LA NUOVA CASA DOMOTICA SAN BENEDETTO A LEGNANO «SPAZIO INCLUSIVO E PER L’AUTONOMIA CHE FORTIFICA L’INTERA COMUNITÀ LOCALE»

L’appartamento di 120 metri quadrati di via Venegoni accoglie già dal settembre 2023 un gruppo di cinque donne -Katia, Elisabetta, Susanna, Fabiola e Sandra-, di età compresa fra i 40 e i 60 anni: «nella nostra bella e nuova casa non ci sentiamo più sole e il futuro ci fa meno paura»

«Questa nuova casa domotica, che sa davvero offrire autonomia, qualità della vita e dignità alle persone disabili, è un fulgido esempio di come fare della città uno spazio inclusivo, usando la tecnologia per superare le barriere e creare ambienti di vita per tutti. Grazie a Solidarietà e Servizi per questa iniziativa che rende più forte e solidale la nostra comunità». Così Lorenzo Radice, sindaco di Legnano, lo scorso 16 dicembre alla cerimonia di inaugurazione della casa San Benedetto, la soluzione abitativa realizzata da Solidarietà e Servizi ai sensi della legge 112/2016 sul “Dopo di Noi”.

Luminoso e confortevole, l’appartamento di 120 metri quadrati posto al primo piano di una palazzina in via Venegoni accoglie già dal settembre 2023 un gruppo di cinque donne -Katia, Elisabetta, Susanna, Fabiola e Sandra-, di età compresa fra i 40 e i 60 anni, che, grazie al servizio di trasporto, ogni giorno raggiungono i Centri diurni di Busto Arsizio e Samarate «per poi ritrovarci qui, tutte assieme, nella nostra bella e nuova casa, dove non ci sentiamo più sole -dicono-. Ora il futuro ci fa meno paura». «E, soprattutto, ora non mi devo più ricordare le chiavi di casa», aggiunge Susanna, sottolineando come la tecnologia possa davvero semplificare la vita a chi soffre di disabilità.

«Il sistema di apertura dell’appartamento con la lettura dell’impronta digitale non è l’unico elemento domotico di casa San Benedetto -spiega Giacomo Borghi, responsabile Area residenziali e domotica di Solidarietà e Servizi-: ci sono sensori per monitorare la qualità dell’ambiente, capaci di rilevare presenze, rumorosità, temperatura e qualità dell’aria, ma anche per garantire aperture e chiusure di porte e finestre, un corretto uso del frigorifero nonché analizzare i ritmi sonno e veglia. Parlare di domotica applicata ai luoghi dove vivono persone con disabilità significa imprimere concretezza a quella svolta che è stata introdotta dalla legge 112 del 2016 sul “Dopo di noi”. Sono anni che seguiamo la strada della domotizzazione delle nostre abitazioni, perché la ricerca della maggior autonomia possibile di ciascuna delle persone che accogliamo è il primo obiettivo e più importante che ci prefiggiamo».

«Così, in modo quasi pionieristico, nel 2016 abbiamo dato il via al progetto di CasaLab a Fagnano Olona, per poi sistematizzare un modello replicabile anche nelle altre case della cooperativa -riprende Borghi-. In questo cammino, grazie alla collaborazione con Confcooperative Insubria, abbiamo coinvolto l’Università Carlo Cattaneo LIUC di Castellanza, attivando un assegno di ricerca per un giovane neolaureato in ingegneria con lo scopo di individuare innovative soluzioni domotiche da adottare nelle case delle persone con disabilità psichica».

E proprio in LIUC si è svolto a dicembre scorso un convegno per presentare i risultati di questo lavoro congiunto che dimostra «come il collegamento tra università e territorio esiste e va ben oltre la creazione di ricadute economiche», ha detto il rettore Federico Visconti, e che «prevedere una casa a misura di persona ci permette di smussare o addirittura superare le disabilità», ha osservato Paolo Colli, pedagogista, già collaboratore dell’Università Cattolica di Milano. E ora Solidarietà e Servizi sta estendendo la domotica a tutti i propri servizi residenziali, grazie alla collaborazione con l’università LIUC  e con aziende del settore che stanno credendo in questa progetto innovativo.

A questo link il video di presentazione della casa domotica San Benedetto proiettato al convegno di dicembre 2023 presso l’Università Carlo Cattaneo LIUC di Castellanza.

A GENNAIO AVVIATA A MARNATE L’ATTIVITÀ DI ALIBLU: SERVIZIO EDUCATIVO PER RAGAZZI CON AUTISMO

Il progetto si inserisce nel costante dialogo che Solidarietà e Servizi ha con il territorio, con la volontà di arrivare là dove mancano ancora le risposte ai bisogni reali: un centro dalle porte aperte, che con il territorio vuole creare percorsi di sostegno e crescita delle persone fragili

Dal 15 gennaio 2024, in via Vittoria 37 a Marnate, ha preso avvio il nuovo servizio di Solidarietà e Sevizi: non solo un luogo dove trovano spazio competenze educative, pedagogiche, di supporto alla fragilità e di attenzione all’integrazione con il territorio, ma un grande abbraccio per far crescere in autonomia i bambini e i ragazzi con disturbo dello spettro autistico. Il progetto, sviluppato dalla cooperativa sociale e sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI (acronimo che significa cooperazione e sviluppo), si inserisce nel costante dialogo che Solidarietà e Servizi ha con il territorio, con la volontà di arrivare là dove mancano ancora le risposte ai bisogni reali. «Nel solco di quello che è l’approccio della Solidarietà e Servizi e che è ben sintetizzato dal claim “Mai più soli … insieme ci riusciamo”, abbiamo dato vita a un progetto multidimensionale», spiega Laura Puricelli, responsabile Area Autismo e Autonomie di Solidarietà e Servizi. «Si tratta di un servizio educativo integrato per minori con diagnosi di autismo, rivolto anche al territorio limitrofo, quello della Valle Olona totalmente privo di questo tipo di offerta. Non è un servizio chiuso: la volontà è di aprire la presa in carico non solamente al minore, ma anche alla sua famiglia attraverso un supporto specialistico. Inoltre, sono previsti interventi mirati al territorio, dalle scuole alla rete sociale, per potenziare l’attività e per creare occasioni di inclusione della persona con autismo in normali contesti di vita, quali possono essere un supermercato o gli uffici comunali».

Il valore della rete si fa sentire anche sulla presa in carico del minore e della sua famiglia. «Partiamo dalle segnalazioni da parte dei servizi specialistici, come la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dei Servizi sociali comunali e delle scuole, ma anche su richiesta diretta della famiglia per arrivare a definire progetti di vita individuali», spiega. «Gli spazi, messi a disposizione dal Comune di Marnate, permettono di accogliere fino a 15 minori nel servizio diurno. Ma la presa in carico si estende anche alle famiglie: il nostro progetto, infatti, prevede interventi di supporto e servizi specificamente studiati per i nuclei familiari. Infine, c’è la volontà di realizzare due percorsi di gruppo per i cosiddetti “siblings”, ovvero i fratelli e le sorelle di minori con autismo». AliBlu fin dall’inizio vuole essere un centro dalle porte aperte, che guarda al territorio e con il territorio vuole creare percorsi di sostegno e crescita delle persone fragili. «Innanzitutto è prevista la collaborazione con le scuole per il sostegno e l’accompagnamento anche di minori con disabilità che non frequentano AliBlu. La scuola è una realtà educativa fondamentale nella crescita di questi ragazzi che può dare molto nello sviluppo delle loro capacità e della loro autonomia. Prevista anche la collaborazione con un supermercato della zona e due amministrazioni comunali per la traduzione della cartellonistica interna in CAA, cioè in Comunicazione Aumentativa Alternativa, uno strumento utilizzato per facilitare la comunicazione con persone con autismo e la loro comprensione del contesto». 

AliBlu vuole essere così non solamente un servizio, ma un hub di progettualità e crescita dove la persona con disabilità trova strumenti educativi innovativi per costruire il suo futuro e dove un territorio si ritrova nel dare risposte integrate e inclusive a un bisogno.

GRAZIE ALLA RETE CON GLI ENTI PUBBLICI E LE IMPRESE IL 2023 CHIUDE IN CRESCITA PER GLI INSERIMENTI LAVORATIVI

A fronte di una media di 954 persone in carico, l’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi chiude l’anno con 249 tra assunzioni e stabilizzazioni, dato in crescita rispetto allo scorso anno, e 427 tirocini attivati

«Quando ho conosciutolo il NIL (Nucleo Inserimento Lavorativo, ndr), ero disoccupato da quasi 10 anni. Avendo una patologia del sistema immunitario ed avendo commesso molti sbagli nel mio percorso, era difficile per me trovare lavoro. Mi sono rivolto ai servizi sociali del mio comune, che mi hanno mandato al NIL. Gli operatori sono stati molto attenti, mi hanno aiutato con una grande disponibilità e non facendomi mai sentire solo nella sfida per reinserirmi nel mondo del lavoro. La mia prima assunzione è stata in una cooperativa sociale, ma il mio contratto non è stato rinnovato perché il servizio non è stato rinnovato. Il NIL, però, non si è fermato lì e mi ha subito proposto un tirocinio in un’azienda di materie plastiche. Così, dopo un contratto a tempo determinato, ora ne ho finalmente uno a tempo indeterminato. Sinceramente non avrei mai pensato che avrei di nuovo iniziato a lavorare!».

La testimonianza di Giuseppe racchiude il senso dell’impegno dell’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi, in cui operano 7 equipe composte 6 assistenti sociali, 23 operatori della mediazione lavorativa e 4 psicologhe, nell’ambito di cinque Distretti della provincia di Varese (Busto Arsizio, Gallarate, Tradate, Valle Olona e Arcisate), uno di quella di Milano (Castano Primo) e dei Servizi Accreditati al Lavoro di Regione Lombardia.

«Ed è grazie alla dedizione, alla professionalità e alla capacità dei nostri operatori di costruire con il mondo delle imprese soluzioni e percorsi sostenibili per le persone disabili e fragili che sono al centro del nostro mandato, se il bilancio 2023 dell’attività di inserimento lavorativo è positivo, nonostante un contesto di crescenti difficoltà. A fronte di una media di 954 persone in carico, infatti, abbiamo chiuso l’anno 2023 con 249 tra assunzioni e stabilizzazioni, dato in crescita rispetto allo scorso anno, e 427 tirocini attivati», dice Filippo Oldrini, Responsabile dell’Area.

Dato positivo, dunque, che si inserisce in un quadro complessivo favorevole: «In generale, la sensazione è quella di una ripresa del tessuto economico produttivo della provincia, che permette di offrire maggiori opportunità ai nostri iscritti», conferma Raffaella Cirillo, Responsabile del Collocamento Mirato Disabili della Provincia di Varese.

«Ma da tre anni a questa parte, per riuscire ad ottenere questi risultati ai nostri operatori è richiesto un impegno sempre maggiore, perché il recente periodo della pandemia ha reso ancora più rapido un processo che vede purtroppo diventare sempre più fragili le persone a noi affidate, acuendono disagi e bisogni, e perché sono sostanzialmente mutate anche le esigenze e le difficoltà del tessuto produttivo del nostro territorio, in cui trovano collocazione circa il 70% delle persone che seguiamo (le altre si inseriscono all’interno di Cooperative di lavoro di Tipo B o Enti Pubblici, ndr) -riprende Oldrini-. Un grazie particolare va però alla disponibilità dimostrata degli imprenditori, che rispondono alle nostre richieste davvero con grande generosità e intelligenza, cosa che ci permette di costruire con le aziende progetti davvero personalizzati e concreti per avviare sempre più persone nel mondo del lavoro»

Va detto che alla maggiore fragilità dei beneficiari e delle loro famiglie di origine, dal periodo post pandemico gli operatori di Solidarietà e Servizi si trovano a dover fare i conti anche con il tema della motivazione: tra le persone seguite è infatti aumentata l’incertezza del domani e la paura per il proprio futuro. «Inoltre, le persone che negli ultimi anni arrivano ai SIL hanno minori autonomie di base -aggiunge Filippo Oldrini-. E se, da un lato, questo fa incrementare il nostro impegno per avvicinarli al mondo del lavoro, dall’altro porta i nostri operatori a svolgere anche un ruolo di raccolta dei bisogni dell’utenza al di là delle necessità lavorative. Così ci troviamo spesso a ridisegnare il ruolo e le azioni dei nostri servizi, interventi e progetti (in gergo tecnico si parla di “coprogrammazione”) con gli Uffici di Piano, i Servizi Sociali dei Comuni e i Servizi Specialistici per le situazioni psichiatriche o di dipendenze ».

Ecco, allora, che diventa sempre più decisivo il lavoro di rete con gli altri enti di sistema e di cura, una direttrice lungo cui si muove anche la struttura del Collocamento Mirato Disabili della Provincia di Varese: «Nel 2023 abbiamo lavorato per consolidare e arricchire le reti territoriali per i servizi dedicati alle persone disabili e con maggiori fragilità -spiega Raffaella Cirillo-. Crediamo molto nello sviluppo delle reti e ci siamo impegnati in un percorso di laboratori tra operatori del pubblico e del privato che ci ha permesso di condividere e affinare approcci e metodi di lavoro, definendo un modello comune per la presa in carico delle persone fragili e con disabilità, così da cogliere al meglio le diverse opportunità che offrono i territori della nostra provincia e giocare fino in fondo il ruolo di coordinamento delle risorse in campo e di facilitatori nell’incontro di domanda e offerta che viene richiesto all’ente pubblico».

Ad arricchire questo gioco di squadra, infine, la capacità degli operatori dell’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi di ideare e proporre soluzioni a tutto il sistema che ruota attorno al sostegno delle fragilità. «In un rapporto tra pubblico e privato che nei Distretti in cui operiamo funziona benissimo e in cui la nostra capacità di fare rete è particolarmente apprezzata dagli enti pubblici -conclude Oldrini-. Del resto gestiamo questo tipo di servizi ormai da vent’anni e possiamo davvero dire di avere un radicamento sul territorio e delle competenze consolidate, che miglioriamo e nutriamo giorno dopo giorno con la passione e la consapevolezza che “Insieme ci riusciamo!”».

Un anno per crescere dedicandosi agli altri in Solidarietà e Servizi con il Servizio civile universale

Attraverso Confcooperative Insubria, la cooperativa mette a disposizione 3 posti per i giovani dai 18 ai 28 anni per un anno nei nostri centri socio educativi per disabili

Un anno per crescere, dedicandosi agli altri. Un anno per imparare a prendersi cura delle persone con disabilità.

Solidarietà e Servizi Coop. Sociale, attraverso Confcooperative Insubria, partecipa come ente ospitante al SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO con il progetto IL WELFARE SOCIALE CHE INCLUDE 2023.

Il progetto contribuisce alla realizzazione dell’obiettivo del programma “Educare all’autonomia e promuovere processi inclusivi di soggetti fragili e disabili” rispetto all’ambito d’azione “Disabili” in quanto intende consolidare processi e attivare interventi di educazione e formazione all’autonomia per soggetti adulti con disabilità medio-lieve al fine di stimolare le competenze pregresse e residue, per una migliore inclusione sociale.

I tre posti disponibili sono suddivisi rispettivamente: uno al Centro Socio Educativo Oltre di Via Isonzo 2 a Busto Arsizio, al Centro Socio Educativo Polaris di Viale Toscana 105 sempre a Busto Arsizio e al Centro Socio Educativo di Via 5 Giornate di Samarate.

Dal punto di vista dei volontari, si darà qualcosa di sé agli altri e al proprio Paese e si avrà la possibilità di acquisire conoscenze e competenze pratiche: ma più in generale rappresenta un’occasione di crescita personale e di formazione. 

Inoltre il servizio civile universale, da una parte può rappresentare un’utile esperienza da spendere in ambito lavorativo e in particolare nelle Imprese Cooperative Sociali e negli altri Enti del Terzo Settore. Dall’altra, un periodo di “orientamento” verso la successiva scelta di percorsi di studi universitari o di formazione superiore (ITS, IFTS…) in ambito educativo, assistenziale e sanitario

Gli operatori volontari selezionati sottoscrivono con il Dipartimento un contratto che fissa, tra l’altro, l’importo dell’assegno mensile per lo svolgimento del servizio in € 507,30. Impegno complessivo: 12 mesi, 25 ore settimanali suddivise in 5 giorni lavorativi alla settimana. Sono previsti 20 giorni di permesso retribuito.

Gli aspiranti operatori volontari dovranno presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma ministeriale all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it.

Sarà possibile presentare un’unica domanda relativa a un solo progetto e a una sola sede.

Le domande di partecipazione devono essere presentate entro e non oltre le ore 14.00 del 15 febbraio 2024.

Ulteriori info sono disponibili direttamente sul sito di Confcooperative https://www.serviziocivile.coop/Programmi/ArtMID/738/ArticleID/3484/preview/true

Per informazioni sulle opportunità offerte da Solidarietà e Servizi contattare Giorgia Piana (tel. 0331 336350, e-mail giorgia.piana@solidarietaeservizi.it)