La collaborazione pubblico-privato diventa modello di assistenza alle persone disabili

All’incontro promosso da Solidarietà e Servizi Fondazione con la Fondazione per la Sussidiarietà e i comuni di Busto Arsizio, Cassano Magnago, Marnate si è evidenziata la necessità di dare vita a partnership per mettere veramente al centro la persona e i suoi bisogni

Collaborazione, partnership, co-programmazione, co-progettazione. In sintesi: “Insieme ci riusciamo”. Davanti alla volontà di dare risposte adeguate alle persone, a fronte di bisogni in crescita, la strada da seguire è quella di stare insieme e di unire le forze. E lo strumento da usare è quello del project financing. La testimonianza diretta di questo è arrivata dalla viva voce dei sindaci dei comuni di Marnate, Cassano Magnago e Busto Arsizio, tre realtà storiche per Solidarietà e Servizi cooperativa sociale che sono state coinvolte nell’incontro che Solidarietà e Servizi Fondazione ha organizzato lo scorso 29 settembre all’interno della sede di viale Toscana a Busto Arsizio e al quale ha partecipato anche il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini. «Per guardare al futuro partiamo dalla nostra storia», ha detto in apertura dell’incontro Paolo Fumagalli, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Solidarietà e Servizi cooperativa sociale. «E il nostro futuro è uscire da una logica di appalti per entrare in una logica di gestione diretta dei servizi, attraverso uno strumento che è quello del project financing, la finanza di progetto». Il tutto, «mantenendo fede alla nostra vocazione: assistere, prendendoci cura delle oltre 3.000 persone che ogni giorno sono con noi».

La richiesta di collaborazione posta da Solidarietà e Servizi è stata recepita dai Comuni, diventando una «necessità» nelle parole dei tre sindaci che sono intervenuti. «La collaborazione tra pubblico e privato è necessaria per migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini», ha detto Maria Elisabetta Galli, sindaco di Marnate, il primo paese dove Solidarietà e Servizi ha avviato una fattiva collaborazione con il Comune, realizzando un Centro Socio Educativo (CSE), diventato nel tempo un Centro Diurno Disabili (CDD) e dove la cooperativa sociale intende proporre un servizio residenziale. «È proprio dall’unione delle forze e delle energie che nascono le risposte più efficaci – ha proseguito Galli -. I rapporti con Solidarietà e Servizi affondano le radici fin dagli anni 80. La cooperativa sociale si è insediata in un’area che, con questo intervento, è stata riqualificata dando così avvio a un centro che sin dall’inizio si è rivelato esempio di una fattiva collaborazione tra pubblico e privato». Una collaborazione che, ha proseguito il sindaco, «si basa su dialogo e condivisione di valori, quali l’attenzione alla persona, l’intervento personalizzato e la presa in carico del servizio. E i risultati sono continui».

A Cassano Magnago, Solidarietà e Servizi ha realizzato in co-progettazione con il Comune la Comunità Socio Sanitaria (CSS) e il Centro Diurno Disabili (CDD) e ha dato vita, sempre in collaborazione con il Comune, alla Residenza Isa Tanzi, una casa che ospita dieci persone con disabilità. «Sono tre importantissimi esempi che ci raccontano di persone, di idee, ma soprattutto ci fanno guardare al domani», ha detto il sindaco di Cassano Magnago, Nicola Poliseno. «Vent’anni  fa, pioneristicamente, abbiamo fatto la scelta del project financing, uscendo dalla logica dell’appalto, e siamo andati alla ricerca di partner solidi. L’esperienza dimostra che abbiamo lavorato bene: dando concretezza al progetto e permettendogli di crescere nella risposta ai bisogni. L’ente comune deve guardare con attenzione allo strumento del project financing: è il futuro».

Busto Arsizio non è solamente il comune dove Solidarietà e Servizi ha sede, ma è la città dove sono molti i servizi avviati e gestiti dalla cooperativa sociale. In particolare, il Centro Diurno Disabili (CDD) “Manzoni” dedicato ai minori, il Centro Socio Educativo (CSE) di piazza XXV Aprile e il CSE che si trova in viale Toscana, dove ha sede anche tutto il comparto produttivo e l’Area Inserimento Lavorativo della cooperativa. Non ultimi, il Servizio di Formazione all’Autonomia (SFA) di via XX Settembre, il Servizio di Inserimento Lavorativo (per persone disabili e fragili) del Distretto di Busto Arsizio e un Servizio Accreditato al Lavoro per l’erogazione di Doti Regionali. «Umanità e professionalità: questo è Solidarietà e Servizi», ha ricordato il sindaco Emanuele Antonelli. «Se l’obiettivo di un’amministrazione è promuovere l’inclusione sociale e lo sviluppo del territorio, occorre garantire la collaborazione con il terzo settore, privilegiando chi è in grado di proporre soluzioni. E questa è co-programmazione». Ha proseguito: «L’obiettivo deve essere quello di mettere sempre al centro la persona, potenziando interventi specifici che tengano presente i bisogni. Serve quindi un nucleo di lavoro pubblico-privato che sappia valutare le aspettative e i bisogni delle persone disabili, in particolare i minori. In una parola, co-progettazione». E sul project financing, Antonelli ha ribadito l’importanza dello strumento: «È necessario per ottenere certi risultati perché spesso i comuni non hanno i mezzi. È il futuro, ma è anche il presente. Noi ci siamo».

Della necessità di rafforzare la collaborazione pubblico-privato ha parlato anche Vittadini, che ha fatto riferimento alla ricerca “Anziani e disabili, un nuovo modello di assistenza”, cui Solidarietà e Servizi collabora, e che è realizzata con il Politecnico di Milano, l’Università di Bergamo, l’Università Bicocca e l’Università di Parma, oltre che con la Fondazione Don Gnocchi e la Fondazione Sacra Famiglia. Vittadini ha definito come deve essere la nuova assistenza: solidale, sussidiaria e sostenibile. Ovvero, «deve mettere al centro la persona, affiancandosi alla famiglia per non far uscire il malato dal sistema della vita normale», ha detto il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. La sussidiarietà è sostenuta dal «partenariato pubblico-privato per costruire risposte organiche, composite, dove, di fronte a un bisogno, l’ente pubblico sceglie sulla base non di un appalto, magari al massimo ribasso, ma di una progettualità fatta secondo il criterio della qualità. Questo in un contesto di rete e specializzazione». Non ultima, la sostenibilità:  «Non è solo l’ambiente, ma anche la parità, l’abitabilità, l’uguaglianza, il dare lavoro. Sono 17 obiettivi che descrivono una nuova concezione di impresa». In quest’ottica, l’esperienza di Solidarietà e Servizi e dei tre Comuni intervenuti possono assurgere a modello di una moderna assistenza. Ha concluso Vittadini: «La metodologia che è stata illustrata oggi, e che Solidarietà e Servizi vuole adottare, con ogni probabilità sarà quella con cui affronteremo il futuro».

Il dono genera dono: nasce un nuovo spazio per i ragazzi del Centro Diurno Disabili “Manzoni”

Il ricordo di nonna Rosa ha dato il via ai lavori per la creazione della nuova stanza sensoriale al CDD di Solidarietà e Servizi per aiutarli nella relazione e nel rilassamento

Il ricordo delle persone care può dar vita a nuovi progetti. E dal dono che questo affetto genera, nascono spazi innovativi, ma soprattutto attesi e capaci di mettere in atto ancora di più quel “prendersi cura” che contraddistingue Solidarietà e Servizi.  È quanto avvenuto – e sta avvenendo – al Centro Diurno Disabili (CDD) “Manzoni” di Busto Arsizio dove sono iniziati i lavori per la realizzazione di una stanza Snoezelen. Si tratta di una stanza sensoriale ideata appositamente per stimolare tutti i sensi, attraverso effetti di luce, colori, suoni, musica, profumi e materiali diversi. Il nome da cui prende origine è un neologismo: “snoezelen” è infatti la sintesi delle parole olandesi “snuffelen” (trovare, esplorare) e “doezelen” (sonnecchiare, pisolare) che descrive bene l’esperienza multisensoriale che può offrire ai ragazzi del CDD nell’ottica di migliorare la relazione, il rilassamento e la scoperta di sé.

A dare il via al progetto è stata la donazione della famiglia Albè che, in ricordo della nonna Rosa, persona molto vicina al “Manzoni”, ha deciso di destinare al CDD di Busto Arsizio le offerte raccolte in occasione del funerale. La somma ha permesso non solamente di iniziare l’intervento per la realizzazione della stanza, ma ha attivato anche una cordata di solidarietà. I familiari di nonno Mario, persona a sua volta molto amica del Centro, hanno seguito l’esempio garantendo un’ulteriore tranche di lavori. Per arrivare all’ultimazione dell’intervento il percorso però è ancora lungo. In prima linea ci sono gli stessi ragazzi del “Manzoni” che si stanno dando da fare per aumentare i fondi raccolti. Anche perché l’hanno già in parte sperimentata e ne sono rimasti letteralmente entusiasti. «Bella! Ma quando la facciamo?», chiede Nicole che fin dall’inizio ne è rimasta affascinata. «Questa stanza mi piace perché dentro c’è tutto quello che può farci giocare e rilassare». Non da meno è Thomas, consapevole che anche lui la potrà frequentare: «Bella, e la possiamo usare anche noi “grandi”».

Per il momento la stanza è stata dipinta, adattata e  in parte attrezzata. Il colore scelto è stato il rosa, in ricordo della nonna da cui tutto è partito. E, nonostante il lavoro non sia terminato, l’inizio è di sicuro buon auspicio perché testimonia concretamente quell’insieme ci riusciamo che guida Solidarietà e Servivi nel prendersi in carico le persone con disabilità da più di 40 anni. 

Autonomia e talento: Antonio Caci protagonista al campionato italiano di tennistavolo

Dal Centro Socio Educativo di viale Toscana di Solidarietà e Servizi a Marsala, lungo un percorso fatto di attenzione allo sviluppo dell’autonomia

Un bellissimo podio per il “nostro” Antonio Caci. Il giovane, che frequenta il Centro Socio Educativo (CSE) di Solidarietà e Servizi in viale Toscana a Busto Arsizio all’interno di un percorso di sviluppo della propria autonomia, si è aggiudicato una splendida medaglia ai campionati italiani di tennistavolo FISDIR (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali) nella categoria C21 che si sono svolti a Marsala (TP) all’inizio dello scorso mese di settembre. Antonio, che ha gareggiato con i colori dell’associazione sportiva dilettantistica Orizzonte di Gela (CL), è uno sportivo a tutto tondo: appassionato di pallacanestro, si è dedicato al pingpong nei mesi estivi delle vacanze e, mettendo a frutto il percorso personalizzato fatto nel tempo al CSE per migliorare le proprie abilità, è diventato subito campione. «È stata una bellissima esperienza: Antonio si è impegnato al massimo dimostrando di avere anche una particolare attitudine a questo sport», racconta la mamma Donata che, insieme con il papà Saverio, lo ha accompagnato ai campionati nazionali. «Eravamo in vacanza a Gela e avremmo dovuto rientrare a fine agosto. Ma visto l’entusiasmo e soprattutto i risultati che iniziava a conseguire, abbiamo deciso di prolungare il soggiorno per dare ad Antonio questa opportunità. E ne è valsa la pena».

Si tratta sicuramente di un ottimo risultato per Antonio, al quale vanno le congratulazioni di tutta Solidarietà e Servizi, ma anche una bella soddisfazione per gli operatori del Centro Socio Educativo: ancora una volta l’attenzione alle attitudini di ciascuno, l’accompagnamento paziente alla crescita personale e alla progressiva capacità di far fronte agli impegni che ogni quotidianità richiede mostrano il loro frutto.

Antonio ha affrontato i campionati da vero atleta. Perché il tennistavolo non è solamente non far cadere mai la pallina, ma richiede abilità particolari: vengono infatti richiesti movimenti adeguati, il saper tenere la racchetta in modo corretto e una grande concentrazione. «La prestazione di Antonio è stata sorprendente sia per impegno ma anche per i risultati ottenuto nel confrontarsi con atleti molto preparati sia dal punto tecnico che atletico», aggiunge Natale Saluci, presidente dell’associazione Orizzonte che da 25 anni opera nell’ambito della riabilitazione psicofisica delle persone disabili e svolge il programma internazionale di Special Olympics con l’obiettivo di promuovere interventi che permettono l’integrazione sociale dei disabili. «Conosco Antonio da quando era piccolo: ha fatto un percorso importante e, divertendosi, si è impegnato molto. Può migliorare ancora, ma se continua con lo stesso entusiasmo potrà ottenere ottimi risultati dal punto di vista tecnico e atletico».

A beneficio di Antonio e di altri ospiti che vorranno cimentarsi in questa disciplina, il CSE di Solidarietà e Servizi si sta attivando per avviare una collaborazione con una realtà sportiva territoriale proprio dedicata al tennis da tavolo.

Qui il video dell’intervista del Quotidiano di Gela a Natale Saluci e alla famiglia di Antonio Caci.