Benessere collettivo e sviluppo sostenibile: il nuovo modello della sussidiarietà

Solidarietà e Servizi Fondazione ha organizzato a Cassano Magnago la presentazione del Rapporto 2022 della Fondazione per la Sussidiarietà: dalla collaborazione nascono gli elementi per superare la crisi

Un nuovo modello è possibile: la sussidiarietà contribuisce al benessere collettivo. Partecipare ad attività sociali e di volontariato migliora la qualità della vita e riduce il rischio di povertà. È quanto emerge dal Rapporto 2022 della Fondazione per la Sussidiarietà che è stato realizzato in collaborazione con ISTAT e che è stato presentato mercoledì 23 marzo nell’evento organizzato dalla Solidarietà e Servizi Fondazione nell’ex chiesa di San Giulio a Cassano Magnago. La cooperativa sociale Solidarietà e Servizi, fondatrice e socio unico dell’omonima Fondazione, ha scelto un territorio a cui è molto legata per un appuntamento importante, «capace di testimoniare quanto la coprogettazione e la coprogrammazione siano alla base di un nuovo modello di sviluppo, di un approccio sussidiario nell’ambito del quale pubblico e privato non sono “l’un contro l’altro armati”, ma collaborano per la crescita del benessere comune», ha introdotto il Presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi, Domenico Pietrantonio seduto al tavolo insieme con Giorgio Vittadini Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Federico Visconti, Rettore della LIUC – Università Cattaneo e Patrizio Tambini, Vicepresidente di Confcooperative Insubria. «La storia della cooperativa sociale a Cassano Magnago inizia nel 1998 e qui oggi gestisce quattro servizi: un centro diurno disabili, due case per persone con disabilità e un servizio per l’inserimento lavorativo. Ci prendiamo cura di 240 persone attraverso un modello che ha la sussidiarietà alla base». Una sussidiarietà che «è profondamente legata alla solidarietà», gli ha fatto eco il Sindaco di Cassano Magnago, Pietro Ottaviani, che è entrato subito nel merito del tema parlando di «cittadino partner» e richiamando il concetto di responsabilità per don Lorenzo Milani, «un concetto fatto di partecipazione e impegno».

È partendo dal basso, da una spinta frutto di una cultura sussidiaria che è possibile raggiungere uno sviluppo sostenibile. «In questo rapporto “Sussidiarietà e … sviluppo sociale” (come anche recitava il titolo della serata, ndr) siamo andati a misurare l’atteggiamento personale, riscontrando che la collaborazione può fare la ricchezza di un territorio», ha detto Vittadini illustrando i contenuti del Rapporto 2022. «Il BES, ovvero il Benessere Equo Sostenibile identificato da ISTAT, calcola anche lo sviluppo. E scopriamo che chi ha un atteggiamento relazionale e partecipa alle attività sussidiarie ha degli importanti benefici in termini di occupazione, lavoro e minor rischio alla povertà. Chi è attivo sul fronte del volontariato e in ambito non profit si mette in moto, generando benessere. Testimonianza viva e concreta l’abbiamo in Solidarietà e Servizi: più che una cooperativa sociale, una realtà imprenditoriale capace di mettere in azione, capace di creare lavoro». In sintesi: «La sussidiarietà migliora la vita e favorisce lo sviluppo sociale», ha proseguito il Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. In questo contesto, il terzo settore gioca un ruolo nodale. «La coprogettazione e coprogrammazione rappresentano dei pilastri dello sviluppo. Questo Rapporto è un punto di partenza; per provare a uscire dalla crisi occorre una valorizzazione intelligente di realtà come Solidarietà e Servizi, realtà capaci di collaborare mettendo al centro il bene comune».

Esempi di come l’approccio sussidiario possa dare un valore aggiunto sono stati portati dal Rettore della LIUC. «Lo scenario che abbiamo davanti è cambiato: gli enti del terzo settore hanno assunto una dimensione di management importante e la distanza tra profit e non profit si sta restringendo», ha detto Visconti. In questo quadro è chiaro che la direzione da perseguire è la collaborazione. Come quella avviata tra Solidarietà e Servizi e LIUC. «Abbiamo trovato una formula originale per sostenere un assegno di ricerca. Per noi questo ha una valenza simbolica importante e per la cooperativa sociale è l’opportunità di far crescere un giovane ricercatore nello studio di soluzioni domotiche che possano favorire l’autonomia delle persone con disabilità». Così anche Tambini che ha testimoniato il fermento che stanno vivendo le cooperative. «Rappresentano tradizionalmente la risposta a un bisogno che nasce dal basso; non aspettano le istituzioni, ma dalle istituzioni vogliono supporto». Gli esempi concreti sono molti in ambito sociale. «Ma oggi le cooperative stanno dimostrando che non c’è il monopolio del pubblico nelle politiche attive del lavoro, così come nell’accoglienza dell’immigrazione. Il concetto di sussidiarietà apre nuove frontiere e rilancia dal basso la necessità di un’assunzione di responsabilità diffusa». E quando si parla di lavoro, di lavoro vero, Solidarietà e Servizi è capace di essere un punto fermo. «Facciamo lavorare 62 persone disabili e fragili e ne abbiamo 11 in formazione. Vorremmo arrivare ad assumerne 100, perché con un’occasione di lavoro queste persone possono cambiare la loro vita. L’appello che rivolgo ad aziende, enti e professionisti è di affidarci commesse, aiutarci a reperire lavoro per dare sempre più risposte», ha concluso Pietrantonio.

Nasce la nuova Casa di Via Francana: a Pavia prende corpo il progetto per Paride, Stefano e Michele

La volontà di condividere e dare risposta al bisogno di tre persone con disabilità ha portato all’avvio di un altro progetto sviluppato insieme da Solidarietà e Servizi e dall’Associazione Un Nuovo Dono

Diventare grande alla soglia dei 50 anni. È la scelta che ha fatto Paride, persona con disabilità del CDD – Centro Diurno Disabili – le Betulle di Pavia e che ha portato alla nascita della nuova Casa di Via Francana, l’housing realizzato dalla Cooperativa Sociale Solidarietà e Servizi e dall’Associazione Un Nuovo Dono che ospiterà Paride insieme con due suoi amici, anche loro disabili, Stefano e Michele. Il tutto è nato dal desiderio di Paride. «Da tre anni vivo con mia cugina Maristella e ci vogliamo tanto bene. Ma ho capito che, per stare bene entrambi, abbiamo bisogno di avere i nostri spazi, stare in due case separate. Sto provando a vivere da solo, ma faccio fatica, anche se so che la fatica mi aiuta a crescere», racconta Paride. «Così ho chiesto a due miei amici di venire a vivere con me. La casa è in ristrutturazione, avrà un bel pavimento in legno con le venature; quando sarà terminata potrò ospitare mia cugina a pranzo, come una persona adulta».

Sarà una casa vera e propria, voluta, pensata e progettata sulle esigenze di quelli che sono i bisogni delle persone che la vivranno. Infatti, partendo dall’esperienza della Casa di Via dei Liguri, che è aperta dal 2018, Solidarietà e Servizi e l’Associazione Un Nuovo Dono stanno così rispondendo al bisogno di Paride, ma anche a quelli di Stefano e Michele: diventare adulti. «La Casa di Via Francana non è una replica di quella di Via dei Liguri, ma è un progetto che nasce dai bisogni specifici delle persone che la abiteranno. Abbiamo intercettato la fatica di tre famiglie e valutato anche la compatibilità di far convivere tre persone con disabilità. Il risultato è nel poter dare la possibilità a Paride, Stefano e Michele di realizzarsi proprio come persone e alle famiglie di staccarsi da una situazione che stava diventando faticosa», spiega Simona De Alberti, referente di Solidarietà e Servizi per la città di Pavia. La Casa di Via Francana «nasce dalle legge sul Dopo di Noi ed è realizzata su misura per le persone che l’abiteranno». Si concretizza così quel «camminare insieme che contraddistingue il modo di operare della Cooperativa Sociale. In questo stare insieme c’è anche la necessità di prendere consapevolezza che i bisogni nel corso della vita possono cambiare. E a questi bisogni sappiamo dare risposta attraverso una coprogettazione personalizzata dove intervengono la persona interessata, la famiglia, la rete dei servizi con istituzioni ed enti pubblici e gli operatori».

Formalmente la Casa di Via Francana è la casa di Paride: un appartamento composto da tre locali che con il suo amministratore di sostegno ha deciso di mettere a disposizione in comodato d’uso all’Associazione Un Nuovo Dono. Le mura però necessitavano di un intervento di ristrutturazione anche per adeguare gli spazi al nuovo utilizzo. «È stato fatto un lavoro importante che tutti i soggetti coinvolti hanno sentito come proprio», precisa Brunello Reali, socio dell’Associazione Un Nuovo Dono che sta seguendo le operazioni di ristrutturazione degli spazi. «Tutto è partito da Paride, dal suo entusiasmo e dalla sua voglia di poter crescere. Attorno a lui progettisti e maestranze sono andati ben oltre il loro dovere e si sono lasciati coinvolgere in quello che è un lavoro condiviso a tutti gli effetti, partecipato e soprattutto guidato dalla voglia di dare l’opportunità alle tre persone interessate di vivere un’esperienza positiva; avere una vita normale, avere una casa dove vivere e crescere insieme». I lavori sono orami alle fasi finali, l’apertura della nuova Casa è prevista nel mese di aprile.

La storia del Palio di Legnano passa da Solidarietà e Servizi

La Fondazione Palio ha affidato alla cooperativa sociale la digitalizzazione dell’archivio storico: una scelta dal valor aggiunto per far crescere in autonomia le persone disabili e fragili

La storia del Palio di Legnano passa da Solidarietà e Servizi e acquisisce un valore aggiunto. Accanto a quello storico, con gli importanti documenti che raccontano le varie manifestazioni rievocative della Battaglia di Legnano, c’è la crescita in autonomia delle persone disabili e fragili della cooperativa sociale coinvolte nel progetto. La Fondazione Palio di Legnano ha infatti affidato al reparto di Gestione Documentale dell’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi la digitalizzazione di tutto l’archivio storico del Palio, oltre mille pagine che, come dice Emiliano, il quale fa parte del team di 19 persone che lavorano al Centro Servizi documentale della cooperativa sociale, «ci rende un po’ orgogliosi: se un giorno qualcuno vorrà studiare la storia del Palio, lo potrà fare attraverso i documenti che noi abbiamo digitalizzato. Questo lavoro è particolarmente interessante sia perché mi permette di coltivare la mia passione per la storia, sia perché così posso partecipare alla costruzione di una memoria locale, operando a stretto contatto con le fonti principali, ovvero i documenti originali». Un tassello in più per Emiliano; un lavoro che gli permette di attuare il suo progetto di vita e proseguire nel cammino verso la crescita personale e in autonomia.

«Lo sappiamo bene: affidarsi a Solidarietà e Servizi ha un valore aggiunto», dice Luca Roveda, vicepresidente della Fondazione Palio di Legnano. «La cooperativa sociale è un partner affidabile, che dà garanzie a livello professionale. Non solo. Facendo lavorare persone con disabilità e fragili, individuando le mansioni più adatte per valorizzare i talenti di ciascuno, permette di creare benessere; un benessere che si moltiplica. La persona coinvolta nel lavoro trova soddisfazione e gratificazione, oltre alla possibilità di crescita. E questo si riversa anche sul suo contesto familiare. La professionalità e la qualità del lavoro sono così impreziosite da un impatto sociale che va oltre la semplice commessa».

In concreto, il lavoro affidato prevede la digitalizzazione dei documenti del Palio di Legnano provenienti dall’archivio delle contrade e da archivi privati. Un patrimonio che era disperso tra diversi soggetti conservatori e che, grazie all’iniziativa della Fondazione Palio di Legnano, sarà raccolto, digitalizzato e reso disponibile in quello che è stato chiamato HistoryLab. «Sono documenti che coprono circa 60 anni di storia e che rappresentano una memoria ineguagliabile. Ci sono ad esempio il regolamento del primo Palio, ma anche diari e verbali del Collegio dei Capitani, registri, pubblicazioni e la rassegna stampa con gli articoli dei giornali dell’epoca», spiega Giorgia Bombelli, responsabile del reparto Documentale di Solidarietà e Servizi. È un lavoro complesso, dove la complessità non è dettata solamente dalla diversità dei supporti da digitalizzare. «Ci sono pubblicazioni rilegate, quaderni scritti e illustrati a mano, articoli di giornale e materiale promozionale del tempo, in formati diversi, dai volantini fino ai manifesti», aggiunge Federica, team leader del progetto di Solidarietà e Servizi. «La complessità è data anche dal materiale datato e, quindi, spesso fragile, che deve essere maneggiato con estrema cura, oltre che dal metodo di lavoro dove il confronto con il cliente è costante». In questo, protagoniste sono le persone disabili e fragili che vi lavorano. «Ciascuno ha un motivo in più perché parliamo di lavoro vero, tarato sulle reali potenzialità della persona, per far emergere i suoi talenti e permettere una crescita personale e in autonomia».

La presa in carico delle persone disabili passa anche attraverso l’attenzione per l’ambiente

Dopo il raggiungimento della Certificazione Ambientale, Solidarietà e Servizi ha ottenuto l’Attestato Energia Elettrica Certificata da A2A

L’attenzione ai temi green passa da scelte precise, puntuali e concrete. Perché, quando si tratta di prendersi cura delle persone disabili, Solidarietà e Servizi vuole prendersi cura anche dell’ambiente in cui vivono. La cooperativa sociale ha ricevuto nei giorni scorsi l’Attestato Energia Elettrica Certificata da parte di A2A quale documento che testimonia la fornitura di energia elettrica prodotta da sole fonti rinnovabili. Un tassello in più che va ad ampliare l’impegno di Solidarietà e Servizi in favore dell’ambiente. Infatti, con la scelta di affidarsi ad A2A, la cooperativa sociale ha proseguito lungo il percorso “green” avviato già alcuni anni fa con l’ottenimento della Certificazione Ambientale ISO 14001. Lo standard ISO 14001 rappresenta infatti il punto di riferimento normativo per le aziende e le organizzazioni che si sono dotate di un Sistema di Gestione Ambientale. Si tratta di un Sistema caratterizzato dallo sviluppo e dall’attuazione di una precisa politica ambientale, al fine di istituire o di integrare nel proprio sistema organizzativo le regole per una gestione efficace con riferimento agli aspetti ambientali. Come ha scritto Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, «l’ambiente è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità», è «eredità comune» da amministrare e non da distruggere. E Solidarietà e Servizi di questa eredità se ne è fatta interprete, nel suo operare quotidiano al fianco e in supporto alle persone con disabilità e fragili, con scelte precise e proattive in favore dell’ambiente.