Le Tre Torri di Pavia: i centri diurni disabili Il Torchietto, il Naviglio e Le Betulle mettono in mostra le loro abilità in un mosaico

In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, disvelata l’opera che ha richiesto tre anni di lavoro dei CDD gestiti da Solidarietà e Servizi 

È un omaggio alla città di Pavia, ma soprattutto il desiderio e la volontà di mostrare i propri talenti spesso nascosti. Il mosaico delle Tre Torri di Pavia realizzato dalle persone disabili insieme con gli operatori dei centri diurni disabili – CDD – pavesi Il Naviglio, Il Torchietto e Le Betulle, gestiti da Solidarietà e Servizi, è stato inaugurato ufficialmente il 3 dicembre: in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, il sindaco Fabrizio Fracassi ha disvelato l’opera collocata nella sala San Martino di Tours in corso Garibaldi 62. Uno spazio di prim’ordine per un lungo lavoro che ha visto l’impegno di 30 persone dei CDD e che è stato finalizzato a «mostrare i talenti nascosti dei nostri ospiti». Un progetto avviato nel settembre del 2018 e che ha trovato compimento tre anni dopo in una cerimonia partecipata e sentita.

«Scoprire il mosaico realizzato dagli ospiti del centro diurno disabili è stata per me un’emozione – ha dichiarato il sindaco di Pavia, Mario Fabrizio Fracassi – Nell’opera, che raffigura uno dei simboli della nostra Città, ho percepito un profondo amore per Pavia e ho visto concretizzarsi una creatività che sa volare più alto delle difficoltà della vita. Sono entrambi aspetti che mi hanno commosso».

Il mosaico, che si sviluppa su una base di un metro e mezzo per 77 centimetri di altezza, è composto da tre panelli, ciascuno del peso di circa 30 kg. Tutto è partito da una fotografia scattata proprio dalla centrale piazza Leonardo Da Vinci che, cogliendo un anelito verso il cielo, racchiude le torri simbolo di Pavia e che ha colpito molto gli ospiti dei CDD. L’idea è stata non solamente di riprodurre l’immagine, quanto di trasformarla in un progetto corale, capace di coinvolgere le persone disabili dei tre centri: farne un mosaico composto da 150 piastrelle in ceramica appositamente dipinte. Dalla progettazione alla scelta dei colori, fino alla doppia cottura delle singole piastrelle, gli ospiti del CDD hanno potuto misurarsi in un lavoro articolato, mostrando i propri talenti e abilità. A completamento sono stato utilizzati dei vecchi bancali per realizzare la cornice. Il risultato è diventato patrimonio della città di Pavia e patrimonio di tutti: una testimonianza viva della volontà di Solidarietà e Servizi di creare le condizioni e dare a tutti la possibilità di mettere in mostra i propri talenti e diventare protagonisti di un’opera che è segno di partecipazione, di crescita e di rete. Perché ciascun tassello trova compimento e valore solamente se considerato nell’insieme dell’opera. Di fatto, “mai più soli … insieme ci riusciamo” è il claim che accompagna Solidarietà e Servizi da oltre 40 anni. 

Spazio Integrazione, un progetto innovativo di Solidarietà e Servizi selezionato da Intesa Sanpaolo

Il progetto dedicato a investire sull’autonomia di persone disabili e fragili è stato inserito nel programma Formula di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Fondazione Cesvi

Il progetto SPAZIO INTEGRAZIONE di Solidarietà e Servizi Cooperativa Sociale, in collaborazione con Fondazione Cesvi, è stato selezionato da Intesa Sanpaolo per partecipare all’Iniziativa Formula di crowdfunding dedicata alla sostenibilità ambientale, e all’inclusione sociale e valorizzazione per le persone in difficoltà. Unico progetto della provincia di Varese e tra i tre selezionati in Lombardia per il quarto trimestre del 2021, Spazio Integrazione rappresenta la volontà di Solidarietà e Servizi di dare risposte concrete al bisogno e al desiderio di AUTONOMIA delle persone disabili e fragili, valorizzandone i talenti e rafforzando il network territoriale. «Spazio Integrazione è un progetto multidimensionale che mette insieme in modo assolutamente innovativo le competenze socio-educative, sociali, di inserimento lavorativo e produttivo-occupazionali di Solidarietà e Servizi e della rete territoriale per realizzare PERCORSI INDIVIDUALI DI AUTONOMIA E DI INSERIMENTO LAVORATIVO per persone disabili o fragili. È quindi un luogo fisico e insieme relazionale in cui la persona può sperimentarsi all’interno di un contesto che unisce supporto educativo, psicologico e sociale a un’esperienza in un contesto di lavoro “vero”», spiega Filippo Oldrini, responsabile Area Inserimento lavorativo della cooperativa.

Tre i piani di intervento: innanzitutto la creazione di un’equipe dedicata al progetto con competenze e professionalità multidisciplinari; secondo, la creazione di uno spazio fisico dove poter attuare il progetto e, ultimo ma non ultimo, il potenziamento della rete sociale territoriale.

«L’obiettivo – prosegue Oldrini – è non solamente creare un nuovo know-how, ma proporre modello che sia facilmente replicabile anche in altre realtà e soprattutto che sia in grado di dare risposte ai bisogni di autonomia di persone che, solitamente, non trovano percorsi di crescita adeguati. Parliamo di persone disabili le cui capacità e autonomie di base sono superiori a quelle di chi solitamente viene accolto nei centri diurni ma che non hanno i requisiti per accedere al mondo del lavoro o di giovani fragili che hanno bisogno di percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro».

Nell’ottica di diventare un progetto condiviso, ciascuno può sostenere Spazio Integrazione donando su For Funding, la piattaforma di Intesa Sanpaolo per la raccolta fondi in favore di progetti solidali.

Per maggiori informazioni:

https://www.intesasanpaolo.com/it/common/landing/programma-formula-iniziative-ambiente-inclusione-lavoro.html

Per Sostenere il nostro progetto:

https://www.forfunding.intesasanpaolo.com/DonationPlatform-ISP/nav/progetto/spazio-integrazione

Il Centro Viganò di Caronno Pertusella è realtà: una risposta ai bisogni dei minori con autismo e disabilità

Solidarietà e Servizi ha avviato il nuovo Centro sperimentale per minori con disturbo del neurosviluppo: progetto capace di dare risposte alle famiglie del territorio

Un progetto nato dal basso e capace di dare risposte a un intero territorio, all’interno di una visione di rete. Solidarietà e Servizi cooperativa sociale ha avviato a Caronno Pertusella il nuovo Centro Viganò: una struttura dedicata ai minori con autismo e disabilità, ricavata negli spazi del CDD – Centro Diurno Disabili – Il Girasole grazie a un’ottimizzazione dei locali disponibili. «Questo nuovo servizio muove i passi da una richiesta che abbiamo registrato», spiega Giacomo Borghi, responsabile Area Autismo Diurni e Residenziali di Solidarietà e Servizi. «Dal Comune, dalle famiglie ma anche dai servizi territoriali è infatti emersa la necessità di dare vita a una struttura capace di prendersi cura dei minori con diversi tipi di disabilità; abbiamo proposto un Centro che integrando la frequenza scolastica propone a bambini e ragazzi occasioni risocializzanti e attività educative. Il nome dato al centro è in ricordo di uno storico ospite de Il Girasole, Fabio Viganò, venuto a mancare la scorsa primavera».

La “rete” che ha espresso la necessità supporta anche lo sviluppo del Centro. Come spiega Tatiana Ciola, assistente sociale di Solidarietà e Servizi che segue gli inserimenti al Viganò: «Il minore tendenzialmente viene segnalato dai servizi territoriali e, attraverso la Neuropsichiatria dell’ospedale di Saronno e il Comune, arriva a noi. Operiamo all’interno di un percorso che è stato sviluppato in rete e, sempre in rete, viene alimentato così da dare risposte concrete a un bisogno». Anche perché, come ricorda Cristina Ridolfi, coordinatrice del centro Viganò, «per i minori in età scolare non ci sono molti servizi dedicati. Tendenzialmente, sono quasi sempre strutture di carattere riabilitativo, dove però non c’è una vera organizzazione del tempo all’interno di una programmazione personalizzata volta allo sviluppo delle capacità e, quindi, dell’autonomia». Studiato per poter accogliere fino a dieci minori, il centro di Caronno Pertusella può offrire attività individuali e di gruppo. «Lavoriamo sul potenziamento delle autonomie e sul processo di socializzazione proponendo attività diverse che, con il tempo andranno ad ampliarsi e a coinvolgere anche il territorio circostante». Le proposte educative sono davvero molteplici e partono non solo dai bisogni del minore, ma anche dai suoi interessi, ad esempio l’ attività di cucina, il giardinaggio e i laboratori per la comunicazione aumentativa.

 «È un servizio di cui c’era bisogno: in zona non ci sono opportunità di questo tipo e, per una famiglia che lavora e al contempo vuole essere vicina al proprio figlio, è una risposta importante», spiega Dennis Desolei, papà di Yuri, 9 anni, che è stato tra i primissimi ragazzi a frequentare il centro Viganò. «Le attività che vengono proposte sono veramente tante: Yuri è contento e sereno. Ma questo servizio è anche un valido supporto alla famiglia che, non solamente riesce a conciliare i tempi di lavoro, ma anche ad avere un aiuto dagli operatori che ci sono a Caronno Pertusella. E con la Neuropsichiatria di Saronno si è formato un bel gruppo».

Pur essendo adiacente al CDD, il centro Viganò è ben separato, con spazi propri sia interni sia esterni. La vicinanza dei due servizi però garantisce supporto e continuità agli operatori, nell’ottica di offrire sempre una cura della persona di qualità. Il tutto sempre in un lavoro di rete dove la coprogettazione e la coprogrammazione danno vita a risposte concrete finalizzate alla crescita del ragazzo disabile e al coinvolgimento della sua famiglia. Anche qui, trova attuazione concreta il claim di Solidarietà e Servizi: “Mai più soli … insieme ci riusciamo”.

Solidarietà e Servizi è “Impresa vincente”: Intesa Sanpaolo ha premiato l’eccellenza della cooperativa sociale nell’evento che si è svolto giovedì 11 novembre

Il presidente del Consiglio di Gestione chiamato come testimonial dell’impegno dato nel periodo Covid: «Tecnologia e integrazione dei servizi ci hanno permesso di garantire continuità»

Un’impresa vincente. O meglio, come è stata definita dall’economista Stefano Zamagni, «un’impresa virtuosa». Solidarietà e Servizi cooperativa sociale è stata tra le 14 imprese del terzo settore finaliste nel progetto nazionale “Imprese Vincenti” di Intesa Sanpaolo e, nella tappa “Impact” del digital tour promosso dall’istituto bancario, è stata chiamata quale testimonial per il supporto fondamentale dato alle comunità di riferimento nel periodo Covid e per essere stata in grado di reinventarsi per continuare a erogare i propri servizi nei momenti più complessi della pandemia.

Il presidente del Consiglio di Gestione della cooperativa sociale Domenico Pietrantonio è infatti intervenuto nell’incontro online di giovedì 11 novembre scorso per raccontare cosa Solidarietà e Servizi ha fatto. «La pandemia è stato un periodo drammatico per tutti, ma abbiamo portato a casa una serie di aspetti che cercheremo di capitalizzare: in primo luogo l’importanza della tecnologia, dell’informatizzazione e della formazione del capitale umano. Se non ci fossero stati gli smartphone, i tablet, i pc, se non li avessimo utilizzati non avremmo potuto continuare a prenderci cura delle persone disabili», ha detto. «Un altro aspetto è stata l’integrazione dei servizi: i servizi diurni e residenziali, insieme a quelli dell’inserimento lavorativo, hanno permesso una continuità di relazione nei confronti dei bisogni, delle famiglie e delle persone disabili: non c’è stata discontinuità nell’erogazione del servizio. La nostra caratterista è quella di saper valorizzare alcuni target di riferimento: lavoriamo con oltre 50 imprese che ci permettono di inserire al lavoro circa 80 persone disabili. E questo ci ha permesso, anche in periodo di pandemia, di dare continuità al servizio, consentendo a queste persone di fare un’esperienza positiva nonostante il momento».

“Vincente” è stata ritenuta anche l’esperienza di Solidarietà e Servizi nella gestione delle residenze. «Preferiamo chiamarle case», ha sottolineato Pietrantonio. «Non è solamente una questione di forma, ma è sostanziale: la casa è dove c’è una relazione, dove c’è familiarità e non ci sono attività da svolgere ma vi è l’esigenza di stare con qualcuno». L’esperienza di strutture residenziali di Solidarietà e Servizi è iniziata nel 2000 e si è concentrata sulla dotazione di strumenti tecnologici per favorire l’autonomia delle persone con disabilità. Esempio, ha ricordato il presidente del Consiglio di Gestione «è la nostra Casalab dove vivono persone disabili in regime di semiautonomia  grazie al supporto di strumentazioni domotiche». Ma anche «il primo esempio di housing sociale per disabili che è stato coprogettato ed è cogestito insieme con un’associazione di famiglie e ospita cinque persone».

Solidarietà e Servizi è impresa vincente del terzo settore perché fa vincere tutti: i beneficiari dei propri servizi, le comunità di riferimento e, non ultima, la società nel suo complesso. Per Intesa Sanpaolo, inserirla nel programma di valorizzazione “Imprese Vincenti” significa riconoscere il contributo all’economia del Paese ed esporla al dialogo con il mondo profit per uno scambio da cui entrambi i mondi traggono beneficio e occasioni di crescita. 

Per rivedere l’intervento integrale: https://group.intesasanpaolo.com/it/sezione-editoriale/eventi-progetti/tutti-i-progetti/economia/imprese-vincenti 

La collaborazione pubblico-privato diventa modello di assistenza alle persone disabili

All’incontro promosso da Solidarietà e Servizi Fondazione con la Fondazione per la Sussidiarietà e i comuni di Busto Arsizio, Cassano Magnago, Marnate si è evidenziata la necessità di dare vita a partnership per mettere veramente al centro la persona e i suoi bisogni

Collaborazione, partnership, co-programmazione, co-progettazione. In sintesi: “Insieme ci riusciamo”. Davanti alla volontà di dare risposte adeguate alle persone, a fronte di bisogni in crescita, la strada da seguire è quella di stare insieme e di unire le forze. E lo strumento da usare è quello del project financing. La testimonianza diretta di questo è arrivata dalla viva voce dei sindaci dei comuni di Marnate, Cassano Magnago e Busto Arsizio, tre realtà storiche per Solidarietà e Servizi cooperativa sociale che sono state coinvolte nell’incontro che Solidarietà e Servizi Fondazione ha organizzato lo scorso 29 settembre all’interno della sede di viale Toscana a Busto Arsizio e al quale ha partecipato anche il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini. «Per guardare al futuro partiamo dalla nostra storia», ha detto in apertura dell’incontro Paolo Fumagalli, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Solidarietà e Servizi cooperativa sociale. «E il nostro futuro è uscire da una logica di appalti per entrare in una logica di gestione diretta dei servizi, attraverso uno strumento che è quello del project financing, la finanza di progetto». Il tutto, «mantenendo fede alla nostra vocazione: assistere, prendendoci cura delle oltre 3.000 persone che ogni giorno sono con noi».

La richiesta di collaborazione posta da Solidarietà e Servizi è stata recepita dai Comuni, diventando una «necessità» nelle parole dei tre sindaci che sono intervenuti. «La collaborazione tra pubblico e privato è necessaria per migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini», ha detto Maria Elisabetta Galli, sindaco di Marnate, il primo paese dove Solidarietà e Servizi ha avviato una fattiva collaborazione con il Comune, realizzando un Centro Socio Educativo (CSE), diventato nel tempo un Centro Diurno Disabili (CDD) e dove la cooperativa sociale intende proporre un servizio residenziale. «È proprio dall’unione delle forze e delle energie che nascono le risposte più efficaci – ha proseguito Galli -. I rapporti con Solidarietà e Servizi affondano le radici fin dagli anni 80. La cooperativa sociale si è insediata in un’area che, con questo intervento, è stata riqualificata dando così avvio a un centro che sin dall’inizio si è rivelato esempio di una fattiva collaborazione tra pubblico e privato». Una collaborazione che, ha proseguito il sindaco, «si basa su dialogo e condivisione di valori, quali l’attenzione alla persona, l’intervento personalizzato e la presa in carico del servizio. E i risultati sono continui».

A Cassano Magnago, Solidarietà e Servizi ha realizzato in co-progettazione con il Comune la Comunità Socio Sanitaria (CSS) e il Centro Diurno Disabili (CDD) e ha dato vita, sempre in collaborazione con il Comune, alla Residenza Isa Tanzi, una casa che ospita dieci persone con disabilità. «Sono tre importantissimi esempi che ci raccontano di persone, di idee, ma soprattutto ci fanno guardare al domani», ha detto il sindaco di Cassano Magnago, Nicola Poliseno. «Vent’anni  fa, pioneristicamente, abbiamo fatto la scelta del project financing, uscendo dalla logica dell’appalto, e siamo andati alla ricerca di partner solidi. L’esperienza dimostra che abbiamo lavorato bene: dando concretezza al progetto e permettendogli di crescere nella risposta ai bisogni. L’ente comune deve guardare con attenzione allo strumento del project financing: è il futuro».

Busto Arsizio non è solamente il comune dove Solidarietà e Servizi ha sede, ma è la città dove sono molti i servizi avviati e gestiti dalla cooperativa sociale. In particolare, il Centro Diurno Disabili (CDD) “Manzoni” dedicato ai minori, il Centro Socio Educativo (CSE) di piazza XXV Aprile e il CSE che si trova in viale Toscana, dove ha sede anche tutto il comparto produttivo e l’Area Inserimento Lavorativo della cooperativa. Non ultimi, il Servizio di Formazione all’Autonomia (SFA) di via XX Settembre, il Servizio di Inserimento Lavorativo (per persone disabili e fragili) del Distretto di Busto Arsizio e un Servizio Accreditato al Lavoro per l’erogazione di Doti Regionali. «Umanità e professionalità: questo è Solidarietà e Servizi», ha ricordato il sindaco Emanuele Antonelli. «Se l’obiettivo di un’amministrazione è promuovere l’inclusione sociale e lo sviluppo del territorio, occorre garantire la collaborazione con il terzo settore, privilegiando chi è in grado di proporre soluzioni. E questa è co-programmazione». Ha proseguito: «L’obiettivo deve essere quello di mettere sempre al centro la persona, potenziando interventi specifici che tengano presente i bisogni. Serve quindi un nucleo di lavoro pubblico-privato che sappia valutare le aspettative e i bisogni delle persone disabili, in particolare i minori. In una parola, co-progettazione». E sul project financing, Antonelli ha ribadito l’importanza dello strumento: «È necessario per ottenere certi risultati perché spesso i comuni non hanno i mezzi. È il futuro, ma è anche il presente. Noi ci siamo».

Della necessità di rafforzare la collaborazione pubblico-privato ha parlato anche Vittadini, che ha fatto riferimento alla ricerca “Anziani e disabili, un nuovo modello di assistenza”, cui Solidarietà e Servizi collabora, e che è realizzata con il Politecnico di Milano, l’Università di Bergamo, l’Università Bicocca e l’Università di Parma, oltre che con la Fondazione Don Gnocchi e la Fondazione Sacra Famiglia. Vittadini ha definito come deve essere la nuova assistenza: solidale, sussidiaria e sostenibile. Ovvero, «deve mettere al centro la persona, affiancandosi alla famiglia per non far uscire il malato dal sistema della vita normale», ha detto il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. La sussidiarietà è sostenuta dal «partenariato pubblico-privato per costruire risposte organiche, composite, dove, di fronte a un bisogno, l’ente pubblico sceglie sulla base non di un appalto, magari al massimo ribasso, ma di una progettualità fatta secondo il criterio della qualità. Questo in un contesto di rete e specializzazione». Non ultima, la sostenibilità:  «Non è solo l’ambiente, ma anche la parità, l’abitabilità, l’uguaglianza, il dare lavoro. Sono 17 obiettivi che descrivono una nuova concezione di impresa». In quest’ottica, l’esperienza di Solidarietà e Servizi e dei tre Comuni intervenuti possono assurgere a modello di una moderna assistenza. Ha concluso Vittadini: «La metodologia che è stata illustrata oggi, e che Solidarietà e Servizi vuole adottare, con ogni probabilità sarà quella con cui affronteremo il futuro».

Il dono genera dono: nasce un nuovo spazio per i ragazzi del Centro Diurno Disabili “Manzoni”

Il ricordo di nonna Rosa ha dato il via ai lavori per la creazione della nuova stanza sensoriale al CDD di Solidarietà e Servizi per aiutarli nella relazione e nel rilassamento

Il ricordo delle persone care può dar vita a nuovi progetti. E dal dono che questo affetto genera, nascono spazi innovativi, ma soprattutto attesi e capaci di mettere in atto ancora di più quel “prendersi cura” che contraddistingue Solidarietà e Servizi.  È quanto avvenuto – e sta avvenendo – al Centro Diurno Disabili (CDD) “Manzoni” di Busto Arsizio dove sono iniziati i lavori per la realizzazione di una stanza Snoezelen. Si tratta di una stanza sensoriale ideata appositamente per stimolare tutti i sensi, attraverso effetti di luce, colori, suoni, musica, profumi e materiali diversi. Il nome da cui prende origine è un neologismo: “snoezelen” è infatti la sintesi delle parole olandesi “snuffelen” (trovare, esplorare) e “doezelen” (sonnecchiare, pisolare) che descrive bene l’esperienza multisensoriale che può offrire ai ragazzi del CDD nell’ottica di migliorare la relazione, il rilassamento e la scoperta di sé.

A dare il via al progetto è stata la donazione della famiglia Albè che, in ricordo della nonna Rosa, persona molto vicina al “Manzoni”, ha deciso di destinare al CDD di Busto Arsizio le offerte raccolte in occasione del funerale. La somma ha permesso non solamente di iniziare l’intervento per la realizzazione della stanza, ma ha attivato anche una cordata di solidarietà. I familiari di nonno Mario, persona a sua volta molto amica del Centro, hanno seguito l’esempio garantendo un’ulteriore tranche di lavori. Per arrivare all’ultimazione dell’intervento il percorso però è ancora lungo. In prima linea ci sono gli stessi ragazzi del “Manzoni” che si stanno dando da fare per aumentare i fondi raccolti. Anche perché l’hanno già in parte sperimentata e ne sono rimasti letteralmente entusiasti. «Bella! Ma quando la facciamo?», chiede Nicole che fin dall’inizio ne è rimasta affascinata. «Questa stanza mi piace perché dentro c’è tutto quello che può farci giocare e rilassare». Non da meno è Thomas, consapevole che anche lui la potrà frequentare: «Bella, e la possiamo usare anche noi “grandi”».

Per il momento la stanza è stata dipinta, adattata e  in parte attrezzata. Il colore scelto è stato il rosa, in ricordo della nonna da cui tutto è partito. E, nonostante il lavoro non sia terminato, l’inizio è di sicuro buon auspicio perché testimonia concretamente quell’insieme ci riusciamo che guida Solidarietà e Servivi nel prendersi in carico le persone con disabilità da più di 40 anni. 

Autonomia e talento: Antonio Caci protagonista al campionato italiano di tennistavolo

Dal Centro Socio Educativo di viale Toscana di Solidarietà e Servizi a Marsala, lungo un percorso fatto di attenzione allo sviluppo dell’autonomia

Un bellissimo podio per il “nostro” Antonio Caci. Il giovane, che frequenta il Centro Socio Educativo (CSE) di Solidarietà e Servizi in viale Toscana a Busto Arsizio all’interno di un percorso di sviluppo della propria autonomia, si è aggiudicato una splendida medaglia ai campionati italiani di tennistavolo FISDIR (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali) nella categoria C21 che si sono svolti a Marsala (TP) all’inizio dello scorso mese di settembre. Antonio, che ha gareggiato con i colori dell’associazione sportiva dilettantistica Orizzonte di Gela (CL), è uno sportivo a tutto tondo: appassionato di pallacanestro, si è dedicato al pingpong nei mesi estivi delle vacanze e, mettendo a frutto il percorso personalizzato fatto nel tempo al CSE per migliorare le proprie abilità, è diventato subito campione. «È stata una bellissima esperienza: Antonio si è impegnato al massimo dimostrando di avere anche una particolare attitudine a questo sport», racconta la mamma Donata che, insieme con il papà Saverio, lo ha accompagnato ai campionati nazionali. «Eravamo in vacanza a Gela e avremmo dovuto rientrare a fine agosto. Ma visto l’entusiasmo e soprattutto i risultati che iniziava a conseguire, abbiamo deciso di prolungare il soggiorno per dare ad Antonio questa opportunità. E ne è valsa la pena».

Si tratta sicuramente di un ottimo risultato per Antonio, al quale vanno le congratulazioni di tutta Solidarietà e Servizi, ma anche una bella soddisfazione per gli operatori del Centro Socio Educativo: ancora una volta l’attenzione alle attitudini di ciascuno, l’accompagnamento paziente alla crescita personale e alla progressiva capacità di far fronte agli impegni che ogni quotidianità richiede mostrano il loro frutto.

Antonio ha affrontato i campionati da vero atleta. Perché il tennistavolo non è solamente non far cadere mai la pallina, ma richiede abilità particolari: vengono infatti richiesti movimenti adeguati, il saper tenere la racchetta in modo corretto e una grande concentrazione. «La prestazione di Antonio è stata sorprendente sia per impegno ma anche per i risultati ottenuto nel confrontarsi con atleti molto preparati sia dal punto tecnico che atletico», aggiunge Natale Saluci, presidente dell’associazione Orizzonte che da 25 anni opera nell’ambito della riabilitazione psicofisica delle persone disabili e svolge il programma internazionale di Special Olympics con l’obiettivo di promuovere interventi che permettono l’integrazione sociale dei disabili. «Conosco Antonio da quando era piccolo: ha fatto un percorso importante e, divertendosi, si è impegnato molto. Può migliorare ancora, ma se continua con lo stesso entusiasmo potrà ottenere ottimi risultati dal punto di vista tecnico e atletico».

A beneficio di Antonio e di altri ospiti che vorranno cimentarsi in questa disciplina, il CSE di Solidarietà e Servizi si sta attivando per avviare una collaborazione con una realtà sportiva territoriale proprio dedicata al tennis da tavolo.

Qui il video dell’intervista del Quotidiano di Gela a Natale Saluci e alla famiglia di Antonio Caci.

Solidarietà e Servizi presenta il Piano d’Impresa Sociale 2021-2024. Venerdì 24 settembre all’Università Cattolica

Un luogo prestigioso per un appuntamento importante: la cooperativa sociale vuole rafforzare le partnership e aprire nuove collaborazioni per costruire il suo nuovo futuro

Un luogo prestigioso per un nuovo futuro. Sarà la sala Cinquecentine dell’Università Cattolica di Milano a ospitare venerdì 24 settembre (ore 18) la presentazione del Piano d’Impresa Sociale 2021 -2024 di Solidarietà e Servizi. Un appuntamento importante che non solamente vuole rafforzare la partnership con le realtà che sono impegnate insieme con la cooperativa nell’inserimento lavorativo di persone disabili, fragili e svantaggiate, ma vuole aprire a nuove collaborazioni con l’obiettivo di dare un maggiore impulso a un impegno condiviso che contraddistingue Solidarietà e Servizi. Il luogo scelto ha una valenza e una testimonianza in più: la Sala Cinquecentine, custodisce una preziosa collezione di circa 2.000 volumi stampati nel XVI secolo. E proprio nel preservare e valorizzare del patrimonio del Fondo Gemelli si incentra la collaborazione tra Solidarietà e Servizi e l’Istituto milanese: la cooperativa da tempo infatti è impegnata nell’attività di archiviazione con il proprio settore Documentale che garantisce elevate specializzazioni e professionalità, e che è sottoposto a un rigoroso controllo.

L’incontro vuole essere l’occasione per conoscere gli obiettivi che guideranno l’azione della Cooperativa nei prossimi anni, nell’ottica di rafforzare il proprio impegno nella presa in carico di persone in difficoltà. Il Piano d’Impresa Sociale infatti delinea una nuova organizzazione, sulla base però di uno stesso spirito e di una passione che sono immutati da oltre 40 anni.

All’incontro sono previsti gli interventi di Paolo Fumagalli e Domenico Pietrantonio, rispettivamente Presidente del Consiglio di Sorveglianza e Presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi, Paolo Nusiner Direttore generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Mario Gatti, Direttore di sede della Cattolica di Milano. Accanto a loro, porterà la testimonianza anche Paola Coltri, Head of Delivery Operations di EOLO, realtà di primo piano nel mondo delle telecomunicazioni con la quale la cooperativa ha attivato da tempo un rapporto crescente di collaborazione per il raggiungimento di specifici obiettivi, dove l’inserimento lavorativo di persone disabili diventa un valore aggiunto. 

L’incontro ha inizio alle 18 di venerdì 24 settembre. È possibile partecipare in presenza (posti limitati) oppure seguirlo in streaming. Per ragioni organizzative è necessario effettuare la registrazione sul sito della cooperativa www.solidarietaeservizi.it/piano-triennale/

«Grazie Pino, sei stato un collega, un amico e un fratello»

Solidarietà e Servizi ricorda Giuseppe Casamassima, per 11 anni impegnato nelle attività della cooperativa

Una grande composizione di fotografie per ricordare un collega, ma soprattutto un amico, un compagno di avventura e per alcuni perfino “un fratello”. Così l’Area Inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi in particolare ha voluto ricordare Giuseppe Casamassima (per tutti Pino). I suoi colleghi hanno raccolto le vecchie foto che ritraevano ciascuno di loro insieme con lui per comporre un quadro che non vuole essere commemorativo, ma vuole testimoniarne la presenza.

Assunto da Solidarietà e Servizi come lavoratore svantaggiato, per via di alcune problematiche di salute insorte nel tempo e che lo avevano costretto a lasciare il suo precedente lavoro, Pino è stato portato via da un male incurabile a soli 51 anni, dopo una vita fatta di tante fatiche, nella quale però non ha mai rinunciato alla sua spiccata personalità. Una colonna portante della cooperativa che ha trascorso 11 anni con Solidarietà e Servizi, iniziando a lavorare tra le mille difficoltà del capannone di Olgiate Olona, per poi passare per il capannone di via Cà Bianca e approdare infine alla nuova e moderna sede di viale Toscana a Busto Arsizio.

Praticamente “socio fondatore ad honorem”, Pino è stato più di un collaboratore per i colleghi di reparto e i suoi responsabili, diventando un punto fermo nella crescita della cooperativa. Dal reparto di Rigenesi dove ha iniziato a lavorare, al Documentale, per poi tornare di nuovo alla Rigenesi, la sua non è mai stata una presenza banale: gli bastava poco – un paio di occhiali da sole o un megafono – per creare gruppo e alleggerire quelle tensioni che in un posto di lavoro talvolta si acuiscono. Fedele al lavoro e serio nel suo impegno, Pino si è stretto a Solidarietà e Servizi quanto la cooperativa si è stretta attorno a lui, dando vita a una seconda famiglia dove le fatiche, la malattia, le speranze e le attese sono state vissute insieme.

All’ultimo saluto, che si è svolto venerdì 17 settembre a Magnago, c’erano tutti. Familiari, amici, colleghi ed ex colleghi, tutti a salutare una persona unica, che nonostante le sue fragilità, ha dimostrato che nulla è impossibile perché insieme ci riusciamo.    

Alla moglie Daniela, alla mamma Giacoma e al fratello Graziano le condoglianze di Solidarietà e Servizi e il ringraziamento perché, anche nel suo ultimo saluto, Pino si è ricordato della cooperativa: non ha voluto fiori, ma un gesto affinché il lavoro di Solidarietà e Servizi possa continuare.

Ripartire insieme perché “insieme ci riusciamo”

Solidarietà e Servizi ha superato i duri mesi dell’emergenza sanitaria anche grazie al contributo di Fondazione Cariplo

Sembra un momento lontano. Eppure è passato poco più di un anno dai mesi del lockdown che hanno costretto a rivedere programmazioni e modalità di erogazione dei servizi, ma soprattutto a riprogettare quel prendersi cura delle persone che contraddistingue Solidarietà e Servizi da oltre 40 anni. Da allora è stato un continuo adeguarsi al nuovo contesto e, in particolare, alle normative e ai protocolli che hanno cercato di contenerla diffusione del virus. Un lungo, faticoso e lento viaggio che sta portando la cooperativa sociale adesso a una “quasi” normalità. Questo percorso non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato anche l’aiuto particolare di alcuni soggetti esterni alla cooperativa. Solidarietà e Servizi ha infatti partecipato al bando Let’s Go di Fondazione Cariplo, un’iniziativa esplicitamente messa in campo con lo scopo di “preservare i servizi resi dagli enti di terzo settore (ETS) negli ambiti di intervento delle Aree Servizi alla Persona, Arte e Cultura e Ambiente”, come si legge nel bando stesso. Con l’obiettivo di “mitigare la situazione di difficoltà (organizzativa ed economico finanziaria) degli ETS, contribuendo a rigenerare valore per le nostre comunità, preservando i servizi fondamentali per il benessere delle persone e favorendo una ripresa più rapida, inclusiva e sostenibile dei territori”.

Quel “mai più soli … insieme ci riusciamo” ancora una volta ha dimostrato concretamente come solo l’unione delle forze e il fare rete permettano di dare continuità a una programmazione. Solidarietà e Servizi ha affrontato l’emergenza sanitaria con responsabilità e attenzione, sospendendo servizi quando necessario, rimodulando le attività e adeguando progetti dove possibile, ma senza mai interrompere quel “prendersi cura” delle persone fragili e con disabilità; anzi, in alcune occasioni potenziando le risposte ai bisogni. Affrontare l’imprevedibile ha comportato un sacrificio importante per la cooperativa sociale, anche dal punto di vista economico. Basti pensare che solamente nel 2020 per garantire i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) a personale e ospiti è stata sostenuta una spesa di oltre 170 mila euro.

«Anche in una situazione emergenziale la cooperativa sociale ha proseguito l’attività – osserva il presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi, Domenico Pietrantonio -. L’abbiamo necessariamente riprogettata e rimodulata, senza però mai perdere di intensità e di passione, anzi. E questo è stato possibile grazie anche agli aiuti ricevuti, come quello da Fondazione Cariplo. Con l’autunno stiamo riportando i servizi al massimo delle possibilità consentite in questo momento. Cosa abbiamo imparato da questa emergenza? Che il nostro “mai più soli … insieme ci riusciamo” non ha mai perso la sua forza e la sua attualità».