Inaugurata la nuova stanza snoezelen del CDD – Centro Diurno Disabili – Manzoni: uno spazio multisensoriale per i bambini autistici e con disabilità grave
Solidarietà e Servizi continua a investire in tecnologia: la stanza permette una miglior presa in carico e un maggior benessere. Il progetto avviato grazie a una donazione privata
«Oggi coroniamo un sogno. Un sogno che è iniziato grazie alla donazione della famiglia Albè e che è diventato realtà». Con queste parole Cristina Ridofi, coordinatrice del CDD – Centro Diurno Disabili – Manzoni di Busto Arsizio, servizio gestito da Solidarietà e Servizi in concessione per il Comune, mercoledì 19 luglio ha aperto ufficialmente la porta della nuova stanza snoezelen. «La stanza porterà il nome di Maria Rosa, la nonna di una bambina del Centro, mancata qualche tempo fa: grazie al marito Mario e ai figli Stefania e Massimo, l’ambizioso progetto della stanza multisensoriale è partito per diventare un prezioso aiuto ai 31 minori disabili che frequentano il servizio».
Visibilmente commossi, i componenti della famiglia Albè hanno “scartato” la porta dando così accesso per una visita ai molti presenti alla cerimonia. «È un progetto meraviglioso – hanno commentato -. Mai avremmo pensato che Maria Rosa avrebbe potuto portare al CDD Manzoni una struttura così importante. Abbiamo creduto in questo progetto e lo abbiamo sostenuto anche con iniziative benefiche perché potrà fare bene a questi ragazzi che chiamiamo speciali, dai quali c’è molto da imparare». La stanza snoezelen è di fatto un concentrato di tecnologia al servizio della stimolazione multisensoriale. «Dà la possibilità di accedere a più canali di stimolazione: questo è fondamentale per le persone con disabilità intellettive. Le stimolazioni plurime, attraverso i cinque sensi, portano a un’importante interazione con l’ambiente che stimola la percezione», dice la neuropsichiatra Gemma Donati di AIAS Busto Arsizio.
Lavorando con minori affetti da disabilità grave e con disturbo dello spettro autistico, Solidarietà e Servizi ha voluto trovare nuovi approcci terapeutici che meglio rispondessero ai loro bisogni. Spiega Laura Puricelli, responsabile Area Autismo e Autonomia di Solidarietà e Servizi: «Dando seguito all’attenzione verso le soluzioni tecnologiche e domotiche per migliorare l’autonomia delle persone disabili, che già sono applicate all’interno delle nostre case, l’interesse si è orientato verso lo snoezelen, una metodologia mirata alla ricerca di un contatto con il mondo interno della persona attraverso la stimolazione dei sensi, favorendo il contatto e la relazione interpersonale».
Snoezelen, neologismo formato dalla sintesi delle parole olandesi “snuffelen” (trovare, esplorare) e “doezelen” (sonnecchiare, pisolare), è un’attività che si svolge in una stanza con illuminazione, atmosfera e musica, in un ambiente organizzato, fornito di stimoli multisensoriali, controllabili e modulabili, che ha come finalità il benessere della persona. «Per offrire tutto questo, la stanza, di circa 40 mq, è stata attrezzata con delle importanti dotazioni tecnologiche», riprende la coordinatrice del CDD Manzoni, Cristina Ridolfi. «Vi è un letto ad acqua termoriscaldato, dotato di casse che producono delle vibrazioni. Inoltre sono stati predisposti: una bubble-tube luminosa a led che crea vibrazioni acustiche e stimolazioni visive; fili led a cascata che compongono una sorta di “medusa” che fa da tenda; un proiettore mobile che permette di avere immagini sulla parete e sul soffitto e un impianto audio con tre postazioni di casse. Il tutto viene gestito da un telecomando centrale che regola colori, intensità, suoni e vibrazioni». All’interno della stanza vi sono anche una piscina con palle di plastica trasparenti così da riflettere i giochi di luce e un’amaca che riproduce il contenimento fetale, «una sensazione di protezione preziosa per affrontare alcune specifiche fragilità», prosegue. La stanza, che è un ambiente protetto, silenzioso, dove ogni stimolazione è controllata, offre «aumento della concentrazione e del rilassamento; incremento della comunicazione e interazioni sociali; riduzione dei comportamenti stereotipati con aumento di comportamenti adattivi e riduzione dei comportamenti autolesivi e aggressività».
Dopo un mese di formazione, gli operatori hanno iniziato a proporre questa esperienza ai minori del CDD, che hanno da subito manifestato grande entusiasmo e maggior benessere, con la prospettiva di aprire la stanza anche ad altri servizi di Solidarietà e Servizi, quali il centro per minori con disturbo del neurosviluppo Viganò di Caronno Pertusella e il centro per minori autistici Pollicino di Gallarate.
Il progetto, avviato grazie alla donazione della famiglia Albè, è stato realizzato grazie all’impegno di Solidarietà e Servizi e a un bando di re-capitalizzazione di Fin-Lombarda che aveva come obiettivo la crescita e lo sviluppo della cooperativa dopo il difficile periodo del Covid.
L’inaugurazione della stanza snoezelen è diventata una grande festa per le famiglie e gli ospiti del centro, grazie alla collaborazione del Gruppo Alpini Busto Arsizio – Castellanza e della Croce Rossa di Legnano.