Lavoro, innovazione e speranza: Vito Rimoldi Spa porta l’arte nel reparto di Solidarietà e Servizi

Inaugurata l’opera di Francesco Fornasieri: cinque pannelli che raffigurano le guglie del Duomo di Milano e riprendono il tema del “concorrere” dove impresa e cooperativa sociale guardano alle persone con la chiave dell’innovazione

La parola “concorrere” trova forma e colori nelle guglie del Duomo di Milano. Sono loro le grandi protagoniste dell’opera che è stata realizzata dal pittore Francesco Fornasieri e collocata nel reparto lavorazioni meccaniche di Solidarietà e Servizi all’interno dello stabilimento produttivo di Vito Rimoldi Spa che si affaccia su viale Toscana a Busto Arsizio. Cinque pannelli di grandi dimensioni vegliano dall’alto il capannone dove 16 persone della cooperativa sociale, per lo più disabili o fragili, lavorano per la produzione di sponge gasket e guarnizioni, dando una dimensione diversa allo spazio industriale, ma soprattutto dando piena attuazione a quel “concorrere” che campeggia sopra l’ingresso.

«Questa iniziativa si inserisce in un progetto più ampio che ci ha visti portare l’arte nel luogo di lavoro», spiega Elisabetta Monaco, Marketing e Communication manager di Vito Rimoldi Spa. «È un progetto iniziato ormai più di due anni fa e che ha portato a fine 2021 all’installazione di quattro opere realizzate dai pittori Elisabetta Necchio, Francesco Zavatta e Letizia Fornasieri. Il percorso è proseguito nel 2022 arrivando, nel mese di dicembre, alla presentazione dell’opera di Francesco Fornasieri nel plan dove opera Solidarietà e Servizi.

Il soggetto scelto sono le guglie del Duomo di Milano quale simbolo dell’operosità milanese, del lavoro che riguarda tutta la comunità lombarda e della volontà di lasciare a chi verrà dopo qualcosa di duraturo. Se i milanesi hanno fatto il Duomo, come ci ha suggerito Fornasieri, il Duomo ha poi costruito lo spirito lombardo del lavoro e della vocazione. E la targa in marmo che indica l’anno di edificazione della cattedrale ci è servita per tornare alla definizione di “concorrere”: una frase così importante che merita di essere scolpita nel marmo».

E come se fosse scolpito sul marmo, è stato raffigurato il significato di “concorrere”: una parola che rappresenta l’unione tra Vito Rimoldi Spa e Solidarietà e Servizi. Gli oltre 16 anni di collaborazione incarnano e concretizzano quel verbo che trae origine dal latino concurrere – correre insieme – e significa “convenire da più parti in un luogo, convergere, (fig.) convenire, ossia assordarsi per fare o avere una cosa, onde in modo più speciale cooperare, contribuire, ed altresì competere, gareggiare” come si legge nel quadro.

«Questa parola riassume la visione di Vito Rimoldi del lavoro, ma soprattutto il rapporto che si è creato con Solidarietà e Servizi: una visione condivisa, un approccio comune e una modalità di rapportarsi che sono fatti di crescita reciproca», aggiunge Chiara Tononi addetta alla comunicazione in Vito Rimoldi Spa. «In questa ottica si inserisce il progetto dell’arte in fabbrica: un ambiente di lavoro non deve essere solamente pulito, ma anche bello; deve poter esprimere il bello perché attraverso il lavoro una persona si valorizza, si realizza, può costruire sé stessa e il suo futuro».

L’opera delle guglie del Duomo è stata presentata durante l’annuale convention di Vito Rimoldi Spa, all’interno di un evento dedicato all’innovazione. «L’arte e Solidarietà e Servizi non sono due mondi separati da quello che viviamo in quotidianamente in azienda», prosegue Monaco. «Anzi, la sfida è proprio quella di una condivisione delle esperienze dove le persone sono protagoniste. Anche il tema dell’innovazione pone al centro la persona, perché è dalla persona che parte l’innovazione».

Come ha infatti ricordato Filippo Oldrini, responsabile Area Inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi: «L’innovazione è un alleato potente ma pericoloso, perché quando destabilizzi qualcosa non sai con certezza se nascerà un nuovo equilibrio. Perché allora un uomo che preferirebbe tenersi stretto e custodire l’equilibrio che faticosamente ha trovato, si trova a creare forme e soluzioni nuove? Per l’amore a quello che gli è stato affidato. Per questo l’innovazione è legata a doppio filo alla speranza: per cambiare devi avere la certezza che quello che c’è ha un potenziale grande e devi intravedere la possibilità di un bene ancora maggiore. Cioè devi avere un’ipotesi positiva sul reale. Questo permette di affrontare anche il cambiamento più difficile: il cambiamento di sé. Ed è la sfida più grande per ciascuno di noi. Infatti Il cambiamento che desideri per gli altri e per il tuo pezzo di mondo, avviene solo se cambi anzitutto te stesso».