Digitalizzazione Biblioteca Popolare di Rho: un progetto veramente sociale 

Coinvolte tre aziende del territorio nell’ambito del “Progetto Sociale al quadrato”, che ha permesso l’assunzione di quattro lavoratori disabili da parte della cooperativa sociale “Solidarietà e Servizi” 

Una fase del processo di digitalizzazione del patrimonio librario della Biblioteca Popolare di Rho con lo scanner planetario

Presentato nel mese di ottobre alla stampa il nuovo progetto a firma Solidarietà e Servizi. Si tratta  dell’inventariazione e della digitalizzazione del patrimonio librario della Biblioteca Popolare di Rho.  Un progetto importante che vede collaborare diversi attori nell’ambito del Progetto sociale al quadrato.  

Progetto “Sociale al quadrato”

L’articolo 14 della legge 68/99 (legge Biagi) consente alle aziende di ottemperare agli obblighi di assunzione di persone con disabilità, affidando una commessa di lavoro e stipulando una convenzione con una cooperativa sociale di inserimento lavorativo. «Il Progetto Sociale al Quadrato vuole andare oltre – spiega Raffaella Cirillo, responsabile Collocamento Mirato Disabili della Provincia di Varese. Si tratta di un modello innovativo di convenzione art. 14, nato da una sperimentazione, a partire dal 2019, in cui l’oggetto della commessa non ha a che fare con l’attività svolta dall’azienda, ma è un servizio a valenza sociale e territoriale, rilevante per tutta la comunità.» 

Le aziende coinvolte

Nel caso specifico, le aziende coinvolte sono tre –  Làmikos srl di Biandronno, Tenova di Castellanza e Tessuti Cuccirelli & C. di Busto Arsizio. Hanno sponsorizzato il progetto, incaricando Solidarietà e Servizi della realizzazione, favorendo così l’assunzione di quattro lavoratori con disabilità, coordinati da due archiviste responsabili del reparto Gestione Documentale della cooperativa. 

«Siamo stati felici di valorizzare l’opportunità offerta dalla legge 68/99 per sostenere un progetto di corporate social responsibility di così alta caratura» – sottolinea Maura Bossi, HR Business Partner di Tenova, società del Gruppo Techint, che si caratterizza a livello globale per le sue soluzioni tecnologiche  nel settore dei metalli e dell’industria mineraria. «Un progetto, questo,  – continua la Bossi – che punta sull’inclusione attraverso il lavoro e la valorizzazione dei beni della collettività grazie alla “messa in sicurezza” del patrimonio della biblioteca. La nostra volontà è stata quella di coniugare un beneficio per l’azienda con un servizio per la comunità a più livelli coinvolgendo player importanti del territorio.  Riteniamo che non ci sia business senza etica e creazione di valore condiviso. Il valore prodotto dall’azienda non può rimanere solo agli azionisti, deve permeare chiunque contribuisca a produrlo: dipendenti, clienti insieme a tutta la società e al territorio.» 

Attenzione condivisa anche dalla Làmikos, azienda leader per la fornitura di componenti di forni e micronde. «Per noi – evidenzia Cristina Romano, dottore commercialista e CFO della società – la responsabilità sociale è sempre stato un tema centrale; lo testimoniano in primis gli sforzi per mantenere la produzione in Italia e nel Varesotto. Siamo attenti al nostro dovere sociale anche circa la compensazione dell’impatto che le nostre lavorazioni hanno inevitabilmente sull’ambiente.  Il finanziamento del progetto di digitalizzazione e metadatazione del patrimonio della Biblioteca Popolare di Rho unisce la possibilità di ottemperare alla L. 68/99 con la contribuzione allo sviluppo culturale della nostra regione e all’inclusione lavorativa di persone svantaggiate.» 

Un vero e proprio progetto win win, dunque, dove «è tangibile il ritorno per tutti – evidenzia Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di Gestione della Solidarietà e Servizi – la biblioteca, le aziende, i lavoratori con disabilità e i cittadini.»  

Franco Maruccio, per Confindustria Varese, sottolinea: «Le imprese guardano ai risultati, ma l’attenzione ai territori è fondamentale. Alcune imprese si sono dette disponibili, confidiamo nell’effetto emulazione e siamo disponibili a supportare chi imboccherà questa strada.»  

Il bisogno

La storica Biblioteca Popolare di Rho APS è sul territorio dal 1908. In posizione centralissima e vicina a diversi istituti scolastici, è sempre stata luogo di incontro e punto di riferimento per la diffusione della cultura anche tra le giovani generazioni. In questo momento, la sede storica che la ospita è oggetto di ristrutturazione all’interno del progetto che sta coinvolgendo l’intero centro della città. La biblioteca si sta dunque organizzando per trasferirsi in una sede temporanea, in attesa della realizzazione del nuovo centro civico, dietro all’attuale municipio. 

 
«Stiamo attraversando una delicata fase di transizione – testimonia Maria Grazia Landoni, referente del Centro di Documentazione Locale della Biblioteca. Da un lato avevamo necessità di trovare un luogo dove “stoccare” momentaneamente parte del nostro patrimonio, dall’altro abbiamo colto questa occasione per ripensare a una fruizione diversa dei nostri testi, tramite un’operazione di digitalizzazione professionale delle nostre opere.  L’incontro con Solidarietà e Servizi è stato provvidenziale: abbiamo trasferito presso la loro sede parte del nostro patrimonio librario e affidato loro la commessa per la digitalizzazione di molte delle nostre opere.» Un patrimonio costituito non solo da libri storici, ma anche quotidiani, periodici, lucidi, mappali: tutti documenti che sono fuori formato e che possono essere digitalizzati solamente con attrezzature professionali. «A fine progetto – continua la Landoni – saremo in grado di rendere i testi fruibili a un pubblico sempre più vasto. Potremo organizzare laboratori di storia locale, tour della memoria, percorsi di visite storico artistiche sul territorio, mostre temporanee e molto altro.»  

«Per noi contano molto le relazioni umane – sottolinea il presidente della Biblioteca Alberto Pessina – In 116 anni di storia la Popolare è cresciuta grazie ai volontari e prosegue in questa linea. Da sempre collaboriamo con l’Amministrazione comunale di Rho per tour della memoria, eventi e mostre di storia locale. La ricerca e le attività culturali in questo campo saranno il nostro tema primario per il futuro». 

L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Rho, Paolo Bianchi, così dichiara: «Qui si concretizza un sogno, grazie alla sponsorizzazione sociale di chi effettua gli inserimenti e crea lavoro, attivando una funzione sociale importantissima per la comunità. È bello partire dalla bellezza della cultura e della storia, per dare la possibilità a documenti meravigliosi di rimanere in eterno. È bello che la digitalizzazione sia portata avanti da chi è più fragile ed è positiva la collaborazione tra realtà della provincia di Varese e quella milanese, in un progetto allargato. Sono felice di poter vedere da vicino cosa accadrà, ammirando gli scanner e i libri che vantano secoli di vita. Questo è un primo progetto, noi lavoriamo ad altri da attivare nella Città Metropolitana. Qui si concretizza un passaggio vincente che rafforza la comunità. Oggi abbiamo l’occasione di dire grazie a chi ci ha creduto: parte una nuova avventura, complicata ma molto bella. Grazie a chi sponsorizza e a chi accompagnerà le persone. So bene quanto sia complesso accompagnare chi è fragile, tutti quanti non tutti i giorni funzioniamo bene ed è delicato portare avanti un impegno. Ringrazio Solidarietà e Servizi, una realtà bella, strutturata, che conta su professionisti preparati.» 

Il lavoro in Solidarietà e Servizi

In Solidarietà e Servizi sono arrivati 14 bancali: 600 volumi del fondo antico, 8.200 volumi del patrimonio pregresso e 1.000 fascicoli del fondo periodici locali per un totale di 42.700 scansioni da effettuare con le più moderne tecnologie.  

«Per seguire questa commessa – racconta Giorgia Bombelli, coordinatrice del Centro Documentale di Solidarietà e Servizi – abbiamo assunto quattro lavoratori appartenenti alle categorie protette che si occuperanno dell’intero processo, con la nostra supervisione. Utilizzeremo uno scanner planetario professionale Metis Systems.» Il progetto durerà due anni. «Siamo già a buon punto con il lavoro di indicizzazione – prosegue la coordinatrice – e abbiamo iniziato questo mese la digitalizzazione vera e propria. È un lavoro impegnativo, che richiede metodo e precisione, ma che ci sta regalando anche grandi soddisfazioni. Ci capita spesso di imbatterci in testi del 1.500 e ogni tanto ci capita di trovare qualche “chicca” come un’edizione antica di una Bibbia ebraica, i libretti d’opera di inizio ‘900, una raccolta di poesie in russo e italiano  del poeta Majakovskij, edita da una piccola casa editrice di Berlino negli anni della repubblica di Weimer, una raccolta di poesie di Ada Negri autografate dalla poetessa, alcuni libri illustrati di Emilio Salgari.»  

«Quando ci si mette insieme, non si aggiungono delle risorse, ma si moltiplicano» – commenta il presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi, Domenico Pietrantonio. «La collaborazione, meglio partnership, tra 3 aziende “for profit”, la Provincia tramite il Collocamento  Mirato Disabili, una cooperativa sociale come la Solidarietà e Servizi, che in questi giorni festeggia il 45° anniversario, permette di dare una risposta “sistemica” ad una pluralità di bisogni ed obiettivi: un lavoro vero per le persone disabili, un servizio in questo caso alla comunità di Rho, che potrà beneficiare della digitalizzazione di alcune opere, la responsabilità sociale delle imprese, le quali anche in questa occasione dimostrano che le aziende sono un “bene comune”. Mi auguro che questa partnership si possa ulteriormente replicare, come già avvenuto a Busto Arsizio, per l’attività di digitalizzazione della biblioteca capitolare della Parrocchia San Giovanni.» 

Il precedente

Non è infatti la prima volta che Solidarietà e Servizi si avventura in un progetto di questo tipo. Nello scorso anno, infatti, ha assunto una commessa per la digitalizzazione della biblioteca capitolare della Parrocchia San Giovanni di Busto Arsizio, con la sponsorizzazione di due aziende del territorio,  Exergy International Srl e Fratelli Tognella Spa, impiegando 3 persone con disabilità. Sempre con il know how  e l’attrezzatura professionale del proprio Centro Documentale.   

Un concerto per celebrare i 45 anni di Solidarietà e Servizi

La storica cooperativa sociale di Busto Arsizio ha voluto festeggiare la ricorrenza insieme ai lavoratori, ai soci e agli amici con uno spettacolo al Teatro Fratello Sole. Sul palco i ragazzi dei Centri Socio Educativi 

I ragazzi e le ragazze dei Centri Socio Educativi sul palco del Teatro Fratello Sole

Mercoledì 9 ottobre, con un teatro gremito, si è svolto un concerto per festeggiare insieme a lavoratori, soci e amici i 45 anni di Solidarietà e Servizi, la cooperativa sociale di Busto Arsizio che si fregia del titolo di “prima cooperativa sociale in provincia di Varese”. Con i suoi 506 lavoratori, si prende cura di 5.014 persone con disabilità, all’interno dei vari servizi per l’autismo, per l’autonomia e con progetti di inserimento lavorativo.  Una lunga e bella storia fatta di lavoro, umanità, relazioni e professionalità. All’insegna di una gratitudine, sottolineata dai rappresentanti delle istituzioni.  «Devo ringraziarvi con il cuore per tutto quello che fate per la nostra città» – sottolinea Emanuele Antonelli, Sindaco di Busto Arsizio, dove ha sede principale Solidarietà e Servizi. Gratitudine ripresa anche da Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di Gestione della Cooperativa. «Questo spettacolo che abbiamo condiviso con tutti voi – evidenzia, rivolto al pubblico – vuole essere il modo per festeggiare e ringraziare ognuno di voi per quella passione, quell’umanità e quella professionalità che mettete in atto ogni giorno nel prendervi cura di persone disabili e fragili in situazioni che sono spesso impegnative e complesse.» 

Il concerto 

Per la prima volta sul palco di un teatro, i 18 ragazzi e ragazze dei Centri Socio Educativi “Bussola”, “Polaris” e del Servizio di Formazione all’Autonomia “La stella”, insieme con i propri educatori, sono stati in grado di coinvolgere e regalare emozioni. Durante lo scorso anno, in collaborazione con la scuola musicale Niccolò Paganini di Legnano, hanno partecipato ad un laboratorio musicale che li ha portati a mettere in scena uno spettacolo di parole e musica. Quello che hanno proposto ieri al Teatro Fratello Sole.  
Tra gli invitati anche uno special guest, Chicco Gussoni, uno dei chitarristi più richiesti nel panorama nazionale. Durante la serata ha regalato al pubblico un pezzo tratto dal suo ultimo album e ha accompagnato il coro sulle note di “Strada Facendo” di Baglioni. «Con Chicco ci siamo conosciuti qualche mese fa, tramite una nostra collega – continua Pietrantonio. Abbiamo apprezzato molto che abbia scelto di essere qui con noi questa sera per condividere un pezzo della nostra storia.» 

Il primo presidente

Presente anche il primo presidente Felice Colombo. «Sono partito con 10 amici nel lontano 1979 nell’incontro con famiglie con figli disabili, molto sole. Il nostro desiderio è stato fin da subito quello di fare compagnia e di esserci… Mi commuove vedere che questo nostro desiderio si è tradotto oggi nello slogan della cooperativa “Mai più soli… Insieme ci riusciamo”. Mi commuove ancora di più vedere cosa è diventata oggi quella piccola realtà che alcuni giovani ragazzi e ragazze avevano iniziato. Questo per me è vedere la Provvidenza all’opera.» 

La premiazione del “Creativity Contest”

È stato proprio Felice Colombo a premiare il Creativity Contest, il concorso interno alla cooperativa per il disegno del nuovo logo, aperto a tutti i lavoratori. «La cosa interessante – sottolinea Domenico Pietrantonio – è stata la straordinaria partecipazione: 110 lavoratori si sono messi all’opera, producendo 61 loghi. Questo, a mio avviso, dice di un lavoro svolto con passione e di un senso di appartenenza alla Solidarietà e Servizi. E questo è l’aspetto più importante. che mi auguro possa crescere ogni giorno.» 
Il premio di 500€ in buoni Amazon è andato a Tatiana Ciola, assistente sociale.  

Ripartono le attività di AliBlu con tre grandi novità

 

La stanza sensoriale Snoezelen nel centro AliBLU di Marnate

Dopo un’estate ricca di incontri e attività, sono riprese a pieno regime le attività di AliBlu, il servizio educativo integrato per minori con diagnosi di autismo. E con l’autunno anche alcune grandi novità.

Più inclusivi alcuni luoghi aperti al pubblico

Innanzitutto,  un progetto per rendere più inclusivi alcuni luoghi aperti al pubblico. «In collaborazione con la piscina comunale di Gorla Minore – racconta Mariolina Caputo, coordinatrice di AliBLUabbiamo lavorato per rendere inclusivi gli spazi legati agli sport acquatici. A bordo vasca, negli spogliatoi, nello spazio docce abbiamo “tradotto” la segnaletica  secondo i criteri della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA). Con questo piccolo accorgimento possiamo offrire una possibilità in più per far sentire a proprio agio persone con disturbi dello spettro autistico o con disturbi sensoriali importanti: ipoacusici, stranieri, dislessici. Lo stesso poi abbiamo fatto anche negli uffici dedicati al pubblico del Comune di Marnate.» 

La stanza sensoriale Snoezelen

Nel mese di settembre è stata inaugurata poi una stanza sensoriale Snoezelen nel centro AliBLU di Marnate. «Per i nostri bambini con autismo – continua la Caputo – un passo davvero importante. Lavoreremo sempre di più sulla stimolazione sensoriale e sul benessere a 360 gradi. Questa stanza per noi è uno strumento di lavoro a tutti gli effetti, ha una ricaduta terapeutica sul percorso individuale di ciascuno a livello cognitivo, motorio, relazionale ed emotivo.»

Il progetto “Siblings”

Partito anche il  progetto “Siblings”, «dedicato ai fratelli e alle sorelle dei bambini con disabilità – autismo in particolare – che frequentano i nostri centri. Stiamo lavorando con la fascia di età dei preadolescenti e degli adolescenti, con un percorso per esprimere i propri vissuti e rielaborare le sfide quotidiane, in un contesto di confronto tra ragazzi e ragazze con simili esperienze.»


Il progetto è sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con CESVI

Se vuoi scoprire il Programma Formula, visita forfunding.it

Buona giornata di “well being”! 

Si chiama well-being ed è il nuovo progetto di Solidarietà e Servizi per favorire il benessere sul luogo di lavoro. Coinvolti i 38 lavoratori del Business Process Outsourcing  

Alcuni dipendenti durante il BPO End Summer Party

«Unisciti a noi. Aiutaci a creare un ambiente lavorativo più positivo… Vogliamo farti sentire parte di una squadra che tiene davvero al benessere di tutti.» Con queste parole terminava il messaggio con cui lo scorso mese di luglio Solidarietà e Servizi ha presentato il progetto di well-being ai 38 dipendenti del Business Process Outsourcing. Fiore all’occhiello dell’area inserimento lavorativo, l’attività di BPO offre servizi di backoffice amministrativi e commerciali a grandi aziende del calibro di Eolo e Novartis, solo per citarne alcune. La maggior parte delle persone impiegate appartengono alle categorie protette, per qualche forma di disabilità fisica o psichica. «Obiettivo di quest’iniziativa – racconta Mariangela Mezzasalma, responsabile del BPO – è quello di migliorare la qualità della nostra vita lavorativa, promuovere uno stile di vita sano ed equilibrato, ridurre lo stress e aumentare concentrazione e soddisfazione sul lavoro.» Concretamente, significa portare benessere sul luogo di lavoro perché si sa, più uno sta bene, più aumentano anche produttività ed efficienza. «L’idea ci è venuta incontrando alcune realtà profit nostre clienti. In Novartis, ad esempio, nostro storico cliente, è ormai normale imbattersi in iniziative di questo tipo.» 

La settimana della cura dell’ambiente di lavoro

È l’ultima proposta in ordine di tempo, una sensibilizzazione dei lavoratori verso ordine, pulizia e organizzazione. «Cari Colleghi – cita la mail ricevuta dai dipendenti – vi comunico che, nell’ambito del Progetto Well Being, questa settimana sarà dedicata alla cura dell’ambiente di lavoro. Crediamo che un ambiente pulito e organizzato contribuisca in modo significativo al benessere di tutti noi…A ciascuno di voi sarà chiesta partecipazione attiva alla cura dell’ambiente di lavoro.» Ma non è l’unica.  

Il benessere di mente e corpo

«Durante il mese di luglio – continua Mariangela – ci siamo focalizzati sul benessere di mente e corpo: ogni lunedì, abbiamo proposto una “pausa caffè” a base di frutta fresca di stagione e yogurt. Il desiderio è quello di favorire un’alimentazione sana ed equilibrata, offrendo alimenti freschi e nutrienti.» 

Attività integrative 

Per stare bene sul luogo di lavoro Solidarietà e Servizi ha pensato anche a promuovere le relazioni nel tempo libero. Nella mente degli organizzatori ci sono gite, passeggiate di gruppo alla scoperta di percorsi naturali nelle vicinanze dell’ufficio, pranzi e cene, spazi di relax. «Per l’autunno abbiamo in programma una “gita foliage”. Nei prossimi mesi poi mi piacerebbe attrezzare la nostra zona ristoro con un calcio balilla e delle chaise longue: un vero e proprio angolo relax.»  

Momenti di festa

Non possono mancare all’interno di questa proposta anche i momenti di festa, come testimonia il BPO End Summer Party, organizzato nelle scorse settimane nel dopo lavoro per ricreare le atmosfere dell’estate. «Un aperitivo speciale – racconta Maurizio, un dipendente del BPO – con dress code rigorosamente estivo per fare festa insieme e immortalarci in uno scatto fotografico che ci ricorderà l’estate anche nelle giornate autunnali.» 

In linea con il programma dell’OMS

Il progetto well-being rientra a pieno titolo nei desiderata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che promuove da anni il WHP – Workplace Health Promotion, un programma per la promozione della salute nei luoghi di lavoro attraverso corretti stili di vita grazie a concrete attività in azienda. Siglato nel 2013 e promosso da ATS Insubria in collaborazione con Confindustria Varese e le Organizzazioni Sindacali Cgil, Cisl e Uil, è un’iniziativa che oggi, nel Varesotto, coinvolge quasi 99 luoghi di lavoro per un totale di 26.000 lavoratori. 

 

Solidarietà e Servizi e Museo MA*GA di Gallarate insieme per l’inclusione 

Partito un progetto pilota per proporre visite guidate e laboratori artistici pensati per bambini e adolescenti con autismo  

Un’attività con i bambini di Pollicino al MA*GA di Gallarate

È stata siglata ufficialmente una collaborazione tra il Museo MA*GA di Gallarate e i servizi Pollicino e Avanti Tutta di Solidarietà e Servizi. Obiettivo è quello di proporre percorsi sempre più inclusivi all’interno delle visite guidate del museo.  Museo che è molto radicato sul territorio, con una proposta di laboratori artistici e workshop per tutti i tipi di pubblico, dai bambini agli adulti. «Lavoriamo molto con le scuole e con le famiglie» – racconta Marika Brocca, educatrice museale, specializzata in attività con bambini dai 3 ai 14 anni. «Il nostro desiderio è di rendere i luoghi della cultura sempre più accessibili a tutti, anche alle persone che presentano particolari fragilità, fisiche o cognitive.» 

Una proposta per minori con autismo

«Organizzando laboratori con le scuole – continua  – negli ultimi anni abbiamo incontrato sempre più spesso bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico, vera emergenza sociale di questi tempi. Ci siamo resi conto della necessità di una proposta ad hoc, strutturata sui loro bisogni particolari.» Da quest’esigenza è nata una collaborazione con  Solidarietà e Servizi, che sul territorio di Gallarate è presente con il Centro Pollicino, un servizio educativo per minori con autismo.   

Il progetto pilota con “Pollicino” e “Avanti Tutta”

La collaborazione nasce all’interno del bando PNRR finanziato dal Ministero della Cultura “Museo: opera aperta. Percorsi e strumenti per il MA*GA accessibile. Proposte progettuali di intervento per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali dei musei e luoghi della cultura”.  

Concretamente, si tratta di un progetto pilota in cui le educatrici di MA*GA e di Solidarietà e Servizi lavoreranno fianco a fianco per mettere a punto la miglior proposta per avvicinare i ragazzi con autismo alla visita al museo.  «Sarà un affiancamento in tutto il percorso, lavoreremo a quattro mani, noi educatrici museali con la nostra competenza artistica e le educatrici di Pollicino e Avanti Tutta, con una conoscenza specifica rispetto a questo target» – spiega l’educatrice museale. «Per noi sarà fondamentale – continua – incontrare questi bambini e adolescenti, conoscere le caratteristiche del gruppo che parteciperà al progetto, per progettare le attività da proporre, nonché le modalità comunicative più efficaci, i tempi e gli spazi più adeguati.»  

Nel mese di settembre è partito un tavolo di confronto, condotto da Carolina Bianchi e Francesca Marianna Consonni, esperte in attività educative. Con l’inizio del nuovo anno verranno poi proposte delle attività laboratoriali direttamente in museo.  «Con i più piccoli del servizio Pollicino – racconta Francesca Moraca, coordinatrice dei centri Pollicino e Avanti Tutta – in primavera parteciperemo ai laboratori della collezione permanente, un riallestimento del 75esimo dell’edizione Premio Gallarate. Con gli adolescenti di Avanti Tutta, invece, frequenteremo i laboratori della  mostra del design. Insieme, a più mani con le educatrici museali, stenderemo anche le schede in comunicazione aumentativa, un linguaggio iconico, fondamentale per questi ragazzi.» 

Il museo inclusivo 

Il MA*GA di Gallarate è da tempo molto attento ai pubblici più fragili. «All’interno della nostra proposta – evidenzia la Brocca – stiamo producendo un video di spiegazione delle opere in LIS (linguaggio dei segni) per persone non udenti e delle tracce audio immersive per avvicinare le persone non vedenti alla nostra collezione.  Stiamo poi lavorando a una guida del museo accessibile a tutti: introdurrà il museo e la mostra permanente, avrà immagini tattili e testi tradotti in Braille e in Comunicazione Aumentativa». Uno strumento inclusivo pensato anche come ausilio per le classi con bambini stranieri o con qualche fragilità. «Potrà essere un valido supporto anche per le insegnanti di sostegno e per le famiglie con bambini con disabilità che vorranno visitare il nostro museo.»  

Davvero un progetto ambizioso e sfidante che coniuga le competenze educative, pedagogiche, di supporto alla fragilità e di attenzione all’integrazione con i territori che sono tipiche dell’approccio di Solidarietà e Servizi (“Mai più soli; insieme ci riusciamo”). 

Fondazione UBI per Varese finanzia l’housing sociale di Solidarietà e Servizi 

Pronti entro fine anno gli Appartamenti Tanzi, due unità abitative per sostenere autonomia e percorsi “dopo di noi” di persone con disabilità 

Ultimata la zona notte degli Appartamenti Tanzi

Sono in fase avanzata i lavori di ristrutturazione della Residenza Tanzi a Cassano Magnago, un immobile che attualmente ospita 7 persone con disabilità, ma che – ultimato il progetto – sarà in grado di accoglierne fino a 10. Diventeranno “Appartamenti Tanzi” e saranno due unità abitative separate, o meglio case, ciascuna prevista per 5 persone.  

Gli Appartamenti Tanzi

La struttura esistente, di proprietà di Solidarietà e Servizi da 15 anni, aveva proprio bisogno di un bel restyling. «Abbiamo colto l’occasione di una riorganizzazione dei nostri servizi residenziali – evidenzia Giacomo Borghi, responsabile Area Residenziali e Domotica di Solidarietà e Servizi per trasformare la Residenza Tanzi in Appartamenti Tanzi, due soluzioni distinte, ma attigue, una a piano terra e l’altra al primo, che funzioneranno separatamente e, nel nostro progetto, avranno un’utenza omogenea per età. Con questa ristrutturazione ampliamo la possibilità di percorsi di accompagnamento per l’uscita dal nucleo famigliare di origine, incrementando i cosiddetti percorsi del “durante noi”

Dalla scorsa estate già due persone provenienti dai centri di Solidarietà e Servizi hanno iniziato a beneficiare di progetti per un graduale distacco consapevole – e quindi sereno – dalla propria famiglia. Ci interessa curare questa delicatissima fase di transizione verso l’età adulta, considerando – sempre di più – il punto di vista dei genitori, che in quel momento possono vivere sentimenti di spaesamento e di solitudine.» 

Per sostenere progetti di autonomia

«Ormai vediamo la fine dei lavori – continua Borghi. Abbiamo appena completato la zona notte del secondo appartamento. Per noi è un intervento importante, anche in termini di significato, perché ci consente di investire in progetti di housing per sostenere sempre di più l’autonomia delle persone di cui ci prendiamo cura.» 

Attualmente, infatti, le 7 persone che vivono alla Tanzi hanno un discreto grado di autonomia. Tutte con una disabilità cognitiva, durante la giornata hanno i loro impegni: chi all’area inserimento lavorativo di viale Toscana, con un tirocinio professionalizzante o un’attività lavorativa vera e propria, chi ai Centri Socio Educativi di Samarate o di Busto. Nel tardo pomeriggio poi si ritrovano insieme, con un operatore che ne supporta il percorso: li affianca nelle ore serali, per la cena e le piccole grandi incombenze domestiche. «I nostri ragazzi sono molto inseriti anche nel territorio – sottolinea Elisa Colletto, la coordinatrice della Tanzi. Prestano servizio in Comune nel gruppo raccolta rifiuti, collaborano con il bar dell’oratorio, “servono Messa” presso la parrocchia di Cassano e sono coinvolti nelle iniziative delle Associazioni cassanesi.

«Desideriamo andare sempre più verso un’offerta di servizi residenziali con caratteristiche tipiche di una “civile abitazione”, cioè di vere e proprie case per persone con disabilità – continua Borghi. Sarebbe stato anche il desiderio di Isa Tanzi (a cui sono intitolati gli appartamenti), ex presidente dell’Associazione Familiari Persone Disabili (AFPD) di Cassano Magnago.» 

L’introduzione della domotica

Gli appartamenti saranno poi dotati di tecnologia domotica, grazie al know how e alla collaborazione con i ricercatori dell’Università LIUC di Castellanza «Sulla scia delle recenti ristrutturazioni (appartamenti Gandolfi e San Benedetto di Legnano) – precisa Borghi – crediamo che la tecnologia possa dare un contributo significativo alla qualità di vita delle persone con disabilità che vivono in un ambiente comunitario per sviluppare il loro livello di autonomia.» 

Il sostegno di Fondazione UBI per Varese

Fondazione UBI per Varese (attualmente transitata all’interno del mondo Intesa San Paolo) ha deciso di sostenere questo progetto con un importante contributo per le spese di ristrutturazione e domotizzazione. «Da quando ci siamo costituiti, nel 2004 – sottolinea il dott. Luigi Jemoli, vicepresidente di Fondazione UBI – sosteniamo progetti sociali, culturali, artistici e formativi in provincia di Varese. Questa è la prima volta che siamo a fianco di Solidarietà e Servizi. Per noi è importante che i progetti che adottiamo abbiano una ricaduta territoriale in provincia di Varese e abbiano soggetti promotori in grado di dare respiro e continuità agli interventi. E questo progetto risponde a pieno a questi criteri.» 

E allora non ci resta che attenderne l’inaugurazione! 

 

Vuoi lavorare con noi? Scopri le posizioni aperte in Solidarietà e Servizi 

Stiamo cercando assistenti sociali, educatori e personale ASA/OSS

Alcuni ospiti del Centro Diurno Disabili “Il Girasole” di Caronno Pertusella

Desideri un lavoro nel sociale dove puoi prenderti cura delle persone più fragili? Vuoi un lavoro in team dove metterti in gioco per far crescere l’autonomia e le competenze delle persone che ti sono affidate?
Mettiti in gioco e vieni a lavorare con noi. Mai più soli… Insieme ci riusciamo!

Per i nostri servizi per persone con disabilità, cerchiamo Educatori, Assistenti Sociali, Ausiliari Socio Assistenziali (ASA) e Operatori Socio Sanitari (OSS)

Sede di lavoro: Busto Arsizio e comuni limitrofi

Invia la tua candidatura a giorgia.piana@solidarietaeservizi.it

Ritorna “Amici di scuola e dello sport”

Anche quest’anno Solidarietà e Servizi aderisce all’iniziativa di Esselunga

L’iniziativa “Amici di scuola e dello sport” di Esselunga a cui aderisce Solidarietà e Servizi

Fino al 17 novembre utilizzando la Carta Fidaty durante la tua spesa in Esselunga (sia nei punti vendita, sia con la spesa on line) ogni 15 euro di spesa o 50 Punti Fragola, riceverai un Buono Amici di Scuola e dello Sport, che potrai donare a SOLIDARIETÁ E SERVIZI:

  • DIRETTAMENTE consegnando i buoni agli educatori della struttura

oppure

  • INSTALLANDO L’APP Amici di Scuola e dello Sport disponibile gratuitamente su Google Play e App Store sul tuo smartphone. Potrai così caricare i buoni (cartacei o digitali) sul “conto” Solidarietà e Servizi (VAON35331P)

Ci permetterai di acquistare materiale di cartoleria, sportivo e tecnologico, per le attività con i nostri ospiti.

📣 PASSAPAROLA 📣

Una formazione “fondativa”

A Pavia  i coordinatori, gli educatori e il personale ausiliario dei centri diurni disabili gestiti da Solidarietà e Servizi hanno incontrato il Vescovo Mons. Corrado Sanguineti e don Vincent Nagle, cappellano della Fondazione Maddalena Grassi. Insieme hanno fatto un lavoro per approfondire il senso della mission della cooperativa “Mai più soli … Insieme ci riusciamo”

A Solidarietà e Servizi ci si forma per arrivare a prendersi cura con sempre più professionalità e competenza delle persone. È una formazione che arricchisce le conoscenze dell’operatore, permette di acquisire nuove competenze per il lavoro con le persone con disabilità e per affrontare le nuove sfide che emergono quotidianamente.

Una formazione “fondativa”

Ma c’è un altro livello che alla cooperativa sta a cuore indagare e approfondire ed è quello che mette al centro il senso del prendersi cura. La chiamano “formazione fondativa” perché ha a che fare con l’umano di ciascuno, con il significato profondo delle cose, del lavoro, del dolore, della relazione con l’altro. È una proposta che viene fatta ogni anno a tutti gli operatori. Per questo 2024 l’opportunità è arrivata dai centri diurni di Pavia.

La visita del vescovo di Pavia


«Tutto è nato dalla visita pastorale del vescovo di Pavia Mons. Corrado Sanguineti ai nostri centri – racconta Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di Gestione della cooperativa – una presenza sempre vicina alla nostra realtà. Dopo quest’incontro abbiamo chiesto al vescovo di aiutarci ad approfondire quel “Mai più Soli”, che ci accompagna nel prenderci cura della persona disabile e dice dell’importanza della relazione con l’operatore.» 

«Nelle nostre équipe ci siamo preparati – sottolinea Simona De Alberti, coordinatrice del CDD Le Betulle –  riflettendo sul nostro ruolo di operatori, su come stiamo al fianco di persone con grave disabilità…quali le soddisfazioni e quali le difficoltà che ciascuno di noi incontra nella relazione di aiuto. Sono emerse questioni esistenziali che abbiamo condiviso con Sua Eccellenza. Primo fra tutti il tema del limite.»  

Il tema del limite

«Innanzitutto, non spaventiamoci del nostro limite – ha detto Mons. Sanguineti –  perché è il segno della nostra umanità ed è da guardare non come un problema o un ostacolo da rimuovere, ma come la prima risorsa che mi mette in rapporto con l’altro e con la realtà. Sentirci inadeguati e a volte impotenti è proprio il segno che stiamo da uomini e da donne davanti ai nostri amici disabili. E anche in noi si aprono delle domande immense, a cui a volte non troviamo subito una risposta.»

L’incontro con Don Vincent Nagle

Al termine di questo primo appuntamento, tenutosi nel mese di maggio, il vescovo ha espresso il desiderio di rendere ancora più concreta la riflessione, invitando per una testimonianza l’amico don Vincent Nagle, cappellano della Fondazione Maddalena Grassi, dove, quotidianamente, si occupa di accompagnare i malati cronici e i malati terminali.

«Don Vincent – continua Simona – ci ha aiutato ad andare ancora più in profondità,  rispondendo alla  nostra domanda: quando e come il limite diventa fecondo,  quando il nostro limite è una risorsa anziché un ostacolo, per l’operatore e per la famiglia, per la persona di cui ci prendiamo cura?»  

Accettare il proprio limite per accompagnare davvero

 «Penso che quello che mi ha colpito di più ascoltando don Vincent – commenta Rita, un’educatrice del CDD Le Betulle – sia stata proprio la sua gioia, il suo modo di fare, la sua serenità nel parlare del limite, di accompagnamento alla morte, non come argomenti angoscianti, ma come la normalità della sua quotidianità. Mi è sembrato lui stesso un esempio concreto di chi ha visto tanta sofferenza, tanti limiti, ma li ha accettati e accolti senza censura trasformando questa consapevolezza in un modo per aiutare e prendersi cura.» Prosegue Eleonora, un’educatrice del CDD Naviglio: «Mi ha colpito pensare che riuscire a restare in relazione con l’altro vuol dire lavorare su se stessi. A volte sperimentare dentro di sé la sofferenza degli altri significa restituirla trasformata.» O ancora Romina, un’educatrice del CDD Torchietto: «Don Vincent mi ha fatto riflettere sull’importanza dell’accompagnare le persone bisognose, che è diverso dallo stare accanto, è un qualcosa di più, è un modo più profondo di prendersi cura dell’altro.» 

«Puoi fare compagnia davvero –   ha ricordato don Vincentquando non censuri niente della tua umanità, quando riesci a riconoscere ed accettare il tuo limite e stare davanti all’altro con tutto te stesso, mettendoti al suo livello, senza frapporre una distanza.» 

«Questa volta è diverso perché non mi hai lasciato solo»

Mauro nell’ultimo mese ha affrontato un esame delicato all’ospedale. Non era la prima volta, ma questa volta è stato diverso perché non si è sentito solo.  Tutto è diverso quando ci si sente accompagnati.  

«Questa volta è diverso perché c’eri tu e non mi hai lasciato solo». Questa è la storia di Mauro, 65 anni, presenza storica in Solidarietà e Servizi. Da 10 anni vive a Busto Arsizio nell’Appartamento Castiglioni, una delle nove case per persone con disabilità della cooperativa, insieme a Stefano e Giorgio. Vivono in modo autonomo, con i tempi scanditi dalle attività presso il capannone di viale Toscana, i piccoli compiti di casa e il tempo libero con gli interessi di ciascuno, il giardinaggio, gli animali, l’inter…  
Ogni sera è con loro un educatore: insieme preparano la cena, insieme decidono i piccoli acquisti da fare, insieme fanno la spesa online. E poi c’è Elisa, che da un anno e mezzo è la coordinatrice della casa. «Vado spesso a cena da loro – racconta. Per me in questi mesi è stato importante costruire un rapporto di fiducia. Non mi conoscevano, ero nuova, dovevo conquistarmeli. Oggi abbiamo creato un legame, sono di casa. Sul frigorifero c’è anche il mio numero come riferimento da contattare in caso di bisogno. Adesso mi chiamano per condividere piccoli grandi problemi della vita di tutti i giorni, dall’intervento dell’idraulico agli occhiali persi.»  

Mauro ha qualche piccolo problema di salute e negli ultimi anni ha dovuto sottoporsi più volte ad un esame delicato, anche nelle fasi preparatorie, perché necessita costanza e precisione nell’attenersi alle indicazioni dei sanitari. Indicazioni che non sempre sono state seguite alla lettera, compromettendo la buona riuscita dell’esame. «L’ultima volta non ce l’ho fatta – commenta Mauro – il “beverone” è disgustoso, ma questa volta è stato diverso». Sì, perché Elisa non l’ha lasciato solo un minuto. Esame prenotato, appuntamento previsto per la metà di luglio a Magenta. Necessaria la solita preparazione: alimentazione ad hoc per tre giorni, un giorno di dieta liquida, un giorno di digiuno… e i famosi “beveroni” da bere a intervalli di 12 ore. «Anche chi vive in autonomia non deve affrontare questo esame senza costante assistenza – continua Elisa.  Mauro si sarebbe scoraggiato. Per una fortunata coincidenza avevamo un posto libero in un’altra casa che abbiamo a Cassano Magnago, dove, per le persone disabili, è garantita la presenza di un operatore socio-sanitario anche durante la notte e dove Daniele, Barbara e tutta l’équipe erano prontissimi ad accoglierlo e supportarlo. Ho proposto a Mauro di trasferirsi per un breve periodo, lì avremmo potuto seguirlo meglio.» E così è andata, Mauro non è stato lasciato solo neanche in un passaggio della preparazione all’esame ed è arrivato pronto.
«Per una settimana – sottolinea Mauro – ho dovuto rinunciare alla mia autonomia e al mio lavoro. Confesso che non sempre è stato facile avere nuovi coinquilini e seguire le nuove regole della casa dove mi trovavo. Ma non mi sono sentito solo. Alla fine dell’esame, per ricompensare la mia fatica, l’operatore che mi ha accompagnato, Daniele, mi ha offerto un’ottima pizza! Finalmente ho potuto mangiare e bere!» Mai più soli… Insieme ci riusciamo.