Spazio Integrazione, da progetto sperimentale a modello di intervento

L’iniziativa di Solidarietà e Servizi si propone di diventare un nuovo servizio per rispondere a bisogni che non avevano risposta

Da progetto sperimentale a modello di intervento. Spazio Integrazione, il progetto di Solidarietà e Servizi, attivato con il sostegno di Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI, mira a diventare un nuovo servizio capace di arrivare là dove non ci sono risposte strutturate, per colmare un vuoto che rischia di lasciare escluse molte persone disabili o fragili. «Per rispondere a un bisogno reale abbiamo messo in campo il valore di una presa in carico della persona a più ampio raggio e, all’interno di un approccio multidimensionale e di una visione di rete, abbiamo puntato sulla creazione di progetti di vita per potenziare tutti gli aspetti legati all’autonomia della persona attraverso proposte personalizzate , tra cui attività occupazionali e lavorative», spiega Laura Puricelli, responsabile Area Autismo e Autonomie di Solidarietà e Servizi (area a cui afferisce il progetto Spazio Integrazione).

L’intuizione iniziale si è rivelata corretta ed adeguata. «Esiste una fascia di persone disabili o fragili che non hanno accesso ai servizi strutturati: hanno livelli di abilità e autonomia troppo elevati per un centro diurno, ma non hanno i requisiti per aprirsi uno spazio nel mondo del lavoro», prosegue. «Con Spazio Integrazione abbiamo voluto aprire una nuova strada di intervento a questi bisogni che restavano senza risposta. E lo abbiamo fatto operando a livello di rete». Coinvolgendo Comuni, servizi sociali, cooperative e associazioni, Solidarietà e Servizi ha scoperto che questa fascia di bisogno era stata intercettata anche da altri soggetti. «Chi ha rilevato questo bisogno si è posto anche nell’ottica di individuare una risposta da dare. E Spazio Integrazione può fornire degli elementi concreti per poter dare risposte, dare vita quindi a un nuovo servizio. In questa ottica abbiamo anche attivato una collaborazione con il Centro Studi del Terzo Settore (CESEN) dell’Università Cattolica di Milano per arrivare a strutturare un intervento con parametri ben chiari e definiti: target, modalità di intervento, obiettivi, tipologia di professionalità coinvolte e, non certo ultima, sostenibilità economica». 

Muovendosi in un ambito del tutto nuovo, Spazio Integrazione nei primi dieci mesi di attività si è rivelato un laboratorio dove sono confluite esperienze e valutazioni, rivendendo anche alcune delle impostazioni iniziali. «Lavorando sull’emersione di un bisogno poco presidiato, pensavano di rivolgerci prevalentemente a una fascia di popolazione giovane, ma sono state le persone tra i 45 e i 55 anni a presentare il maggior bisogno», spiega Filippo Oldrini, responsabile dell’Area Inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi, che nell’ambito del progetto offre i contesti produttivi per le esperienze di avvicinamento al lavoro. «Se per un giovane il lavoro si pone come elemento indispensabile per rivendicare la propria autonomia, per chi ha qualche anno in più il tema del lavoro assume un ruolo qualificante del tempo, in termini di organizzazione e di qualità di vita. Parliamo di lavoro in senso “ampio”, come spazio educativo, luogo di crescita personale e sociale all’interno del quale inserire il proprio progetti di vita». 

Da progetto sperimentale Spazio integrazione si sta rivelando un laboratorio di studio e di progettazione. Conclude Oldrini: «Ci muoviamo nell’ambito della co-progettazione con l’obiettivo di dare delle risposte concrete a queste nuove fragilità attraverso percorsi personalizzati. Spazio Integrazione ha tutti gli elementi per diventare modello di intervento; modello che presenteremo in Regione».

Spazio integrazione è sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI.

Per scoprire il Programma Formula, visita forfunding.it