12 imprenditori in visita all’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi

Sono alcuni degli associati di ISVI (Istituto per i Valori di Impresa) e hanno deciso di trascorrere una mezza giornata nella cooperativa di Busto Arsizio. Che si è presentata attraverso la visita ai settori produttivi e di servizi e la testimonianza di Università Cattolica e Yamamay con cui collabora

Gli imprenditori soci di ISVI ascoltano la testimonianza di Università Cattolica e Yamamay

“La collaborazione profit non profit, volano per il business”: questo il titolo dell’evento organizzato da ISVI (Istituto per i Valori di Impresa) con Solidarietà e Servizi per i propri associati venerdì 22 novembre. Una mezza giornata trascorsa presso l’Area Inserimento Lavorativo della cooperativa a Busto Arsizio, anch’essa socia di ISVI dal 2017. Una straordinaria occasione per 12 imprenditori – di altrettante aziende – per toccare con mano un caso di successo nella collaborazione tra profit e non profit, presente sul territorio. Si è parlato di business e di umanità, binomio che ha costituito il fil rouge di tutta la giornata.

«ISVI è nata per promuovere una imprenditorialità responsabile e aperta all’innovazione» – sottolinea Reza Arabnia, presidente di ISVI e CEO di Gecofin. «Due sono infatti le caratteristiche fondamentali che fanno la differenza nel modo di governare e dirigere le imprese e le organizzazioni produttive di qualsiasi tipo: il senso di responsabilità nei confronti di tutti gli interlocutori e la capacità di intraprendere strade nuove per lo sviluppo.  Ecco, in Solidarietà e Servizi sono presenti entrambe.»

«VIENI E VEDI»

Concetti che per la cooperativa vanno più testimoniati che comunicati. «Per noi vale il “Vieni e Vedi” evangelico. È per questo che abbiamo fortemente desiderato questo incontro – evidenzia Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi. Si può parlare dei concetti che ci animano, del nostro modello di business che coniuga umanità e professionalità. Ma solo il vedere in opera tutto questo rende giustizia adeguatamente e fino in fondo del prendersi cura delle persone disabili e fragili, offrendo loro un lavoro “vero”.»

La prima testimonianza è arrivata dal racconto di due realtà con cui la cooperativa collabora stabilmente: Università Cattolica del Sacro Cuore e Yamamay.

IL RACCONTO DI UNIVERSITA’ CATTOLICA…

La collaborazione con Università Cattolica prosegue da diversi anni. «Con Solidarietà e Servizi abbiamo un rapporto professionale consolidato, sia a livello personale che di organizzazione» – racconta Paolo Nusiner, Direttore Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. «Nel 2019 è partito un progetto pilota per la digitalizzazione dell’archivio storico di padre Agostino Gemelli, fondatore del nostro ateneo, in particolare della sua corrispondenza privata. Finora abbiamo gestito 120.000 pagine scansionate: un patrimonio storico di grande valore ideale.»

«Per noi affidare a un fornitore un’attività così delicata è un grande atto di fiducia – spiega Paolo Sirito, responsabile della Biblioteca d’Ateneo. Con Solidarietà e Servizi ci siamo trovati così bene che al progetto pilota è seguita la commessa di metadatazione e caricamento su piattaforma. Le parole con cui ci sentiamo di descrivere la cooperativa sono professionalità, competenza e tecnologia.»

E DI YAMAMAY

«Di Solidarietà e Servizi apprezzo il talento trasversale, la possibilità di collaborazioni  “sartoriali” cucite su misura sulle esigenze specifiche di ogni azienda» testimonia Francesco Pinto, AD di Yamamay, nota azienda di Gallarate. «Come Azienda desideriamo essere aperti al territorio in un costante dialogo.» Dal 2018 si è costituita Diana ODV, un’organizzazione di volontariato, tutta al femminile, nata nell’alveo di Yamamay. «Il nostro modello promuove la circolarità. Prevede il recupero della merce invenduta e lo strumento dei mercatini di solidarietà che organizziamo due volte all’anno presso la nostra sede e presso grandi aziende. Con i fondi raccolti – quest’anno 130.000€ – sosteniamo altrettanti progetti sul territorio in ambito minori e ricerca scientifica.» Solidarietà e Servizi in questo progetto entra in due fasi. Si occupa innanzitutto di dividere, catalogare, campionare i capi. È anche uno degli enti destinatari dei fondi, con il Centro Pollicino che accoglie bambini con diagnosi di autismo. «Quando incrociamo delle isole di felicità come questa desideriamo che possano crescere e farle aumentare – prosegue Pinto. Sono felice di aver portato in questa sede la nostra piccola testimonianza. Ancora una volta ho potuto ammirare le capacità, l’impegno, il senso profondo e commovente del lavoro che Solidarietà e Servizi dedica ai propri ospiti ed alle proprie persone. C’è solo da imparare.»

LA VISITA AL CAPANNONE

La visita è proseguita nell’Area Inserimento Lavorativo, dove gli imprenditori hanno visto all’opera i 111 dipendenti, 73 dei quali con disabilità fisica, psichica o cognitiva. Un tour guidato attraverso il mondo dell’assemblaggio, della rigenesi degli apparati elettronici, del magazzino, della gestione documentale, del Business Process Outsourcing. Quest’ultima area gestisce processi di backoffice amministrativi e commerciali di grandi aziende del calibro di Eolo, Novartis e Sandoz, solo per citarne alcune. «Questo servizio esiste dal 2014» – spiega Mariangela Mezzasalma, responsabile dell’area. «Gestiamo 89 microservizi, con 39 persone assunte. Siamo sul mercato e anche noi ci confrontiamo con gli indicatori di performance (KPI). L’inclusione è il nostro motore, il lavoro è lo strumento educativo per far fare alle persone un percorso di realizzazione di sè. In un contesto protetto, cerchiamo di captare i talenti di ciascuno per valorizzarli, perché ogni persona possa crescere e fiorire in quello che sa fare meglio. I nostri lavoratori si mettono alla prova con un lavoro vero e siamo orgogliosi dei risultati raggiunti.»

Una giornata che ha lasciato il segno, suscitando tante domande, idee, progetti e molta gratitudine, come esprime Andrea Bolla, Presidente e Amministratore Delegato di ViviEnergia. «Grazie  per l’esperienza che ci avete donato, per quello che fate e per come lo fate. “Quando la fragilità diventa bellezza”»

AliBlu, un progetto innovativo che continua e si stabilizza

AliBlu, il progetto di Solidarietà e Servizi, attivato nello scorso mese di aprile diventa un nuovo servizio rivolto in modo specifico a minori con diagnosi dello spettro autistico, al loro “sistema famiglia” e alle realtà territoriali che se ne prendono cura (in primis la scuola)

Un bambino di AliBlu durante un’attività di pet therapy

Alla fine dell’anno è tempo di bilanci per il servizio AliBlu, fiore all’occhiello della cooperativa sociale Solidarietà e Servizi. Sono tante le storie che si incrociano tra i locali di via Vittoria a Marnate. Ognuna ha una sua particolarità e nessuna è uguale all’altra. Sono le storie delle famiglie di questi bambini con il loro carico di difficoltà e di sofferenza, ma anche di speranza e di forza di volontà.

ALIBLU PER LE FAMIGLIE, IL “LUOGO SPECIALE CHE MANCAVA”

In questi mesi molte di queste mamme e papà hanno voluto raccontare cosa rappresenta per loro “AliBlu” e quali benefici hanno potuto vedere in questo (ormai) primo anno di attività per i loro figli. Gli educatori durante questi mesi hanno raccolto – da un breve questionario in forma anonima – alcune loro suggestioni.

«Un posto dove mio figlio impara a crescere e a giocare con gli altri bimbi» – dice uno dei genitori; «Un momento di crescita per mio figlio» – aggiunge un altro. Qualcuno lo definisce «Una salvezza perché mi ha aiutato in un momento di vera difficoltà». Altra parola chiave che emerge dai racconti è “sicurezza”, come dice un papà: «Un posto sicuro con delle brave educatrici». Nei diversi racconti AliBlu viene definito «un punto di riferimento sia per i bambini che per noi genitori», segno evidente di come questo luogo rappresenti un’opportunità grande per i minori, ma anche per i loro genitori. Infine c’è chi ha messo in evidenza «la strutturazione dello spazio e la capacità delle educatrici di aiutare, seguire e guidare».

PICCOLE GRANDI CONQUISTE

Sono tanti anche i benefici raccontati da questi genitori, a partire da piccole conquiste che prima sembravano impossibili come portare il proprio bambino ad una festa di compleanno, farlo mangiare meglio, vederlo sorridere, superare la paura di andare a scuola o incontrare estranei. Le relazioni coi compagni di classe migliorano, hanno più voglia di uscire di casa, rispettano qualche regola in più. Nelle parole di mamme e papà traspare la fiducia negli operatori del centro e la tranquillità di sapere i loro figli in un luogo che li sa accogliere.

NUOVE COMPETENZE E UN LAVORO DI RETE

«Per rispondere a un bisogno reale abbiamo messo in campo competenze specifiche e il valore di una visione che considera il minore dentro un sistema di relazioni a sua volta bisognoso di supporti. Da qui l’idea di lavorare, in una logica “multidimensionale”, sulla presa in carico del minore ma anche offrendo ascolto e consulenza alla famiglia, spazi di confronto e supporto ai fratelli, percorsi di formazione per gli insegnanti», spiega Laura Puricelli, responsabile Area Autismo e Autonomie di Solidarietà e Servizi.

Il progetto, nato da un processo di ascolto nei confronti del territorio e delle famiglie, si è infatti realizzato grazie ad un lavoro di rete e collaborazioni con diverse realtà: in primis il comune di Marnate (che ha messo a disposizione lo stabile), i servizi sociali comunali e la Neuropsichiatria territoriale, le scuole, le realtà sportive ed aggregative, che hanno accolto la proposta di attività inclusive organizzate per bambini “nello spettro” autistico e bambini “neurotipici” insieme.

I NUMERI DI ALIBLU

L’intuizione iniziale si è rivelata corretta e i numeri lo dimostrano.  In meno di un anno di attività, AliBlu:

– ha preso in carico 29 minori e supportato 74 “beneficiari indiretti” (genitori, fratelli, nonni,…)

– ha strutturato un corso di formazione a cui hanno aderito 15 insegnanti delle scuole materne della Valle Olona in provincia di Varese

– ha proposto 4 eventi “pubblici” per sollecitare il territorio e favorire un approccio inclusivo all’autismo

– ha strutturato una metodologia di collaborazione con i servizi sociali e sanitari del territorio, consapevole che il lavoro in rete è lo strumento vincente

«Negli ultimi anni abbiamo riscontrato un aumento delle diagnosi di autismo, più o meno gravi e sempre più precoci. AliBlu ci ha permesso di fornire strumenti ai bambini e alle loro famiglie in tempi celeri e in modo efficace creando integrazione tra famiglie, NPI, scuole e servizi sociali comunali. Questo lavoro in sinergia permette di costruire un progetto individualizzato sul minore ma anche di accompagnare le famiglie in questo percorso, spesso faticoso e sconosciuto», testimoniano le assistenti sociali  dell’area disabili del Comune di Busto, uno dei servizi con cui l’equipe di AliBlu ha avviato una positiva collaborazione.

Il servizio AliBlu è stato realizzato con il supporto di Intesa Sanpaolo attraverso il programma Formula e in collaborazione con Fondazione Cesvi.

12 imprenditori in visita all’Area Inserimento Lavorativo di Solidarietà e Servizi

Sono alcuni degli associati di ISVI (Istituto per i Valori di Impresa) e hanno deciso di trascorrere una mezza giornata nella cooperativa di Busto Arsizio. Che si è presentata attraverso la visita ai settori produttivi e di servizi e la testimonianza di Università Cattolica e Yamamay con cui collabora

Gli imprenditori soci di ISVI ascoltano la testimonianza di Università Cattolica e Yamamay

“La collaborazione profit non profit, volano per il business”: questo il titolo dell’evento organizzato da ISVI (Istituto per i Valori di Impresa) con Solidarietà e Servizi per i propri associati venerdì 22 novembre. Una mezza giornata trascorsa presso l’Area Inserimento Lavorativo della cooperativa a Busto Arsizio, anch’essa socia di ISVI dal 2017. Una straordinaria occasione per 12 imprenditori – di altrettante aziende – per toccare con mano un caso di successo nella collaborazione tra profit e non profit, presente sul territorio. Si è parlato di business e di umanità, binomio che ha costituito il fil rouge di tutta la giornata.

«ISVI è nata per promuovere una imprenditorialità responsabile e aperta all’innovazione» – sottolinea Reza Arabnia, presidente di ISVI e CEO di Gecofin. «Due sono infatti le caratteristiche fondamentali che fanno la differenza nel modo di governare e dirigere le imprese e le organizzazioni produttive di qualsiasi tipo: il senso di responsabilità nei confronti di tutti gli interlocutori e la capacità di intraprendere strade nuove per lo sviluppo.  Ecco, in Solidarietà e Servizi sono presenti entrambe.»

«VIENI E VEDI»

Concetti che per la cooperativa vanno più testimoniati che comunicati. «Per noi vale il “Vieni e Vedi” evangelico. È per questo che abbiamo fortemente desiderato questo incontro – evidenzia Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi. Si può parlare dei concetti che ci animano, del nostro modello di business che coniuga umanità e professionalità. Ma solo il vedere in opera tutto questo rende giustizia adeguatamente e fino in fondo del prendersi cura delle persone disabili e fragili, offrendo loro un lavoro “vero”.»

La prima testimonianza è arrivata dal racconto di due realtà con cui la cooperativa collabora stabilmente: Università Cattolica del Sacro Cuore e Yamamay.

IL RACCONTO DI UNIVERSITA’ CATTOLICA…

La collaborazione con Università Cattolica prosegue da diversi anni. «Con Solidarietà e Servizi abbiamo un rapporto professionale consolidato, sia a livello personale che di organizzazione» – racconta Paolo Nusiner, Direttore Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. «Nel 2019 è partito un progetto pilota per la digitalizzazione dell’archivio storico di padre Agostino Gemelli, fondatore del nostro ateneo, in particolare della sua corrispondenza privata. Finora abbiamo gestito 120.000 pagine scansionate: un patrimonio storico di grande valore ideale.»

«Per noi affidare a un fornitore un’attività così delicata è un grande atto di fiducia – spiega Paolo Sirito, responsabile della Biblioteca d’Ateneo. Con Solidarietà e Servizi ci siamo trovati così bene che al progetto pilota è seguita la commessa di metadatazione e caricamento su piattaforma. Le parole con cui ci sentiamo di descrivere la cooperativa sono professionalità, competenza e tecnologia.»

E DI YAMAMAY

«Di Solidarietà e Servizi apprezzo il talento trasversale, la possibilità di collaborazioni  “sartoriali” cucite su misura sulle esigenze specifiche di ogni azienda» testimonia Francesco Pinto, AD di Yamamay, nota azienda di Gallarate. «Come Azienda desideriamo essere aperti al territorio in un costante dialogo.» Dal 2018 si è costituita Diana ODV, un’organizzazione di volontariato, tutta al femminile, nata nell’alveo di Yamamay. «Il nostro modello promuove la circolarità. Prevede il recupero della merce invenduta e lo strumento dei mercatini di solidarietà che organizziamo due volte all’anno presso la nostra sede e presso grandi aziende. Con i fondi raccolti – quest’anno 130.000€ – sosteniamo altrettanti progetti sul territorio in ambito minori e ricerca scientifica.» Solidarietà e Servizi in questo progetto entra in due fasi. Si occupa innanzitutto di dividere, catalogare, campionare i capi. È anche uno degli enti destinatari dei fondi, con il Centro Pollicino che accoglie bambini con diagnosi di autismo. «Quando incrociamo delle isole di felicità come questa desideriamo che possano crescere e farle aumentare – prosegue Pinto. Sono felice di aver portato in questa sede la nostra piccola testimonianza. Ancora una volta ho potuto ammirare le capacità, l’impegno, il senso profondo e commovente del lavoro che Solidarietà e Servizi dedica ai propri ospiti ed alle proprie persone. C’è solo da imparare.»

LA VISITA AL CAPANNONE

La visita è proseguita nell’Area Inserimento Lavorativo, dove gli imprenditori hanno visto all’opera i 111 dipendenti, 73 dei quali con disabilità fisica, psichica o cognitiva. Un tour guidato attraverso il mondo dell’assemblaggio, della rigenesi degli apparati elettronici, del magazzino, della gestione documentale, del Business Process Outsourcing. Quest’ultima area gestisce processi di backoffice amministrativi e commerciali di grandi aziende del calibro di Eolo, Novartis e Sandoz, solo per citarne alcune. «Questo servizio esiste dal 2014» – spiega Mariangela Mezzasalma, responsabile dell’area. «Gestiamo 89 microservizi, con 39 persone assunte. Siamo sul mercato e anche noi ci confrontiamo con gli indicatori di performance (KPI). L’inclusione è il nostro motore, il lavoro è lo strumento educativo per far fare alle persone un percorso di realizzazione di sè. In un contesto protetto, cerchiamo di captare i talenti di ciascuno per valorizzarli, perché ogni persona possa crescere e fiorire in quello che sa fare meglio. I nostri lavoratori si mettono alla prova con un lavoro vero e siamo orgogliosi dei risultati raggiunti.»

Una giornata che ha lasciato il segno, suscitando tante domande, idee, progetti e molta gratitudine, come esprime Andrea Bolla, Presidente e Amministratore Delegato di ViviEnergia. «Grazie  per l’esperienza che ci avete donato, per quello che fate e per come lo fate. “Quando la fragilità diventa bellezza”»

In scena una “Santa Impresa”

Solidarietà e Servizi ha festeggiato i suoi 45 anni anche con uno spettacolo teatrale aperto al pubblico

Un particolare della locandina dello spettacolo teatrale “Santa Impresa”

Un’ora e mezza di silenziosa attenzione e concentrazione per le oltre 150 persone che hanno riempito lunedì 18 novembre la Sala Pro Busto del Comune di Busto Arsizio. In scena lo spettacolo “Santa Impresa”, prodotto da Equivochi Compagnia teatrale con Beatrice Marzorati e Davide Scaccianoce.

L’occasione? I festeggiamenti per i 45 anni di Solidarietà e Servizi. Si tratta del secondo evento proposto per celebrare questo importante anniversario, in continuità con “Parole in musica”, il concerto del laboratorio di canto dei Centri Socio Educativi, tenutosi lo scorso ottobre.  «Abbiamo cercato di trasmettere in musica il nostro slogan “MAI PIÙ SOLI”. Ma da dove arriva questa concezione che cerchiamo di portare ogni giorno in quello che facciamo?»

Ecco allora Santa Impresa. «Il desiderio era quello di mettere in scena le caratteristiche di un’opera che si prende cura dei bisogni delle persone: professionalità e competenza insieme a un’umanità vera a profonda» – racconta Domenico Pietrantonio, Presidente del Consiglio di Gestione della Cooperativa.

LO SPETTACOLO

Santa Impresa, è il racconto della straordinaria impresa che realizzarono i Santi Sociali Piemontesi a Torino durante l’Ottocento: Giuseppe Cafasso, il prete dei condannati a morte; Juliette Colbert, la madre delle carcerate; Giuseppe Cottolengo, “il cavolo di Bra”, fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza; Francesco Faà di Bruno, il padre delle serve; Leonardo Murialdo, il direttore del Collegio degli Artigianelli, il difensore degli operai; infine, Giovanni Bosco, il prete dei ragazzi, il prete dei sogni, il prete di furia e di vento. Tutti loro avevano la consapevolezza di essere parte di una magnifica intrapresa, un’impresa comune.

Il titolo “Santa Impresa” dice tutto. Si tratta di un’Impresa, dunque attività, opere, iniziative che devono essere organizzate, per rispondere ai bisogni. Un’impresa che al contempo è Santa: c’è un approccio, un’attenzione alle persone che viene da una certa storia e da un particolare  sguardo alla persona.

«Abbiamo scelto questo spettacolo – continua Pietrantonio –  perché queste caratteristiche sono le stesse che cerchiamo di vivere ogni giorno e per ciascuna delle oltre 5.000 persone disabili e fragili delle quali ci prendiamo cura. Gli attori hanno reso in modo immediato e anche non pesante (un’ora e mezza di spettacolo senza intervallo) l’origine di quelle opere: persone commosse dal bisogno, dentro una storia, quella della Chiesa, e amiche tra loro, che hanno anche innovato di fronte ai bisogni che emergevano nella società del tempo, facendo i conti con la scarsità delle risorse e con tutti gli aspetti organizzativi e gestionali che le attività richiedevano. Noi, pur con i limiti e gli errori, ci sentiamo umilmente dentro questo flusso di umanità, di capacità d’intrapresa, di opere che possono essere qualificate e definite imprese sociali.»

UN COPIONE DA FAR VIVERE

«Io e Beatrice – testimonia Davide Scaccianoce, uno degli attori dello spettacolo – lavoriamo insieme da 12 anni, da 10 portiamo in scena Santa Impresa. Il testo originale è di Laura Curino e Simone Derai che lo hanno messo in scena originariamente. Laura poi, a causa di impegni di lavoro sempre più pressanti, ci ha affidato il copione e ci ha chiesto di tenerlo vivo. Da allora abbiamo potuto portarlo in giro, ideando una versione con una scenografia adatta anche a spazi non teatrali.

Quello che personalmente mi colpisce è che questi uomini erano coevi, si sono conosciuti e hanno collaborato per risolvere i bisogni del prossimo. Cercavano di prendersi cura degli ultimi, là dove lo Stato non c’era. Hanno rischiato con i loro mezzi e le loro vite, sono stati innovatori e pionieri: le loro opere sopravvivono tuttora, la loro eredità sostiene poveri e bisognosi. Oggi c’è un grande bisogno di questo.»

UNA PASSIONE PER LE PERSONE

In scena, dunque, la vita di uomini e donne veri, diversi tra loro, ciascuno con il proprio temperamento, con i propri pregi e limiti. Tutti però accomunati da una grande passione per le persone che li ha portati a costruire – con intelligenza e creatività – opere nuove per i nuovi bisogni dell’epoca. «Se le persone sono al centro dei tuoi pensieri – ascoltiamo nel testo –  capisci che non hanno bisogno soltanto di essere nutrite e vestite. Hanno bisogno di realizzare i loro desideri, di dimostrare le loro capacità, di sentirsi parte dell’impresa e di contribuire alla sua sopravvivenza.»

Ma allora, che cosa resta di questi uomini e donne al di là di una fotografia su un “santino”? «Resta la loro passione. Che sia questa la santità? La passione di chi, ogni giorno – anche se si fatica, anche se non si ha voglia – si alza e fa, intraprende, ricerca, crea, educa, cura, non soltanto per sè (anche per sè) perchè un giorno qualsiasi ha alzato lo sguardo e ha visto il volto degli altri.»

Profit e non profit insieme per progetti di valore 

Una nuova edizione dell’evento “ESG fa bene all’impresa”. Questa volta organizzato da Labora.con, una rete di cooperative sociali, presso la sede di IRCA Group. Un’occasione per lanciare un nuovo progetto di cooperazione e per confrontarsi sulle buone prassi di collaborazione tra profit e non profit 

Imprenditori e manager del territorio varesino presenti all’evento “ESG fa bene all’impresa” presso la sede di IRCA a Gallarate

Lo scorso 11 novembre la sede di IRCA Spa di Gallarate ha ospitato l’evento “ESG fa bene all’impresa”, un nuovo appuntamento in cui imprenditori e manager del territorio varesino hanno messo in comune le proprie esperienze, raccontando le loro buone prassi di collaborazione tra profit e non profit, con l’obiettivo di promuovere un’economia più sostenibile.   

L’iniziativa è nata con l’obiettivo di dimostrare concretamente l’importanza e i vantaggi della collaborazione tra il mondo profit e non profit. Ma anche per presentare Labora.con, la nuova rete di cooperative sociali che, dalla scorsa estate hanno deciso di mettersi insieme per una progettualità comune. 

LA “RETE” LABORA.CON

Loro sono Solidarietà e Servizi, Arcisate Solidale, ABAD e San Carlo Cooperativa Sociale. «Abbiamo deciso di mettere insieme le nostre reciproche competenze» – sottolinea Aldo Montalbetti, presidente di Arcisate Solidale, nonchè presidente di Federsolidarietà Insubria. «L’unione fa la forza, potremo sfruttare le potenzialità di ciascuno, per avere una penetrazione maggiore all’interno del mercato.» Un’unione che mira innanzitutto a sviluppare un’azione commerciale condivisa: «ognuna delle quattro cooperative – prosegue – è forte in determinati settori. Insieme, potremo ampliare l’offerta di servizi: dalla digitalizzazione e gestione documentale, alle attività legate al food, dalle pulizie, alla manutenzione del verde, dagli assemblaggi, ai servizi di stireria professionale, dalla rigenesi di apparati elettronici ai servizi di backoffice commerciale e amministrativo».

Lo sguardo è sempre rivolto all’obiettivo: creare posti di lavoro per persone in condizioni di svantaggio. Ad oggi le quattro cooperative, insieme, impiegano stabilmente circa 120 persone con disabilità gestendo le commesse di 50 aziende for profit.  

In Labora.Con la collaborazione sarà dunque commerciale, ma non solo. Si stanno ipotizzando filiere di acquisto, per sfruttare le economie di scala, nonchè la possibilità di progettare iniziative formative condivise e la partecipazione congiunta a bandi e finanziamenti.  

CASI DI BUONE PRATICHE

Raccontati nel corso dell’evento diversi casi di collaborazione. Solo per citarne alcuni quello di Elmec Informatica SpA con la cooperativa ABAD: il progetto “Isola Formativa”,  un ambiente in cui un gruppo di lavoratori della cooperativa Abad si dedica alla prima fase della rigenerazione di portatili dell’azienda informatica: la pulizia e l’igienizzazione. Un secondo esempio riportato è stato quello della collaborazione tra i dipendenti della San Carlo e le aziende IRCA SpA e Pasticceria Buosi (due colossi nell’ambito del food in provincia di Varese), che proprio a fine mese inaugureranno a Tradate la Cioccogelateria Sociale. Testimoniata anche la collaborazione storica tra la nota azienda Orco di Varese e le persone di Arcisate Solidale che si occupano stabilmente dell’imbustamento e confezionamento di salse monodose. Infine, la partnership tra Solidarietà e Servizi e Exergy International srl per la digitalizzazione della biblioteca capitolare della Basilica di San Giovanni a Busto Arsizio.  

NELLE TAVOLE ROTONDE SI È PARLATO DI SOSTENIBILITÀ…

..il tutto sotto il cappello della transizione ESG, molto attuale di questi tempi, che vede sempre più aziende misurarsi con gli standard di sostenibilità – ambientale, sociale e di governance – all’interno dei propri processi produttivi. «Come in musica sustain è la proprietà di uno strumento musicale di mantenere il suono nel tempo dopo essere stato suonato, anche in economia vale lo stesso. Sustainability, la sostenibilità è qualcosa che è in grado di durare nel tempo. E noi siamo qui a raccontare  progetti capaci di durare nel tempo. – racconta Michele Mancino, vicedirettore di VareseNews e moderatore dell’evento. «Nella nostra provincia – prosegue – abbiamo un grande romanzo industriale, una storia fatta di incontri, che hanno generato e generano valore. Oggi siamo qui a testimoniare tante storie di successo e di dignità, nate da un incontro».  

GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE

Diversi sono gli strumenti a disposizione delle aziende per avviare una collaborazione con una cooperativa sociale. Il primo è l’articolo 14 della legge 68/99 (legge Biagi) che consente alle aziende con almeno 15 dipendenti di ottemperare agli obblighi di assunzione di persone con disabilità, affidando una commessa di lavoro e stipulando una convenzione con una cooperativa sociale di inserimento lavorativo.
C’è poi lo strumento del Progetto Sociale al Quadrato, qualcosa che «vuole andare oltre – spiega Raffaella Cirillo, responsabile del Collocamento Mirato Disabili della Provincia di Varese. Si tratta di un modello innovativo di convenzione art. 14, nato da una sperimentazione, a partire dal 2019, in cui l’oggetto della commessa non ha a che fare con l’attività svolta dall’azienda, ma è un servizio a valenza sociale e territoriale, rilevante per tutta la comunità.»   

L’EVENTO

All’interno delle tre tavole rotonde organizzate durante l’evento, hanno portato la loro testimonianza Raffaella Cirillo (Collocamento Mirato Disabili di Varese), Luca Sardella  (Elmec Informatica SpA), Monica Parma  (Lati SpA), Sara Milanesi  (Exergy International srl), Marco Silanos  (Compagnia delle Opere Insubria), Jacopo Fusi  (Confindustria Varese), Aldo Montalbetti (Confcooperative Insubria), Claudia Corno (Prodotti Orco srl), Massimo Cestaro  (Irca Group spa), Denis Buosi  (Pasticceria Buosi), Maurizio Martegani  (Cooperativa San Carlo). 

Profit e non profit insieme per progetti di valore 

Una nuova edizione dell’evento “ESG fa bene all’impresa”. Questa volta organizzato da Labora.con, una rete di cooperative sociali, presso la sede di IRCA Group. Un’occasione per lanciare un nuovo progetto di cooperazione e per confrontarsi sulle buone prassi di collaborazione tra profit e non profit 

Imprenditori e manager del territorio varesino presenti all’evento “ESG fa bene all’impresa” presso la sede di IRCA a Gallarate

Lo scorso 11 novembre la sede di IRCA Spa di Gallarate ha ospitato l’evento “ESG fa bene all’impresa”, un nuovo appuntamento in cui imprenditori e manager del territorio varesino hanno messo in comune le proprie esperienze, raccontando le loro buone prassi di collaborazione tra profit e non profit, con l’obiettivo di promuovere un’economia più sostenibile.   

L’iniziativa è nata con l’obiettivo di dimostrare concretamente l’importanza e i vantaggi della collaborazione tra il mondo profit e non profit. Ma anche per presentare Labora.con, la nuova rete di cooperative sociali che, dalla scorsa estate hanno deciso di mettersi insieme per una progettualità comune. 

LA “RETE” LABORA.CON

Loro sono Solidarietà e Servizi, Arcisate Solidale, ABAD e San Carlo Cooperativa Sociale. «Abbiamo deciso di mettere insieme le nostre reciproche competenze» – sottolinea Aldo Montalbetti, presidente di Arcisate Solidale, nonchè presidente di Federsolidarietà Insubria. «L’unione fa la forza, potremo sfruttare le potenzialità di ciascuno, per avere una penetrazione maggiore all’interno del mercato.» Un’unione che mira innanzitutto a sviluppare un’azione commerciale condivisa: «ognuna delle quattro cooperative – prosegue – è forte in determinati settori. Insieme, potremo ampliare l’offerta di servizi: dalla digitalizzazione e gestione documentale, alle attività legate al food, dalle pulizie, alla manutenzione del verde, dagli assemblaggi, ai servizi di stireria professionale, dalla rigenesi di apparati elettronici ai servizi di backoffice commerciale e amministrativo».

Lo sguardo è sempre rivolto all’obiettivo: creare posti di lavoro per persone in condizioni di svantaggio. Ad oggi le quattro cooperative, insieme, impiegano stabilmente circa 120 persone con disabilità gestendo le commesse di 50 aziende for profit.  

In Labora.Con la collaborazione sarà dunque commerciale, ma non solo. Si stanno ipotizzando filiere di acquisto, per sfruttare le economie di scala, nonchè la possibilità di progettare iniziative formative condivise e la partecipazione congiunta a bandi e finanziamenti.  

CASI DI BUONE PRATICHE

Raccontati nel corso dell’evento diversi casi di collaborazione. Solo per citarne alcuni quello di Elmec Informatica SpA con la cooperativa ABAD: il progetto “Isola Formativa”,  un ambiente in cui un gruppo di lavoratori della cooperativa Abad si dedica alla prima fase della rigenerazione di portatili dell’azienda informatica: la pulizia e l’igienizzazione. Un secondo esempio riportato è stato quello della collaborazione tra i dipendenti della San Carlo e le aziende IRCA SpA e Pasticceria Buosi (due colossi nell’ambito del food in provincia di Varese), che proprio a fine mese inaugureranno a Tradate la Cioccogelateria Sociale. Testimoniata anche la collaborazione storica tra la nota azienda Orco di Varese e le persone di Arcisate Solidale che si occupano stabilmente dell’imbustamento e confezionamento di salse monodose. Infine, la partnership tra Solidarietà e Servizi e Exergy International srl per la digitalizzazione della biblioteca capitolare della Basilica di San Giovanni a Busto Arsizio.  

NELLE TAVOLE ROTONDE SI È PARLATO DI SOSTENIBILITÀ…

..il tutto sotto il cappello della transizione ESG, molto attuale di questi tempi, che vede sempre più aziende misurarsi con gli standard di sostenibilità – ambientale, sociale e di governance – all’interno dei propri processi produttivi. «Come in musica sustain è la proprietà di uno strumento musicale di mantenere il suono nel tempo dopo essere stato suonato, anche in economia vale lo stesso. Sustainability, la sostenibilità è qualcosa che è in grado di durare nel tempo. E noi siamo qui a raccontare  progetti capaci di durare nel tempo. – racconta Michele Mancino, vicedirettore di VareseNews e moderatore dell’evento. «Nella nostra provincia – prosegue – abbiamo un grande romanzo industriale, una storia fatta di incontri, che hanno generato e generano valore. Oggi siamo qui a testimoniare tante storie di successo e di dignità, nate da un incontro».  

GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE

Diversi sono gli strumenti a disposizione delle aziende per avviare una collaborazione con una cooperativa sociale. Il primo è l’articolo 14 della legge 68/99 (legge Biagi) che consente alle aziende con almeno 15 dipendenti di ottemperare agli obblighi di assunzione di persone con disabilità, affidando una commessa di lavoro e stipulando una convenzione con una cooperativa sociale di inserimento lavorativo.
C’è poi lo strumento del Progetto Sociale al Quadrato, qualcosa che «vuole andare oltre – spiega Raffaella Cirillo, responsabile del Collocamento Mirato Disabili della Provincia di Varese. Si tratta di un modello innovativo di convenzione art. 14, nato da una sperimentazione, a partire dal 2019, in cui l’oggetto della commessa non ha a che fare con l’attività svolta dall’azienda, ma è un servizio a valenza sociale e territoriale, rilevante per tutta la comunità.»   

L’EVENTO

All’interno delle tre tavole rotonde organizzate durante l’evento, hanno portato la loro testimonianza Raffaella Cirillo (Collocamento Mirato Disabili di Varese), Luca Sardella  (Elmec Informatica SpA), Monica Parma  (Lati SpA), Sara Milanesi  (Exergy International srl), Marco Silanos  (Compagnia delle Opere Insubria), Jacopo Fusi  (Confindustria Varese), Aldo Montalbetti (Confcooperative Insubria), Claudia Corno (Prodotti Orco srl), Massimo Cestaro  (Irca Group spa), Denis Buosi  (Pasticceria Buosi), Maurizio Martegani  (Cooperativa San Carlo).