Spazio Integrazione, le cento storie di chi ha trovato risposte ai bisogni

Sostienilo con il 5×1000. Nato come scommessa, il progetto di Solidarietà e Servizi è realtà e capace di mettere in atto l’integrazione a 360 gradi per oltre 100 persone

C’è chi ha ritrovato la speranza, chi ha potuto fare della propria passione una professionalità  e chi sta lavorando per un maggior equilibrio delle sue giornate. Tra le oltre cento persone fragili coinvolte nelle attività dello Spazio Integrazione di Solidarietà e Servizi ci sono storie vissute e ancora da vivere, nella consapevolezza che insieme, con gli aiuti giusti, è possibile trovare o ritrovare il valore delle proprie giornate. Spazio integrazione nel suo primo anno di attività “a pieno regime” si è qualificato come progetto nuovo e innovativo. Partito come iniziativa sperimentale, sta dimostrando come l’integrazione, quella vera, a 360 gradi, possa alimentare un circuito virtuoso dove la persona è sempre al centro di tutto.

Lo sanno bene i 14 che, provenienti da Centri Diurni, Servizi Residenziali e Servizi del territorio, stanno perfezionando il loro progetto individuale di autonomia e che si stanno confrontando con un ambiente di lavoro vero, fatto di orari, obiettivi e regole. Ma anche le 43 persone che integrano l’esperienza nei Centri Diurni Disabili con attività occupazionali per gruppi di lavoro (gestite da un educatore) svolte in collaborazione con i reparti produttivi dove, del mondo del lavoro si sperimenta non tanto l’aspetto prestazionale, ma quello relazionale.

Così anche le cinque persone che, in situazioni di particolare vulnerabilità e in Solidarietà e Servizi ormai da tempo, hanno l’opportunità di restare nel mondo del lavoro per concludere in modo dignitoso il loro impegno e avviarsi verso una meritata pensione. Ci sono anche coloro che sono agli inizi: circa 30 ogni anno, tutti con un proprio percorso. Lo Spazio Integrazione offre loro l’opportunità di un tirocinio utile non solamente per costruirsi una carriera lavorativa, ma soprattutto per vivere in autonomia.

Mettere insieme percorsi educativi e di presa in carico con attività lavorative vere, solitamente due ambiti distanti quando si parla di fragilità e in particolar modo di disabilità, poteva apparire come una scommessa se non impossibile, almeno difficile. Solidarietà e Servizi ci ha creduto. Ha creduto in questa integrazione dell’approccio. E oggi questo spazio è un punto fermo nella risposta a precisi bisogni.

«Grazie a Spazio Integrazione si esplicitano nuovi bisogni e cambia (diventando più profondo) il nostro sguardo sulle persone che lavorano con noi», spiega Filippo Oldrini, responsabile Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi. «Questi bisogni infatti emergono nello spazio e nelle relazioni di lavoro. Ma se prima non avevamo strumenti e competenze per coglierli e per rispondere, adesso li abbiamo. Parliamo del desiderio di avere una casa propria, o, ad un livello più personale, di guardare alla propria famiglia in un modo diverso o di prendere in considerazione un lavoro su di sé, non come effetto del mio “essere sbagliato” ma come opportunità di crescita personale. In questo senso Spazio Integrazione è la strutturazione e il consolidamento di un approccio che è da sempre nel DNA delle Cooperative Sociali che si occupano di inserimento lavorativo, ma che raramente viene sistematizzato come modello di presa in carico globale della persona e del suo contesto. Non si tratta semplicemente di “conservare il posto di lavoro”, ma di prendere sul serio i desideri delle persone di costruirsi una vita di cui essere soddisfatti».

A Spazio Integrazione, al suo sviluppo e alla voglia di coinvolgere sempre più persone si rivolge la campagna 2021 del 5 x 1000. Una firma che non costa nulla, ma può contribuire fattivamente a dare nuove possibilità a quanti sono un po’ più fragili, ma non per questo devono rimanere indietro.

Un nuovo servizio per i minori: Solidarietà e Servizi raddoppia a Caronno Pertusella

In autunno partirà negli spazi del centro Il Girasole il servizio pomeridiano sperimentale. L’obiettivo è creare un polo per la disabilità investendo anche nel dopo di noi

Solidarietà e Servizi a Caronno Pertusella raddoppia: subito dopo l’estate, partirà il nuovo servizio pomeridiano dedicato ai minori con disabilità. Ricavato all’interno degli spazi che già ospitano il Centro Diurno Disabili (CDD) Il Girasole, è la risposta a diverse richieste che sono arrivate da alcune famiglie del territorio. «Già prima della pandemia erano giunte dai Servizi sociali del Comune diverse segnalazioni per minori con autismo e disabilità che manifestavano la necessità di uno spazio pomeridiano, integrativo alla frequenza scolastica, dove acquisire e consolidare autonomie con il supporto di educatrici specializzate», sostiene Giacomo Borghi, responsabile dei Servizi per l’autismo e la disabilità di Solidarietà e Servizi. «Per questi bambini e ragazzi, e i loro genitori, abbiamo deciso di aprire un nuovo Servizio diurno sperimentale, utilizzando un’ala del Centro di via Monte Nero, che attualmente accoglie una sala riunioni e degli uffici e consolidando i nostri servizi che sono presenti a Caronno da 25 anni».

Avviate le verifiche con ATS Insubria e in accordo con l’Amministrazione comunale, che ha caldeggiato la realizzazione di un progetto innovativo e capace di flessibilità, l’apertura del nuovo Servizio è prevista per il prossimo autunno. «Il CDD è autorizzato per accogliere 30 persone adulte, e attualmente i frequentanti sono 18. Suddividendo adeguatamente i locali e gli spazi esistenti, potremo senza alcuna modifica accogliere anche dieci bambini durante i pomeriggi», spiega Gian Piero Colombo, coordinatore del Centro Il Girasole.

Di fatto, Solidarietà e Servizi non solamente mette a disposizione della comunità caronnese la propria esperienza, ma punta a dare vita proprio nell’area di via Monte Nero, dove sorge il CDD, a un vero e proprio polo dedicato ai servizi per la disabilità. Come spiega Borghi: «La nostra cooperativa ha una ventennale esperienza nella gestione di Centri educativi per minori con disabilità e dal 2012 ha avviato una sperimentazione nell’ambito dell’autismo con Regione Lombardia, a Gallarate, che vede interventi educativi e socio-riabilitativi con 34 minori». Un’offerta che non c’è a Caronno Pertusella e nei Comuni limitrofi. «Non vi sono infatti servizi diurni dedicati a minori con disturbo dello spettro autistico e ciò costringe molte famiglie a quotidiane trasferte onerose in termini di tempo, soldi ed energie».

L’apertura di un Servizio di questo tipo si potrebbe arricchire con la realizzazione di una Comunità Alloggio proprio nel terreno adiacente al CDD. «Più di un famigliare negli ultimi anni ci ha sollecitato a pensare al “dopo di noi”, già nel “durante noi», ricorda Borghi. «Come operatori vogliamo affiancarci alle famiglie pensando per tempo a progetti di vita per le persone con disabilità e immaginando soluzioni per quando i loro genitori non saranno più in grado di assisterli. Fin dal 2017 Solidarietà e Servizi ha intrapreso un percorso di sensibilizzazione sul tema, promuovendo diversi incontri con i Servizi sociali e l’Amministrazione comunale per concretizzare la realizzazione di una Comunità Alloggio dedicata ai cittadini caronnesi con disabilità. Per dare corpo alla nuova struttura siamo pronti a intervenire con la nostra capacità progettuale oltre che con investimenti economici nell’ottica di dare continuità a un servizio storico che svolgiamo a Caronno Pertusella prendendoci cura delle persone con disabilità a 360 gradi, operando in relazione con il territorio e dando risposte dove ci sono specifici bisogni».

Nella connessione di EOLO c’è anche Solidarietà e Servizi

Cinque anni di rapporto e una crescente collaborazione per dare valore alle persone e ai servizi

Dietro ogni antenna, ogni singolo byte scaricato sul cellulare o sul pc e anche dietro a una lezione in Dad, c’è un po’ di Solidarietà e Servizi. I tecnici che arrivano nelle case per dare vita alla connessione di EOLO passano anche dall’unità di BPO – Business Process Outsourcing  – attiva nella sede della cooperativa sociale di viale Toscana a Busto Arsizio. Una collaborazione che, avviata nel 2016, in cinque anni si è progressivamente ampliata dando, ad oggi, l’opportunità a sei persone con disabilità di lavorare. Un rapporto «ben strutturato e definito da precisi obiettivi», premette Paola Coltri, Head of Delivery Operations di EOLO. Un rapporto iniziato con la necessità dell’azienda di telecomunicazioni di rispondere agli obblighi sulle assunzioni di persone con disabilità. E che, grazie all’ex articolo 14 della legge Biagi, è stato in parte assolto dando lavoro a una cooperativa sociale che si occupa d’inserimento lavorativo di persone disabili e svantaggiate. «Tutto è iniziato con un’attività di recruiting che è stata affidata a Solidarietà e Servizi», prosegue Coltri. «Alla cooperativa è stato affidato l’incarico di ricercare tecnici da inserire nel parco installatori Eolo, partendo da database forniti dall’azienda o da ricerche ad hoc in autonomia. Una selezione rigorosa, basata su specifici requisiti di competenza, abilità e disponibilità, nonché di ubicazione  geografica». Un compito importante, per certi aspetti anche nodale, per l’attività di provider e per individuare e selezionare quelli che poi sarebbero diventati i “frontman” di un colosso delle telecomunicazioni come EOLO.

«A Solidarietà e Servizi abbiamo affidato anche tutta la parte di controllo dei documenti che sono necessari ai nostri tecnici per operare. Un volume di circa 8/10.000 documenti che periodicamente devono essere verificati e, dove necessario, aggiornati». Non ultimo, «abbiamo affidato loro anche un servizio di gestione chiamate inbound come supporto per attività specifiche che sono assegnate ai nostri tecnici».

Il tutto viene fatto secondo rigorosi sistemi di controllo. «Ci sono dei precisi quanto stretti KPI da rispettare che vengono verificati mensilmente». Nessun canale preferenziale. Anzi, alla base c’è un normale rapporto cliente/fornitore. «Non abbiamo collaboratori di serie A o di serie B; non trattiamo il personale di Solidarietà e Servizi come persone con delle difficoltà: per noi sono tutte persone. E i risultati ottenuti insieme, il progressivo ampliamento della collaborazione e il buon rapporto instaurato lo dimostrano». E per il futuro? «Nulla ci vieta di ampliare ulteriormente la collaborazione».

La disabilità non è un fardello che non può competere nel mondo del lavoro, ma un valore aggiunto. «L’organizzazione che ci siamo dati permette una risposta sempre pronta, intervenendo puntualmente anche in casi di malattia o assenza della persona incaricata», ricorda Mariangela Mezzasalma, Coordinatrice del Reparto Business Process Outsourcing di Solidarietà e Servizi. «Il nostro obiettivo è dimostrare che anche una persona con disabilità può ritrovare nel lavoro, in un lavoro vero e “sfidante” fatto di impegni rigorosi e obiettivi da rispettare, la possibilità di sentirsi parte di qualcosa di grande, qualcosa che consolida in ciascuno di noi la percezione della propria dignità e dà la possibilità costruire il proprio progetto di vita. E la collaborazione con EOLO lo dimostra: nessuna scorciatoia, nessun percorso privilegiato, solamente la volontà di una cooperativa sociale e di un’importante azienda di telecomunicazioni di dare un valore aggiunto alla propria attività».

Parco Gioia di Varese, quell’inclusività per tutti che fa tornare un po’ bambini

Il CDD di Saltrio di Solidarietà e Servizi ha promosso a pieni voti la nuovissima struttura realizzata per persone con disabilità

Il 24 aprile 2021 è stato inaugurato a Varese presso Villa Milyus il “Parco Gioia”: un parco INCLUSIVO progettato e pensato per accogliere ANCHE i bambini con disabilità.
Il parco ricco di scivoli, altalene, casette per giocare e strumenti musicali da suonare, privo di barriere architettoniche, è stato realizzato grazie alla sinergia di diverse persone, associazioni e realtà del territorio che, unendo tutte le competenze, hanno realizzato multiple aree di gioco pensando anche ai bambini affetti da disabilità sensoriali o del neurosviluppo creando quindi un percorso tattilo-plantare che consenta di muoversi in autonomia.

Nello specifico il parco è suddiviso in 5 isole di gioco:
“l’isola della Musica” con veri strumenti musicali con cui creare un piccolo complesso musicale giocare con il ritmo e le diverse sonorità dalle percussioni agli xylofoni;
l’isola del Movimento” con tre altalene diverse, da quella classica, a quella doppia, a quella con seduta sagomata adatta anche alle disabilità fisiche;
l’isola dell’amicizia” dotata di un grande gioco centrale dotato di rampa, pannelli sensoriali, scivoli, salite, una piccola cupola in cui nascondersi o arrampicarsi particolarmente adatta a far sentire a proprio agio i bambini con disturbo dello spettro autistico;
l’isola della Compagnia” con una casetta e un’area mercato accessibili anche alle carrozzine particolarmente adatta alla sperimentazione delle abilità sociali e linguistiche;
l’isola della percezione” con un roller table fatto di rulli rivestiti in gomma e sovrastato da una serie di archi con cui spingersi e scivolare in maniera differente dallo scivolo tradizionale dove poter esercitare l’equilibrio e la propriocettività ma avvicinandosi poter ricevere anche sollecitazioni agli arti superiori.

Ma che cosa vuol dire esattamente fare “inclusione sociale”?
Letteralmente fare inclusione sociale vuol dire “garantire l’inserimento di ciascun individuo all’interno della società indipendentemente dalla presenza di elementi limitanti”.
Un reale approccio all’inclusione sociale, però, non vuol dire predisporre qualcosa per qualcuno con esigenze particolari, ma, in una reale ottica inclusiva, progettare in partenza qualcosa fruibile da TUTTI, comprese le persone con esigenze speciali.
Ed è proprio con questi presupposti che è stato creato il Parco Gioia! Per TUTTI si intende proprio TUTTI:
TUTTI i bambini e, qualora li avessero, i loro genitori o nonni con disabilità che, non dovendo imbattersi in barriere architettoniche, possono serenamente accompagnare i loro bambini al parco.
Agibile anche agli ADULTI con disabilità fisiche e cognitive come i nostri ospiti del Centro Diurno Disabili di Saltrio che hanno approfittato subito dell’esperienza! Vittorio, Gabriele, Gianvittorio e Stefano sono stati i primi testimoni entusiasti di questa opportunità: hanno potuto muoversi in autonomia, hanno provato a suonare strumenti musicali, manipolato oggetti e viaggiato con la fantasia tornando un po’ bambini.

Cosa c’è di più bello che poter trovare serenità e benessere in quello che si sta facendo, scoprendo che non ci devono essere limiti al divertimento e che il gioco può alleggerire anche chi ormai è considerato “grande per queste cose”?
Vogliamo, con questo articolo, riportare la nostra esperienza assolutamente positiva e invitare quante più persone possibili o centri come il nostro ad avvicinarsi e a provare così da poter essere contagiati dalla bellezza di questo parco.

“Grazie Vania” sono state le parole che ho ricevuto da Emanuela Solimeno, una delle due fantastiche mamme che con grinta e tenacia hanno pensato e reso possibile questo progetto, “Grazie perché quel TUTTI a cui noi avevamo pensato ed aspirato si è concretizzato col vostro racconto”.
In realtà siamo noi che dobbiamo ringraziare voi che ci avete creduto per prime, che avete bussato alle porte giuste e raccolto i fondi necessari per la realizzazione di questo progetto e che, insieme ad altri che ci hanno messo testa e cuore, avete dato vita a qualcosa che rende visibile e tangibile quell’ INCLUSIVITA’ di cui tanto si parla ma che troppo poco si concretizza.

Il CDD di Saltrio sarà lieto di ripetere l’esperienza ogni qualvolta ce ne sarà l’occasione perché, come scriveva Antoine de Saint-Exupéry “tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi se ne ricordano”.

Vania Gatto (psicomotricista CDD Saltrio)
Milena Simone (coordinatrice CDD Saltrio