Nasce la nuova Casa di Via Francana: a Pavia prende corpo il progetto per Paride, Stefano e Michele

La volontà di condividere e dare risposta al bisogno di tre persone con disabilità ha portato all’avvio di un altro progetto sviluppato insieme da Solidarietà e Servizi e dall’Associazione Un Nuovo Dono

Diventare grande alla soglia dei 50 anni. È la scelta che ha fatto Paride, persona con disabilità del CDD – Centro Diurno Disabili – le Betulle di Pavia e che ha portato alla nascita della nuova Casa di Via Francana, l’housing realizzato dalla Cooperativa Sociale Solidarietà e Servizi e dall’Associazione Un Nuovo Dono che ospiterà Paride insieme con due suoi amici, anche loro disabili, Stefano e Michele. Il tutto è nato dal desiderio di Paride. «Da tre anni vivo con mia cugina Maristella e ci vogliamo tanto bene. Ma ho capito che, per stare bene entrambi, abbiamo bisogno di avere i nostri spazi, stare in due case separate. Sto provando a vivere da solo, ma faccio fatica, anche se so che la fatica mi aiuta a crescere», racconta Paride. «Così ho chiesto a due miei amici di venire a vivere con me. La casa è in ristrutturazione, avrà un bel pavimento in legno con le venature; quando sarà terminata potrò ospitare mia cugina a pranzo, come una persona adulta».

Sarà una casa vera e propria, voluta, pensata e progettata sulle esigenze di quelli che sono i bisogni delle persone che la vivranno. Infatti, partendo dall’esperienza della Casa di Via dei Liguri, che è aperta dal 2018, Solidarietà e Servizi e l’Associazione Un Nuovo Dono stanno così rispondendo al bisogno di Paride, ma anche a quelli di Stefano e Michele: diventare adulti. «La Casa di Via Francana non è una replica di quella di Via dei Liguri, ma è un progetto che nasce dai bisogni specifici delle persone che la abiteranno. Abbiamo intercettato la fatica di tre famiglie e valutato anche la compatibilità di far convivere tre persone con disabilità. Il risultato è nel poter dare la possibilità a Paride, Stefano e Michele di realizzarsi proprio come persone e alle famiglie di staccarsi da una situazione che stava diventando faticosa», spiega Simona De Alberti, referente di Solidarietà e Servizi per la città di Pavia. La Casa di Via Francana «nasce dalle legge sul Dopo di Noi ed è realizzata su misura per le persone che l’abiteranno». Si concretizza così quel «camminare insieme che contraddistingue il modo di operare della Cooperativa Sociale. In questo stare insieme c’è anche la necessità di prendere consapevolezza che i bisogni nel corso della vita possono cambiare. E a questi bisogni sappiamo dare risposta attraverso una coprogettazione personalizzata dove intervengono la persona interessata, la famiglia, la rete dei servizi con istituzioni ed enti pubblici e gli operatori».

Formalmente la Casa di Via Francana è la casa di Paride: un appartamento composto da tre locali che con il suo amministratore di sostegno ha deciso di mettere a disposizione in comodato d’uso all’Associazione Un Nuovo Dono. Le mura però necessitavano di un intervento di ristrutturazione anche per adeguare gli spazi al nuovo utilizzo. «È stato fatto un lavoro importante che tutti i soggetti coinvolti hanno sentito come proprio», precisa Brunello Reali, socio dell’Associazione Un Nuovo Dono che sta seguendo le operazioni di ristrutturazione degli spazi. «Tutto è partito da Paride, dal suo entusiasmo e dalla sua voglia di poter crescere. Attorno a lui progettisti e maestranze sono andati ben oltre il loro dovere e si sono lasciati coinvolgere in quello che è un lavoro condiviso a tutti gli effetti, partecipato e soprattutto guidato dalla voglia di dare l’opportunità alle tre persone interessate di vivere un’esperienza positiva; avere una vita normale, avere una casa dove vivere e crescere insieme». I lavori sono orami alle fasi finali, l’apertura della nuova Casa è prevista nel mese di aprile.

La presa in carico delle persone disabili passa anche attraverso l’attenzione per l’ambiente

Dopo il raggiungimento della Certificazione Ambientale, Solidarietà e Servizi ha ottenuto l’Attestato Energia Elettrica Certificata da A2A

L’attenzione ai temi green passa da scelte precise, puntuali e concrete. Perché, quando si tratta di prendersi cura delle persone disabili, Solidarietà e Servizi vuole prendersi cura anche dell’ambiente in cui vivono. La cooperativa sociale ha ricevuto nei giorni scorsi l’Attestato Energia Elettrica Certificata da parte di A2A quale documento che testimonia la fornitura di energia elettrica prodotta da sole fonti rinnovabili. Un tassello in più che va ad ampliare l’impegno di Solidarietà e Servizi in favore dell’ambiente. Infatti, con la scelta di affidarsi ad A2A, la cooperativa sociale ha proseguito lungo il percorso “green” avviato già alcuni anni fa con l’ottenimento della Certificazione Ambientale ISO 14001. Lo standard ISO 14001 rappresenta infatti il punto di riferimento normativo per le aziende e le organizzazioni che si sono dotate di un Sistema di Gestione Ambientale. Si tratta di un Sistema caratterizzato dallo sviluppo e dall’attuazione di una precisa politica ambientale, al fine di istituire o di integrare nel proprio sistema organizzativo le regole per una gestione efficace con riferimento agli aspetti ambientali. Come ha scritto Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, «l’ambiente è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità», è «eredità comune» da amministrare e non da distruggere. E Solidarietà e Servizi di questa eredità se ne è fatta interprete, nel suo operare quotidiano al fianco e in supporto alle persone con disabilità e fragili, con scelte precise e proattive in favore dell’ambiente.

Il Piano di Impresa Sociale 2023 – 2025 di Solidarietà e Servizi Cooperativa Sociale

Quattro incontri con il territorio per illustrare strategie, priorità e investimenti con un’unica mission: prendersi cura delle persone con disabilità e fragilità alla luce del “Mai più soli … Insieme ci riusciamo”

Banche, aziende, soci e lavoratori, enti e Comuni: quattro incontri per presentare il Piano di Impresa Sociale di Solidarietà e Servizi, che il Consiglio di Sorveglianza della cooperativa ha approvato il 20 dicembre scorso. La cooperativa ha da poco concluso il ciclo di appuntamenti per illustrare quali saranno le scelte e le strategie nel triennio 2023 – 2025; una serie di momenti ed eventi voluti per ribadire l’importanza di una relazione aperta e consolidata con il territorio, ma anche per rimarcare il proprio raggio di azione e la propria mission: prendersi cura delle persone con disabilità fino all’inserimento lavorativo delle stesse e alla loro abitazione in autonomia. «Queste presentazioni partono dalla volontà di assoluta trasparenza e di condivisione della cooperativa, non solamente con chi opera con noi, che siano partner, fornitori, lavoratori ed enti pubblici, ma con tutto il territorio nel quale operiamo», spiega il Presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi, Domenico Pietrantonio. «Avvertiamo questo come un dovere, una necessità, per poter riaffermare la nostra mission e non far calare l’attenzione su un’azione e una storia che dal 1979 permette quotidianamente di condividere i bisogni delle persone disabili e fragili».

L’occasione arriva dalla “bussola” di Solidarietà e Servizi: il Piano di Impresa Sociale. «Un documento che rimarca il nostro essere impresa sociale che pone attenzione alla sostenibilità economica della cooperativa e alla sua gestione, aspetti che ruotano attorno a tutto quello che facciamo nel prenderci cura delle persone con disabilità e fragilità, dalle loro necessità ed esigenze fino all’inserimento lavorativo e all’abitazione», ricorda il Presidente del Consiglio di Sorveglianza, Paolo Fumagalli. «Questo Piano di Impresa Sociale arriva in un momento particolare: si inserisce infatti nel precedente Piano d’Impresa Sociale 2021-2024, rivedendo e adeguando obiettivi e strategia sulla base dei cambiamenti epocali che sono avvenuti in questi anni a causa della pandemia, della guerra, … È questa la dimostrazione della capacità di reazione di Solidarietà e Servizi, pronta ad affrontare i cambiamenti per poterli gestire».

La cooperativa si presenta nel 2023 con 454 lavoratori con più del 70% di presenza femminile. I soci lavoratori sono 228 e i soci volontari sono 66. «Nel complesso ci prendiamo cura di oltre 6 mila persone con disabilità, un numero importante soprattutto se si considera che sono 61 quelle assunte dalla cooperativa. A queste si aggiungono le 45 che operano in Solidarietà e Servizi in tirocinio lavorativo», riprende Pietrantonio. «Il capitale umano è un aspetto che per la cooperativa ha molto valore. La testimonianza arriva dai circa 300 mila euro che sono stati erogati ai lavoratori, in aggiunta a quanto stabilito dal contratto nazionale, tra il 2020 e il 2022 e che hanno rappresentato un sostegno per far fronte alle difficoltà economiche crescenti di questo periodo». Formazione e sicurezza sono le altre due parole chiave sulle quali la cooperativa insiste. «La formazione e la crescita delle persone, unite alla sicurezza e alla salute sul luogo di lavoro (dal 2020 al 2022 sono stati spesi/investiti oltre 350 mila euro solo per i Dispositivi di Protezione Individuali), restano gli ambiti assolutamente privilegiati di attenzione nei confronti del capitale umano grazie al quale la cooperativa da quasi 45 anni opera e sviluppa risposte ai bisogni delle persone disabili e fragili, minori compresi».

Sotto il profilo della strategia, particolare rilievo assume il tema della domotica, ovvero l’inserimento di soluzioni tecnologiche con il fine di sviluppare l’autonomia delle persone con disabilità e fragilità. «È un tema che ci sta particolarmente a cuore e che stiamo sviluppando in collaborazione con la LIUC – Università Cattaneo». Spiega Pietrantonio: «Grazie a una borsa di ricerca, abbiamo individuato con la LIUC una figura per sviluppare questo progetto. L’attenzione al momento è sulle case che non sono istituti, ma vere e proprie abitazioni dove le persone disabili e fragili vivono quotidianamente. Si stanno studiando bisogni e aspirazioni nell’ottica di individuare soluzioni domotiche che possano favorire e aumentare l’autonomia delle persone disabili e fragili».

Fondamentale è anche il percorso di valutazione dell’impatto sociale che Solidarietà e Servizi ha avviato con CESEN (Centro Studi sugli enti ecclesiastici e no profit) e ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società per lo sviluppo sostenibile) entrambe realtà dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Continua Pietrantonio «Siamo partiti dalla valutazione dell’impatto sociale dell’Area Inserimento Lavorativo. Il risultato sarà molto importante per noi, ma anche per gli stakeholder di Solidarietà e Servizi perché permetterà di qualificare e quantificare il beneficio arrecato alla comunità e al contesto nel quale l’attività della cooperativa si colloca e si inserisce».

La valutazione dell’impatto sociale entra a pieno diritto in quella che è la strada che Solidarietà e Servizi ha deciso di intraprendere: «La valorizzazione della gestione diretta dei servizi attraverso la modalità del project financing e del partneriato pubblico – privato. Un aspetto che il Piano di Impresa Sociale 2023 – 2025 rimarca ancora con più convinzione mettendo al centro le aree dell’Autismo, della Casa e del Lavoro per le quali sono previsti investimenti di circa 3,5 milioni di euro nel triennio considerato». A questi investimenti si aggiungono gli 8 milioni di euro che la cooperativa prevede di riversare sul territorio attraverso i propri fornitori tra il 2023 e il 2025.

Quando il prendersi cura diventa azione concreta: le testimonianze di due educatori e un volontario per dire “insieme ci riusciamo”

L’esperienza di Solidarietà e Servizi nel progetto della web radio del Centro Diurno Disabili di Cermenate, nella casa di Cassano Magnago e nell’essere volontario a Caronno Pertusella

«Ci vogliono responsabilità e creatività nel prendersi cura delle persone». Questo il messaggio emerso durante l’incontro di presentazione del Piano di Impresa Sociale 2023 – 2025 ai soci e lavoratori di Solidarietà e Servizi che si è svolto martedì 21 febbraio in modalità online. All’interno della relazione del presidente del Consiglio di Gestione, Domenico Pietrantonio ha voluto dare la parola a tre testimonianze: tre voci capaci di raccontare come la mission della cooperativa sociale si fa gesto quotidiano per prendersi cura delle persone con disabilità e fragilità, trasformando quel “Mai più soli … insieme ci riusciamo”, che accompagna Solidarietà e Servizi da quasi 45 anni, in azioni concrete. Così è per Marco Lo Passo, educatore al CDD – Centro Diurno Disabili – di Cermenate, per Vanessa Sansone, operatrice alla CSS – Comunità Socio Sanitaria – di Cassano Magnago e per Angelo Bigliani, volontario al CDD di Caronno Pertusella. Tre persone, una sola motivazione: quella di condividere i bisogni per far crescere in autonomia e relazione le persone di cui si prendono cura.

La responsabilità e la creatività sono state per Marco Lo Passo lo spunto da cui partire per dare vita a un progetto tanto innovativo quanto coinvolgente: la web radio “Escodiradio.it”. «Tutto è partito da Michele, un ospite del CDD di Cermenate che nell’attività del venerdì si divertiva e faceva divertire facendo il dj. Mi sono detto: sarebbe bello se accanto alla sua musica potessimo far sentire anche la sua voce. L’occasione è arrivata di lì a poco, grazie anche al supporto dell’Azienda Speciale Consortile Galliano (committente del CDD che Solidarietà e Servizi gestisce in appalto, ndr) che ha approvato e finanziato il progetto di una web radio». In oltre sette mesi di lavoro, «abbiamo sviluppato l’idea: ospiti e operatori, fianco a fianco, hanno allestito gli spazi, li hanno decorati, arredati e sistemati per ospitare la redazione. Tutti, anche le famiglie sono state coinvolte in un progetto che ha fatto leva su un lavoro di squadra e sulle motivazioni personali. La web radio è stata inaugurata lo scorso 13 dicembre e oggi è attiva il mercoledì con due programmi, uno al mattino e l’altro al pomeriggio». La soddisfazione più grande è arrivata quando Michele ha voluto trasmettere in radio con Stefano, l’amico ospite. «Io ho solamente acceso le apparecchiature, il resto lo hanno fatto loro. È successa una cosa magica», ha detto Lo Passo.

Contesto diverso – siamo in un servizio residenziale -, ma sensazioni del tutto simili quelle raccontate da Vanessa Sansone. «In un servizio come il nostro abbiamo una presa in carico a 360 gradi della persona. Non ci sono attività prestabilite, ma si vive la quotidianità, come in una casa. Lo sguardo educativo passa anche da attività assistenziali, ma è uno sguardo che permette di andare oltre e di instaurare rapporti e relazioni, di vedere la crescita e i progressi nelle piccole cose, nei piccoli gesti perché si arriva conoscersi in modo profondo», ha detto. «La presa in carico richiede componenti fisiche ed emotive, richiede anche il prendere decisioni per una persona che magari non può parlare. Ma sono decisioni che si prendono agendo empaticamente, avendo come unico scopo il benessere della persona stessa. È il vivere quotidiano, l’educazione alla quotidianità che fanno una casa; una casa con i suoi momenti belli e quelli brutti, ma soprattutto dove ci sono tante soddisfazioni che ripagano del tanto impegno messo».

Non certo ultimo, Angelo Bigliani, che non ha smesso mai di mettersi in gioco. Volontario da 11 anni al CDD di Caronno Pertusella, ha scoperto giorno dopo giorno «le difficoltà delle persone con disabilità, ma anche i miei limiti», ha raccontato. «Ho iniziato a fare il volontario aiutando in alcuni lavori di falegnameria. Ma il grande passo c’è stato quando ho condiviso con tutti la vacanza al mare: una esperienza molto bella che mi ha permesso di comprendere il lavoro che viene fatto al CDD ogni giorno e che mi ha arricchito moltissimo. Ancora oggi è questa la principale motivazione che mi spinge a proseguire, seppure gli impegni da nonno siano per me aumentati». Come ha concluso il coordinatore del CDD di Caronno Pertusella, Gian Piero Colombo: «È il bene fatto bene». È responsabilità e creatività nel rendere concreto quell’insieme ci riusciamo, storico filo rosso di Solidarietà e Servizi.

Io, giovane ingegnere al servizio delle persone disabili: «Metto la tecnologia al servizio dell’autonomia»

Andrea Battistella è il destinatario dell’assegno di ricerca di Solidarietà e Servizi e università LIUC per individuare nuove soluzioni domotiche e tecnologiche da adottare nelle case della cooperativa sociale

«Ero abituato alle macchine, ai software. Trovarmi a lavorare con le persone è una bella sfida che mi permette di mettermi in gioco professionalmente e umanamente. È questo un percorso che faremo insieme alla cooperativa sociale Solidarietà e Servizi e che ci permetterà di individuare delle soluzioni tecnologiche da mettere al servizio delle persone con disabilità per aumentare la loro autonomia». Si chiama Andrea Battistella, ha 24 anni ed è un giovane ingegnere, fresco di laurea alla LIUC – università Cattaneo di Castellanza. È lui il destinatario dell’assegno di ricerca che Solidarietà e Servizi e la stessa LIUC hanno messo a disposizione per individuare nuove soluzioni domotiche e tecnologiche in grado di sviluppare l’autonomia delle persone con disabilità che abitano nelle case della cooperativa sociale.

L’iniziativa, lanciata lo scorso autunno, prosegue nella direzione di utilizzare strumentazioni domotiche nelle case con lo scopo di mettere la tecnologia al servizio dell’autonomia. «È un progetto nel quale crediamo molto perché poniamo grande attenzione alle possibilità che la tecnologia può dare», osserva Giacomo Borghi, responsabile Area Residenziali e Domotica di Solidarietà e Servizi. «Infatti la domotica rappresenta già da anni una peculiarità delle nostre case dove vivono persone con disabilità. Sono state adottate soluzioni, ad esempio, per la gestione automatica della temperatura, delle aperture e delle scorte; soluzioni che sono state inserite all’interno di un progetto di vita personalizzato per promuovere l’autonomia e la realizzazione della persona, anche in direzione del “Dopo e Durante noi”».

Il ruolo di Andrea Battistella si inserisce proprio in questo percorso: potenziare le soluzioni adottate per garantire nuove forme di autonomia. «È una bella sfida che mi permette di mettere a frutto quanto ho studiato, con l’elemento aggiuntivo di non operare in ambito industriale – ambito della mia formazione come ingegnere gestionale -, ma in stretto rapporto con le persone, in particolare con le persone con disabilità. E quest’ultimo è un ulteriore elemento di sfida», riprende Battistella. «Il primo passo è stato infatti quello della conoscenza: conoscenza dei luoghi, ovvero le case che sono oggetto del progetto: la residenza Isa Tanzi di Cassano Magnago, gli appartamenti Gandolfi a Legnano, Casa Lab a Fagnano Olona e l’appartamento Castiglioni di Busto Arsizio; ma anche conoscenza delle persone che vivono questi luoghi». E il primo impatto è stato sorprendente. «Mi ha infatti sorpreso l’approccio che hanno avuto: nessun freno, ma grande apertura verso quelle che potrebbero essere le novità da portare all’interno della casa. In particolare le tre ragazze che vivono in Casa Lab non hanno sollevato problematiche da risolvere, ma direttamente le soluzioni da adottare. Indubbiamente un bel modo di approcciarsi al tema della tecnologia e che dimostra quanta attenzione ci sia all’innovazione e, soprattutto, quanta voglia ci sia nell’incrementare la propria autonomia».

Per Andrea ci sono degli importanti margini di intervento. «Ho già fatto, insieme con il personale della cooperativa, una prima analisi di quanto è stato adottato e dell’esperienza fatta da altre realtà». Racconta: «Durante la fase di ricerca tecnologica e di ricerca letteraria ho preso spunto da altri progetti che, ad esempio hanno lavorato sul potenziamento dell’autonomia attraverso soluzione di smart home. Il progetto di Solidarietà e Servizi è però più ampio perché va a valutare gli interventi sul potenziamento dell’autonomia anche al di fuori della casa». Margini di intervento ce ne sono. «Il tema della tecnologia abbinato a quello della disabilità può essere affrontato da due punti di vista: quello degli operatori e degli educatori nel senso di dare loro strumentazioni per conoscere quanto avviene nella casa, consentendo così agli ospiti di avere una minore presenza e quindi maggiore autonomia; non certo secondo, c’è il punto di vista dell’ospite. Qui, la domanda da porsi è: come la tecnologia può agevolare la quotidianità? Ci sono tutti gli spazi di intervento per un progetto di successo». E la giovane età e la voglia di fare di Andrea aprono tantissime porte di azione.  

Spazio Integrazione, da progetto sperimentale a modello di intervento

L’iniziativa di Solidarietà e Servizi si propone di diventare un nuovo servizio per rispondere a bisogni che non avevano risposta

Da progetto sperimentale a modello di intervento. Spazio Integrazione, il progetto di Solidarietà e Servizi, attivato con il sostegno di Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI, mira a diventare un nuovo servizio capace di arrivare là dove non ci sono risposte strutturate, per colmare un vuoto che rischia di lasciare escluse molte persone disabili o fragili. «Per rispondere a un bisogno reale abbiamo messo in campo il valore di una presa in carico della persona a più ampio raggio e, all’interno di un approccio multidimensionale e di una visione di rete, abbiamo puntato sulla creazione di progetti di vita per potenziare tutti gli aspetti legati all’autonomia della persona attraverso proposte personalizzate , tra cui attività occupazionali e lavorative», spiega Laura Puricelli, responsabile Area Autismo e Autonomie di Solidarietà e Servizi (area a cui afferisce il progetto Spazio Integrazione).

L’intuizione iniziale si è rivelata corretta ed adeguata. «Esiste una fascia di persone disabili o fragili che non hanno accesso ai servizi strutturati: hanno livelli di abilità e autonomia troppo elevati per un centro diurno, ma non hanno i requisiti per aprirsi uno spazio nel mondo del lavoro», prosegue. «Con Spazio Integrazione abbiamo voluto aprire una nuova strada di intervento a questi bisogni che restavano senza risposta. E lo abbiamo fatto operando a livello di rete». Coinvolgendo Comuni, servizi sociali, cooperative e associazioni, Solidarietà e Servizi ha scoperto che questa fascia di bisogno era stata intercettata anche da altri soggetti. «Chi ha rilevato questo bisogno si è posto anche nell’ottica di individuare una risposta da dare. E Spazio Integrazione può fornire degli elementi concreti per poter dare risposte, dare vita quindi a un nuovo servizio. In questa ottica abbiamo anche attivato una collaborazione con il Centro Studi del Terzo Settore (CESEN) dell’Università Cattolica di Milano per arrivare a strutturare un intervento con parametri ben chiari e definiti: target, modalità di intervento, obiettivi, tipologia di professionalità coinvolte e, non certo ultima, sostenibilità economica». 

Muovendosi in un ambito del tutto nuovo, Spazio Integrazione nei primi dieci mesi di attività si è rivelato un laboratorio dove sono confluite esperienze e valutazioni, rivendendo anche alcune delle impostazioni iniziali. «Lavorando sull’emersione di un bisogno poco presidiato, pensavano di rivolgerci prevalentemente a una fascia di popolazione giovane, ma sono state le persone tra i 45 e i 55 anni a presentare il maggior bisogno», spiega Filippo Oldrini, responsabile dell’Area Inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi, che nell’ambito del progetto offre i contesti produttivi per le esperienze di avvicinamento al lavoro. «Se per un giovane il lavoro si pone come elemento indispensabile per rivendicare la propria autonomia, per chi ha qualche anno in più il tema del lavoro assume un ruolo qualificante del tempo, in termini di organizzazione e di qualità di vita. Parliamo di lavoro in senso “ampio”, come spazio educativo, luogo di crescita personale e sociale all’interno del quale inserire il proprio progetti di vita». 

Da progetto sperimentale Spazio integrazione si sta rivelando un laboratorio di studio e di progettazione. Conclude Oldrini: «Ci muoviamo nell’ambito della co-progettazione con l’obiettivo di dare delle risposte concrete a queste nuove fragilità attraverso percorsi personalizzati. Spazio Integrazione ha tutti gli elementi per diventare modello di intervento; modello che presenteremo in Regione».

Spazio integrazione è sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI.

Per scoprire il Programma Formula, visita forfunding.it

Natale 2022

La speranza è un punto di partenza, non un esito, che regge l’urto con la realtà

Ci vuole coraggio per sperare.

Dobbiamo ascoltare e guardare.

La speranza è che la vita abbia senso.

La speranza è un punto di partenza, non un esito, che regge l’urto con la realtà”.

(Dal corso di formazione del 18/6/2022 “Tessitori di speranza”, promosso dalla Solidarietà e Servizi Fondazione e dalla Cooperativa Sociale Solidarietà e Servizi)

BUON NATALE

Solidarietà e Servizi Fondazione
Cooperativa sociale Solidarietà e Servizi

Partita la web radio del centro diurno disabili di Cermenate: ogni mercoledì su Escodiradio.it

Al via il 30 novembre il progetto di Solidarietà e Servizi sostenuto dall’Azienda Consortile Galliano. Il 13 dicembre l’inaugurazione ufficiale

Ci siamo. Escodiradio, la web radio del CDD – centro diurno disabili – di Cermenate, è realtà. Partita con un test generale mercoledì 23 novembre, sarà ufficialmente on air dal 30 novembre tutti i mercoledì, per il momento dalle 9 fino alle 15.30. Dove? Sul sito www.escodiradio.it. E martedì 13 dicembre ci sarà l’inaugurazione ufficiale.

I protagonisti di Escodiradio

Il progetto proposto da Solidarietà e Servizi e finanziato dall’Azienda Speciale Consortile Galliano di Cantù, committente del servizio che la cooperativa sociale gestisce in appalto, è pronto a decollare proprio in vista delle feste natalizie.  «Contribuiremo anche a noi rendere il Natale un po’ più felice con le canzoni che metteremo. Potremo trasmettere un po’ di serenità e di gioia ai bambini che ci ascolteranno», spiega Pamela, ospite del CDD e punto di riferimento della redazione. «La radio mi piace perché mi fa sentire forte, ma al contempo invisibile: si fa con la sola voce e questo mi toglie molte preoccupazioni». Anche Gian Piero, uno degli speaker ufficiali della radio è pronto «a fare gli auguri a tutti». Continua: «Con la mia voce so di poter arrivare ovunque. E questa è una sensazione bellissima». Guardano invece già sul lungo termine Monica e Michele. Infatti Monica, che fa parte della redazione, è propositiva: «Ho già molte idee da proporre. Sono veramente entusiasta della radio», annuncia. Mentre Michele, che sarà una delle voci di Escodiradio e contribuirà nella scelta del programma musicale, ha le idee chiare: «La web radio è un progetto fantastico. Ho già ben presente che tipo di speaker sarò e mi farò ascoltare».

Tutto il CDD coinvolto

Per dare vita alla web radio tutto il CDD è stato coinvolto. «C’è chi ha dato una mano a ridipingere le pareti dello studio, chi ha realizzato appositamente dei quadri, chi ha studiato le attrezzature e chi è stato sulla porta, curioso e un po’ impaziente di poter vedere com’è fatta una radio», spiega Marco Lo Passo, educatore al CDD di Cermenate e promotore del progetto. All’interno del Centro è stato costituito anche un comitato di redazione: «Il suo compito è quello di determinare di volta in volta i contenuti da mandare in onda», aggiunge Lo Passo. «Ogni martedì il comitato di redazione si riunisce e decide il tema da affrontare il giorno dopo. Parleremo di sport, di attualità, delle iniziative, ma anche e soprattutto di noi». La web radio nasce infatti come progetto «per dare voce alle persone con disabilità di cui ci prendiamo cura offrendo occasioni di sviluppo dell’autonomia». Due sono infatti gli obiettivi: uno interno e il secondo esterno. Sul primo fronte, legato ai progetti di vita personalizzati degli ospiti del CDD, «puntiamo a valorizzare questo strumento in quanto capace di stimolare l’immaginazione, la creatività, le potenzialità narrative e il confronto», spiega Lo Passo. Sul lato esterno, «vogliano raccontare quello che avviene al Centro e negli altri CDD gestiti da Solidarietà e Servizi; dare voce alle persone disabili anche attraverso la loro stessa voce ». E proprio da questi due obiettivi deriva anche il nome: «Escodiradio è la volontà di raccontarsi e di tirare fuori i propri talenti».

Attrezzature e formazione per andare on air

Per andare on air è stato fatto anche percorso più tecnico. «Innanzitutto di attrezzature – ricorda Roberto Albè, responsabile ITC (Information e Communication Technologies) di Solidarietà e Servizi -. Sono stati fatti investimenti importanti per hardware e software, insonorizzando l’ambiente e dando tutti gli strumenti necessari affinché le postazioni potessero essere fruibili anche dalle persone che frequentano il CDD. Ciascuno ha le sue cuffie e la sua spugnetta per il microfono». Non certo seconda, la formazione. «Per fare radio non ci si può improvvisare», riprende Lo Passo. «Una grossa mano ce l’hanno data i ragazzi di Busto Live che hanno già una consolidata esperienza nella radio online. In particolare Marco e Silvia ci hanno insegnato come si parla in radio, come si scandiscono le parole e l’importanza di rispettare i tempi».

Per la prima trasmissione ufficiale di mercoledì 30 novembre il palinsesto è già pronto: dalle 9 alle 10.15 musica anche per accogliere le persone disabili che arrivano al CDD; dalle 10.15 alle 11.15 “Ci presentiamo”: programma per illustrare la web radio e i suoi protagonisti; dalle 11.15 alle 14.15 musica per accompagnare il pranzo; dalle 14.15 alle 15.15 i mondiali di calcio visti da Escodiradio.

Non resta che collegarsi, tutti i mercoledì su www.escodiradio.it

Grandi e piccoli progetti sotto l’albero: i mercatini natalizi di Solidarietà e Servizi    

Per tutto il mese di dicembre i Centri disabili della cooperativa sociale presentano i lavori fatti durante l’anno anche per sostenere iniziative e nuovi progetti

Realizzare una stanza sensoriale, ma anche avere la possibilità di fare un’esperienza di autonomia o alimentare le attività. Sono tanti i progetti che ci sono dietro ai mercatini natalizi che i centri disabili di Solidarietà e Servizi propongono per tutto il mese di dicembre. Piccoli e grandi sogni per contribuire al benessere e alla crescita delle persone con disabilità attraverso una progettualità che le vede protagoniste. Da Busto Arsizio a Gallarate e Caronno Pertusella, passando per Saltrio per arrivare fino a Cermenate. Attraversa tutta la provincia di Varese per approdare alle porte di Cantù il calendario degli appuntamenti. 

CDD Manzoni di Busto Arsizio

Due date per un progetto importante al CDD – centro diurno disabili – Manzoni di Busto Arsizio. Sabato 17 dicembre dalle 14.30 alle 19.30 e domenica 18 dicembre dalle 9.30 alle 12.30, i locali di via Palestro 1 ospitano il mercatino natalizio. «L’obiettivo è aggiungere un tassello in più al progetto della stanza sensoriale. È un progetto ambizioso ma che riteniamo molto importante per i bambini che frequentano il Manzoni», spiega la coordinatrice Cristina Ridolfi. La stanza Snoezelen, questo il nome tecnico, è uno spazio ideato appositamente per stimolare tutti i sensi, attraverso effetti di luce, colori, suoni, musica, profumi e materiali diversi che può offrire ai ragazzi del CDD nell’ottica di migliorare la relazione, il rilassamento e la scoperta di sé. A Busto Arsizio è possibile trovare simpatici bigliettini di Natale, utili fermaporta e paraspifferi, ricette in barattolo, sale aromatizzato e ciabattine a tema natalizio.

Pollicino, Avanti Tutta e CSE Oltre di Busto Arsizio

La triade composta dal centro Pollicino e dal servizio Avanti tutta, che accolgono bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico, e dal CSE – centro socio educativo – Oltre, mercoledì 21 dicembre nella sede di Solidarietà e Servizi, in via Isonzo 2 a Busto Arsizio, dà vita al grande mercato natalizio. «Sfrutteremo gli spazi del CSE Oltre per allestire un vero e proprio mercato con diversi banchi per presentare le nostre creazioni: stelle di Natale, vasi dipinti a mano e borse coloratissime. L’obiettivo è dare la possibilità ai ragazzi di fare delle esperienze di autonomia. Ovvero, uscire una sera per una pizza e fare insieme una gita: sono tutte occasioni che contribuiscono in modo fattivo allo sviluppo delle loro capacità di autonomia, oltre ad essere apprezzate molto», spiega la coordinatrice Mariolina Caputo.

CDD Il Girasole di Caronno Pertusella

Il CDD il Girasole di Caronno Pertusella, dal 5 fino al 22 dicembre, dalle 9 alle 16, dà vita a un mercatino unico nella sede di via Monte Nero 259. «Abbiamo sempre ritenuto che ogni individuo possa esprimere sé stesso attraverso diverse forme di arte», spiega il coordinatore del CDD Il Girasole, Gian Piero Colombo. «Le attività manuali nel periodo natalizio hanno sempre favorito lo spirito di gruppo. Sulle note delle musiche natalizie, abbiamo dato sfogo al nostro estro creando pezzi unici e speciali, proprio come gli ospiti che con passione li hanno realizzati, accompagnati dalle mani amiche degli operatori». Si possono trovare oggetti “handmade” come palle di Natale realizzate con il decoupage, decorazioni in stoffa, biglietti e chiudi pacco, piatti, svuota tasche di vetro, specchi con cornici di legno con il decoupage e dei meravigliosi alberi di Natale in pannolenci. «Il ricavato servirà a finanziare il “progetto gite 2023”. Rispondendo al desiderio di alcuni ospiti del Centro vorremmo organizzare una gita mensile, alla quale a turno parteciperanno tutti gli ospiti». Le mete al vaglio sono bellissime: si va dalla città di Bologna alla Villa Reale di Monza fino al parco degli Aironi a Gerenzano.

CDD di Saltrio

Da mercoledì 7 dicembre a mercoledì 21 dicembre è il CDD di Saltrio a presenta il suo mercatino. In via Cassi 2 sono proposti preziosi manufatti realizzati dai laboratori di pittura e falegnameria del Centro: veri e propri oggetti da collezione. Inoltre giovedì 22 e venerdì 23 dicembre, il mercatino si sposta nella palestra comunale di Saltrio in piazza Risorgimento. «Lo scopo è proseguire con l’attività dei laboratori, ai quali servono sempre materiali. Vorremmo però anche garantire a tutti i nostri ospiti una merenda natalizia in pasticceria», dice la coordinatrice Milena Simone.  

CDD di Gallarate

Il CDD – Centro Diurno Disabili – di Gallarate che giovedì 1 dicembre dalle 10.15 alle 12 è presente nella sede di Solidarietà e Servizi, in via Isonzo 2 a Busto Arsizio, con le proprie proposte. Venerdì 2 dicembre, dalle 10.15 alle 12, si sposta negli spazi del CSE Oltre, sempre in via Isonzo 2, e lunedì 19 dicembre dalle 15 alle 18 apre i propri spazi di via Canova 10 a Gallarate. Presenta i lavori realizzati durante le attività di mosaico e del laboratorio creativo per sostenere la prosecuzione dei laboratori e per organizzare un’apericena con gli ospiti del CDD al circolo Arconti di Cedrate.

Un altro step per inserire meglio al lavoro le persone disabili e per soddisfare le esigenze delle aziende e degli enti clienti: al centro c’è sempre la persona

Forma e sostanza nella rivisitazione degli spazi del BPO (Business Process Outsourcing) di Solidarietà e Servizi: per far emergere i talenti e migliorare la qualità dei servizi offerti

Un lavoro che mette al centro di tutto la persona disabile o fragile è un lavoro concepito come strumento educativo, capace di far emergere i talenti di ciascuno, di valorizzare le soft skills e di interagire con il proprio progetto di vita. Non solamente per rispondere al desiderio di realizzazione, ma anche per erogare in continuità dei servizi di alto livello e qualità. Da qui è partita la riorganizzazione del reparto di BPO – Business Process Outsourcing – di Solidarietà e Servizi. Una revisione logistica che ha permesso di riaffermare ancora di più il focus sulla persona.

La ridefinizione degli spazi di lavoro di viale Toscana a Busto Arsizio ha portato a migliorare la divisione organizzativo/funzionale coinvolgendo gli stessi dipendenti nella cura di un posto di lavoro che potesse essere “casa”. Perché, come dice Davide, che è tra i 37 dipendenti del BPO, «non capisco alcuni miei coetanei che vivono il lavoro come una parentesi tra un weekend e l’altro. Per me il lavoro è un luogo importante di socializzazione, di relazione e di crescita». Non solamente. «Qui, Solidarietà e Servizi mi ha dato gli strumenti e le risorse per costruire la mia vita e trovare il mio posto nel mondo», aggiunge la collega Sabrina. «Mi sono sentita accolta nella mia fragilità e accompagnata in un percorso che, attraverso la cura, mi ha portato a una rinascita».

Per quanto possa apparire solamente di forma, l’intervento sul reparto BPO è stato di sostanza. Sul fronte operativo, «per favorire la specializzazione delle persone e quindi per erogare ai clienti servizi sempre più tecnici e qualitativamente alti, siamo andati a ridefinire gli spazi di lavoro e la relativa strumentazione», spiega Mariangela Mezzasalma, responsabile del BPO di Solidarietà e Servizi. «Abbiamo creato cinque isole distinte, ciascuna dedicata a una particolare lavorazione: customer service inbound/outbound, back office amministrativo, back office settore energetico, back office settore farmaceutico e back office settore marketing. Per ognuna è stata individuata una figura di team leader a cui è stata affidata una responsabilità orientata al rispetto degli accordi di servizio contrattuali (SLA  – Service Level Agreement) e degli standard di qualità del BPO che passano attraverso la creazione di manuali operativi che vengono fatti validare dai clienti e che sono oggetto di revisione continua». Inoltre, «sono stati migliorati gli aspetti tecnologici, dotando il reparto di sistemi di connettività più potenti e di CRM  – Customer Relationship Management – , per la gestione delle relazioni con i clienti, che permettono l’ottimizzazione di alcuni servizi».

«Un’altra importante dinamica organizzativa – continua Mezzasalma – è la spinta che stiamo facendo per portare le persone da part time, che è lo standard dell’inizio di un percorso di inserimento lavorativo, al full time. Spesso questo obiettivo risulta molto faticoso da raggiungere, ma è fondamentale per lo sviluppo del progetto di vita di ciascuno. Sia in termini economici sia di percezione del pieno dispiegamento delle proprie capacità».

La riorganizzazione del luogo di lavoro ha posto al centro anche il benessere delle persone «che è il nostro focus principale», precisa Mezzasalma. Così, se da una parte «sono stati riorganizzati gli spazi per permettere alle persone di far emergere le proprie abilità e quindi i talenti», dall’altra «è stata instituita una nuova funzione, “l’Enviroment” che ha la responsabilità di curare l’ambiente di lavoro al fine di consentire alla persona di “sentirsi a casa”. Sulla base dei suggerimenti e dei bisogni raccolti sono state riorganizzate le navette interne di trasporto da e verso il luogo di lavoro, è stata modificata la logistica dell’area relax e dell’area ristoro ed è stato chiesto a ciascuno di prendersi cura di un piccolo pezzo dell’ufficio per sperimentare concretamente la propria appartenenza a questo luogo».

Il risultato di questo processo è in un miglioramento delle performance. «Le due linee di intervento, ovvero mettere la persona con disabilità nelle condizioni di poter esprimere nel migliore dei modi i propri talenti e la qualità del lavoro erogato, portano inevitabilmente a migliorare anche la soddisfazione del cliente», osserva Gabriele Scampini, responsabile commerciale dell’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi. «Le soluzioni adottate riescono a trasformare quello che può essere un limite, dato da una fragilità o disabilità, in una opportunità. Questo ci viene riconosciuto dai clienti, infatti, quando vengono a trovarci, la parola che più citata è “stupore”. Riconoscono che professionalità e umanità qui trovano compimento».