alla radice dell’incontro tra ISVI – Istituto per i Valori d’Impresa – e Solidarietà e Servizi. Il presidente di ISVI Arabnia Ali Reza e il direttore Stefania Bertolini lo scorso 5 maggio hanno visitato gli spazi di viale Toscana a Busto Arsizio (VA) dove sono concentrate le attività lavorative con i reparti di BPO – Business Process Outsourcing -, Documentale, Rigenesi e Assemblaggio della cooperativa sociale. Ad accoglierli il presidente del Consiglio di Gestione Domenico Pietrantonio e il responsabile dell’Area Inserimento Lavorativo Filippo Oldrini. Una visita per “toccare con mano” l’attività di Solidarietà e Servizi e per dare concretezza ai principi guida di ISVI attorno ai quali si sono raccolti importanti nomi dell’industria italiana.

«Domenico Pietrantonio più volte mi aveva illustrato l’attività della cooperativa ma non era riuscito a trasmettermi la passione e la soddisfazione che ho visto chiaramente negli occhi di quanti ho incontrato nel corso della mia visita», dice Stefania Bertolini, direttore di ISVI. «Ambienti molto professionali, con attrezzature all’avanguardia, popolati da persone contente di starci. Era palpabile la serenità delle persone e la cura e l’attenzione profusa per svolgere i compiti assegnati». Aggiunge: «Ritengo che in questo senso Solidarietà e Servizi, con la sua attività, appartenga alle organizzazioni citate nella brochure dell’Istituto per i Valori d’Impresa che si distinguono per il senso di responsabilità nei confronti di tutti gli interlocutori e la capacità di intraprendere strade nuove per lo sviluppo. Una realtà chiaramente contraddistinta da una forte e sana base valoriale comune a tutti gli operatori. Valori che definiscono la missione produttiva della cooperativa sociale, la concezione del suo modo di essere e di funzionare e la qualità delle relazioni da essa instaurate con tutti gli interlocutori».

Per Solidarietà e Servizi, che è socia di ISVI, si è trattato di una significativa occasione per ribadire i propri valori all’interno di una rete nazionale che ha fatto dell’imprenditoria responsabile il punto fermo del proprio essere. «In ISVI troviamo realtà decisamente importanti che condividono un certo modo di fare impresa. E il fatto che tra di loro ci sia anche la nostra cooperativa sociale è per noi un riconoscimento decisamente rilevante», osserva Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi. «Aderire e condividere l’approccio di responsabilità sociale di ISVI è per noi un fatto naturale che si ritrova nella natura stessa della cooperativa e nella sua mission».

Dopo la visita di alcuni anni fa di Vittorio Coda, professore dell’Università Bocconi e presidente del Comitato scientifico di ISVI, questo nuovo contatto con i vertici di ISVI diventa «non solamente  un’importante occasione per approfondire la conoscenza reciproca, ma soprattutto rappresenta per Solidarietà e Servizi la possibilità di essere conosciuta nella rete di ISVI e sviluppare collaborazioni a partire dai servizi che offriamo alle aziende e che permettono anche di assolvere all’obbligo relativo all’inserimento di persone disabili in azienda. Presentando le nostre finalità e la natura della cooperativa sociale, si possono aprire collaborazioni nuove proprio partendo da una base comune fatta di responsabilità sociale, attenzione alla persona, allo sviluppo e all’innovazione».

Vito Rimoldi Spa e Solidarietà e Servizi: quando il “concorrere” è occasione di crescita e sviluppo

Mondo profit e mondo no profit hanno dato vita a una partnership unica, dove la persona, con la sua autonomia e le sue potenzialità, è veramente al centro del lavoro

La condivisione di progetti, obiettivi e vision dà vita a una vera e propria partnership. È così che il rapporto tra la cooperativa sociale Solidarietà e Servizi e l’azienda legnanese Vito Rimoldi Spa, leader nella produzione di guarnizioni e articoli tecnici industriali, è diventato una collaborazione dove il mondo no profit e quello profit hanno trovato una convergenza inaspettata e dove la parola “concorrere” si è attuata in scelte precise e in azioni mirate a far crescere insieme le due realtà, con l’occhio sempre attento ai più fragili.

L’esperienza con Solidarietà e Servizi è diventata per Vito Rimoldi la testimonianza di un impegno aziendale per la sostenibilità. «Non è possibile essere sostenibili e innovativi se non si è animati dalla speranza», dice il presidente di Vito Rimoldi Spa, Claudio Rimoldi. «E la speranza è la voglia di continuare a guardare in avanti, accettando sfide con la volontà di vincerle». Così è stato con Solidarietà e Servizi in un rapporto che prosegue ormai da 18 anni. «L’alleanza con Solidarietà e Servizi è stata ed è continuamente una sorgente importante di crescita per la nostra azienda», prosegue. «In comune con la cooperativa c’è una concezione del lavoro come parte essenziale della realizzazione di ogni uomo. Per molte persone fragili avere un lavoro significa poter realizzare un progetto di vita e togliersi da logiche assistenziali. Così, coinvolgerci con questo tipo di bisogno ci ha permesso di crescere nel know-how, nel business e, non da ultimo, umanamente».

Tutto ha preso avvio nel 2004: partendo dalla volontà di rivedere il processo produttivo delle guarnizioni per renderlo più efficiente e spinta da una maggiore richiesta di mercato e dalla scelta di migliorare la qualità del prodotto, la Vito Rimoldi ha messo in atto una razionalizzazione dei processi. In quel momento è nata la collaborazione con la cooperativa, una sfida attorno alla condivisione di un principio fondamentale: il lavoro quale parte importante della realizzazione di ogni uomo. Una sfida per far convivere due mondi che solitamente vengono visti come “opposti”: quello di Solidarietà e Servizi, guidato da logiche no profit e finalizzato a dare valore alle possibilità delle persone disabili e svantaggiate attraverso il lavoro; e quello di Vito Rimoldi, realtà chiamata a rispondere a logiche di mercato e di efficienza. «Abbiamo deciso di rivedere e innovare i processi produttivi, cercando di renderli più semplici e sicuri, tenendo conto delle persone svantaggiate», ricorda Claudio Rimoldi. «Sono stati sviluppati appositi macchinari per permettere alle persone fragili di contribuire alla produzione, nell’ottica di una sempre maggiore ingegnerizzazione dei processi. All’interno di una vision che mette la persona al centro del lavoro, è emersa la consapevolezza che la macchina può essere adattata all’uomo nell’ottica di una valorizzazione del suo talento. Questo ha accentuato la nostra vocazione alla ricerca e all’innovazione per realizzare macchine speciali che garantissero la sicurezza di questo personale. La partnership con Solidarietà e Servizi è stata ed è un’occasione di crescita continua che ha portato la Vito Rimoldi Spa a sviluppare molte competenze trasversali e a scoprire nuove potenzialità del lavoro».

Il concetto di sostenibilità – ambientale, economica e umana – è stato posto al centro di molte scelte di Vito Rimoldi, in particolare nell’ultimo anno. «Questo ha provocato molto anche in noi», spiega Filippo Oldrini, responsabile Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi. «Ci siamo resi conto che un luogo sostenibile è un luogo capace di generare. E cosa genera questo luogo così speciale (come dicono tutti quelli che vengono qui) che nasce dall’alleanza tra la Rimoldi e la cooperativa? Genera persone, le nostre persone».

«In effetti – aggiunge Leonardo Bombini, responsabile di Reparto della Cooperativa – vivendo la quotidianità di queste due realtà, non trovo differenze, ma molte “similitudini diverse”, come la voglia di fare bene, la spinta a migliorarsi, il gusto per il lavoro ben fatto e la voglia di crescere come uomini capaci di portare le proprie responsabilità».

Lo conferma anche Enrico, operatore nei reparti Water-Jet e Controllo, una delle 16 persone per lo più disabili o fragili che lavorano nello spazio produttivo di Solidarietà e Servizi inserito in un plant comunicante con i reparti della Vito Rimoldi: «Il concorrere insieme alla Vito Rimoldi mi ha permesso di scoprire come, anche un mondo lontano dai miei studi da ragioniere, possa essere davvero interessante e avvincente e come prendermi sempre più seriamente sul lavoro mi stia facendo crescere anche come persona».

Dall’attenzione della Rimoldi alla sostenibilità sono nati anche altri progetti. Non ultimo, quello che dal 2021 ha visto arredare il luminoso, capannone di 5.000 metri di Borsano di Busto Arsizio con delle opere di arte contemporanea realizzate appositamente per l’azienda dagli artisti Letizia Fornasieri, Elisabetta Necchio e Francesco Zavatta con lo scopo di portare il “bello” sul luogo di lavoro. E in questo 2022 sono previsti ulteriori interventi dei pittori Francesco Santosuosso e Francesco Fornasieri da posizionare negli spazi della Cooperativa sul tema proprio del “concorrere”.

Persone disabili e lavoro: come le aziende possono trasformare un obbligo in valore

La Provincia di Varese: «L’articolo 14 della Legge Biagi è attuale, ma poco sfruttato. Serve far conoscere le buone prassi del nostro territorio come Solidarietà e Servizi»

Una legge ancora attuale e che può creare sempre maggiore valore. Ma serve non solamente un maggior coordinamento tra le aziende profit e le cooperative, ma una più ampia valorizzazione delle cooperative stesse. Agli occhi della Provincia di Varese, ente in prima fila nell’inserimento del mondo del lavoro delle persone disabili, Solidarietà e Servizi diventa modello «da seguire», al fine di «aprire sempre più le porte della cooperazione sociale alle persone disabili medio – gravi per un lavoro sociale dignitoso». Fabrizio Simonini, responsabile Collocamento Mirato Disabili (CMD) del Settore Lavoro della Provincia di Varese, delinea un quadro chiaro della situazione attuale tra lavoro e disabilità.

La cornice di riferimento è data dalla legge 68/99 che, 23 anni fa, introdusse l’obbligo, per le aziende che superano i 15 dipendenti, di assunzione di disabili in percentuale alla quantità dei lavoratori dell’azienda stessa. Per dare maggior attuazione a questo obbligo, Marco Biagi, di cui sono stati celebrati lo scorso 19 marzo i 20 anni dal suo assassinio, diede vita a una legge (che porta il suo nome) che coinvolse anche le cooperative sociali. L’articolo 14 dà infatti la possibilità alle aziende interessate di far assumere il lavoratore svantaggiato tramite cooperative sociali di tipo B, a patto di affidare commesse di lavoro alla cooperativa stessa in modo da coprire il costo dei lavoratori inseriti e i rispettivi costi di produzione.

«La Provincia si occupa di far incontrare domanda e offerta, quindi aziende e persone disabili. Ma l’articolo 14 ha di fatto aperto una possibilità molto interessante per il mondo profit. Affidando l’assunzione a una cooperativa, l’impresa assolve l’obbligo e, dando lavoro alla cooperativa stessa, genera  valore», sottolinea Simonini.

La situazione nel territorio varesino ha visto nel 2021 il coinvolgimento di una quindicina di realtà aziendali importanti che ha dato vita a 36 posti di lavoro per persone disabili. Inoltre, attraverso i SIL (Servizi Inserimento Lavorativo) della Provincia ci sono stati 362 avviamenti al lavoro. «L’articolo 14 non è sfruttato in tutto il suo potenziale», continua il responsabile del CMD. A questi dati, si aggiungono i 4 milioni di euro che le aziende, pur di non incappare nelle pesanti sanzioni, versano per non assumere le persone disabili. «Sono gli esoneri, per i quali è richiesta documentazione specifica che attesti pericolosità, complessità di un dato lavoro, quindi non adatto a persone con disabilità».

A questo punto però, i temi da affrontare sono almeno due. «Con le aziende che ricorrono all’esonero è necessario attivare un dialogo: non solamente perché per loro possono aprirsi grandi opportunità, ma anche perché è proprio dall’articolo 14 che può derivare un maggiore valore per loro e un valore aggiunto a livello sociale», aggiunge Simonini. Non certo secondo, il capitolo cooperative sociali cui la Legge Biagi affida un ruolo fondamentale. «Le cooperative hanno infatti un grande potenziale: possono creare per le persone disabili un ambiente di lavoro performante e soddisfacente allo stesso tempo, e soprattutto in un contesto  di protezione. Possono quindi dare un valore aggiuntivo, trasformando quello che per un’azienda profit è un obbligo, in un vantaggio sociale e non solo».

In questa ottica arriva proprio dalla Provincia di Varese l’idea di mettere in risalto le buone pratiche del territorio. E tra queste c’è Solidarietà e Servizi. «All’interno di un’azione di sistema, vorremmo mettere in campo un maggiore dialogo tra terzo settore e imprese profit, con linea di finanziamento ad hoc che faccia conoscere le buone prassi come Solidarietà e Servizi. Lo scopo non è solamente dare nuova linfa alle potenzialità dell’articolo 14, ma fare in modo che anche tutto il sistema cooperativo possa trarne ispirazione e spirito di emulazione».

Conclude: «Sul tema delle persone disabili e del lavoro serve un passo in avanti perché se l’istituto dell’esonero può rappresentare una “scappatoia” per le imprese, questo è però di fatto solamente un costo per loro. Valorizzando le buone prassi della provincia di Varese, è possibile azzerare un costo e trasformarlo in un servizio vero. La disabilità non può e non deve essere momento di ostacolo, ma spunto per favorire l’integrazione, attraverso percorsi professionalizzanti e di valore. In questo Solidarietà e Servizi è testimone di come sia possibile operare in favore della disabilità, con lavori di alto livello che diventano occasione di crescita per la persona disabile, per la cooperativa e per l’impresa stessa».

Qualità del lavoro e presa in carico della persona: così la disabilità è un’opportunità per le aziende

Solidarietà e Servizi ha portato la propria testimonianza al convegno “La DiversAbility come fattore di competitività” organizzato da Cdo Opere Speciali

foto da www.sempionenews.it

Trasformare un obbligo di legge in una opportunità. Questo fa Solidarietà e Servizi permettendo a persone fragili e disabili di poter crescere e coltivare progetti di autonomia attraverso una nuova visione del lavoro e offrendo soluzioni di qualità. E questo è quanto ha testimoniato nell’incontro “La DiversAbility come fattore di competitività” organizzato venerdì 12 novembre alla Cascina Triulza di Milano e promosso da Cdo Opere Speciali. Al centro della tavola rotonda l’articolo 14 della Legge Biagi che dà la possibilità alle imprese di ottemperare all’obbligo previsto dalla  legge 68/99 in materia del collocamento dei disabili. Come? Concedendo l’opportunità di assumere il lavoratore svantaggiato tramite cooperative sociali di tipo B, nei confronti delle quali l’impresa si impegna ad affidare commesse di lavoro, così da coprire il costo dei lavoratori inseriti e i rispettivi costi di produzione.

In sintesi: unire il mondo profit al no profit, facendo focus sulla persona e dando valore al lavoro. Come ha ricordato il presidente di Cdo Opere Sociali, Stefano Gheno: «Il lavoro ha una potenza molto forte di inclusione della persona, tutti devono avere la possibilità di contribuire al bene comune, e trarre beneficio dal lavoro tutti. Tutte le persone, con le loro caratteristiche e possibilità, devono avere la possibilità di generare il bene per tutti, di generare la polis».

E su questa linea si inserisce la possibilità data dalla Legge Biagi. Una possibilità che sempre più realtà produttive e commerciali stanno sfruttando. Ha infatti ricordato Elena Garbelli, responsabile collocamenti mirato disabili Milano: «Con la città metropolitana di Milano lo scorso anno abbiamo avviato circa 284 convenzioni articolo 14, ci aspettavamo un calo importante nel 2021 perché lo scorso anno è stato molto critico e i dispositivi si sono attivati sul finale del 2020, prendendo forma in maniera massiccia nel 2021. Invece le convenzioni avviate quest’anno sono 289, entro fine anno aumenteranno ulteriormente».

La vera rivoluzione però non è dalla possibilità normativa, quanto dalla qualità del lavoro svolto. Ha infatti ricordato Fabrizio Simonini, responsabile collocamenti mirati disabili Varese: «In passato l’oggetto delle commesse era prevalentemente rappresentato dai servizi di basso contenuto, come pulizie ed assemblaggio. Le commesse che vedo realizzate nella provincia di Varese, merito anche di capacità creativa di due realtà cooperative, si spostano, verso frontiere della transizione ecologica». Ed è proprio qui che Solidarietà e Servizi fa la differenza. Come ha sottolineato il responsabile commerciale di Solidarietà e Servizi, Gabriele Scampini, la cooperativa sociale si distingue per elevate complessità di funzioni e servizi che vengono affidate a persone fragili e disabili, potendo così diventare partner di grandi realtà aziendali. Le unità di Business Process Outsourcing, il settore della meccanica, la Rigenesi sono alcuni esempi di lavori qualificati e qualificanti che Solidarietà e Servizi riesce a erogare a primari player del mercato senza alcun timore della concorrenza. Il motivo sta nella possibilità offerta  dalla Legge Biagi, ma anche da un’impostazione della cooperativa che mira a far crescere le abilità delle persone, rendendo il lavoro un luogo di costruzione della persona, oltre che di costruzione dell’autonomia. Una testimonianza concreta di come “la DiversAbility” possa essere effettivamente un “fattore di competitività“ in più per le aziende.

Nella connessione di EOLO c’è anche Solidarietà e Servizi

Cinque anni di rapporto e una crescente collaborazione per dare valore alle persone e ai servizi

Dietro ogni antenna, ogni singolo byte scaricato sul cellulare o sul pc e anche dietro a una lezione in Dad, c’è un po’ di Solidarietà e Servizi. I tecnici che arrivano nelle case per dare vita alla connessione di EOLO passano anche dall’unità di BPO – Business Process Outsourcing  – attiva nella sede della cooperativa sociale di viale Toscana a Busto Arsizio. Una collaborazione che, avviata nel 2016, in cinque anni si è progressivamente ampliata dando, ad oggi, l’opportunità a sei persone con disabilità di lavorare. Un rapporto «ben strutturato e definito da precisi obiettivi», premette Paola Coltri, Head of Delivery Operations di EOLO. Un rapporto iniziato con la necessità dell’azienda di telecomunicazioni di rispondere agli obblighi sulle assunzioni di persone con disabilità. E che, grazie all’ex articolo 14 della legge Biagi, è stato in parte assolto dando lavoro a una cooperativa sociale che si occupa d’inserimento lavorativo di persone disabili e svantaggiate. «Tutto è iniziato con un’attività di recruiting che è stata affidata a Solidarietà e Servizi», prosegue Coltri. «Alla cooperativa è stato affidato l’incarico di ricercare tecnici da inserire nel parco installatori Eolo, partendo da database forniti dall’azienda o da ricerche ad hoc in autonomia. Una selezione rigorosa, basata su specifici requisiti di competenza, abilità e disponibilità, nonché di ubicazione  geografica». Un compito importante, per certi aspetti anche nodale, per l’attività di provider e per individuare e selezionare quelli che poi sarebbero diventati i “frontman” di un colosso delle telecomunicazioni come EOLO.

«A Solidarietà e Servizi abbiamo affidato anche tutta la parte di controllo dei documenti che sono necessari ai nostri tecnici per operare. Un volume di circa 8/10.000 documenti che periodicamente devono essere verificati e, dove necessario, aggiornati». Non ultimo, «abbiamo affidato loro anche un servizio di gestione chiamate inbound come supporto per attività specifiche che sono assegnate ai nostri tecnici».

Il tutto viene fatto secondo rigorosi sistemi di controllo. «Ci sono dei precisi quanto stretti KPI da rispettare che vengono verificati mensilmente». Nessun canale preferenziale. Anzi, alla base c’è un normale rapporto cliente/fornitore. «Non abbiamo collaboratori di serie A o di serie B; non trattiamo il personale di Solidarietà e Servizi come persone con delle difficoltà: per noi sono tutte persone. E i risultati ottenuti insieme, il progressivo ampliamento della collaborazione e il buon rapporto instaurato lo dimostrano». E per il futuro? «Nulla ci vieta di ampliare ulteriormente la collaborazione».

La disabilità non è un fardello che non può competere nel mondo del lavoro, ma un valore aggiunto. «L’organizzazione che ci siamo dati permette una risposta sempre pronta, intervenendo puntualmente anche in casi di malattia o assenza della persona incaricata», ricorda Mariangela Mezzasalma, Coordinatrice del Reparto Business Process Outsourcing di Solidarietà e Servizi. «Il nostro obiettivo è dimostrare che anche una persona con disabilità può ritrovare nel lavoro, in un lavoro vero e “sfidante” fatto di impegni rigorosi e obiettivi da rispettare, la possibilità di sentirsi parte di qualcosa di grande, qualcosa che consolida in ciascuno di noi la percezione della propria dignità e dà la possibilità costruire il proprio progetto di vita. E la collaborazione con EOLO lo dimostra: nessuna scorciatoia, nessun percorso privilegiato, solamente la volontà di una cooperativa sociale e di un’importante azienda di telecomunicazioni di dare un valore aggiunto alla propria attività».