Io, giovane ingegnere al servizio delle persone disabili: «Metto la tecnologia al servizio dell’autonomia»

Andrea Battistella è il destinatario dell’assegno di ricerca di Solidarietà e Servizi e università LIUC per individuare nuove soluzioni domotiche e tecnologiche da adottare nelle case della cooperativa sociale

«Ero abituato alle macchine, ai software. Trovarmi a lavorare con le persone è una bella sfida che mi permette di mettermi in gioco professionalmente e umanamente. È questo un percorso che faremo insieme alla cooperativa sociale Solidarietà e Servizi e che ci permetterà di individuare delle soluzioni tecnologiche da mettere al servizio delle persone con disabilità per aumentare la loro autonomia». Si chiama Andrea Battistella, ha 24 anni ed è un giovane ingegnere, fresco di laurea alla LIUC – università Cattaneo di Castellanza. È lui il destinatario dell’assegno di ricerca che Solidarietà e Servizi e la stessa LIUC hanno messo a disposizione per individuare nuove soluzioni domotiche e tecnologiche in grado di sviluppare l’autonomia delle persone con disabilità che abitano nelle case della cooperativa sociale.

L’iniziativa, lanciata lo scorso autunno, prosegue nella direzione di utilizzare strumentazioni domotiche nelle case con lo scopo di mettere la tecnologia al servizio dell’autonomia. «È un progetto nel quale crediamo molto perché poniamo grande attenzione alle possibilità che la tecnologia può dare», osserva Giacomo Borghi, responsabile Area Residenziali e Domotica di Solidarietà e Servizi. «Infatti la domotica rappresenta già da anni una peculiarità delle nostre case dove vivono persone con disabilità. Sono state adottate soluzioni, ad esempio, per la gestione automatica della temperatura, delle aperture e delle scorte; soluzioni che sono state inserite all’interno di un progetto di vita personalizzato per promuovere l’autonomia e la realizzazione della persona, anche in direzione del “Dopo e Durante noi”».

Il ruolo di Andrea Battistella si inserisce proprio in questo percorso: potenziare le soluzioni adottate per garantire nuove forme di autonomia. «È una bella sfida che mi permette di mettere a frutto quanto ho studiato, con l’elemento aggiuntivo di non operare in ambito industriale – ambito della mia formazione come ingegnere gestionale -, ma in stretto rapporto con le persone, in particolare con le persone con disabilità. E quest’ultimo è un ulteriore elemento di sfida», riprende Battistella. «Il primo passo è stato infatti quello della conoscenza: conoscenza dei luoghi, ovvero le case che sono oggetto del progetto: la residenza Isa Tanzi di Cassano Magnago, gli appartamenti Gandolfi a Legnano, Casa Lab a Fagnano Olona e l’appartamento Castiglioni di Busto Arsizio; ma anche conoscenza delle persone che vivono questi luoghi». E il primo impatto è stato sorprendente. «Mi ha infatti sorpreso l’approccio che hanno avuto: nessun freno, ma grande apertura verso quelle che potrebbero essere le novità da portare all’interno della casa. In particolare le tre ragazze che vivono in Casa Lab non hanno sollevato problematiche da risolvere, ma direttamente le soluzioni da adottare. Indubbiamente un bel modo di approcciarsi al tema della tecnologia e che dimostra quanta attenzione ci sia all’innovazione e, soprattutto, quanta voglia ci sia nell’incrementare la propria autonomia».

Per Andrea ci sono degli importanti margini di intervento. «Ho già fatto, insieme con il personale della cooperativa, una prima analisi di quanto è stato adottato e dell’esperienza fatta da altre realtà». Racconta: «Durante la fase di ricerca tecnologica e di ricerca letteraria ho preso spunto da altri progetti che, ad esempio hanno lavorato sul potenziamento dell’autonomia attraverso soluzione di smart home. Il progetto di Solidarietà e Servizi è però più ampio perché va a valutare gli interventi sul potenziamento dell’autonomia anche al di fuori della casa». Margini di intervento ce ne sono. «Il tema della tecnologia abbinato a quello della disabilità può essere affrontato da due punti di vista: quello degli operatori e degli educatori nel senso di dare loro strumentazioni per conoscere quanto avviene nella casa, consentendo così agli ospiti di avere una minore presenza e quindi maggiore autonomia; non certo secondo, c’è il punto di vista dell’ospite. Qui, la domanda da porsi è: come la tecnologia può agevolare la quotidianità? Ci sono tutti gli spazi di intervento per un progetto di successo». E la giovane età e la voglia di fare di Andrea aprono tantissime porte di azione.