Sport e mondo imprenditoriale a confronto: una buona impresa ha al centro le persone
Solidarietà e Servizi e CDO Insubria hanno proposto l’incontro con l’allenatore del Sassuolo Alessio Dionisi e l’imprenditore Fabio Tognella per “Far bene l’impresa”

L’azienda come lo sport: per arrivare al risultato, occorre mettere al centro le persone. Solidarietà e Servizi e CDO Insubria hanno proposto l’incontro dal titolo “Far bene «l’impresa»” mettendo a confronto l’esperienza nella serie A calcistica di Alessio Dionisi, allenatore del Sassuolo, e Fabio Tognella, seconda generazione di una famiglia di imprenditori alla guida della Tognella spa di Somma Lombardo, leader nella produzione di valvole oleodinamiche. Nella sede della cooperativa sociale di viale Toscana a Busto Arsizio, i due relatori, moderati da Angela Poggi dello Studio Legale Poggi e da Gabriele Scampini responsabile commerciale di Solidarietà e Servizi, si sono confrontati sulla necessità di un cambio di paradigma per “fare l’impresa”, dove il termine impresa è stato volutamente proposto nella sua doppia accezione: da una parte, attività economica, dall’altra il progetto, l’opera, il risultato. Due accezioni che condividono il cuore di partenza: a fare la differenza sono le persone inserite in una squadra che condividono un obiettivo. Ma come si fa a creare una squadra? Per quanto Tognella abbia ereditato una struttura avviata, «è importante in una squadra riconoscere le caratteristiche di ciascuno per potergli assegnare il ruolo corretto». Fare squadra però nella sua storia aziendale ha significato anche condividere, «essere famiglia». Ha infatti ricordato che quando da piccolo andava a trovare il padre in officina, «non era infrequente che anche gli operai, con mogli e figli, partecipassero ai pranzi di famiglia». La squadra non è solamente la formazione che scende in campo, ma quella composta da tutti: dai giocatori allo staff tecnico. Ha spiegato Dionisi: «All’interno di un gruppo è importante responsabilizzare ogni singola persona, in modo tale da prendere decisioni e perseguire obiettivi comuni. Per creare una squadra è necessario valutare non solo le capacità ma la persona nel suo complesso, creando relazioni».
A tenere unita una squadra è l’obiettivo. Si parla quindi di motivazione, «convogliando gli obiettivi individuali e spostando l’obiettivo dal singolo alla squadra», ha detto l’allenatore del Sassuolo. Le difficoltà, gli errori, le cadute sono solamente dei passaggi. «Non serve giudicare, ma bisogna rilanciare sull’obiettivo successivo», ha sottolineato Dionisi. E ha aggiunto Tognella: «Gli sbagli non sono da demonizzare: non esiste errore zero e non bisogna cercare chi ha fatto l’errore, bensì individuare cosa è andato male all’interno del processo, perché l’errore non è del singolo ma del metodo. È importante pensare al domani e non fossilizzarsi sui risultati (positivi o negativi) del presente».
Il tema della condivisione è però sempre al centro. Non solamente obiettivi e sconfitte, ma anche valorizzazione dei talenti e cambiamenti. «Per far crescere il talento è necessario lavorare su quello che si ha già, senza sottolineare quello che manca», ha rilevato Dionisi. Il tutto all’interno di una “visione” comune. «Condividere sogni, farli diventare sogni collettivi è il segreto per fare di un gruppo una buona squadra», ha concluso Tognella.


















































