Il 5 aprile si inaugura a marnate “AliBlu: inclusione e consapevolezza” Il nuovo servizio per i minori con autismo e le loro famiglie

Avviato ufficialmente a gennaio 2024, il centro -dotato anche di una “Snoezelen room” per la stimulazione multisensoriale- accoglie 15 bambini dai 4 ai 14 anni e collabora con i servizi sociali di otto comuni del territorio e i servizi di neuropsichiatria delle ASST Valle Olona e Ovest Milano

Verrà inaugurato venerdì 5 aprile (ore 9,30) “Aliblu: inclusione e consapevolezza”, il nuovo servizio per la presa in carico dei minori con autismo e delle loro famiglie.

Il Servizio, progettato e gestito da Solidarietà e Servizi, ha trovato casa a Marnate, nell’ex-scuola di Nizzolina (Via Vittoria 37) che torna, così, ad accogliere bambini del territorio.

Il  progetto è sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI.

AliBlu, avviato ufficialmente a gennaio 2024, attualmente accoglie 15 bambini dai 4 ai 14 anni, collaborando con 8 servizi sociali di altrettanti comuni del territorio e i servizi di neuropsichiatria delle ASST Valle Olona e Ovest Milano.

Il territorio è inoltre coinvolto attraverso accordi con realtà sportive quali lo Sporting Club Mondodomani di Marnate e le biblioteche dei Comuni di Olgiate Olona e Castellanza. In questi spazi vengono proposte ai minori attività inclusive che favoriscono rapporti e relazioni con i coetanei.

A sostegno dei genitori è prevista la presenza di un assistente sociale che accompagna le famiglie con l’obiettivo di orientarle verso i servizi ed i benefici previsti dalla normativa nazionale e regionale.

Il progetto include il supporto pedagogico alle famiglie con incontri serali a tema nella sede di AliBlu; all’interno di questi momenti, inoltre, vengono condivise metodologie educative e fornite indicazioni sulla strutturazione degli spazi domestici.

In fase di progettazione 2 percorsi di gruppo per i fratelli e le sorelle dei minori con autismo. Come evidenzia Mariolina Caputo, pedagogista e coordinatrice di AliBlu, questi ultimi spesso si trovano ad affrontare una serie di esperienze e sfide uniche dovute alla loro situazione familiare che possono includere la responsabilità di fornire assistenza oltre che la gestione delle proprie emozioni, legate alla situazione del fratello o della sorella; per tale motivo AliBlu intende prestare particolare attenzione a questi minori progettando in loro favore interventi e spazi di supporto.

Per completare il progetto, coinvolgendo tutte le figure educative che si occupano dei minori, è partito anche un primo percorso formativo a favore degli insegnanti delle scuole materne del territorio.

A breve la struttura si doterà anche di una “Snoezelen Room” per la stimolazione multisensoriale; attraverso una strumentazione innovativa (proiettori, fasci di fibre ottiche, sfere di specchi, tubi a bolle e diffusori di aromi) l’intervento educativo all’interno della stanza multisensoriale contribuisce significativamente a ridurre le difficoltà percettive proprie dell’autismo, a favorire il rilassamento del minore ed un suo migliore adattamento alla realtà.

La nascita di questo servizio si inserisce in territori totalmente privi di questo tipo di offerta, come sottolinea Gemma Donati, assessore alle Politiche Sociali del comune di Marnate: “In Italia, secondo dati dell’Iss, un bambino su 77 presenta questo problema e i maschi sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine. Secondo la mappatura dell’Istituto superiore di sanità, a marzo 2023, i centri clinici e socio-sanitari per l’autismo e gli altri disturbi del neurosviluppo censiti in Italia sono oltre 1200.

Poter avere anche in Valle Olona un centro per il trattamento dei bambini e ragazzi con funzionamento neuroatipico grazie alla collaborazione della Cooperativa Solidarietà e Servizi, da anni partner del nostro Comune nell’assistenza ai soggetti fragili in ogni età della vita, è importantissimo”.

Il progetto è sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI.

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Personalizzare servizio e accoglienza in base alle esigenze della persona con disabilità è obiettivo primario della Cooperativa

«Siamo i “custodi” del Progetto di Vita delle 55 persone che ad oggi vivono nei nostri appartamenti, housing e comunità. Molte sono con noi da oltre vent’anni e nel tempo hanno modificato, anche profondamente, il loro percorso di vita», spiega Giacomo Borghi

«Ho girato tante e diverse strutture. Ma solo ora, nel mio monolocale, ho trovato la mia isola in cui ascoltare in pace il mio adorato heavy metal». Claudio è finalmente felice perché ha trovato la propria dimensione, la dimora a cui tornare dopo le giornate lavorative presso una cooperativa del territorio e che gli permette di trovare un rifugio dal fenomeno di “iper-socializzazione” che rischia di interessare coloro che vivono in strutture comunitarie. E di cui ha timore anche Mauro, che ha da poco compiuto i 65 anni e ha ben chiaro cosa vuole: «io alla casa di riposo non ci penso nemmeno e mi tengo stretto l’appartamentino di Busto», dice, celando un sorriso soddisfatto al pensiero che, finalmente, quest’anno le vacanze organizzate dalla cooperativa lo porteranno a Rimini, patria di quelle discoteche che da giovane amava frequentare. Ma c’è chi la socialità la preferisce, anche se magari a piccole dosi. Così Susanna, che a settembre 2023 si è trasferita nell’appartamento di Legnano, dice che «qui, in questa casa più raccolta e in cui siamo solo donne, ho trovato una maggiore serenità. Ma certo non rinuncio alle giornate al Centro Socio Educativo, dove vado ogni giorno da quasi 10 anni».

Sono storie ed esigenze diverse quelle delle persone con disabilità che abitano case di diversa tipologia e sono seguite da Solidarietà e Servizi, che ha sviluppato un modello di presa in carico «incentrato sul cosiddetto “Progetto di Vita” e che consiste nell’effettiva personalizzazione dei percorsi di ciascuna persona. Una personalizzazione che è frutto di coprogettazione tra i diretti interessati, i loro familiari e i professionisti, oltre che i servizi sociali, ed è caratterizzata anche dall’adozione di soluzioni inedite e flessibili -spiega Giacomo Borghi, responsabile Area Residenziali e Domotica-. Fase “avanzata” del percorso di presa in carico, l’accoglienza delle persone con disabilità in contesti residenziali può avvenire come scelta matura di indipendenza dal proprio nucleo d’origine o, più spesso, come necessità al venir meno del sostegno della famiglia d’origine. Si tratta di proporre delle soluzioni e dare risposte alle “grandi” domande che tutti i genitori di figli con disabilità si pongono “chi si prenderà cura di lui quando io non ci sarò più?”, “Chi gli vorrà bene?”. Ma anche domande che più o meno consapevolmente i diretti interessati esprimono: “vorrei una casa mia!”, “posso farcela senza i miei genitori?”, “mi aiuti a vivere da solo?”».

E sono proprio queste le domande a cui tentano di rispondere quotidianamente le cinque coordinatrici delle 11 case che la cooperativa gestisce in provincia di Varese, Milano e Pavia, con il supporto di educatori professionali, assistenti sociali, operatori socio sanitari e ausiliari. «Siamo i “custodi” del Progetto di Vita delle 55 persone che ad oggi vivono nei nostri appartamenti, housing e comunità -riprende Giacomo Borghi-. Persone che in alcuni casi sono con noi da oltre vent’anni e che hanno nel tempo modificato, anche profondamente, il loro percorso di vita, sia in termini di acquisizione di maggiori autonomie sociali, di serenità e benessere nel rapporto con i famigliari e caregiver, ma anche in termini di subentro di problemi di salute, o insorgenza di difficoltà relazionali e comportamentali che hanno comportato un ripensamento dei sostegni utili per la presa in carico».

«Ciò ha significato e sta significando per la Cooperativa Solidarietà e Servizi anche una ricerca di nuove soluzioni abitative -conclude Borghi-, come avvenuto con i progetti di Pavia (Housing di via Francana) e Legnano (Appartamento San Benedetto) avviati lo scorso anno o come quello di Caronno Pertusella per cui vorremmo partire con i lavori già quest’anno. Negli scorsi giorni, poi, sono iniziati i lavori di ristrutturazione e rifunzionalizzazione della residenza Isa Tanzi di Cassano Magnago, per la creazione di due appartamenti distinti ma integrati, ciascuno dei quali potrà accogliere cinque persone, “targettizzando” il gruppo-appartamento in ordine di età, sesso, aspettative e bisogni».

Solidarietà e Servizi da quasi 15 anni collabora con la Lualdi spa fabbrica del design italiano nel settore delle porte di qualità

Le commesse sono gestite da tre lavoratori appositamente formati nell’ambito delle attività lavorative della cooperativa. Chiara Lualdi: «Voi per noi siete un partner importante, al pari di tutti i nostri fornitori strategici»

«Il lavoro svolto dalla vostra organizzazione è per noi davvero importante e in questi quasi 15 anni di collaborazione ci avete accompagnato nell’evoluzione che ha vissuto la nostra azienda, assolvendo a commesse sempre più complesse. Per noi siete un partner, al pari di tutti i nostri fornitori strategici, e confesso che metto chiaramente a fuoco solo in questo momento di star parlando con una cooperativa sociale».

Complimento più grande non ce lo poteva fare Chiara Lualdi, che rappresenta la quinta generazione della famiglia che gestisce la Lualdi Spa di Marcallo con Casone, in provincia di Milano, marchio di spicco del mondo dell’arredamento, che dal 1960 produce porte di qualità superiore, arrivando a proporre negli anni Novanta il primo prodotto al mondo di design industriale nell’ambito delle porte e che le ha in seguito rivoluzionate, trasformando le proprie porte in sistemi altamente evoluti che riformulano il concetto di parete, generando ambientazioni esperienziali dinamiche, in perenne divenire.

«L’essere vissuti, percepiti e trattati come realtà aziendale è per noi motivo di orgoglio, perché significa che siamo stati in grado di organizzare bene il lavoro e di migliorarci. E, si badi bene, non è un fatto così scontato. Perché in molti casi l’affidamento di un lavoro a una cooperativa sociale avviene sulla spinta di un impulso solidaristico, per aiutare persone fragili, che si reputano meno fortunate. Quando invece il nostro rapporto con il cliente si basa primariamente sulla commessa, ai nostri soci e lavoratori viene riconosciuto lo status di risorsa, loro lo percepiscono e ne vanno fieri», spiega Gabriele Scampini, responsabile commerciale dell’Area Inserimento Lavorativo della Solidarietà e Servizi, una realtà in cui oggi lavorano 102 persone, di cui 72 con disabilità.

Cooperativa sociale di tipo B, che si occupa della gestione di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei settori dell’industria, del commercio e dei servizi, la Solidarietà e Servizi vanta numerosi clienti (tra gli altri: Eolo, Vito Rimoldi, Novartis Farma, Sandoz, Sorgenia) e per Lualdi Spa ha formato tre persone che lavorano in funzione delle esigenze di consegna dei kit di ferramenta di cui l’impresa ha bisogno. «All’inizio facevamo un lavoro molto semplice: realizzare dei sacchetti in cui venivano inseriti singoli componenti, come le cerniere -riprende Scampini-. Oggi, invece, gestiamo l’intero processo di preparazione dei kit di ferramenta».

«Lato nostro la commessa viene gestita dall’ufficio acquisti, come per tutti i nostri terzisti -spiega Chiara Lualdi-. Valutate le giacenze e i bisogni della produzione, viene spedito alla cooperativa tutto il materiale necessario alla lavorazione, loro lo stoccano e poi, in base alle nostre esigenze, realizzano e ci forniscono i kit assemblati, che nel tempo sono aumentati di consistenza e assortimento, dal momento che si sono estremamente diversificate le finiture della nostra produzione. Se devo indicare un punto in comune tra noi e Solidarietà e Servizi, oltre all’attenzione ai dettagli e alla qualità, penso al valore della creazione del gruppo. I nostri nonni ci hanno tramandato l’importanza del legame con le persone, che è un valore aggiunto e che ci porta a tentare di far percepire il nostro ambiente di lavoro come una famiglia. E credo proprio che sia così anche per la cooperativa».

E questo è un dato di fatto che Chiara Lualdi potrà presto toccare con mano, dal momento che ha promesso di venire a trovarci nella sede della cooperativa, «e in quell’occasione -conclude Gabriele Scampini- potrà toccare con mano quanto bene e bellezza riusciamo a creare grazie alla collaborazione con realtà responsabili e sostenibili come Lualdi Spa».