A Busto Arsizio inaugurato il nuovo CSE – Centro Socio Educativo – “Oltre”:  spazio per la relazione e l’autonomia

Solidarietà e Servizi ha attivato un nuovo servizio all’interno della propria sede, un progetto inserito in un contesto cittadino per andare oltre la disabilità e far crescere le capacità delle persone

Il nuovo anno si è aperto con un’importante novità per Solidarietà e Servizi: è stato avviato il nuovo CSE – Centro Socio Educativo – “Oltre”. Al civico2 di via Isonzo a Busto Arsizio, la cooperativa sociale ha attivato un nuovo servizio per dare risposte puntuali ai bisogni registrati, ma anche per dare concretezza al Piano di Impresa Sociale 2021-2024 che sta caratterizzando la strategia e l’azione di Solidarietà e Servizi. «In questo nuovo servizio trova attuazione una delle parole cardini della nostra strategia: autonomia. Che significa sostenere l’autonomia delle persone disabili, non per assisterle ma offrendo percorsi di vita per valorizzare i talenti che hanno nell’ottica di garantire anche degli spazi di lavoro vero», spiega il presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi cooperativa sociale, Domenico Pietrantonio. «Inoltre, è un CSE che si trova nella sede della nostra cooperativa e realizza quel senso di appartenenza a un progetto unico che pone il lavoro come servizio, un servizio alla persona».

Inaugurato  ufficialmente sabato 22 gennaio con l’incontro a distanza “A diventare grandi si incomincia da piccoli”, guidato dalla dottoressa Katia Tonnini, pedagogista della cooperativa San Vitale di Ravenna, che ha visto l’intervento anche dell’assessore all’Inclusione sociale di Busto Arsizio Paola Reguzzoni, il CSE “Oltre” è il risultato di una progettazione e di una programmazione durate quasi un anno. «Abbiamo valutato l’esistenza di un bisogno particolare; quindi è stata avviata una progettazione che ha portato non solamente alla sistemazione degli spazi, ma anche a una attività di formazione necessaria del personale», dice Laura Puricelli, responsabile Area Presa in carico e Progettazione sociale di Solidarietà e Servizi. «L’idea che ci ha guidato è stata quella di dare vita a un servizio mirato, dedicato alle persone disabili che hanno maggiormente bisogno di attenzione relazionale ed emotiva, sfruttando anche la vicinanza con il progetto “Avanti tutta” che dall’autunno scorso accoglie adolescenti con sindrome dello spettro autistico. In quest’ottica sono stati pensati gli spazi a disposizione che, adatti ad accogliere fino a 15 persone, meglio si prestano per questo tipo di intervento».

Sul fronte delle attività, la posizione del CSE è strategica. «Siamo posti in un contesto cittadino che  permette di scoprire il territorio, attivare situazioni relazionali e fare esperienze vere come, ad esempio, il fare la spesa, andare al parco e fare piccole commissioni», continua Carmen Sportiello, coordinatrice del CSE “Oltre” e del CSE di viale Toscana a Busto Arsizio di Solidarietà e Servizi. «Non certo secondario è il fatto di essere inseriti all’interno della sede, il cuore gestionale della cooperativa sociale. È anche questo un motivo per creare occasioni di relazione, di comprendere che si è parte di un progetto».

In quest’ottica si inserisce anche la scelta del nome: “Oltre” perché «è un servizio che accompagna le persone disabili mira a far fare loro dei passi in avanti. È anche la volontà di guardare oltre la fragilità che la persona ha oggi per far emergere le sue capacità», conclude Puricelli.

«Facciamo teatro, informatica e andiamo in centro. Il nuovo spazio è perfetto»

La testimonianza diretta delle persone che frequentano il CSE – Centro Socio Educativo – “Oltre” aperto nella sede della cooperativa sociale Solidarietà e Servizi. Tante le attività proposte per far crescere l’autonomia delle persone disabili

Uno spazio accogliente, riservato e ricco di attività per crescere, sviluppare l’autonomia e potenziare le capacità. Gli ospiti del nuovo CSE -Centro Socio Educativo – “Oltre” di Solidarietà e Servizi promuovono a pieni voti il servizio che è stato inaugurato sabato 22 gennaio a Busto Arsizio. Tanto che nessuno riesce a trovare un solo elemento di critica. «È perfetto», sintetizza Emanuele che dopo aver frequentato il CSE di viale Toscana della cooperativa sociale è approdato nella struttura di via Isonzo 2. «In viale Toscana mi trovavo bene, ma anche qui si sta bene. Non solamente per gli spazi grandi e silenziosi, ma anche per le tante attività che facciamo», prosegue. «Qui coloro da solo. E sto preparando una sorpresa per gli educatori (ma è meglio non anticipare nulla, ndr). Scrivo al computer, gioco, faccio le costruzioni e presto potrò cucinare primi piatti, secondi ma anche dolci». Ma Emanuele sa bene cosa farà non appena possibile: «La polenta. È il mio piatto preferito; un piatto semplice con solamente acqua, farina e polenta che potrò preparare acquistando direttamente gli ingredienti».

Perché uno degli aspetti che caratterizza il CSE “Oltre” è la sua collocazione logistica: inserito nel tessuto cittadino di Busto Arsizio. «Bastano cinque minuti a piedi per essere in centro», sottolinea Matteo tra i portabandiera più entusiasti del nuovo spazio. «Posso andare a fare compere per allestire bene questo luogo», aggiunge, forte della recente esperienza che lo ha portato insieme con gli educatori a comprare dei faldoni che servivano al CSE. «Ma possiamo ordinare anche la pizza che è sempre una bella sorpresa».

Il piccolo palco e l’ampio salone che contraddistinguono “Oltre” sono i luoghi prediletti per fare teatro. Continua: «Un’esperienza che mi piace tanto perché mi permette di interpretare delle scenette e di esprimermi. Come l’attività di musica e l’informatica: ogni giorno ha un programma specifico». Ogni proposta è finalizzata ad accrescere l’autonomia nella persona disabile e far emergere quelli che sono i suoi talenti. «Qui faccio informatica, posso andare al mercato e fare gli acquisti», racconta Omar, impaziente di iniziare il tempo pieno a febbraio. «Ma anche faccio attività con le costruzioni e con l’assemblaggio faccio anche un piccolo lavoro. Presto potremo fare attività anche in cucina, che a me piace molto». Il piatto preferito? «Pasta cacio e pepe». Oltre alla sala dedicata ai computer e all’aula per le attività, il nuovo CSE può usufruire anche di uno spazio dedicato alla visione di film e delle altre opportunità logistiche della sede della Solidarietà e Servizi all’interno della quale è inserito. 

Comune di Busto Arsizio: «Davanti a bisogni crescenti, la risposta è nella sussidiarietà e nella co-progettazione»

Nelle parole dell’Assessore all’Inclusione sociale e Salute Paola Reguzzoni, intervenuta all’inaugurazione del nuovo CSE “Oltre” della Solidarietà e Servizi, l’importanza di offrire progetti di vita legati all’autonomia

Autonomia, progetti di vita personalizzati e cura della persona in un’ottica di co-progettazione e co-programmazione. Sono gli aspetti che uniscono Solidarietà e Servizi cooperativa sociale, Solidarietà e Servizi Fondazione e il Comune di Busto Arsizio e che sono stati rimarcati dall’Assessore all’Inclusione sociale e Salute Paola Reguzzoni in occasione dell’incontro “A diventare grandi si comincia da piccoli”; momento che ha inaugurato, sabato 22 gennaio, il nuovo CSE – Centro Socio  Educativo – “Oltre” che Solidarietà e Servizi ha aperto nella propria sede di via Isonzo 2, proprio a Busto Arsizio. «In un contesto nel quale gli enti pubblici hanno sempre meno risorse, Busto Arsizio è riuscito a incrementare le quote da mettere a disposizione al mondo della disabilità», ricorda l’Assessore. «Con due obiettivi: innanzitutto, ridurre, se non annullare, le liste di attesa nel rispetto delle persone disabili e delle loro famiglie; non certo secondo, incrementare i servizi offerti. I bisogni sono in crescita, soprattutto in riferimento alla problematicità dell’autismo: occorre intervenire per aumentare la capacità di risposta del territorio».

L’avvio di un nuovo CSE è, in parte, una risposta a questi bisogni crescenti. «Ci inseriamo in una logica sussidiaria che è vincente – prosegue Reguzzoni -. Nei Piani di zona, che sono in approvazione, al tavolo legato disabilità che vede la presenza degli enti del terzo settore, abbiamo iniziato a parlare di co-progettazione intesa come capacità di ascolto e di interlocuzione da parte del pubblico con i soggetti privati. Il punto di forza di un ente pubblico è la sua solidità, mentre le realtà private cooperative hanno maggiore agilità nel dare risposte. Ognuno di noi, quindi, deve saper dare il proprio apporto».

Questo, a fronte non solamente di maggiori bisogni, ma anche di un nuovo approccio. «La specializzazione dei servizi è stata la svolta nell’approccio alla disabilità. Mentre prima le istituzioni centrali investivano in strutture di grandi dimensioni, dove il singolo bisogno andava in secondo piano rispetto al comun denominatore della disabilità, oggi i piani di intervento sono più personalizzati. Alla sola necessità di sorveglianza è subentrato un approccio differente, dove la persona disabile è inserita in un processo personalizzato di crescita. È un cambiamento che stiamo cogliendo, per quanto riguarda il “dopo di noi” e l’ampliamento dell’offerta». I progetti di vita, che Solidarietà e Servizi attua da diverso tempo in un contesto di presa in carico della persona e non di mero assistenzialismo, si rivelano quindi la strada corretta di intervento. E il tema dell’autonomia diventa centrale all’interno della politica del pubblico, come del privato. «L’autonomia è uno degli obiettivi del Pnrr e questo ci aiuta a potenziare gli investimenti nel campo della disabilità. C’è in programma la ristrutturazione di uno spazio per creare 4 -5 appartamenti per il dopo di noi da affidare in gestione. Un paio di questi saranno dedicati a persone con diagnosi di autismo».

Dal “durante noi” al “dopo di noi”: sabato 22 gennaio incontro formativo sulla cura del progetto di vita delle persone disabili

Organizzato da Solidarietà e Servizi cooperativa sociale e Solidarietà e Servizi Fondazione vede l’intervento della dottoressa Katia Tonnini, pedagogista della cooperativa San Vitale di Ravenna

A diventare grandi si incomincia da piccoli”, questo il titolo dell’incontro formativo organizzato da Solidarietà e Servizi cooperativa sociale e Solidarietà e Servizi Fondazione con il patrocinio del Comune di Busto Arsizio. Guidato dalla dottoressa Katia Tonnini, pedagogista della cooperativa San Vitale di Ravenna, è rivolto in modo particolare ai familiari delle persone con disabilità interessati e motivati a impegnarsi per costruire nuovi progetti di vita adulta per e con i loro figli. 

In programma sabato 22 gennaio (alle 10 in streaming), l’incontro è proposto in occasione dell’avvio dell’attività del nuovo Centro Socio Educativo (CSE) di Solidarietà e Servizi (in via Isonzo 2 a Busto Arsizio) e vuole porre l’attenzione su una tematica cruciale: la cura del progetto di vita della persona disabile in una prospettiva di crescita, sviluppo delle autonomie ed emancipazione.

Si tratta dunque di un’occasione per riflettere insieme tra operatori, familiari e persone disabili a partire dalla rilevazione del loro bisogno, dall’ascolto di desideri e timori, dall’analisi di risorse e vincoli in un’ottica di co-progettazione per la co-costruzione di percorsi personalizzati.

La preoccupazione rilevata quotidianamente nelle famiglie per il futuro dei loro congiunti con disabilità costituisce il punto di partenza per costruire sostegni adeguati che offrano la possibilità di mantenere un’elevata qualità di vita nel contesto familiare, sviluppando potenzialità e abilità utili a creare consapevolezza, autodeterminazione, autostima e maggiori autonomie nell’ambito del contesto sociale e delle attività lavorative.

Partiamo dunque con la cura del “durante noi”, con la consapevolezza che il futuro si costruisce giorno per giorno insieme con le famiglie, con il massimo coinvolgimento possibile delle persone destinatarie degli interventi, con il territorio di appartenenza e con tutte le realtà interessate a dare risposte concrete alla pluralità di esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

Per partecipare: https://us02web.zoom.us/j/88389220219?pwd=RkZqZHBrYnVpaldWQ0prTEM3QVNxZz09 (ID riunione: 883 8922 0219 – Passcode: 756496)


Santo Natale 2021, gli auguri di Solidarietà e Servizi

Mettersi in gioco per crescere insieme: il Piano di Impresa Sociale 2021-24 di Solidarietà e Servizi parte dalle persone

La testimonianza di un’educatrice, un’ausiliaria, un volontario e un lavoratore disabile alla presentazione degli obiettivi della cooperativa nei prossimi anni ai soci e ai lavoratori

È la voglia di mettersi in gioco, la volontà di crescere, imparare e migliorarsi, sempre mettendo al centro la persona, che unisce educatori, personale ausiliario, volontari e tutti i lavoratori di Solidarietà e Servizi. Atteggiamenti e modalità che sono alla base del Piano di Impresa Sociale 2021-24 e che delineano il futuro prossimo della cooperativa sociale. Emerge così un rinnovato profilo non solamente di impresa sociale, ma anche di identità, dove le persone sono testimoni. Serena Bottigelli, Educatrice in forza al Centro Socio Educativo – CSE – di viale Toscana a Busto Arsizio; Rosy Martino, Asa al CSE Manzoni di Busto Arsizio e Brunello Reali, volontario, hanno portato la loro testimonianza alla presentazione del Piano di Impresa Sociale 2021-24 ai soci e ai lavoratori di Solidarietà e Servizi fatta all’inizio del mese di dicembre. Tre ruoli operativi differenti per una visione comune: mettersi in gioco per migliorare.

«Incontrare e accompagnare», così Serena Bottigelli ha sintetizzato il suo lavoro da Educatore. «Nell’arco di una settimana incontriamo tutti i 40 ospiti del centro. Quello che mi piace è rendere l’incontro un momento unico con la persona: un gesto, una parola o un’azione permettono di dare valore all’incontro. L’accompagnare invece distende il suo significato su un periodo più lungo e richiede un lavoro tra più interlocutori. Siamo educatori e siamo esperti della relazione: qui le battaglie o si vincono insieme o si perdono insieme». Il futuro è nella professionalità. «Mi piacerebbe che la cooperativa possa vantare dei professionisti della relazione».

Testimone di cambiamenti è stata Rosy Martino, l’Asa che dopo 15 anni in comunità a Cassano Magnago ha voluto essere destinata al CSE Manzoni. «Ho chiesto il trasferimento e lo scorso giugno ho iniziato», ha raccontato. «Non è stato semplice perché ho dovuto imparare un nuovo modo di lavorare per essere al fianco dei bambini, ma al contempo ho scoperto che con la collaborazione di colleghi e responsabili del servizio ci si sente più forti. Il cambiamento è quindi possibile, basta chiedere e, quando necessario, chiedere supporto. Mi sono rimessa in gioco e ho avuto l’opportunità di migliorarmi e crescere».

Non ultimo Brunello Reali che, dopo una vita passata in banca, ha voluto dedicare il suo tempo da pensionato a Solidarietà e Servizi. «Quando anni fa ho incontrato per motivi lavorativi la cooperativa, sono rimasto positivamente colpito dall’attività e dal modo in cui opera: sono fatti, azioni concrete, perché a parole siamo bravi tutti. Quando ne ho avuto l’opportunità mi sono chiesto: perché non condividere? Perché non partecipare? Ho voluto mettere a disposizione quello che ho, il tempo, per portare – spero – il mio contributo . Ho molto da imparare, ma voglio dare il mio contributo da volontario affinché le attività di Solidarietà e Servizi si possano realizzare».

Attività come la possibilità di avere un lavoro che, per una persona disabile, non è così scontata. Remigio Pavanello ha raccontato la sua storia, fatta di disabilità e di difficoltà a trovare un impiego, ma soprattutto un luogo dove poter crescere. «In altri posti dove sono stato non è stata compresa la figura di una persona appartenente a una categoria protetta. In Solidarietà e Servizi ho trovato colleghi speciali che mi fanno sentire come in famiglia; ho trovato visi sorridenti e contenti. Mi sono buttato nella mischia facendo anche valere un po’ della mia esperienza. Così ogni giorno scopro cose belle, incremento l’attività e cerco di migliorare le mie competenze. Sono pronto a nuove sfide perché voglio migliorare nel lavoro».

Le sfide all’orizzonte non mancano. Solidarietà e Servizi con il Piano di Impresa Sociale 2021-24 delinea una nuova strada rivolta in particolare ai servizi in gestione diretta. L’investimento previsto di un milione di euro va nella direzione di aumentare gli interventi affinché la persona disabile non sia meramente assistita ma valorizzata in tutto quello che ha. E questo passa attraverso la creazione di nuovi servizi residenziali, nuove case per persone disabili (come la proposta di project financing fatta a Caronno Pertusella) e il potenziamento della domotica,soprattutto  per favorire l’autonomia delle persone. Con due pilastri, entrambi solidi: il capitale economico e il capitale umano.

Le Tre Torri di Pavia: i centri diurni disabili Il Torchietto, il Naviglio e Le Betulle mettono in mostra le loro abilità in un mosaico

In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, disvelata l’opera che ha richiesto tre anni di lavoro dei CDD gestiti da Solidarietà e Servizi 

È un omaggio alla città di Pavia, ma soprattutto il desiderio e la volontà di mostrare i propri talenti spesso nascosti. Il mosaico delle Tre Torri di Pavia realizzato dalle persone disabili insieme con gli operatori dei centri diurni disabili – CDD – pavesi Il Naviglio, Il Torchietto e Le Betulle, gestiti da Solidarietà e Servizi, è stato inaugurato ufficialmente il 3 dicembre: in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, il sindaco Fabrizio Fracassi ha disvelato l’opera collocata nella sala San Martino di Tours in corso Garibaldi 62. Uno spazio di prim’ordine per un lungo lavoro che ha visto l’impegno di 30 persone dei CDD e che è stato finalizzato a «mostrare i talenti nascosti dei nostri ospiti». Un progetto avviato nel settembre del 2018 e che ha trovato compimento tre anni dopo in una cerimonia partecipata e sentita.

«Scoprire il mosaico realizzato dagli ospiti del centro diurno disabili è stata per me un’emozione – ha dichiarato il sindaco di Pavia, Mario Fabrizio Fracassi – Nell’opera, che raffigura uno dei simboli della nostra Città, ho percepito un profondo amore per Pavia e ho visto concretizzarsi una creatività che sa volare più alto delle difficoltà della vita. Sono entrambi aspetti che mi hanno commosso».

Il mosaico, che si sviluppa su una base di un metro e mezzo per 77 centimetri di altezza, è composto da tre panelli, ciascuno del peso di circa 30 kg. Tutto è partito da una fotografia scattata proprio dalla centrale piazza Leonardo Da Vinci che, cogliendo un anelito verso il cielo, racchiude le torri simbolo di Pavia e che ha colpito molto gli ospiti dei CDD. L’idea è stata non solamente di riprodurre l’immagine, quanto di trasformarla in un progetto corale, capace di coinvolgere le persone disabili dei tre centri: farne un mosaico composto da 150 piastrelle in ceramica appositamente dipinte. Dalla progettazione alla scelta dei colori, fino alla doppia cottura delle singole piastrelle, gli ospiti del CDD hanno potuto misurarsi in un lavoro articolato, mostrando i propri talenti e abilità. A completamento sono stato utilizzati dei vecchi bancali per realizzare la cornice. Il risultato è diventato patrimonio della città di Pavia e patrimonio di tutti: una testimonianza viva della volontà di Solidarietà e Servizi di creare le condizioni e dare a tutti la possibilità di mettere in mostra i propri talenti e diventare protagonisti di un’opera che è segno di partecipazione, di crescita e di rete. Perché ciascun tassello trova compimento e valore solamente se considerato nell’insieme dell’opera. Di fatto, “mai più soli … insieme ci riusciamo” è il claim che accompagna Solidarietà e Servizi da oltre 40 anni. 

Spazio Integrazione, un progetto innovativo di Solidarietà e Servizi selezionato da Intesa Sanpaolo

Il progetto dedicato a investire sull’autonomia di persone disabili e fragili è stato inserito nel programma Formula di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Fondazione Cesvi

Il progetto SPAZIO INTEGRAZIONE di Solidarietà e Servizi Cooperativa Sociale, in collaborazione con Fondazione Cesvi, è stato selezionato da Intesa Sanpaolo per partecipare all’Iniziativa Formula di crowdfunding dedicata alla sostenibilità ambientale, e all’inclusione sociale e valorizzazione per le persone in difficoltà. Unico progetto della provincia di Varese e tra i tre selezionati in Lombardia per il quarto trimestre del 2021, Spazio Integrazione rappresenta la volontà di Solidarietà e Servizi di dare risposte concrete al bisogno e al desiderio di AUTONOMIA delle persone disabili e fragili, valorizzandone i talenti e rafforzando il network territoriale. «Spazio Integrazione è un progetto multidimensionale che mette insieme in modo assolutamente innovativo le competenze socio-educative, sociali, di inserimento lavorativo e produttivo-occupazionali di Solidarietà e Servizi e della rete territoriale per realizzare PERCORSI INDIVIDUALI DI AUTONOMIA E DI INSERIMENTO LAVORATIVO per persone disabili o fragili. È quindi un luogo fisico e insieme relazionale in cui la persona può sperimentarsi all’interno di un contesto che unisce supporto educativo, psicologico e sociale a un’esperienza in un contesto di lavoro “vero”», spiega Filippo Oldrini, responsabile Area Inserimento lavorativo della cooperativa.

Tre i piani di intervento: innanzitutto la creazione di un’equipe dedicata al progetto con competenze e professionalità multidisciplinari; secondo, la creazione di uno spazio fisico dove poter attuare il progetto e, ultimo ma non ultimo, il potenziamento della rete sociale territoriale.

«L’obiettivo – prosegue Oldrini – è non solamente creare un nuovo know-how, ma proporre modello che sia facilmente replicabile anche in altre realtà e soprattutto che sia in grado di dare risposte ai bisogni di autonomia di persone che, solitamente, non trovano percorsi di crescita adeguati. Parliamo di persone disabili le cui capacità e autonomie di base sono superiori a quelle di chi solitamente viene accolto nei centri diurni ma che non hanno i requisiti per accedere al mondo del lavoro o di giovani fragili che hanno bisogno di percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro».

Nell’ottica di diventare un progetto condiviso, ciascuno può sostenere Spazio Integrazione donando su For Funding, la piattaforma di Intesa Sanpaolo per la raccolta fondi in favore di progetti solidali.

Per maggiori informazioni:

https://www.intesasanpaolo.com/it/common/landing/programma-formula-iniziative-ambiente-inclusione-lavoro.html

Per Sostenere il nostro progetto:

https://www.forfunding.intesasanpaolo.com/DonationPlatform-ISP/nav/progetto/spazio-integrazione

Il Centro Viganò di Caronno Pertusella è realtà: una risposta ai bisogni dei minori con autismo e disabilità

Solidarietà e Servizi ha avviato il nuovo Centro sperimentale per minori con disturbo del neurosviluppo: progetto capace di dare risposte alle famiglie del territorio

Un progetto nato dal basso e capace di dare risposte a un intero territorio, all’interno di una visione di rete. Solidarietà e Servizi cooperativa sociale ha avviato a Caronno Pertusella il nuovo Centro Viganò: una struttura dedicata ai minori con autismo e disabilità, ricavata negli spazi del CDD – Centro Diurno Disabili – Il Girasole grazie a un’ottimizzazione dei locali disponibili. «Questo nuovo servizio muove i passi da una richiesta che abbiamo registrato», spiega Giacomo Borghi, responsabile Area Autismo Diurni e Residenziali di Solidarietà e Servizi. «Dal Comune, dalle famiglie ma anche dai servizi territoriali è infatti emersa la necessità di dare vita a una struttura capace di prendersi cura dei minori con diversi tipi di disabilità; abbiamo proposto un Centro che integrando la frequenza scolastica propone a bambini e ragazzi occasioni risocializzanti e attività educative. Il nome dato al centro è in ricordo di uno storico ospite de Il Girasole, Fabio Viganò, venuto a mancare la scorsa primavera».

La “rete” che ha espresso la necessità supporta anche lo sviluppo del Centro. Come spiega Tatiana Ciola, assistente sociale di Solidarietà e Servizi che segue gli inserimenti al Viganò: «Il minore tendenzialmente viene segnalato dai servizi territoriali e, attraverso la Neuropsichiatria dell’ospedale di Saronno e il Comune, arriva a noi. Operiamo all’interno di un percorso che è stato sviluppato in rete e, sempre in rete, viene alimentato così da dare risposte concrete a un bisogno». Anche perché, come ricorda Cristina Ridolfi, coordinatrice del centro Viganò, «per i minori in età scolare non ci sono molti servizi dedicati. Tendenzialmente, sono quasi sempre strutture di carattere riabilitativo, dove però non c’è una vera organizzazione del tempo all’interno di una programmazione personalizzata volta allo sviluppo delle capacità e, quindi, dell’autonomia». Studiato per poter accogliere fino a dieci minori, il centro di Caronno Pertusella può offrire attività individuali e di gruppo. «Lavoriamo sul potenziamento delle autonomie e sul processo di socializzazione proponendo attività diverse che, con il tempo andranno ad ampliarsi e a coinvolgere anche il territorio circostante». Le proposte educative sono davvero molteplici e partono non solo dai bisogni del minore, ma anche dai suoi interessi, ad esempio l’ attività di cucina, il giardinaggio e i laboratori per la comunicazione aumentativa.

 «È un servizio di cui c’era bisogno: in zona non ci sono opportunità di questo tipo e, per una famiglia che lavora e al contempo vuole essere vicina al proprio figlio, è una risposta importante», spiega Dennis Desolei, papà di Yuri, 9 anni, che è stato tra i primissimi ragazzi a frequentare il centro Viganò. «Le attività che vengono proposte sono veramente tante: Yuri è contento e sereno. Ma questo servizio è anche un valido supporto alla famiglia che, non solamente riesce a conciliare i tempi di lavoro, ma anche ad avere un aiuto dagli operatori che ci sono a Caronno Pertusella. E con la Neuropsichiatria di Saronno si è formato un bel gruppo».

Pur essendo adiacente al CDD, il centro Viganò è ben separato, con spazi propri sia interni sia esterni. La vicinanza dei due servizi però garantisce supporto e continuità agli operatori, nell’ottica di offrire sempre una cura della persona di qualità. Il tutto sempre in un lavoro di rete dove la coprogettazione e la coprogrammazione danno vita a risposte concrete finalizzate alla crescita del ragazzo disabile e al coinvolgimento della sua famiglia. Anche qui, trova attuazione concreta il claim di Solidarietà e Servizi: “Mai più soli … insieme ci riusciamo”.

Solidarietà e Servizi è “Impresa vincente”: Intesa Sanpaolo ha premiato l’eccellenza della cooperativa sociale nell’evento che si è svolto giovedì 11 novembre

Il presidente del Consiglio di Gestione chiamato come testimonial dell’impegno dato nel periodo Covid: «Tecnologia e integrazione dei servizi ci hanno permesso di garantire continuità»

Un’impresa vincente. O meglio, come è stata definita dall’economista Stefano Zamagni, «un’impresa virtuosa». Solidarietà e Servizi cooperativa sociale è stata tra le 14 imprese del terzo settore finaliste nel progetto nazionale “Imprese Vincenti” di Intesa Sanpaolo e, nella tappa “Impact” del digital tour promosso dall’istituto bancario, è stata chiamata quale testimonial per il supporto fondamentale dato alle comunità di riferimento nel periodo Covid e per essere stata in grado di reinventarsi per continuare a erogare i propri servizi nei momenti più complessi della pandemia.

Il presidente del Consiglio di Gestione della cooperativa sociale Domenico Pietrantonio è infatti intervenuto nell’incontro online di giovedì 11 novembre scorso per raccontare cosa Solidarietà e Servizi ha fatto. «La pandemia è stato un periodo drammatico per tutti, ma abbiamo portato a casa una serie di aspetti che cercheremo di capitalizzare: in primo luogo l’importanza della tecnologia, dell’informatizzazione e della formazione del capitale umano. Se non ci fossero stati gli smartphone, i tablet, i pc, se non li avessimo utilizzati non avremmo potuto continuare a prenderci cura delle persone disabili», ha detto. «Un altro aspetto è stata l’integrazione dei servizi: i servizi diurni e residenziali, insieme a quelli dell’inserimento lavorativo, hanno permesso una continuità di relazione nei confronti dei bisogni, delle famiglie e delle persone disabili: non c’è stata discontinuità nell’erogazione del servizio. La nostra caratterista è quella di saper valorizzare alcuni target di riferimento: lavoriamo con oltre 50 imprese che ci permettono di inserire al lavoro circa 80 persone disabili. E questo ci ha permesso, anche in periodo di pandemia, di dare continuità al servizio, consentendo a queste persone di fare un’esperienza positiva nonostante il momento».

“Vincente” è stata ritenuta anche l’esperienza di Solidarietà e Servizi nella gestione delle residenze. «Preferiamo chiamarle case», ha sottolineato Pietrantonio. «Non è solamente una questione di forma, ma è sostanziale: la casa è dove c’è una relazione, dove c’è familiarità e non ci sono attività da svolgere ma vi è l’esigenza di stare con qualcuno». L’esperienza di strutture residenziali di Solidarietà e Servizi è iniziata nel 2000 e si è concentrata sulla dotazione di strumenti tecnologici per favorire l’autonomia delle persone con disabilità. Esempio, ha ricordato il presidente del Consiglio di Gestione «è la nostra Casalab dove vivono persone disabili in regime di semiautonomia  grazie al supporto di strumentazioni domotiche». Ma anche «il primo esempio di housing sociale per disabili che è stato coprogettato ed è cogestito insieme con un’associazione di famiglie e ospita cinque persone».

Solidarietà e Servizi è impresa vincente del terzo settore perché fa vincere tutti: i beneficiari dei propri servizi, le comunità di riferimento e, non ultima, la società nel suo complesso. Per Intesa Sanpaolo, inserirla nel programma di valorizzazione “Imprese Vincenti” significa riconoscere il contributo all’economia del Paese ed esporla al dialogo con il mondo profit per uno scambio da cui entrambi i mondi traggono beneficio e occasioni di crescita. 

Per rivedere l’intervento integrale: https://group.intesasanpaolo.com/it/sezione-editoriale/eventi-progetti/tutti-i-progetti/economia/imprese-vincenti