Persone disabili e lavoro: come le aziende possono trasformare un obbligo in valore

La Provincia di Varese: «L’articolo 14 della Legge Biagi è attuale, ma poco sfruttato. Serve far conoscere le buone prassi del nostro territorio come Solidarietà e Servizi»

Una legge ancora attuale e che può creare sempre maggiore valore. Ma serve non solamente un maggior coordinamento tra le aziende profit e le cooperative, ma una più ampia valorizzazione delle cooperative stesse. Agli occhi della Provincia di Varese, ente in prima fila nell’inserimento del mondo del lavoro delle persone disabili, Solidarietà e Servizi diventa modello «da seguire», al fine di «aprire sempre più le porte della cooperazione sociale alle persone disabili medio – gravi per un lavoro sociale dignitoso». Fabrizio Simonini, responsabile Collocamento Mirato Disabili (CMD) del Settore Lavoro della Provincia di Varese, delinea un quadro chiaro della situazione attuale tra lavoro e disabilità.

La cornice di riferimento è data dalla legge 68/99 che, 23 anni fa, introdusse l’obbligo, per le aziende che superano i 15 dipendenti, di assunzione di disabili in percentuale alla quantità dei lavoratori dell’azienda stessa. Per dare maggior attuazione a questo obbligo, Marco Biagi, di cui sono stati celebrati lo scorso 19 marzo i 20 anni dal suo assassinio, diede vita a una legge (che porta il suo nome) che coinvolse anche le cooperative sociali. L’articolo 14 dà infatti la possibilità alle aziende interessate di far assumere il lavoratore svantaggiato tramite cooperative sociali di tipo B, a patto di affidare commesse di lavoro alla cooperativa stessa in modo da coprire il costo dei lavoratori inseriti e i rispettivi costi di produzione.

«La Provincia si occupa di far incontrare domanda e offerta, quindi aziende e persone disabili. Ma l’articolo 14 ha di fatto aperto una possibilità molto interessante per il mondo profit. Affidando l’assunzione a una cooperativa, l’impresa assolve l’obbligo e, dando lavoro alla cooperativa stessa, genera  valore», sottolinea Simonini.

La situazione nel territorio varesino ha visto nel 2021 il coinvolgimento di una quindicina di realtà aziendali importanti che ha dato vita a 36 posti di lavoro per persone disabili. Inoltre, attraverso i SIL (Servizi Inserimento Lavorativo) della Provincia ci sono stati 362 avviamenti al lavoro. «L’articolo 14 non è sfruttato in tutto il suo potenziale», continua il responsabile del CMD. A questi dati, si aggiungono i 4 milioni di euro che le aziende, pur di non incappare nelle pesanti sanzioni, versano per non assumere le persone disabili. «Sono gli esoneri, per i quali è richiesta documentazione specifica che attesti pericolosità, complessità di un dato lavoro, quindi non adatto a persone con disabilità».

A questo punto però, i temi da affrontare sono almeno due. «Con le aziende che ricorrono all’esonero è necessario attivare un dialogo: non solamente perché per loro possono aprirsi grandi opportunità, ma anche perché è proprio dall’articolo 14 che può derivare un maggiore valore per loro e un valore aggiunto a livello sociale», aggiunge Simonini. Non certo secondo, il capitolo cooperative sociali cui la Legge Biagi affida un ruolo fondamentale. «Le cooperative hanno infatti un grande potenziale: possono creare per le persone disabili un ambiente di lavoro performante e soddisfacente allo stesso tempo, e soprattutto in un contesto  di protezione. Possono quindi dare un valore aggiuntivo, trasformando quello che per un’azienda profit è un obbligo, in un vantaggio sociale e non solo».

In questa ottica arriva proprio dalla Provincia di Varese l’idea di mettere in risalto le buone pratiche del territorio. E tra queste c’è Solidarietà e Servizi. «All’interno di un’azione di sistema, vorremmo mettere in campo un maggiore dialogo tra terzo settore e imprese profit, con linea di finanziamento ad hoc che faccia conoscere le buone prassi come Solidarietà e Servizi. Lo scopo non è solamente dare nuova linfa alle potenzialità dell’articolo 14, ma fare in modo che anche tutto il sistema cooperativo possa trarne ispirazione e spirito di emulazione».

Conclude: «Sul tema delle persone disabili e del lavoro serve un passo in avanti perché se l’istituto dell’esonero può rappresentare una “scappatoia” per le imprese, questo è però di fatto solamente un costo per loro. Valorizzando le buone prassi della provincia di Varese, è possibile azzerare un costo e trasformarlo in un servizio vero. La disabilità non può e non deve essere momento di ostacolo, ma spunto per favorire l’integrazione, attraverso percorsi professionalizzanti e di valore. In questo Solidarietà e Servizi è testimone di come sia possibile operare in favore della disabilità, con lavori di alto livello che diventano occasione di crescita per la persona disabile, per la cooperativa e per l’impresa stessa».