Partnership tra aziende e Solidarietà e Servizi per catalogare e digitalizzare la Biblioteca Capitolare di Busto Arsizio

Un progetto sociale “al quadrato” quello avviato dalla cooperativa sociale con Exergy International e Fratelli Tognella che dà lavoro vero a persone con disabilità e restituisce ai cittadini di Busto Arsizio, e non solo, un importante patrimonio culturale

Il patrimonio della Biblioteca Capitolare della parrocchia San Giovanni Battista di Busto Arsizio si apre al futuro e diventa esempio di inclusione sociale. Con il progetto elaborato dalla cooperativa sociale Solidarietà e Servizi assieme a due aziende, Exergy International srl di Olgiate Olona e Fratelli Tognella Spa di Somma Lombardo, sotto il coordinamento della Provincia di Varese, saranno catalogati e digitalizzati i 15 mila volumi custoditi dall’ultracentenaria istituzione (ha più di 500 anni), dando lavoro a tre persone con disabilità. È un progetto “sociale al quadrato” quello che è stato presentato in conferenza stampa giovedì 30 novembre; un progetto che guarda all’inclusione sociale attraverso il lavoro vero e al bene comune e con la maggiore fruibilità del patrimonio librario della biblioteca.

«È un progetto che ci fa pensare alla speranza per almeno tre motivi», ha detto il presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi, Domenico Pietrantonio. «Innanzitutto perché tre persone con disabilità lavoreranno nel nostro reparto di Gestione Documentale: accetteranno la sfida del lavoro vero, quello che non fa sconti, che ci chiedono i clienti, e permette alle persone di realizzarsi. Sono tre persone che vanno ad aggiungersi alle 68 che già lavorano con noi. Secondo, il beneficio che ne avrà la comunità tutta. Non ultima la collaborazione e la partnership che ha permesso di avviare questo progetto e che vede la presenza di aziende, enti pubblici, la Parrocchia e la nostra cooperativa sociale con la propria mission: valorizzare i talenti delle persone disabili».

L’iniziativa nasce dalla necessità delle aziende di assumere persone con disabilità attraverso un percorso lavorativo mirato e gratificante. «Il decreto attuativo della legge Biagi permette alle aziende che non possono per vari motivi assumere direttamente le persone con disabilità, di adempiere comunque ai loro obblighi previsti dalla legge 68/99, affidando commesse di lavoro a cooperative sociali che assumono lavoratori disabili, nell’ambito di una convenzione ex art. 14 del decreto», ha spiegato Francesco Maresca, responsabile del settore Lavoro della Provincia di Varese. «Con questo progetto viene data la possibilità all’azienda di affidare una commessa che non riguarda nello specifico attività legate al proprio business, ma attività con finalità sociali e di interesse collettivo». 

Tre le persone con disabilità che, assunte da Solidarietà e Servizi e grazie anche ad un percorso formativo, potranno dedicarsi a questo lavoro coordinati da un capo progetto con Master in Formazione e gestione degli archivi digitali e da un archivista senior. Le attività includeranno la consulenza nella selezione di un software per la gestione bibliotecaria, la catalogazione dei volumi moderni e la digitalizzazione del fondo antico, il patrimonio di volumi più antichi.

A sostenere il progetto ci sono Exergy International e Fratelli Tognella. «Un anno prima di incorrere nell’obbligo normativo di inserire nuove persone disabili in Exergy, abbiamo ragionato su quale potesse essere una modalità gratificante per le persone stesse e rilevante per il nostro territorio», ha spiegato Andrea Canali, Chief People Officer di Exergy International srl, fornitore globale di tecnologie per la produzione di energia elettrica a zero emissioni. «Abbiamo trovato in Solidarietà e Servizi il partner perfetto e qualificato per costruire un progetto ed insieme ci siamo impegnati per mesi per individuare l’ambito di intervento adatto a valorizzare i talenti delle persone. Siamo orgogliosi di quanto siamo riusciti a fare. Creare valore e relazioni con le Istituzioni e le comunità locali è una nostra responsabilità, nella quale investiamo molta attenzione ed energia ed ancora di più ne investiremo in futuro».

Ha aggiunto Fabio Tognella, Presidente di Fratelli Tognella Spa, azienda di Somma Lombardo leader nella produzione di valvole: «Il rapporto consolidato che abbiamo con Solidarietà e Servizi ci ha portato a creare iniziative per dare sostegno non solo alla cooperativa stessa, ma anche al territorio. La nostra azienda è infatti convinta che sia giusto e necessario dare sostegno a iniziative che possono far crescere attività capaci di creare benessere sociale. E il “lavoro” per una persona con disabilità è uno strumento importante per la sua crescita e per la sua vita».

Dopo aver festeggiato i primi 500 anni lo scorso 2012, la Biblioteca Capitolare si prepara a una nuova modernità. «Ringrazio per il risveglio di interesse che emerge nei confronti della Biblioteca Capitolare», ha detto Monsignor Severino Pagani, Prevosto della parrocchia di San Giovanni Battista. «La Biblioteca Capitolare è un’istituzione storica molto significativa e preziosa della Parrocchia e riveste molta importanza anche per tutta la città. In questi ultimi decenni anche per merito di persone dedite e competenti, la Capitolare ha ripreso vita e proprio in questi ultimi mesi si è provveduto ad un restauro che ancora è in atto. La riorganizzazione della Biblioteca secondo le nuove tecnologia digitali è la prospettiva che ora stiamo intraprendendo per renderla maggiormente fruibile alla comunità cristiana e a tutta la cittadinanza».

Il patrimonio della Biblioteca è di grande valore storico e culturale. Nata come istituzione pubblica, con un fondo librario di partenza di impronta umanistico-filosofica, custodisce testi e documenti di pregio. «Oggi conserva sia l’archivio storico, con documenti antecedenti al 1400 tra i quali l’Evangelario del IX secolo su pergamena, conosciuto come “Codice di Busto”, che costituisce la più antica testimonianza liturgica riguardante il rito Ambrosiano, sia un patrimonio di incunaboli, manoscritti, seicentine, settecentine, ottocentine, oltre a circa 15.000 libri stampati nel Novecento», ha spiegato Salvatore Bollina Marcora, Direttore della Biblioteca Capitolare. «Essendo questa una biblioteca di conservazione, i libri provengono da donazioni, principalmente dai canonici e prevosti succedutesi. Per quanto riguarda l’archivio storico, questo è importante non solo per la città di Busto, ma presenta connessioni con tutte le parrocchie dell’antica pieve di Busto Arsizio che merita di essere valorizzata».

Il plauso è arrivato anche dal Comune di Busto Arsizio. «È questa un’operazione di carattere sociale e culturale insieme», ha sottolineato Manuela Maffioli, vicesindaco e assessore alla Cultura. «La rete creata porta a un importante obiettivo: c’è l’aspetto dell’inclusione sociale, del lavoro a persone con disabilità e c’è l’aspetto della valorizzazione del patrimonio librario, un patrimonio importante che è vanto per Busto Arsizio. È un grande regalo che viene fatto alla città». E ha aggiunto Maria Paola Reguzzoni, assessore all’Inclusione sociale: «La forza di questo progetto è anche nel dare un’opportunità a persone con disabilità medio grave per le quali non è facile trovare una collocazione nel mondo del lavoro. Non si tratta di una scorciatoia per le aziende, ma di un percorso che crea valore per la comunità e per le stesse persone coinvolte».

Attualmente la biblioteca è aperta al pubblico ma non consente il prestito. Con la catalogazione si avrà un dettaglio preciso di tutto il suo patrimonio, questo ne faciliterà la possibilità di fruizione. Inoltre, la digitalizzazione dei documenti più antichi e delicati garantirà la conservazione dell’originale, preservandoli nel tempo, consentirà una consultazione più agevole, e una maggiore diffusione dei contenuti.

L’esperienza di Nethesis: «La Solidarietà e Servizi: un partner strategico sotto il profilo tecnico e umano»

La collaborazione tra l’azienda informatica marchigiana e la cooperativa sociale ha dato vita alla condivisione dei valori centrati sul “lavoro vero”

Quando tribù e community si incontrano mettendo al centro le persone, il risultato non può essere che win-win, ovvero vincono tutti.

È quanto avvenuto tra Nethesis e Solidarietà e Servizi: la prima, voluta come una community dove le decisioni vengono prese insieme; la seconda vissuta come una comunità di lavoro, una “tribù” dove non viene lasciato indietro nessuno. Due realtà apparentemente lontane – Software House la prima, cooperativa sociale la seconda – che hanno trovato nel tema del “lavoro vero” un valore comune per poter collaborare e crescere insieme. Il rapporto, nato ormai sette anni fa, ha fatto sì che l’azienda informatica marchigiana, uno dei principali player italiani di soluzioni ICT Open Source per le imprese con 30mila clienti e 550 partner, ha voluto ospitare sul palco della convention annuale Solidarietà e Servizi.

Una testimonianza per ribadire non solamente una condivisione di valori, ma anche la particolare tipologia di rapporto che si è creata: «Oggi per noi Solidarietà e Servizi è un partner tecnicamente e umanamente strategico», dice Cristian Manoni, cofondatore e CEO di Nethesis. «È una storia che ci lega dal 2016; nata come nostra esigenza tecnologica e commerciale, si è ampliata alla parte umana a partire dalla scoperta di condividere una certa concezione del lavoro». Ricorda: «Nella nostra attività distribuiamo ai partner apparati elettronici, centraline, firewall e sistemi di sicurezza. Cercavamo qualcuno che potesse gestire la parte logistica e parte tecnica di assemblaggio con la preparazione degli hardware. Siamo entrati in contatto con Solidarietà e Servizi scoprendo il reparto di Rigenesi che lavora con apparati simili per forma e tecnologia». Da una chiacchierata è nato il sopralluogo. «Accanto alla parte tecnica, con personale adeguato e competente per il servizio richiesto, si è aperto tutto il tema umano. Il lavoro non era solamente avvitare delle viti, ma diventava momento di crescita, di soddisfazione personale, di orgoglio». È il “lavoro vero”, quello che viene fatto bene e che fa bene. Prosegue Manoni: «Affidarsi a una realtà che opera con persone fragili e disabili non è stata una questione di pietismo, ma di condivisione di valori, senza rinunciare alla qualità del servizio». C’è un’immagine che potrebbe riassumere tutto questo: «Ho conosciuto Egidio, la persona che primariamente svolge il lavoro di assemblaggio e configurazione delle box. Man mano che passavano le settimane, capivo che riusciva a fare sempre qualcosa di più: dalle viti allo slot di memoria, fino al prodotto completo. E quando sono andato a trovarlo mi ha accolto in maniera incredibile: per lui la nostra commessa è una sfida importante, vista anche la complessità del nostro prodotto. Si è sempre dimostrato molto fiero di produrre qualcosa che ha come destinazione le aziende e ha componenti tecnologicamente avanzate. Si sente parte del progetto. In lui ho visto l’orgoglio di un traguardo conquistato con fatica e passione. Ho visto il vero senso del lavoro che non è solamente performance, ma strumento per affermare la propria dignità, sentirsi partecipi di qualcosa di più grande: noi la chiamiamo Community… E questa capacità di poter contribuire al mondo la si legge negli occhi, ha un valore terapeutico».

Un valore che crea valore in ottica win-win. Conclude il CEO di Nethesis: «La partnership con Solidarietà e Servizi, che era partita in corrispondenza di una precisa esigenza, ci ha permesso di affidare altri servizi alla cooperativa sociale. Abbiamo esteso la logistica e integrato il nostro e-commerce ampliando così anche il nostro business».

Aggiunge Filippo Oldrini, responsabile Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi che è salito sul palco della convention di Nethesis: «Grazie a questa preziosa collaborazione anche noi siamo cresciuti: abbiamo sviluppato ulteriore know-how in ambito logistico, nuove competenze che hanno aperto altre possibilità di lavoro e di crescita per le nostre persone. È questo il valore del “lavoro vero”: un lavoro fatto bene e che fa bene a tutti». Ad oggi Solidarietà e Servizi dà lavoro a 65 persone disabili, anche grazie alla partnership di aziende come Nethesis.

Sport e mondo imprenditoriale a confronto: una buona impresa ha al centro le persone

Solidarietà e Servizi e CDO Insubria hanno proposto l’incontro con l’allenatore del Sassuolo Alessio Dionisi e l’imprenditore Fabio Tognella per “Far bene l’impresa” 

L’azienda come lo sport: per arrivare al risultato, occorre mettere al centro le persone. Solidarietà e Servizi e CDO Insubria hanno proposto l’incontro dal titolo “Far bene «l’impresa»” mettendo a confronto l’esperienza nella serie A calcistica di Alessio Dionisi, allenatore del Sassuolo, e Fabio Tognella, seconda generazione di una famiglia di imprenditori alla guida della Tognella spa di Somma Lombardo, leader nella produzione di valvole oleodinamiche. Nella sede della cooperativa sociale di viale Toscana a Busto Arsizio, i due relatori, moderati da Angela Poggi dello Studio Legale Poggi e da Gabriele Scampini responsabile commerciale di Solidarietà e Servizi, si sono confrontati sulla necessità di un cambio di paradigma per “fare l’impresa”, dove il termine impresa è stato volutamente proposto nella sua doppia accezione: da una parte, attività economica, dall’altra il progetto, l’opera, il risultato. Due accezioni che condividono il cuore di partenza: a fare la differenza sono le persone inserite in una squadra che condividono un obiettivo. Ma come si fa a creare una squadra?  Per quanto Tognella abbia ereditato una struttura avviata, «è importante in una squadra riconoscere le caratteristiche di ciascuno per potergli assegnare il ruolo corretto». Fare squadra però nella sua storia aziendale ha significato anche condividere, «essere famiglia». Ha infatti ricordato che quando da piccolo andava a trovare il padre in officina, «non era infrequente che anche gli operai, con mogli e figli, partecipassero ai pranzi di famiglia». La squadra non è solamente la formazione che scende in campo, ma quella composta da tutti: dai giocatori allo staff tecnico. Ha spiegato Dionisi: «All’interno di un gruppo è importante responsabilizzare ogni singola persona, in modo tale da prendere decisioni e perseguire obiettivi comuni. Per creare una squadra è necessario valutare non solo le capacità ma la persona nel suo complesso, creando relazioni».

A tenere unita una squadra è l’obiettivo. Si parla quindi di motivazione, «convogliando gli obiettivi individuali e spostando l’obiettivo dal singolo alla squadra», ha detto l’allenatore del Sassuolo. Le difficoltà, gli errori, le cadute sono solamente dei passaggi. «Non serve giudicare, ma bisogna rilanciare sull’obiettivo successivo», ha sottolineato Dionisi. E ha aggiunto Tognella: «Gli sbagli non sono da demonizzare: non esiste errore zero e non bisogna cercare chi ha fatto l’errore, bensì individuare cosa è andato male all’interno del processo, perché l’errore non è del singolo ma del metodo. È importante pensare al domani e non fossilizzarsi sui risultati (positivi o negativi) del presente».

Il tema della condivisione è però sempre al centro. Non solamente obiettivi e sconfitte, ma anche valorizzazione dei talenti e cambiamenti. «Per far crescere il talento è necessario lavorare su quello che si ha già, senza sottolineare quello che manca», ha rilevato Dionisi. Il tutto all’interno di una “visione” comune. «Condividere sogni, farli diventare sogni collettivi è il segreto per fare di un gruppo una buona squadra», ha concluso Tognella.

Una commessa che genera valore: l’incontro tra l’azienda GRENKE e Solidarietà e Servizi

La multinazionale della locazione operativa ha scelto la cooperativa sociale per un lavoro di archiviazione: «Non si tratta solo di responsabilità sociale, ma di un’esigenza aziendale che ci ha fatto scoprire un mondo di umanità e professionalità»

«La disabilità non caratterizza una persona. Non bisogna ragionare in termini di categorie, ma di persone. Perché quello che abbiamo fatto scegliendo Solidarietà e Servizi per un lavoro di archiviazione è stato dettato da una precisa esigenza aziendale». Fabiana Carioli, direttrice delle risorse umane di GRENKE, multinazionale tedesca con oltre 40 anni di storia e leader nella locazione operativa di beni strumentali, non ha dubbi: «Avevamo un’esigenza aziendale. E abbiamo scoperto un mondo». Un mondo che Carioli definisce di «umanità e professionalità», dove sempre è la persona la vera protagonista. E la centralità della persona è l’elemento comune sul quale si sono incontrate Solidarietà e Servizi e GRENKE. 

La collaborazione tra la multinazionale tedesca e l’area Inserimento lavorativo della cooperativa sociale è nata all’inizio del 2023. «Per la pandemia, la strategia aziendale, che pone grande attenzione alle persone, è stata quella di chiudere le filiali ancora prima dell’arrivo del decreto. Al rientro però ci siamo ritrovati con un volume importante di contratti da archiviare», ricorda. «Per quanto una corretta e puntuale archiviazione sia per noi fondamentale, questa operazione stava creando un senso quasi di angoscia tra il nostro personale». L’incontro con Solidarietà e Servizi è stato non solamente risolutivo, ma rivelatore. «Abbiamo potuto scoprire che quello che per noi era motivo di preoccupazione, è diventato senso del quotidiano per altre persone», spiega. «Siamo molto attenti nello scegliere i nostri fornitori, ma qui abbiamo trovato un partner. Mi ha colpito molto la capacità di Solidarietà e Servizi da una parte di dare risposte al cliente, dall’altra di ridefinire funzionalmente al proprio interno i processi, ponendo così attenzione alle attitudini delle singole persone dedicate. Tutto questo richiede tempo, capacità, competenze: elementi che permettono restituire dignità a quelle persone che non hanno le stesse possibilità nel mondo del lavoro».

Da direttrice HR, Carioli è stata particolarmente impressionata dall’organizzazione data al lavoro di archiviazione svolto nel reparto di BPO – Business Process Outsourcing. «Si pensa che il no profit abbia meno competenze, ma io in Solidarietà e Servizi ho trovato dei modelli organizzativi estremamente efficaci; modelli che mi sono riportata in ufficio».

La commessa ha generato anche una visita nella sede di viale Toscana di Solidarietà e Servizi: «Un’esperienza emozionante durante la quale ho potuto ringraziare una per una le quattro persone che vi hanno lavorato. Con la soddisfazione di aver dato loro una possibilità in più». Ma soprattutto, la commessa ha posto un seme destinato germogliare. «Abbiamo maturato conoscenze che ci fanno presagire degli ambiti per collaborazioni future. Abbiamo voglia di fare delle cose che sanno di buono perché, quando si incontra qualcosa di valore che genera valore, la volontà è di farlo conoscere e continuare ad alimentarlo». Tutto questo, non per compassione o carità. Conclude: «Non è un’etichetta a caratterizzare una persona, ma le sue capacità che devono essere valorizzate». 

La storia del Palio di Legnano passa da Solidarietà e Servizi

La Fondazione Palio ha affidato alla cooperativa sociale la digitalizzazione dell’archivio storico: una scelta dal valor aggiunto per far crescere in autonomia le persone disabili e fragili

La storia del Palio di Legnano passa da Solidarietà e Servizi e acquisisce un valore aggiunto. Accanto a quello storico, con gli importanti documenti che raccontano le varie manifestazioni rievocative della Battaglia di Legnano, c’è la crescita in autonomia delle persone disabili e fragili della cooperativa sociale coinvolte nel progetto. La Fondazione Palio di Legnano ha infatti affidato al reparto di Gestione Documentale dell’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi la digitalizzazione di tutto l’archivio storico del Palio, oltre mille pagine che, come dice Emiliano, il quale fa parte del team di 19 persone che lavorano al Centro Servizi documentale della cooperativa sociale, «ci rende un po’ orgogliosi: se un giorno qualcuno vorrà studiare la storia del Palio, lo potrà fare attraverso i documenti che noi abbiamo digitalizzato. Questo lavoro è particolarmente interessante sia perché mi permette di coltivare la mia passione per la storia, sia perché così posso partecipare alla costruzione di una memoria locale, operando a stretto contatto con le fonti principali, ovvero i documenti originali». Un tassello in più per Emiliano; un lavoro che gli permette di attuare il suo progetto di vita e proseguire nel cammino verso la crescita personale e in autonomia.

«Lo sappiamo bene: affidarsi a Solidarietà e Servizi ha un valore aggiunto», dice Luca Roveda, vicepresidente della Fondazione Palio di Legnano. «La cooperativa sociale è un partner affidabile, che dà garanzie a livello professionale. Non solo. Facendo lavorare persone con disabilità e fragili, individuando le mansioni più adatte per valorizzare i talenti di ciascuno, permette di creare benessere; un benessere che si moltiplica. La persona coinvolta nel lavoro trova soddisfazione e gratificazione, oltre alla possibilità di crescita. E questo si riversa anche sul suo contesto familiare. La professionalità e la qualità del lavoro sono così impreziosite da un impatto sociale che va oltre la semplice commessa».

In concreto, il lavoro affidato prevede la digitalizzazione dei documenti del Palio di Legnano provenienti dall’archivio delle contrade e da archivi privati. Un patrimonio che era disperso tra diversi soggetti conservatori e che, grazie all’iniziativa della Fondazione Palio di Legnano, sarà raccolto, digitalizzato e reso disponibile in quello che è stato chiamato HistoryLab. «Sono documenti che coprono circa 60 anni di storia e che rappresentano una memoria ineguagliabile. Ci sono ad esempio il regolamento del primo Palio, ma anche diari e verbali del Collegio dei Capitani, registri, pubblicazioni e la rassegna stampa con gli articoli dei giornali dell’epoca», spiega Giorgia Bombelli, responsabile del reparto Documentale di Solidarietà e Servizi. È un lavoro complesso, dove la complessità non è dettata solamente dalla diversità dei supporti da digitalizzare. «Ci sono pubblicazioni rilegate, quaderni scritti e illustrati a mano, articoli di giornale e materiale promozionale del tempo, in formati diversi, dai volantini fino ai manifesti», aggiunge Federica, team leader del progetto di Solidarietà e Servizi. «La complessità è data anche dal materiale datato e, quindi, spesso fragile, che deve essere maneggiato con estrema cura, oltre che dal metodo di lavoro dove il confronto con il cliente è costante». In questo, protagoniste sono le persone disabili e fragili che vi lavorano. «Ciascuno ha un motivo in più perché parliamo di lavoro vero, tarato sulle reali potenzialità della persona, per far emergere i suoi talenti e permettere una crescita personale e in autonomia».

La collaborazione con Locatelli House Store fa nascere nuove possibilità di crescita per l’azienda e d’inserimento lavorativo per la Solidarietà e Servizi

Per il proprio online, lo storico negozio di casalinghi di Busto Arsizio si è affidato alla cooperativa: un’attività di assemblaggio che vuole qualità e che è valore aggiunto perché permette alle persone disabili e fragili di avere un lavoro vero

Semplice non significa necessariamente elementare. Perché Solidarietà e Servizi e Locatelli House Store hanno saputo coniugare la parola semplice al concetto di qualità: qualità del prodotto, qualità della vita e qualità del progetto. Da quasi un anno la cooperativa sociale collabora con lo storico negozio di casalinghi di Busto Arsizio. All’interno di una partnership che sta dando ottimi frutti, Locatelli può far fronte alle nuove esigenze commerciali dettate dall’apertura dei canali online e Solidarietà e Servizi ha ulteriormente potenziato l’Area Inserimento Lavorativo dando la possibilità ad altre due persone disabili e fragili di poter lavorare. «È un lavoro che mi piace», dice Tea che è stata coinvolta in questa nuova commessa. «È un lavoro che richiede precisione e soprattutto ha creato le condizioni affinché venissi passata a full time: adesso quindi sono tutto il giorno al lavoro e non mi annoio più a casa». Non solamente. «È aumentato l’orario, ma è aumentato anche lo stipendio. Posso togliermi qualche sfizio, come i vestiti firmati o gli stivali che ho comprato proprio il mese scorso», aggiunge un po’ timida.

Il rapporto con Locatelli parte da una base condivisa. «Al centro della nostra attività abbiamo sempre messo la relazione», spiega Giuseppe Locatelli cotitolare insieme con il fratello Umberto di Locatelli House Store. «Il rapporto con i clienti e quello con i fornitori sono sempre stati fondamentali per noi, sia che si tratta del negozio tradizionale sia delle vendite online. La collaborazione con Solidarietà e Servizi ci ha aperto ulteriori prospettive. Il poter operare insieme con una cooperativa sociale, l’essere parte attiva in un processo che permette a persone con qualche difficoltà in più non solamente di lavorare, ma anche di poter costruire il proprio progetto di vita sono tutti elementi che ci hanno dato una spinta in più, facendo leva su quella responsabilità sociale che è valore, oggi più che mai, necessario per un’impresa».

La volontà di guardare sempre in avanti ha portato Locatelli ad aprirsi alcuni anni fa al mondo digitale. «Abbiamo approntato un nostro sito per la vendita online (www.locatellihousestore.it) e poi siamo entrati su alcuni dei market place più importanti. Il riscontro avuto dalle vendite è stato importante, soprattutto per alcune tipologie di prodotto che però andavano appositamente preparate per la spedizione al cliente. Inizialmente abbiamo cercato di strutturarci internamente, ma questo comportava tempo ed energie che spesso faticavamo a reperire. L’incontro con Solidarietà e Servizi ci ha aperto nuove prospettive in termini di capacità di risposta alle richieste, quindi di mercato, ma anche in termini di qualità della risposta». L’attività affidata alla cooperativa sociale è un’attività di assemblaggio. Per la precisione, il confezionamento di set di posate per un marchio di alta gamma. «Un’operazione apparentemente semplice, ma che richiede grande attenzione perché deve sia rispondere ai requisiti chiesti dal produttore di cui siamo rivenditori, sia perché mette in contatto direttamente con il cliente finale: il prodotto confezionato va direttamente in magazzino e, da qui, viene spedito», spiega Locatelli.

In Solidarietà e Servizi è stata fatta formazione, sono state individuate le persone che si sarebbero occupate di questo lavoro così da dare vita a una collaborazione proficua. «Nel rispetto della nostra storia, ma soprattutto del nostro modo di operare, abbiamo trasformato il rapporto cliente – fornitore in una partnership. Condividendo valori, obiettivi e finalità, insieme si dà vita a un rapporto capace di andare oltre la relazione prettamente commerciale per permettere alle persone disabili e fragili di essere un valore aggiunto per una realtà profit», dice Gabriele Scampini, responsabile commerciale dell’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi. «Come per tutte le nostre collaborazioni, nella fase di start UP poniamo il focus su due aspetti: quello della soddisfazione del cliente e quindi, in questo caso, della gestione di un processo di confezionamento di alta qualità con possibilità di picchi importanti durante alcuni momenti dell’anno e, dall’altra parte, la valorizzazione del talento delle persone disabili e fragili che lavorano con noi. La prospettiva e l’ambizione che abbiamo è quella di diventare un partner strategico, anche in ottima di sostenibilità sociale (come già avvenuto con altre aziende clienti) nella gestione dello sviluppo commerciale nei vari market place».

Lavoro, innovazione e speranza: Vito Rimoldi Spa porta l’arte nel reparto di Solidarietà e Servizi

Inaugurata l’opera di Francesco Fornasieri: cinque pannelli che raffigurano le guglie del Duomo di Milano e riprendono il tema del “concorrere” dove impresa e cooperativa sociale guardano alle persone con la chiave dell’innovazione

La parola “concorrere” trova forma e colori nelle guglie del Duomo di Milano. Sono loro le grandi protagoniste dell’opera che è stata realizzata dal pittore Francesco Fornasieri e collocata nel reparto lavorazioni meccaniche di Solidarietà e Servizi all’interno dello stabilimento produttivo di Vito Rimoldi Spa che si affaccia su viale Toscana a Busto Arsizio. Cinque pannelli di grandi dimensioni vegliano dall’alto il capannone dove 16 persone della cooperativa sociale, per lo più disabili o fragili, lavorano per la produzione di sponge gasket e guarnizioni, dando una dimensione diversa allo spazio industriale, ma soprattutto dando piena attuazione a quel “concorrere” che campeggia sopra l’ingresso.

«Questa iniziativa si inserisce in un progetto più ampio che ci ha visti portare l’arte nel luogo di lavoro», spiega Elisabetta Monaco, Marketing e Communication manager di Vito Rimoldi Spa. «È un progetto iniziato ormai più di due anni fa e che ha portato a fine 2021 all’installazione di quattro opere realizzate dai pittori Elisabetta Necchio, Francesco Zavatta e Letizia Fornasieri. Il percorso è proseguito nel 2022 arrivando, nel mese di dicembre, alla presentazione dell’opera di Francesco Fornasieri nel plan dove opera Solidarietà e Servizi.

Il soggetto scelto sono le guglie del Duomo di Milano quale simbolo dell’operosità milanese, del lavoro che riguarda tutta la comunità lombarda e della volontà di lasciare a chi verrà dopo qualcosa di duraturo. Se i milanesi hanno fatto il Duomo, come ci ha suggerito Fornasieri, il Duomo ha poi costruito lo spirito lombardo del lavoro e della vocazione. E la targa in marmo che indica l’anno di edificazione della cattedrale ci è servita per tornare alla definizione di “concorrere”: una frase così importante che merita di essere scolpita nel marmo».

E come se fosse scolpito sul marmo, è stato raffigurato il significato di “concorrere”: una parola che rappresenta l’unione tra Vito Rimoldi Spa e Solidarietà e Servizi. Gli oltre 16 anni di collaborazione incarnano e concretizzano quel verbo che trae origine dal latino concurrere – correre insieme – e significa “convenire da più parti in un luogo, convergere, (fig.) convenire, ossia assordarsi per fare o avere una cosa, onde in modo più speciale cooperare, contribuire, ed altresì competere, gareggiare” come si legge nel quadro.

«Questa parola riassume la visione di Vito Rimoldi del lavoro, ma soprattutto il rapporto che si è creato con Solidarietà e Servizi: una visione condivisa, un approccio comune e una modalità di rapportarsi che sono fatti di crescita reciproca», aggiunge Chiara Tononi addetta alla comunicazione in Vito Rimoldi Spa. «In questa ottica si inserisce il progetto dell’arte in fabbrica: un ambiente di lavoro non deve essere solamente pulito, ma anche bello; deve poter esprimere il bello perché attraverso il lavoro una persona si valorizza, si realizza, può costruire sé stessa e il suo futuro».

L’opera delle guglie del Duomo è stata presentata durante l’annuale convention di Vito Rimoldi Spa, all’interno di un evento dedicato all’innovazione. «L’arte e Solidarietà e Servizi non sono due mondi separati da quello che viviamo in quotidianamente in azienda», prosegue Monaco. «Anzi, la sfida è proprio quella di una condivisione delle esperienze dove le persone sono protagoniste. Anche il tema dell’innovazione pone al centro la persona, perché è dalla persona che parte l’innovazione».

Come ha infatti ricordato Filippo Oldrini, responsabile Area Inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi: «L’innovazione è un alleato potente ma pericoloso, perché quando destabilizzi qualcosa non sai con certezza se nascerà un nuovo equilibrio. Perché allora un uomo che preferirebbe tenersi stretto e custodire l’equilibrio che faticosamente ha trovato, si trova a creare forme e soluzioni nuove? Per l’amore a quello che gli è stato affidato. Per questo l’innovazione è legata a doppio filo alla speranza: per cambiare devi avere la certezza che quello che c’è ha un potenziale grande e devi intravedere la possibilità di un bene ancora maggiore. Cioè devi avere un’ipotesi positiva sul reale. Questo permette di affrontare anche il cambiamento più difficile: il cambiamento di sé. Ed è la sfida più grande per ciascuno di noi. Infatti Il cambiamento che desideri per gli altri e per il tuo pezzo di mondo, avviene solo se cambi anzitutto te stesso».

«Qui l’umanità diventa organizzazione al servizio della persona»

La visita dei vertici regionali di Intesa Sanpaolo e dei rappresentanti di Fondazione CESVI al progetto SPAZIO INTEGRAZIONE di Solidarietà e Servizi

«Una realtà sorprendente. Conoscevo Solidarietà e Servizi, ma, vederla dal vivo, è ben diverso: si può toccare l’umanità che diventa organizzazione; tutto ha un sapore di autentico e buono», sono le parole di Gianluigi Venturini, Direttore Regionale Lombardia Nord di Intesa Sanpaolo che ha fatto visita all’area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi insieme con Valeria Brugnacchi, specialista CTPS presso Intesa Sanpaolo, i rappresentanti della Fondazione CESVI e PricewaterhouseCoopers con Carlo Rossi, partner di Varese. Ad accompagnarli il presidente del Consiglio di Sorveglianza della cooperativa Paolo Fumagalli, il presidente del Consiglio di Gestione Domenico Pietrantonio e Laura Puricelli e Filippo Oldrini, rispettivamente responsabile Area Autismo e Autonomie e Responsabile Area Inserimento Lavorativo. L’iniziativa si è inserita all’interno del percorso che Solidarietà e Servizi ha avviato con il sostegno di Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI e che ha portato all’avvio del progetto SPAZIO INTEGRAZIONE. Un esempio di collaborazione tra profit e no profit che sta permettendo di dare vita a nuove risposte ai bisogni delle persone disabili e/o fragili.

Infatti SPAZIO INTEGRAZIONE arriva là dove non c’erano servizi strutturati e guarda alle persone che si collocano tra un Centro Socio Educativo (CSE) e un SIL (Servizio Inserimento Lavorativo); persone che hanno abilità superiori per i primi, ma non abbastanza per i secondi. Il progetto fa questo mettendo in campo il valore di una presa in carico della persona a più ampio raggio e, all’interno di un approccio multidimensionale e di una visione di rete, creando progetti di vita per potenziare tutti gli aspetti legati all’autonomia della persona attraverso il lavoro.

«Il Covid ha messo a nudo una serie di problemi», ha proseguito Venturini. «L’unica cosa che funziona è la solidarietà che porta quanti hanno maggior possibilità a mettere risorse. In questa ottica, Intesa Sanpaolo ha fatto la sua parte nel periodo più complesso di emergenza sanitaria con interventi straordinari a livello nazionale. Adesso, con il Programma Formula abbiamo voluto dare continuità a quell’azione, concentrandoci però sui singoli territori. L’iniziativa è stata impostata come un concorso di intervento dove al contributo diretto viene abbinata una raccolta fondi: è una collaborazione che diventa condivisione di progettualità per dare, insieme, risposte a particolari bisogni come nel caso del progetto di Solidarietà e Servizi».

L’ottica è, quindi, quella da sempre al centro dell’approccio della cooperativa sociale: «Quell’agire insieme che porta a una co-progettazione e co-programmazione degli interventi», ha sottolineato Fumagalli. «È una visione che ci ha portato negli anni ad aprire collaborazioni significative con importanti aziende. E che ci permette di avere una struttura dedicata al lavoro dove la disabilità o la fragilità non sono elementi di ostacolo, ma opportunità per creare percorsi di crescita e autonomia».

Dal reparto di assemblaggio alla Rigenesi, dalla Gestione Documentale fino al Business Process Outsourcing – BPO -, per arrivare al reparto delle Lavorazioni Meccaniche attivato grazie alla collaborazione con Vito Rimoldi Spa, Solidarietà e Servizi ha fatto “toccare con mano” un nuovo modo di prendersi cura delle persone attraverso il lavoro. «Mettendo la persona al centro, il lavoro diventa luogo educativo», ha proseguito Pietrantonio. «Il lavoro diventa il momento per dare concretezza non solamente alla dignità della persona, ma anche per la valorizzazione delle abilità e dei talenti di ciascuno con lo scopo di accentuare il processo di autonomia della persona stessa. È una sfida che stiamo vincendo sia sotto il profilo educativo, sia produttivo e che con SPAZIO INTEGRAZIONE ha aperto un nuovo ambito di intervento».

«Solidarietà e Servizi, realtà che si distingue per responsabilità sociale». I vertici di ISVI – Istituto per i Valori di Impresa – in visita all’Area Inserimento Lavorativo

Per la cooperativa sociale è stata un’occasione importante per farsi conoscere all’interno di una rete che condivide valori e un certo modo di fare impresa

La sensibilità comune diventa piattaforma di dialogo. Responsabilità d’impresa, visione sociale, attenzione alla persona ed etica del lavoro sono alla radice dell’incontro tra ISVI – Istituto per i Valori d’Impresa – e Solidarietà e Servizi. Il presidente di ISVI Arabnia Ali Reza e il direttore Stefania Bertolini lo scorso 5 maggio hanno visitato gli spazi di viale Toscana a Busto Arsizio (VA) dove sono concentrate le attività lavorative con i reparti di BPO – Business Process Outsourcing -, Documentale, Rigenesi e Assemblaggio della cooperativa sociale. Ad accoglierli il presidente del Consiglio di Gestione Domenico Pietrantonio e il responsabile dell’Area Inserimento Lavorativo Filippo Oldrini. Una visita per “toccare con mano” l’attività di Solidarietà e Servizi e per dare concretezza ai principi guida di ISVI attorno ai quali si sono raccolti importanti nomi dell’industria italiana.

«Domenico Pietrantonio più volte mi aveva illustrato l’attività della cooperativa ma non era riuscito a trasmettermi la passione e la soddisfazione che ho visto chiaramente negli occhi di quanti ho incontrato nel corso della mia visita», dice Stefania Bertolini, direttore di ISVI. «Ambienti molto professionali, con attrezzature all’avanguardia, popolati da persone contente di starci. Era palpabile la serenità delle persone e la cura e l’attenzione profusa per svolgere i compiti assegnati». Aggiunge: «Ritengo che in questo senso Solidarietà e Servizi, con la sua attività, appartenga alle organizzazioni citate nella brochure dell’Istituto per i Valori d’Impresa che si distinguono per il senso di responsabilità nei confronti di tutti gli interlocutori e la capacità di intraprendere strade nuove per lo sviluppo. Una realtà chiaramente contraddistinta da una forte e sana base valoriale comune a tutti gli operatori. Valori che definiscono la missione produttiva della cooperativa sociale, la concezione del suo modo di essere e di funzionare e la qualità delle relazioni da essa instaurate con tutti gli interlocutori».

Per Solidarietà e Servizi, che è socia di ISVI, si è trattato di una significativa occasione per ribadire i propri valori all’interno di una rete nazionale che ha fatto dell’imprenditoria responsabile il punto fermo del proprio essere. «In ISVI troviamo realtà decisamente importanti che condividono un certo modo di fare impresa. E il fatto che tra di loro ci sia anche la nostra cooperativa sociale è per noi un riconoscimento decisamente rilevante», osserva Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi. «Aderire e condividere l’approccio di responsabilità sociale di ISVI è per noi un fatto naturale che si ritrova nella natura stessa della cooperativa e nella sua mission».

Dopo la visita di alcuni anni fa di Vittorio Coda, professore dell’Università Bocconi e presidente del Comitato scientifico di ISVI, questo nuovo contatto con i vertici di ISVI diventa «non solamente  un’importante occasione per approfondire la conoscenza reciproca, ma soprattutto rappresenta per Solidarietà e Servizi la possibilità di essere conosciuta nella rete di ISVI e sviluppare collaborazioni a partire dai servizi che offriamo alle aziende e che permettono anche di assolvere all’obbligo relativo all’inserimento di persone disabili in azienda. Presentando le nostre finalità e la natura della cooperativa sociale, si possono aprire collaborazioni nuove proprio partendo da una base comune fatta di responsabilità sociale, attenzione alla persona, allo sviluppo e all’innovazione».

Vito Rimoldi Spa e Solidarietà e Servizi: quando il “concorrere” è occasione di crescita e sviluppo

Mondo profit e mondo no profit hanno dato vita a una partnership unica, dove la persona, con la sua autonomia e le sue potenzialità, è veramente al centro del lavoro

La condivisione di progetti, obiettivi e vision dà vita a una vera e propria partnership. È così che il rapporto tra la cooperativa sociale Solidarietà e Servizi e l’azienda legnanese Vito Rimoldi Spa, leader nella produzione di guarnizioni e articoli tecnici industriali, è diventato una collaborazione dove il mondo no profit e quello profit hanno trovato una convergenza inaspettata e dove la parola “concorrere” si è attuata in scelte precise e in azioni mirate a far crescere insieme le due realtà, con l’occhio sempre attento ai più fragili.

L’esperienza con Solidarietà e Servizi è diventata per Vito Rimoldi la testimonianza di un impegno aziendale per la sostenibilità. «Non è possibile essere sostenibili e innovativi se non si è animati dalla speranza», dice il presidente di Vito Rimoldi Spa, Claudio Rimoldi. «E la speranza è la voglia di continuare a guardare in avanti, accettando sfide con la volontà di vincerle». Così è stato con Solidarietà e Servizi in un rapporto che prosegue ormai da 18 anni. «L’alleanza con Solidarietà e Servizi è stata ed è continuamente una sorgente importante di crescita per la nostra azienda», prosegue. «In comune con la cooperativa c’è una concezione del lavoro come parte essenziale della realizzazione di ogni uomo. Per molte persone fragili avere un lavoro significa poter realizzare un progetto di vita e togliersi da logiche assistenziali. Così, coinvolgerci con questo tipo di bisogno ci ha permesso di crescere nel know-how, nel business e, non da ultimo, umanamente».

Tutto ha preso avvio nel 2004: partendo dalla volontà di rivedere il processo produttivo delle guarnizioni per renderlo più efficiente e spinta da una maggiore richiesta di mercato e dalla scelta di migliorare la qualità del prodotto, la Vito Rimoldi ha messo in atto una razionalizzazione dei processi. In quel momento è nata la collaborazione con la cooperativa, una sfida attorno alla condivisione di un principio fondamentale: il lavoro quale parte importante della realizzazione di ogni uomo. Una sfida per far convivere due mondi che solitamente vengono visti come “opposti”: quello di Solidarietà e Servizi, guidato da logiche no profit e finalizzato a dare valore alle possibilità delle persone disabili e svantaggiate attraverso il lavoro; e quello di Vito Rimoldi, realtà chiamata a rispondere a logiche di mercato e di efficienza. «Abbiamo deciso di rivedere e innovare i processi produttivi, cercando di renderli più semplici e sicuri, tenendo conto delle persone svantaggiate», ricorda Claudio Rimoldi. «Sono stati sviluppati appositi macchinari per permettere alle persone fragili di contribuire alla produzione, nell’ottica di una sempre maggiore ingegnerizzazione dei processi. All’interno di una vision che mette la persona al centro del lavoro, è emersa la consapevolezza che la macchina può essere adattata all’uomo nell’ottica di una valorizzazione del suo talento. Questo ha accentuato la nostra vocazione alla ricerca e all’innovazione per realizzare macchine speciali che garantissero la sicurezza di questo personale. La partnership con Solidarietà e Servizi è stata ed è un’occasione di crescita continua che ha portato la Vito Rimoldi Spa a sviluppare molte competenze trasversali e a scoprire nuove potenzialità del lavoro».

Il concetto di sostenibilità – ambientale, economica e umana – è stato posto al centro di molte scelte di Vito Rimoldi, in particolare nell’ultimo anno. «Questo ha provocato molto anche in noi», spiega Filippo Oldrini, responsabile Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi. «Ci siamo resi conto che un luogo sostenibile è un luogo capace di generare. E cosa genera questo luogo così speciale (come dicono tutti quelli che vengono qui) che nasce dall’alleanza tra la Rimoldi e la cooperativa? Genera persone, le nostre persone».

«In effetti – aggiunge Leonardo Bombini, responsabile di Reparto della Cooperativa – vivendo la quotidianità di queste due realtà, non trovo differenze, ma molte “similitudini diverse”, come la voglia di fare bene, la spinta a migliorarsi, il gusto per il lavoro ben fatto e la voglia di crescere come uomini capaci di portare le proprie responsabilità».

Lo conferma anche Enrico, operatore nei reparti Water-Jet e Controllo, una delle 16 persone per lo più disabili o fragili che lavorano nello spazio produttivo di Solidarietà e Servizi inserito in un plant comunicante con i reparti della Vito Rimoldi: «Il concorrere insieme alla Vito Rimoldi mi ha permesso di scoprire come, anche un mondo lontano dai miei studi da ragioniere, possa essere davvero interessante e avvincente e come prendermi sempre più seriamente sul lavoro mi stia facendo crescere anche come persona».

Dall’attenzione della Rimoldi alla sostenibilità sono nati anche altri progetti. Non ultimo, quello che dal 2021 ha visto arredare il luminoso, capannone di 5.000 metri di Borsano di Busto Arsizio con delle opere di arte contemporanea realizzate appositamente per l’azienda dagli artisti Letizia Fornasieri, Elisabetta Necchio e Francesco Zavatta con lo scopo di portare il “bello” sul luogo di lavoro. E in questo 2022 sono previsti ulteriori interventi dei pittori Francesco Santosuosso e Francesco Fornasieri da posizionare negli spazi della Cooperativa sul tema proprio del “concorrere”.