12 imprenditori in visita all’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi

Sono alcuni degli associati di ISVI (Istituto per i Valori di Impresa) e hanno deciso di trascorrere una mezza giornata nella cooperativa di Busto Arsizio. Che si è presentata attraverso la visita ai settori produttivi e di servizi e la testimonianza di Università Cattolica e Yamamay con cui collabora

Gli imprenditori soci di ISVI ascoltano la testimonianza di Università Cattolica e Yamamay

“La collaborazione profit non profit, volano per il business”: questo il titolo dell’evento organizzato da ISVI (Istituto per i Valori di Impresa) con Solidarietà e Servizi per i propri associati venerdì 22 novembre. Una mezza giornata trascorsa presso l’Area Inserimento Lavorativo della cooperativa a Busto Arsizio, anch’essa socia di ISVI dal 2017. Una straordinaria occasione per 12 imprenditori – di altrettante aziende – per toccare con mano un caso di successo nella collaborazione tra profit e non profit, presente sul territorio. Si è parlato di business e di umanità, binomio che ha costituito il fil rouge di tutta la giornata.

«ISVI è nata per promuovere una imprenditorialità responsabile e aperta all’innovazione» – sottolinea Reza Arabnia, presidente di ISVI e CEO di Gecofin. «Due sono infatti le caratteristiche fondamentali che fanno la differenza nel modo di governare e dirigere le imprese e le organizzazioni produttive di qualsiasi tipo: il senso di responsabilità nei confronti di tutti gli interlocutori e la capacità di intraprendere strade nuove per lo sviluppo.  Ecco, in Solidarietà e Servizi sono presenti entrambe.»

«VIENI E VEDI»

Concetti che per la cooperativa vanno più testimoniati che comunicati. «Per noi vale il “Vieni e Vedi” evangelico. È per questo che abbiamo fortemente desiderato questo incontro – evidenzia Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi. Si può parlare dei concetti che ci animano, del nostro modello di business che coniuga umanità e professionalità. Ma solo il vedere in opera tutto questo rende giustizia adeguatamente e fino in fondo del prendersi cura delle persone disabili e fragili, offrendo loro un lavoro “vero”.»

La prima testimonianza è arrivata dal racconto di due realtà con cui la cooperativa collabora stabilmente: Università Cattolica del Sacro Cuore e Yamamay.

IL RACCONTO DI UNIVERSITA’ CATTOLICA…

La collaborazione con Università Cattolica prosegue da diversi anni. «Con Solidarietà e Servizi abbiamo un rapporto professionale consolidato, sia a livello personale che di organizzazione» – racconta Paolo Nusiner, Direttore Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. «Nel 2019 è partito un progetto pilota per la digitalizzazione dell’archivio storico di padre Agostino Gemelli, fondatore del nostro ateneo, in particolare della sua corrispondenza privata. Finora abbiamo gestito 120.000 pagine scansionate: un patrimonio storico di grande valore ideale.»

«Per noi affidare a un fornitore un’attività così delicata è un grande atto di fiducia – spiega Paolo Sirito, responsabile della Biblioteca d’Ateneo. Con Solidarietà e Servizi ci siamo trovati così bene che al progetto pilota è seguita la commessa di metadatazione e caricamento su piattaforma. Le parole con cui ci sentiamo di descrivere la cooperativa sono professionalità, competenza e tecnologia.»

E DI YAMAMAY

«Di Solidarietà e Servizi apprezzo il talento trasversale, la possibilità di collaborazioni  “sartoriali” cucite su misura sulle esigenze specifiche di ogni azienda» testimonia Francesco Pinto, AD di Yamamay, nota azienda di Gallarate. «Come Azienda desideriamo essere aperti al territorio in un costante dialogo.» Dal 2018 si è costituita Diana ODV, un’organizzazione di volontariato, tutta al femminile, nata nell’alveo di Yamamay. «Il nostro modello promuove la circolarità. Prevede il recupero della merce invenduta e lo strumento dei mercatini di solidarietà che organizziamo due volte all’anno presso la nostra sede e presso grandi aziende. Con i fondi raccolti – quest’anno 130.000€ – sosteniamo altrettanti progetti sul territorio in ambito minori e ricerca scientifica.» Solidarietà e Servizi in questo progetto entra in due fasi. Si occupa innanzitutto di dividere, catalogare, campionare i capi. È anche uno degli enti destinatari dei fondi, con il Centro Pollicino che accoglie bambini con diagnosi di autismo. «Quando incrociamo delle isole di felicità come questa desideriamo che possano crescere e farle aumentare – prosegue Pinto. Sono felice di aver portato in questa sede la nostra piccola testimonianza. Ancora una volta ho potuto ammirare le capacità, l’impegno, il senso profondo e commovente del lavoro che Solidarietà e Servizi dedica ai propri ospiti ed alle proprie persone. C’è solo da imparare.»

LA VISITA AL CAPANNONE

La visita è proseguita nell’Area Inserimento Lavorativo, dove gli imprenditori hanno visto all’opera i 111 dipendenti, 73 dei quali con disabilità fisica, psichica o cognitiva. Un tour guidato attraverso il mondo dell’assemblaggio, della rigenesi degli apparati elettronici, del magazzino, della gestione documentale, del Business Process Outsourcing. Quest’ultima area gestisce processi di backoffice amministrativi e commerciali di grandi aziende del calibro di Eolo, Novartis e Sandoz, solo per citarne alcune. «Questo servizio esiste dal 2014» – spiega Mariangela Mezzasalma, responsabile dell’area. «Gestiamo 89 microservizi, con 39 persone assunte. Siamo sul mercato e anche noi ci confrontiamo con gli indicatori di performance (KPI). L’inclusione è il nostro motore, il lavoro è lo strumento educativo per far fare alle persone un percorso di realizzazione di sè. In un contesto protetto, cerchiamo di captare i talenti di ciascuno per valorizzarli, perché ogni persona possa crescere e fiorire in quello che sa fare meglio. I nostri lavoratori si mettono alla prova con un lavoro vero e siamo orgogliosi dei risultati raggiunti.»

Una giornata che ha lasciato il segno, suscitando tante domande, idee, progetti e molta gratitudine, come esprime Andrea Bolla, Presidente e Amministratore Delegato di ViviEnergia. «Grazie  per l’esperienza che ci avete donato, per quello che fate e per come lo fate. “Quando la fragilità diventa bellezza”»

Profit e non profit insieme per progetti di valore 

Una nuova edizione dell’evento “ESG fa bene all’impresa”. Questa volta organizzato da Labora.con, una rete di cooperative sociali, presso la sede di IRCA Group. Un’occasione per lanciare un nuovo progetto di cooperazione e per confrontarsi sulle buone prassi di collaborazione tra profit e non profit 

Imprenditori e manager del territorio varesino presenti all’evento “ESG fa bene all’impresa” presso la sede di IRCA a Gallarate

Lo scorso 11 novembre la sede di IRCA Spa di Gallarate ha ospitato l’evento “ESG fa bene all’impresa”, un nuovo appuntamento in cui imprenditori e manager del territorio varesino hanno messo in comune le proprie esperienze, raccontando le loro buone prassi di collaborazione tra profit e non profit, con l’obiettivo di promuovere un’economia più sostenibile.   

L’iniziativa è nata con l’obiettivo di dimostrare concretamente l’importanza e i vantaggi della collaborazione tra il mondo profit e non profit. Ma anche per presentare Labora.con, la nuova rete di cooperative sociali che, dalla scorsa estate hanno deciso di mettersi insieme per una progettualità comune. 

LA “RETE” LABORA.CON

Loro sono Solidarietà e Servizi, Arcisate Solidale, ABAD e San Carlo Cooperativa Sociale. «Abbiamo deciso di mettere insieme le nostre reciproche competenze» – sottolinea Aldo Montalbetti, presidente di Arcisate Solidale, nonchè presidente di Federsolidarietà Insubria. «L’unione fa la forza, potremo sfruttare le potenzialità di ciascuno, per avere una penetrazione maggiore all’interno del mercato.» Un’unione che mira innanzitutto a sviluppare un’azione commerciale condivisa: «ognuna delle quattro cooperative – prosegue – è forte in determinati settori. Insieme, potremo ampliare l’offerta di servizi: dalla digitalizzazione e gestione documentale, alle attività legate al food, dalle pulizie, alla manutenzione del verde, dagli assemblaggi, ai servizi di stireria professionale, dalla rigenesi di apparati elettronici ai servizi di backoffice commerciale e amministrativo».

Lo sguardo è sempre rivolto all’obiettivo: creare posti di lavoro per persone in condizioni di svantaggio. Ad oggi le quattro cooperative, insieme, impiegano stabilmente circa 120 persone con disabilità gestendo le commesse di 50 aziende for profit.  

In Labora.Con la collaborazione sarà dunque commerciale, ma non solo. Si stanno ipotizzando filiere di acquisto, per sfruttare le economie di scala, nonchè la possibilità di progettare iniziative formative condivise e la partecipazione congiunta a bandi e finanziamenti.  

CASI DI BUONE PRATICHE

Raccontati nel corso dell’evento diversi casi di collaborazione. Solo per citarne alcuni quello di Elmec Informatica SpA con la cooperativa ABAD: il progetto “Isola Formativa”,  un ambiente in cui un gruppo di lavoratori della cooperativa Abad si dedica alla prima fase della rigenerazione di portatili dell’azienda informatica: la pulizia e l’igienizzazione. Un secondo esempio riportato è stato quello della collaborazione tra i dipendenti della San Carlo e le aziende IRCA SpA e Pasticceria Buosi (due colossi nell’ambito del food in provincia di Varese), che proprio a fine mese inaugureranno a Tradate la Cioccogelateria Sociale. Testimoniata anche la collaborazione storica tra la nota azienda Orco di Varese e le persone di Arcisate Solidale che si occupano stabilmente dell’imbustamento e confezionamento di salse monodose. Infine, la partnership tra Solidarietà e Servizi e Exergy International srl per la digitalizzazione della biblioteca capitolare della Basilica di San Giovanni a Busto Arsizio.  

NELLE TAVOLE ROTONDE SI È PARLATO DI SOSTENIBILITÀ…

..il tutto sotto il cappello della transizione ESG, molto attuale di questi tempi, che vede sempre più aziende misurarsi con gli standard di sostenibilità – ambientale, sociale e di governance – all’interno dei propri processi produttivi. «Come in musica sustain è la proprietà di uno strumento musicale di mantenere il suono nel tempo dopo essere stato suonato, anche in economia vale lo stesso. Sustainability, la sostenibilità è qualcosa che è in grado di durare nel tempo. E noi siamo qui a raccontare  progetti capaci di durare nel tempo. – racconta Michele Mancino, vicedirettore di VareseNews e moderatore dell’evento. «Nella nostra provincia – prosegue – abbiamo un grande romanzo industriale, una storia fatta di incontri, che hanno generato e generano valore. Oggi siamo qui a testimoniare tante storie di successo e di dignità, nate da un incontro».  

GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE

Diversi sono gli strumenti a disposizione delle aziende per avviare una collaborazione con una cooperativa sociale. Il primo è l’articolo 14 della legge 68/99 (legge Biagi) che consente alle aziende con almeno 15 dipendenti di ottemperare agli obblighi di assunzione di persone con disabilità, affidando una commessa di lavoro e stipulando una convenzione con una cooperativa sociale di inserimento lavorativo.
C’è poi lo strumento del Progetto Sociale al Quadrato, qualcosa che «vuole andare oltre – spiega Raffaella Cirillo, responsabile del Collocamento Mirato Disabili della Provincia di Varese. Si tratta di un modello innovativo di convenzione art. 14, nato da una sperimentazione, a partire dal 2019, in cui l’oggetto della commessa non ha a che fare con l’attività svolta dall’azienda, ma è un servizio a valenza sociale e territoriale, rilevante per tutta la comunità.»   

L’EVENTO

All’interno delle tre tavole rotonde organizzate durante l’evento, hanno portato la loro testimonianza Raffaella Cirillo (Collocamento Mirato Disabili di Varese), Luca Sardella  (Elmec Informatica SpA), Monica Parma  (Lati SpA), Sara Milanesi  (Exergy International srl), Marco Silanos  (Compagnia delle Opere Insubria), Jacopo Fusi  (Confindustria Varese), Aldo Montalbetti (Confcooperative Insubria), Claudia Corno (Prodotti Orco srl), Massimo Cestaro  (Irca Group spa), Denis Buosi  (Pasticceria Buosi), Maurizio Martegani  (Cooperativa San Carlo). 

Digitalizzazione Biblioteca Popolare di Rho: un progetto veramente sociale 

Coinvolte tre aziende del territorio nell’ambito del “Progetto Sociale al quadrato”, che ha permesso l’assunzione di quattro lavoratori disabili da parte della cooperativa sociale “Solidarietà e Servizi”

Il lavoro di digitalizzazione della Biblioteca Popolare di Rho ad opera di Solidarietà e Servizi

Presentato questa mattina durante una conferenza stampa il nuovo progetto a firma Solidarietà e Servizi. Si tratta dell’inventariazione e della digitalizzazione del patrimonio librario della Biblioteca Popolare di Rho.  Un progetto importante che vede collaborare diversi attori nell’ambito del Progetto sociale al quadrato.  

PROGETTO SOCIALE AL QUADRATO

L’articolo 14 della legge 68/99 (legge Biagi) consente alle aziende di ottemperare agli obblighi di assunzione di persone con disabilità, affidando una commessa di lavoro e stipulando una convenzione con una cooperativa sociale di inserimento lavorativo. «Il Progetto Sociale al Quadrato vuole andare oltre – spiega Raffaella Cirillo, responsabile Collocamento Mirato Disabili della Provincia di Varese. Si tratta di un modello innovativo di convenzione art. 14, nato da una sperimentazione, a partire dal 2019, in cui l’oggetto della commessa non ha a che fare con l’attività svolta dall’azienda, ma è un servizio a valenza sociale e territoriale, rilevante per tutta la comunità.» 

LE AZIENDE COINVOLTE

Nel caso specifico, le aziende coinvolte sono tre –  Làmikos srl di Biandronno, Tenova di Castellanza e Tessuti Cuccirelli & C. di Busto Arsizio. Hanno sponsorizzato il progetto, incaricando Solidarietà e Servizi della realizzazione, favorendo così l’assunzione di quattro lavoratori con disabilità, coordinati da due archiviste responsabili del reparto Gestione Documentale. 

«Siamo stati felici di valorizzare l’opportunità offerta dalla legge 68/99 per sostenere un progetto di corporate social responsibility di così alta caratura» – sottolinea Maura Bossi, HR Business Partner di Tenova, società del Gruppo Techint, che si caratterizza a livello globale per le sue soluzioni tecnologiche  nel settore dei metalli e dell’industria mineraria. «Un progetto, questo, – continua la Bossi – che punta sull’inclusione attraverso il lavoro e la valorizzazione dei beni della collettività grazie alla “messa in sicurezza” del patrimonio della biblioteca. La nostra volontà è stata quella di coniugare un beneficio per l’azienda con un servizio per la comunità a più livelli coinvolgendo player importanti del territorio.  Riteniamo che non ci sia business senza etica e creazione di valore condiviso. Il valore prodotto dall’azienda non può rimanere solo agli azionisti, deve permeare chiunque contribuisca a produrlo: dipendenti, clienti insieme a tutta la società e al territorio.» 

Attenzione condivisa anche dalla Làmikos, azienda leader per la fornitura di componenti di forni e micronde. «Per noi – evidenzia Cristina Romano, dottore commercialista e CFO della società – la responsabilità sociale è sempre stato un tema centrale; lo testimoniano in primis gli sforzi per mantenere la produzione in Italia e nel Varesotto. Siamo attenti al nostro dovere sociale anche circa la compensazione dell’impatto che le nostre lavorazioni hanno inevitabilmente sull’ambiente. Il finanziamento del progetto di digitalizzazione e metadatazione del patrimonio della Biblioteca Popolare di Rho unisce la possibilità di ottemperare alla L. 68/99 con la contribuzione allo sviluppo culturale della nostra regione e all’inclusione lavorativa di persone svantaggiate.» 

Un vero e proprio progetto win win, dunque, dove «è tangibile il ritorno per tutti – evidenzia Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di Gestione della Solidarietà e Servizi – la biblioteca, le aziende, i lavoratori con disabilità e i cittadini.»  

Franco Maruccio, per Confindustria Varese, sottolinea: «Le imprese guardano ai risultati, ma l’attenzione ai territori è fondamentale. Alcune imprese si sono dette disponibili, confidiamo nell’effetto emulazione e siamo disponibili a supportare chi imboccherà questa strada». 

IL BISOGNO

La storica Biblioteca Popolare di Rho APS è sul territorio dal 1908. In posizione centralissima e vicina a diversi istituti scolastici, è sempre stata luogo di incontro e punto di riferimento per la diffusione della cultura anche tra le giovani generazioni. In questo momento, la sede storica che la ospita è oggetto di ristrutturazione all’interno del progetto che sta coinvolgendo l’intero centro della città. La biblioteca si sta dunque organizzando per trasferirsi in una sede temporanea, in attesa della realizzazione del nuovo centro civico, dietro all’attuale municipio. 

 
«Stiamo attraversando una delicata fase di transizione – testimonia Maria Grazia Landoni, referente del Centro di Documentazione Locale della Biblioteca. Da un lato avevamo necessità di trovare un luogo dove “stoccare” momentaneamente parte del nostro patrimonio, dall’altro abbiamo colto questa occasione per ripensare a una fruizione diversa dei nostri testi, tramite un’operazione di digitalizzazione professionale delle nostre opere.  L’incontro con Solidarietà e Servizi è stato provvidenziale: abbiamo trasferito presso la loro sede parte del nostro patrimonio librario e affidato loro la commessa per la digitalizzazione di molte delle nostre opere.» Un patrimonio costituito non solo da libri storici, ma anche quotidiani, periodici, lucidi, mappali: tutti documenti che sono fuori formato e che possono essere digitalizzati solamente con attrezzature professionali. «A fine progetto – continua la Landoni – saremo in grado di rendere i testi fruibili a un pubblico sempre più vasto. Potremo organizzare laboratori di storia locale, tour della memoria, percorsi di visite storico artistiche sul territorio, mostre temporanee e molto altro.»  

«Per noi contano molto le relazioni umane – sottolinea il presidente della Biblioteca Alberto Pessina – In 116 anni di storia la Popolare è cresciuta grazie ai volontari e prosegue in questa linea. Da sempre collaboriamo con l’Amministrazione comunale di Rho per tour della memoria, eventi e mostre di storia locale. La ricerca e le attività culturali in questo campo saranno il nostro tema primario per il futuro». 

L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Rho, Paolo Bianchi, così dichiara: «Qui si concretizza un sogno, grazie alla sponsorizzazione sociale di chi effettua gli inserimenti e crea lavoro attivando una funzione sociale importantissima per la comunità. È bello partire dalla bellezza della cultura e della storia, per dare la possibilità a documenti meravigliosi di rimanere in eterno. È bello che la digitalizzazione sia portata avanti da chi è più fragile ed è positiva la collaborazione tra realtà della provincia di Varese e quella milanese, in un progetto allargato. Sono felice di poter vedere da vicino cosa accadrà, ammirando gli scanner e i libri che vantano secoli di vita. Questo è un primo progetto, noi lavoriamo ad altri da attivare nella Città Metropolitana. Qui si concretizza un passaggio vincente che rafforza la comunità. Oggi abbiamo l’occasione di dire grazie a chi ci ha creduto: parte una nuova avventura, complicata ma molto bella. Grazie a chi sponsorizza e a chi accompagnerà le persone. So bene quanto sia complesso accompagnare chi è fragile, tutti quanti non tutti i giorni funzioniamo bene ed è delicato portare avanti un impegno. Ringrazio Solidarietà e Servizi, una realtà bella, strutturata, che conta su professionisti preparati.» 

IL LAVORO IN SOLIDARIETÀ E SERVIZI

In Solidarietà e Servizi sono arrivati 14 bancali: 600 volumi del fondo antico, 8.200 volumi del patrimonio pregresso e 1.000 fascicoli del fondo periodici locali per un totale di 42.700 scansioni da effettuare con le più moderne tecnologie.  

«Per seguire questa commessa – racconta Giorgia Bombelli, coordinatrice del Centro Documentale di Solidarietà e Servizi – abbiamo assunto quattro lavoratori appartenenti alle categorie protette che si occuperanno dell’intero processo, con la nostra supervisione. Utilizzeremo uno scanner planetario professionale Metis Systems.» Il progetto durerà due anni. «Siamo già a buon punto con il lavoro di indicizzazione – prosegue la coordinatrice – e abbiamo iniziato questo mese la digitalizzazione vera e propria. È un lavoro impegnativo, che richiede metodo e precisione, ma che ci sta regalando anche grandi soddisfazioni. Ci capita spesso di imbatterci in testi del 1.500 e ogni tanto ci capita di trovare qualche “chicca” come un’edizione antica di una Bibbia ebraica, i libretti d’opera di inizio ‘900, una raccolta di poesie in russo e italiano  del poeta Majakovskij, edita da una piccola casa editrice di Berlino negli anni della repubblica di Weimer, una raccolta di poesie di Ada Negri autografate dalla poetessa, alcuni libri illustrati di Emilio Salgari.»  

«Quando ci si mette insieme, non si aggiungono delle risorse, ma si moltiplicano» – commenta il presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi, Domenico Pietrantonio. «La collaborazione, meglio partnership, tra 3 aziende “for profit”, la Provincia tramite il Collocamento  Mirato Disabili, una cooperativa sociale come la Solidarietà e Servizi, che in questi giorni festeggia il 45° anniversario, permette di dare una risposta “sistemica” ad una pluralità di bisogni ed obiettivi: un lavoro vero per le persone disabili, un servizio in questo caso alla comunità di Rho, che potrà beneficiare della digitalizzazione di alcune opere, la responsabilità sociale delle imprese, le quali anche in questa occasione dimostrano che le aziende sono un “bene comune”. Mi auguro che questa partnership si possa ulteriormente replicare, come già avvenuto a Busto Arsizio, per l’attività di digitalizzazione della biblioteca capitolare della Parrocchia San Giovanni.» 

IL PRECEDENTE

Non è infatti la prima volta che Solidarietà e Servizi si avventura in un progetto di questo tipo. Nello scorso anno, infatti, ha assunto una commessa per la digitalizzazione della biblioteca capitolare della Parrocchia San Giovanni di Busto Arsizio, con la sponsorizzazione di due aziende del territorio,  Exergy International Srl e Fratelli Tognella Spa, impiegando 3 persone con disabilità. Sempre con il know how e l’attrezzatura professionale del proprio Centro Documentale.  

Buona giornata di “well being”! 

Si chiama well-being ed è il nuovo progetto di Solidarietà e Servizi per favorire il benessere sul luogo di lavoro. Coinvolti i 38 lavoratori del Business Process Outsourcing  

Alcuni dipendenti durante il BPO End Summer Party

«Unisciti a noi. Aiutaci a creare un ambiente lavorativo più positivo… Vogliamo farti sentire parte di una squadra che tiene davvero al benessere di tutti.» Con queste parole terminava il messaggio con cui lo scorso mese di luglio Solidarietà e Servizi ha presentato il progetto di well-being ai 38 dipendenti del Business Process Outsourcing. Fiore all’occhiello dell’area inserimento lavorativo, l’attività di BPO offre servizi di backoffice amministrativi e commerciali a grandi aziende del calibro di Eolo e Novartis, solo per citarne alcune. La maggior parte delle persone impiegate appartengono alle categorie protette, per qualche forma di disabilità fisica o psichica. «Obiettivo di quest’iniziativa – racconta Mariangela Mezzasalma, responsabile del BPO – è quello di migliorare la qualità della nostra vita lavorativa, promuovere uno stile di vita sano ed equilibrato, ridurre lo stress e aumentare concentrazione e soddisfazione sul lavoro.» Concretamente, significa portare benessere sul luogo di lavoro perché si sa, più uno sta bene, più aumentano anche produttività ed efficienza. «L’idea ci è venuta incontrando alcune realtà profit nostre clienti. In Novartis, ad esempio, nostro storico cliente, è ormai normale imbattersi in iniziative di questo tipo.» 

La settimana della cura dell’ambiente di lavoro

È l’ultima proposta in ordine di tempo, una sensibilizzazione dei lavoratori verso ordine, pulizia e organizzazione. «Cari Colleghi – cita la mail ricevuta dai dipendenti – vi comunico che, nell’ambito del Progetto Well Being, questa settimana sarà dedicata alla cura dell’ambiente di lavoro. Crediamo che un ambiente pulito e organizzato contribuisca in modo significativo al benessere di tutti noi…A ciascuno di voi sarà chiesta partecipazione attiva alla cura dell’ambiente di lavoro.» Ma non è l’unica.  

Il benessere di mente e corpo

«Durante il mese di luglio – continua Mariangela – ci siamo focalizzati sul benessere di mente e corpo: ogni lunedì, abbiamo proposto una “pausa caffè” a base di frutta fresca di stagione e yogurt. Il desiderio è quello di favorire un’alimentazione sana ed equilibrata, offrendo alimenti freschi e nutrienti.» 

Attività integrative 

Per stare bene sul luogo di lavoro Solidarietà e Servizi ha pensato anche a promuovere le relazioni nel tempo libero. Nella mente degli organizzatori ci sono gite, passeggiate di gruppo alla scoperta di percorsi naturali nelle vicinanze dell’ufficio, pranzi e cene, spazi di relax. «Per l’autunno abbiamo in programma una “gita foliage”. Nei prossimi mesi poi mi piacerebbe attrezzare la nostra zona ristoro con un calcio balilla e delle chaise longue: un vero e proprio angolo relax.»  

Momenti di festa

Non possono mancare all’interno di questa proposta anche i momenti di festa, come testimonia il BPO End Summer Party, organizzato nelle scorse settimane nel dopo lavoro per ricreare le atmosfere dell’estate. «Un aperitivo speciale – racconta Maurizio, un dipendente del BPO – con dress code rigorosamente estivo per fare festa insieme e immortalarci in uno scatto fotografico che ci ricorderà l’estate anche nelle giornate autunnali.» 

In linea con il programma dell’OMS

Il progetto well-being rientra a pieno titolo nei desiderata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che promuove da anni il WHP – Workplace Health Promotion, un programma per la promozione della salute nei luoghi di lavoro attraverso corretti stili di vita grazie a concrete attività in azienda. Siglato nel 2013 e promosso da ATS Insubria in collaborazione con Confindustria Varese e le Organizzazioni Sindacali Cgil, Cisl e Uil, è un’iniziativa che oggi, nel Varesotto, coinvolge quasi 99 luoghi di lavoro per un totale di 26.000 lavoratori. 

 

Volontariato di impresa: un’esperienza di ricchezza per tutti

Sette dipendenti di BNP Paribas Leasing Solutions hanno scelto Solidarietà e Servizi per la loro giornata di volontariato aziendale. Per un pomeriggio hanno lavorato fianco a fianco con le persone dell’Area Inserimento Lavorativo

Si sono organizzati con un transfer dagli uffici del Diamond Tower in zona Milano Repubblica a Busto Arsizio i sette dipendenti di BNP Paribas Leasing Solutions. Hanno trascorso un pomeriggio “in fabbrica”, a fianco dei lavoratori di Solidarietà e Servizi per un’esperienza di volontariato aziendale. Li hanno accolti i dipendenti che lavorano nel capannone di viale Toscana, dove 73 persone con disabilità sono impiegate nelle diverse attività produttive e di servizi anche per grossi clienti come Eolo, Novartis, Freccia International, solo per citarne alcuni, ai quali offrono servizi di Business Process Outsourcing (processi di backoffice amministrativi e commerciali), assemblaggi, rigenerazione di apparti e gestione documentale.   

Al lavoro insieme

Operativamente si sono sistemati – dipendenti BNP Paribas e dipendenti Solidarietà e Servizi – in quattro tavoli per realizzare assemblaggi: guarnizioni, valvole di motori, componenti idraulici… Dopo un iniziale briefing – ad opera degli stessi lavoratori – tutti all’opera fianco a fianco.  Insieme hanno vissuto anche il rito della pausa, con la campana suonata da Egidio, puntuale come ogni giorno alle 15:30.

Volontariato aziendale, un valore per il gruppo BNP Paribas

Per BNP Paribas Leasing Solutions il volontariato aziendale non è una novità. È previsto infatti proprio un programma aziendale del Gruppo BNP Paribas a livello mondiale. Si chiama “1 Million Hours 2 help” e ha già raggiunto l’obiettivo – inizialmente prefissato per il 2025 – di donare un milione di ore di volontariato aziendale al servizio delle proprie comunità. “Proponiamo questa iniziativa – racconta Claudio Rosa, Head of Engagement, BNP Paribas Leasing Solutions Italia – due volte all’anno, in giugno e in ottobre. Ogni dipendente può scegliere il settore che sente più affine, ambientale, sociale, tutela beni culturali.

Incontrare la diversità

“L’obiettivo principale di questa attività – continua – è quello di uscire dalla nostra “comfort zone” per incontrare la diversità. In BNP Paribas siamo molto attenti ai temi della diversity&inclusion: anche queste iniziative fanno parte di un percorso più ampio finalizzato al rispetto e alla valorizzazione delle diversità presenti in azienda.  
Questa è la prima volta che ci confrontiamo direttamente con il mondo della disabilità. Nel sociale siamo sempre stati abituati a conoscere realtà “caritatevoli”, che vivono di progetti e di donazioni. Per noi è una novità entrare in un luogo dove la fragilità si confronta con le regole del mercato, dove si parla di produttività, di competitività, di controllo dei costi… Dove le persone in condizioni di svantaggio ricevono uno stipendio che è generato dal loro lavoro che è un lavoro vero.  Davvero un cambio di prospettiva”.  

Conoscere per abbattere i pregiudizi

“La nostra sfida è appunto quella di lavorare per il profit – spiega Filippo Oldrini, responsabile dell’area inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi – Ci misuriamo con gli standard qualitativi e quantitativi di grosse aziende e ne usciamo vincenti. Questo è il nostro orgoglio di impresa sociale che, senza rinnegare il sociale, si muove come un’impresa che è sul mercato.  Giornate come questa ci aiutano a diffondere questa cultura e ad abbattere il pregiudizio diffuso per cui le persone disabili siano lavoratori di serie B”.

Un’iniziativa vincente per tutti

“È stato molto bello questo scambio – prosegue Oldrini – Per i nostri lavoratori un’occasione preziosa di crescita personale. Per qualche ora abbiamo “stravolto” la loro routine, introducendo una novità che li ha costretti a fare “problem solving” e a gestire una situazione non nota. Ne sono usciti vincenti: questo ha aumentato la consapevolezza del proprio lavoro e la loro autostima.”

Per i dipendenti di BNP Paribas un “arricchimento personale che porteremo dentro all’azienda anche ai nostri colleghi”. Un pomeriggio di ricchezza per tutti, dove si è fatta esperienza del lavoro come luogo positivo che contribuisce alla costruzione dell’umano, portando dignità e benessere. Forse un valore da riscoprire per tutti, nel nostro mondo contemporaneo.

Il non profit che fa bene all’impresa

Un evento di matching tra profit e non profit in cui condividere buone prassi di partnership. Organizzato dalle cooperative Solidarietà e Servizi di Busto Arsizio e Il Portico di Rho  

Quasi 200 partecipanti a “ESG Fa bene all’Impresa”: un successo che ha superato ogni aspettativa. Ieri pomeriggio presso il Centro Congressi Mantovani Furioli di Rho, la cooperativa Solidarietà e Servizi di Busto Arsizio, in collaborazione con Il Portico di Rho e con l’Ordine dei Consulenti del Lavoro della Provincia di Milano, ha proposto un evento per manager e imprenditori del sociale per confrontarsi e fare networking. Il tema è quello della transizione ESG, molto attuale di questi tempi, che vede sempre più aziende misurarsi con gli standard di sostenibilità – ambientale, sociale e di governance – all’interno dei propri processi produttivi. “L’evento – racconta Gabriele Scampini, responsabile commerciale dell’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi – è nato dal desiderio di far toccare con mano l’utilità e la convenienza della collaborazione tra profit e non profit, attraverso testimonianze di aziende per le quali le cooperative sociali hanno svolto lavori di vario genere (dalla digitalizzazione ai servizi di back office, dagli assemblaggi alle pulizie).”  

Una collaborazione che ha sempre come orizzonte la persona e il suo bisogno. Fil rouge di questa collaborazione è “mettere al centro la persona con fragilità e accompagnarla a soddisfare un’esigenza reale e fondamentale come quella del lavoro” come ha evidenziato il prof. Michele Tiraboschi, moderatore dell’evento e coordinatore scientifico della Fondazione Adapt, fondata da Marco Biagi nel 2000 per promuovere, in una ottica internazionale e comparata, studi e ricerche nell’ambito delle relazioni industriali e di lavoro.    

IL FOCUS SULLA S DI “SOCIAL”

Abbiamo deciso di focalizzarci sulla “S” di ESG – continua Scampini – quella che fa riferimento alla sostenibilità sociale, spesso sottovalutata. Per noi di Solidarietà e Servizi la sostenibilità sociale è la nostra ragione di vita. Forniamo servizi alle aziende creando occasioni di lavoro vero: ad oggi impieghiamo 72 persone con disabilità, offrendo servizi di Business Process Outsourcing (processi di backoffice amministrativi e commerciali), assemblaggi, lavorazioni meccaniche, rigenerazione di apparti e gestione documentale.  Per i nostri dipendenti significa sentirsi utili ed efficaci, recuperando il proprio senso di dignità. Per le aziende l’assolvimento di un obbligo legislativo, efficienza dei costi e, perché no, un utile strumento di marketing”.  

L’EVENTO

Nel corso del pomeriggio si è parlato dunque di partnership tra profit e non profit a tutto campo, partendo dagli aspetti più normativi (legge 68/99 e convenzioni ex art. 14 legge Biagi) fino alle best practices di welfare aziendale, volontariato di impresa e social procurement. Un approfondimento poi anche sul progetto “Sociale al quadrato”, sperimentato per la prima volta dal Collocamento Mirato Disabili della Provincia di Varese. 
 
La collaborazione tra profit e non profit è realmente possibile e utile per tutti: per le aziende che adempiono a dispositivi di legge, coinvolgono il personale in azioni di sensibilizzazione perseguono i loro obiettivi. Per le cooperative che sono sfidate a lavorare con sempre maggiore professionalità. Per le persone con disabilità che, grazie ad un lavoro vero, sentono di essere utili e riscoprono la loro dignità. 
 
Hanno portato la loro testimonianza Elena Garbelli di Afol Metropolitana, Martino Busnelli di BNP Paribas Leasing Solutions, Raffaella Cirillo del CMD Varese, Paola Coltri di Eolo, Andrea Canali di Exergy International, Chiara Pennasi di Fondazione Triulza, Giuseppe Scarpa di Freccia International, Valentina Albertini di Novartis, Manuela Lunetta di Open-es (un progetto di Eni). 

IN PARTNERSHIP CON LA COOPERATIVA “IL PORTICO”…

L’evento nasce dalla collaborazione tra le cooperative sociali “Solidarietà e Servizi” e “Il Portico”, due realtà molto conosciute e radicate sui relativi territori, nell’anno in cui celebrano due importanti ricorrenze, 45 anni dalla fondazione per “Solidarietà e Servizi” e 40 anni per “Il Portico”.  

“La collaborazione fra cooperative di tipo B – sottolinea Francesco Luoni, direttore generale della cooperativa il Portico – rappresenta un valore fondamentale. Innanzitutto, attraverso un lavoro di squadra, le cooperative possono unire le loro forze per affrontare sfide sociali più ampie e complesse, ottenendo un impatto maggiore sulla comunità rispetto a quanto potrebbero fare singolarmente. La collaborazione poi facilita la condivisione di esperienze e buone pratiche tra le cooperative, permettendo loro di imparare le une dalle altre e di migliorare continuamente le proprie attività.  Lavorando insieme, le cooperative dimostrano il potere di un modello di impresa basato sulla collaborazione e sulla responsabilità sociale.” 

…E CON ORASESTA S.p.A.

 
L’evento è stato realizzato grazie al sostegno di Orasesta, azienda leader nella ristorazione automatica. “Da sempre siamo impegnati nella costruzione di un mondo più inclusivo e sostenibile – evidenzia Michele Amoruso, AD di Orasesta. Per questo abbiamo deciso di sostenere questo importante evento.”  

Al Centro Diurno Disabili di Samarate arriva la convivialità a pranzo firmata Mc Donald’s

L’adesione a “Sempre aperti a donare”, iniziativa di Fondazione Ronald McDonald e Banco Alimentare, è il primo passo di un percorso che porterà le persone del Centro Diurno Disabili a vivere esperienze all’esterno. Nel frattempo ha preso il via il progetto proposto da “La valigia magica” sulle arti circensi

«Quando Silvia Colombo, una nostra educatrice, ci ha parlato dell’iniziativa del Banco Alimentare della Lombardia assieme a McDonald’s, ne abbiamo discusso a livello di equipe e abbiamo condiviso che decidere di aderirvi sarebbe stata una bella occasione per offrire alle persone delle quali ci prendiamo cura nel nostro CDD un momento conviviale particolare, che sarebbe stato sicuramente apprezzato e che sarebbe potuto essere il primo passo di un percorso di socializzazione e di esperienze da vivere anche al di fuori del centro. Così abbiamo contattato il punto vendita Mc Donald’s di Gallarate e il progetto ha preso il via, con il primo pasto offerto lo scorso 16 aprile e l’accordo che proseguiremo con l’esperienza, una volta al mese, fino a luglio, per poi riparlarne da settembre».

Annalisa Colucci, coordinatrice del Centro Diurno Disabili di Samarate, spiega così la genesi dell’adesione del suo servizio al progetto “Sempre aperti a donare”, l’iniziativa solidale giunta quest’anno alla sua quarta edizione e realizzata da Mc Donald’s, con Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald e la collaborazione di Banco Alimentare, di Comunità di Sant’Egidio e di altri enti caritativi del territorio, che mette a disposizione pasti gratuiti per regalare un sorriso e un momento di spensieratezza e di conforto a chi è più fragile.

«Il primo appuntamento è andato davvero bene -riprende Annalisa Colucci-. Organizzativamente, siamo andati a ritirare i pasti per i nostri ospiti e per noi operatori al ristorante di Gallarate e poi li abbiamo consumati assieme nei locali del centro diurno. I ragazzi sono stati davvero contenti e non vedono l’ora di ripetere l’esperienza. Così stiamo anche valutando se accettare in futuro la disponibilità che ci è stata offerta sia di organizzare una giornata presso il ristorante per un momento di festa sia di prendere parte a una giornata di pulizia di aree verdi che Mc Donald’s sta cercando di organizzare con altre cooperative sociali della nostra zona. Perché vivere delle esperienze all’esterno del CDD è sempre un’importante occasione di socializzazione e autonomia che arricchisce i nostri ospiti».

E i progetti del CDD di Samarate non si fermano qui. Sempre ad aprile, infatti, nel salone centrale della struttura si è tenuto il primo incontro di prova di un percorso di avvicinamento alle arti circensi, tenuto e offerto da Matteo Farina, de “La valigia magica”, educatore specializzato in giocoleria e clowneria. «A maggio avremo un secondo appuntamento, che questa volta organizzeremo nella palestra del centro -spiega Annalisa Colucci-. Il progetto è ancora tutto da costruire, ma i riscontri al momento sono positivi e il percorso potrebbe anche prendere il via già a settembre, con attività calibrate sulle specificità delle nostre persone di stimolazione sensoriale, gestione degli spazi fisici e collegamenti tra atti motori e sonorità, il tutto con la leggerezza, lo stupore, il coinvolgimento e la magia che le arti circensi sanno offrire».

Partnership tra aziende e Solidarietà e Servizi per catalogare e digitalizzare la Biblioteca Capitolare di Busto Arsizio

Un progetto sociale “al quadrato” quello avviato dalla cooperativa sociale con Exergy International e Fratelli Tognella che dà lavoro vero a persone con disabilità e restituisce ai cittadini di Busto Arsizio, e non solo, un importante patrimonio culturale

Il patrimonio della Biblioteca Capitolare della parrocchia San Giovanni Battista di Busto Arsizio si apre al futuro e diventa esempio di inclusione sociale. Con il progetto elaborato dalla cooperativa sociale Solidarietà e Servizi assieme a due aziende, Exergy International srl di Olgiate Olona e Fratelli Tognella Spa di Somma Lombardo, sotto il coordinamento della Provincia di Varese, saranno catalogati e digitalizzati i 15 mila volumi custoditi dall’ultracentenaria istituzione (ha più di 500 anni), dando lavoro a tre persone con disabilità. È un progetto “sociale al quadrato” quello che è stato presentato in conferenza stampa giovedì 30 novembre; un progetto che guarda all’inclusione sociale attraverso il lavoro vero e al bene comune e con la maggiore fruibilità del patrimonio librario della biblioteca.

«È un progetto che ci fa pensare alla speranza per almeno tre motivi», ha detto il presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi, Domenico Pietrantonio. «Innanzitutto perché tre persone con disabilità lavoreranno nel nostro reparto di Gestione Documentale: accetteranno la sfida del lavoro vero, quello che non fa sconti, che ci chiedono i clienti, e permette alle persone di realizzarsi. Sono tre persone che vanno ad aggiungersi alle 68 che già lavorano con noi. Secondo, il beneficio che ne avrà la comunità tutta. Non ultima la collaborazione e la partnership che ha permesso di avviare questo progetto e che vede la presenza di aziende, enti pubblici, la Parrocchia e la nostra cooperativa sociale con la propria mission: valorizzare i talenti delle persone disabili».

L’iniziativa nasce dalla necessità delle aziende di assumere persone con disabilità attraverso un percorso lavorativo mirato e gratificante. «Il decreto attuativo della legge Biagi permette alle aziende che non possono per vari motivi assumere direttamente le persone con disabilità, di adempiere comunque ai loro obblighi previsti dalla legge 68/99, affidando commesse di lavoro a cooperative sociali che assumono lavoratori disabili, nell’ambito di una convenzione ex art. 14 del decreto», ha spiegato Francesco Maresca, responsabile del settore Lavoro della Provincia di Varese. «Con questo progetto viene data la possibilità all’azienda di affidare una commessa che non riguarda nello specifico attività legate al proprio business, ma attività con finalità sociali e di interesse collettivo». 

Tre le persone con disabilità che, assunte da Solidarietà e Servizi e grazie anche ad un percorso formativo, potranno dedicarsi a questo lavoro coordinati da un capo progetto con Master in Formazione e gestione degli archivi digitali e da un archivista senior. Le attività includeranno la consulenza nella selezione di un software per la gestione bibliotecaria, la catalogazione dei volumi moderni e la digitalizzazione del fondo antico, il patrimonio di volumi più antichi.

A sostenere il progetto ci sono Exergy International e Fratelli Tognella. «Un anno prima di incorrere nell’obbligo normativo di inserire nuove persone disabili in Exergy, abbiamo ragionato su quale potesse essere una modalità gratificante per le persone stesse e rilevante per il nostro territorio», ha spiegato Andrea Canali, Chief People Officer di Exergy International srl, fornitore globale di tecnologie per la produzione di energia elettrica a zero emissioni. «Abbiamo trovato in Solidarietà e Servizi il partner perfetto e qualificato per costruire un progetto ed insieme ci siamo impegnati per mesi per individuare l’ambito di intervento adatto a valorizzare i talenti delle persone. Siamo orgogliosi di quanto siamo riusciti a fare. Creare valore e relazioni con le Istituzioni e le comunità locali è una nostra responsabilità, nella quale investiamo molta attenzione ed energia ed ancora di più ne investiremo in futuro».

Ha aggiunto Fabio Tognella, Presidente di Fratelli Tognella Spa, azienda di Somma Lombardo leader nella produzione di valvole: «Il rapporto consolidato che abbiamo con Solidarietà e Servizi ci ha portato a creare iniziative per dare sostegno non solo alla cooperativa stessa, ma anche al territorio. La nostra azienda è infatti convinta che sia giusto e necessario dare sostegno a iniziative che possono far crescere attività capaci di creare benessere sociale. E il “lavoro” per una persona con disabilità è uno strumento importante per la sua crescita e per la sua vita».

Dopo aver festeggiato i primi 500 anni lo scorso 2012, la Biblioteca Capitolare si prepara a una nuova modernità. «Ringrazio per il risveglio di interesse che emerge nei confronti della Biblioteca Capitolare», ha detto Monsignor Severino Pagani, Prevosto della parrocchia di San Giovanni Battista. «La Biblioteca Capitolare è un’istituzione storica molto significativa e preziosa della Parrocchia e riveste molta importanza anche per tutta la città. In questi ultimi decenni anche per merito di persone dedite e competenti, la Capitolare ha ripreso vita e proprio in questi ultimi mesi si è provveduto ad un restauro che ancora è in atto. La riorganizzazione della Biblioteca secondo le nuove tecnologia digitali è la prospettiva che ora stiamo intraprendendo per renderla maggiormente fruibile alla comunità cristiana e a tutta la cittadinanza».

Il patrimonio della Biblioteca è di grande valore storico e culturale. Nata come istituzione pubblica, con un fondo librario di partenza di impronta umanistico-filosofica, custodisce testi e documenti di pregio. «Oggi conserva sia l’archivio storico, con documenti antecedenti al 1400 tra i quali l’Evangelario del IX secolo su pergamena, conosciuto come “Codice di Busto”, che costituisce la più antica testimonianza liturgica riguardante il rito Ambrosiano, sia un patrimonio di incunaboli, manoscritti, seicentine, settecentine, ottocentine, oltre a circa 15.000 libri stampati nel Novecento», ha spiegato Salvatore Bollina Marcora, Direttore della Biblioteca Capitolare. «Essendo questa una biblioteca di conservazione, i libri provengono da donazioni, principalmente dai canonici e prevosti succedutesi. Per quanto riguarda l’archivio storico, questo è importante non solo per la città di Busto, ma presenta connessioni con tutte le parrocchie dell’antica pieve di Busto Arsizio che merita di essere valorizzata».

Il plauso è arrivato anche dal Comune di Busto Arsizio. «È questa un’operazione di carattere sociale e culturale insieme», ha sottolineato Manuela Maffioli, vicesindaco e assessore alla Cultura. «La rete creata porta a un importante obiettivo: c’è l’aspetto dell’inclusione sociale, del lavoro a persone con disabilità e c’è l’aspetto della valorizzazione del patrimonio librario, un patrimonio importante che è vanto per Busto Arsizio. È un grande regalo che viene fatto alla città». E ha aggiunto Maria Paola Reguzzoni, assessore all’Inclusione sociale: «La forza di questo progetto è anche nel dare un’opportunità a persone con disabilità medio grave per le quali non è facile trovare una collocazione nel mondo del lavoro. Non si tratta di una scorciatoia per le aziende, ma di un percorso che crea valore per la comunità e per le stesse persone coinvolte».

Attualmente la biblioteca è aperta al pubblico ma non consente il prestito. Con la catalogazione si avrà un dettaglio preciso di tutto il suo patrimonio, questo ne faciliterà la possibilità di fruizione. Inoltre, la digitalizzazione dei documenti più antichi e delicati garantirà la conservazione dell’originale, preservandoli nel tempo, consentirà una consultazione più agevole, e una maggiore diffusione dei contenuti.

L’esperienza di Nethesis: «La Solidarietà e Servizi: un partner strategico sotto il profilo tecnico e umano»

La collaborazione tra l’azienda informatica marchigiana e la cooperativa sociale ha dato vita alla condivisione dei valori centrati sul “lavoro vero”

Quando tribù e community si incontrano mettendo al centro le persone, il risultato non può essere che win-win, ovvero vincono tutti.

È quanto avvenuto tra Nethesis e Solidarietà e Servizi: la prima, voluta come una community dove le decisioni vengono prese insieme; la seconda vissuta come una comunità di lavoro, una “tribù” dove non viene lasciato indietro nessuno. Due realtà apparentemente lontane – Software House la prima, cooperativa sociale la seconda – che hanno trovato nel tema del “lavoro vero” un valore comune per poter collaborare e crescere insieme. Il rapporto, nato ormai sette anni fa, ha fatto sì che l’azienda informatica marchigiana, uno dei principali player italiani di soluzioni ICT Open Source per le imprese con 30mila clienti e 550 partner, ha voluto ospitare sul palco della convention annuale Solidarietà e Servizi.

Una testimonianza per ribadire non solamente una condivisione di valori, ma anche la particolare tipologia di rapporto che si è creata: «Oggi per noi Solidarietà e Servizi è un partner tecnicamente e umanamente strategico», dice Cristian Manoni, cofondatore e CEO di Nethesis. «È una storia che ci lega dal 2016; nata come nostra esigenza tecnologica e commerciale, si è ampliata alla parte umana a partire dalla scoperta di condividere una certa concezione del lavoro». Ricorda: «Nella nostra attività distribuiamo ai partner apparati elettronici, centraline, firewall e sistemi di sicurezza. Cercavamo qualcuno che potesse gestire la parte logistica e parte tecnica di assemblaggio con la preparazione degli hardware. Siamo entrati in contatto con Solidarietà e Servizi scoprendo il reparto di Rigenesi che lavora con apparati simili per forma e tecnologia». Da una chiacchierata è nato il sopralluogo. «Accanto alla parte tecnica, con personale adeguato e competente per il servizio richiesto, si è aperto tutto il tema umano. Il lavoro non era solamente avvitare delle viti, ma diventava momento di crescita, di soddisfazione personale, di orgoglio». È il “lavoro vero”, quello che viene fatto bene e che fa bene. Prosegue Manoni: «Affidarsi a una realtà che opera con persone fragili e disabili non è stata una questione di pietismo, ma di condivisione di valori, senza rinunciare alla qualità del servizio». C’è un’immagine che potrebbe riassumere tutto questo: «Ho conosciuto Egidio, la persona che primariamente svolge il lavoro di assemblaggio e configurazione delle box. Man mano che passavano le settimane, capivo che riusciva a fare sempre qualcosa di più: dalle viti allo slot di memoria, fino al prodotto completo. E quando sono andato a trovarlo mi ha accolto in maniera incredibile: per lui la nostra commessa è una sfida importante, vista anche la complessità del nostro prodotto. Si è sempre dimostrato molto fiero di produrre qualcosa che ha come destinazione le aziende e ha componenti tecnologicamente avanzate. Si sente parte del progetto. In lui ho visto l’orgoglio di un traguardo conquistato con fatica e passione. Ho visto il vero senso del lavoro che non è solamente performance, ma strumento per affermare la propria dignità, sentirsi partecipi di qualcosa di più grande: noi la chiamiamo Community… E questa capacità di poter contribuire al mondo la si legge negli occhi, ha un valore terapeutico».

Un valore che crea valore in ottica win-win. Conclude il CEO di Nethesis: «La partnership con Solidarietà e Servizi, che era partita in corrispondenza di una precisa esigenza, ci ha permesso di affidare altri servizi alla cooperativa sociale. Abbiamo esteso la logistica e integrato il nostro e-commerce ampliando così anche il nostro business».

Aggiunge Filippo Oldrini, responsabile Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi che è salito sul palco della convention di Nethesis: «Grazie a questa preziosa collaborazione anche noi siamo cresciuti: abbiamo sviluppato ulteriore know-how in ambito logistico, nuove competenze che hanno aperto altre possibilità di lavoro e di crescita per le nostre persone. È questo il valore del “lavoro vero”: un lavoro fatto bene e che fa bene a tutti». Ad oggi Solidarietà e Servizi dà lavoro a 65 persone disabili, anche grazie alla partnership di aziende come Nethesis.

Sport e mondo imprenditoriale a confronto: una buona impresa ha al centro le persone

Solidarietà e Servizi e CDO Insubria hanno proposto l’incontro con l’allenatore del Sassuolo Alessio Dionisi e l’imprenditore Fabio Tognella per “Far bene l’impresa” 

L’azienda come lo sport: per arrivare al risultato, occorre mettere al centro le persone. Solidarietà e Servizi e CDO Insubria hanno proposto l’incontro dal titolo “Far bene «l’impresa»” mettendo a confronto l’esperienza nella serie A calcistica di Alessio Dionisi, allenatore del Sassuolo, e Fabio Tognella, seconda generazione di una famiglia di imprenditori alla guida della Tognella spa di Somma Lombardo, leader nella produzione di valvole oleodinamiche. Nella sede della cooperativa sociale di viale Toscana a Busto Arsizio, i due relatori, moderati da Angela Poggi dello Studio Legale Poggi e da Gabriele Scampini responsabile commerciale di Solidarietà e Servizi, si sono confrontati sulla necessità di un cambio di paradigma per “fare l’impresa”, dove il termine impresa è stato volutamente proposto nella sua doppia accezione: da una parte, attività economica, dall’altra il progetto, l’opera, il risultato. Due accezioni che condividono il cuore di partenza: a fare la differenza sono le persone inserite in una squadra che condividono un obiettivo. Ma come si fa a creare una squadra?  Per quanto Tognella abbia ereditato una struttura avviata, «è importante in una squadra riconoscere le caratteristiche di ciascuno per potergli assegnare il ruolo corretto». Fare squadra però nella sua storia aziendale ha significato anche condividere, «essere famiglia». Ha infatti ricordato che quando da piccolo andava a trovare il padre in officina, «non era infrequente che anche gli operai, con mogli e figli, partecipassero ai pranzi di famiglia». La squadra non è solamente la formazione che scende in campo, ma quella composta da tutti: dai giocatori allo staff tecnico. Ha spiegato Dionisi: «All’interno di un gruppo è importante responsabilizzare ogni singola persona, in modo tale da prendere decisioni e perseguire obiettivi comuni. Per creare una squadra è necessario valutare non solo le capacità ma la persona nel suo complesso, creando relazioni».

A tenere unita una squadra è l’obiettivo. Si parla quindi di motivazione, «convogliando gli obiettivi individuali e spostando l’obiettivo dal singolo alla squadra», ha detto l’allenatore del Sassuolo. Le difficoltà, gli errori, le cadute sono solamente dei passaggi. «Non serve giudicare, ma bisogna rilanciare sull’obiettivo successivo», ha sottolineato Dionisi. E ha aggiunto Tognella: «Gli sbagli non sono da demonizzare: non esiste errore zero e non bisogna cercare chi ha fatto l’errore, bensì individuare cosa è andato male all’interno del processo, perché l’errore non è del singolo ma del metodo. È importante pensare al domani e non fossilizzarsi sui risultati (positivi o negativi) del presente».

Il tema della condivisione è però sempre al centro. Non solamente obiettivi e sconfitte, ma anche valorizzazione dei talenti e cambiamenti. «Per far crescere il talento è necessario lavorare su quello che si ha già, senza sottolineare quello che manca», ha rilevato Dionisi. Il tutto all’interno di una “visione” comune. «Condividere sogni, farli diventare sogni collettivi è il segreto per fare di un gruppo una buona squadra», ha concluso Tognella.