«Ci prendiamo cura di oltre 5.000 persone»

L’Assemblea dei Soci di Solidarietà e Servizi approva il Bilancio Sociale e nomina Michele Grampa Presidente del Consiglio di Sorveglianza

I soci riuniti per l’approvazione del Bilancio Sociale 2024

Approvato il Bilancio Sociale di Solidarietà e Servizi venerdì 16 maggio, durante l’Assemblea dei Soci. Una decisione presa all’unanimità da tutti i 184 soci chiamati, come ogni anno, ad esprimersi sull’approvazione del documento. Un’occasione per rendere pubblico – per sommi capi – il lavoro qualitativo e quantitativo dell’anno in cui la Solidarietà e Servizi, riconosciuta come prima cooperativa in provincia di Varese, ha celebrato i suoi 45 anni di attività.

Da 45 anni sul territorio

Numeri importanti nel 2024, che non hanno nulla da invidiare a quelli di un’azienda for profit. Un’impresa sociale, quella di Solidarietà e Servizi, che dal 1979  è punto di riferimento per le persone con disabilità e le loro famiglie attraverso servizi diurni e residenziali e opportunità di inserimento lavorativo.

La cooperativa, nella quale lavorano 481 persone, di cui 77 con disabilità, si prende cura di 5.629 persone, accolte nei 54 servizi sul territorio delle province di Varese, Milano, Como, Lecco e Pavia. In particolare, 384 persone frequentano i centri diurni, 89 i servizi per l’autismo, 52 persone abitano nelle case e nei servizi residenziali, mentre il resto è accolto presso i servizi a sportello o in quelli di orientamento al lavoro. Numeri che dicono di una realtà credibile e affidabile. Il tratto distintivo e al contempo la sfida raccolta dalla cooperativa sono rappresentati dal binomio umanità-professionalità: attenzione alla persona, competenza e strumenti adeguati sono il patrimonio a disposizione delle persone, delle famiglie e dei loro bisogni.

L’importanza del capitale umano

Proprio la valorizzazione della professionalità e competenza  dei lavoratori della cooperativa è uno degli aspetti centrali anche per l’anno appena trascorso.  «I lavoratori sono il cuore della nostra cooperativa» – testimonia Domenico Pietrantonio, Presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi. «Valorizzare la passione, il coinvolgimento e la professionalità delle nostre persone è una scelta strategica. Riconoscerne il merito non è solo un dovere etico, ma la chiave per crescere insieme, con competenza, fiducia e visione condivisa.» Vanno in questa direzione le iniziative formative rivolte ai dipendenti (+102% di ore di formazione erogate, in particolare +113% di ore di formazione tecnica, rispetto al 2023). «Abbiamo scelto di investire nella crescita dei nostri lavoratori, per avere del personale sempre più competente e più pronto a rispondere ai nuovi bisogni che arrivano dal territorio».
Sempre in ottica di valorizzazione delle risorse umane, nel 2024 – anno in cui è stato rinnovato il CCNL delle cooperative sociali – «abbiamo riconosciuto un importante aiuto economico a tutti i lavoratori e ai 237 soci e un premio di fine anno a coloro che hanno contribuito, in modo particolare, ai risultati  della cooperativa. È stato anche stanziato un bonus per le famiglie dei dipendenti che nel 2025 saranno allietate dall’arrivo di un figlio/a».

Un’attenzione che è percepita positivamente dalle stesse persone, come testimoniano i questionari «abbiamo registrato un tasso di soddisfazione del 94,4%».

Aspetti organizzativi

«Anche nel 2024 ci sono state alcune modifiche organizzative a più livelli.» Innanzitutto, la costituzione di un comitato per gli investimenti, le nomine e le retribuzioni. Poi la creazione di un’equipe multidisciplinare in grado di affrontare le nuove sfide e le nuove opportunità, mettendo in campo diverse professionalità.  Da ultimo, la costituzione di una vera e propria nuova area dedicata ai centri diurni a gestione diretta, con il conseguente ampliamento (da 6 a 7) del numero dei membri del consiglio di gestione.

La nomina di Michele Grampa, neo presidente del Consiglio di Sorveglianza

I soci  intervenuti durante l’assemblea sono stati interpellati anche sulla determinazione del numero dei componenti il Consiglio di  Sorveglianza e sulla nomina del nuovo Presidente dello stesso.
«La nostra cooperativa – prosegue Pietrantonio  – dal 2014 ha scelto un sistema di governance di tipo dualistico. Abbiamo un Consiglio di Sorveglianza (nominato dall’assemblea dei soci), composto da professionisti (avvocati e commercialisti) che vigila sull’osservanza delle leggi e dello statuto e nomina il Consiglio di Gestione.» Dopo la scomparsa – lo scorso gennaio – di Paolo Fumagalli, fino ad allora Presidente del Consiglio di Sorveglianza, la cooperativa si è trovata a dover nominare il suo successore. «Abbiamo proposto la nomina del componente del Consiglio di Sorveglianza più anziano, Michele Grampa, dottore commercialista» Anche in questo caso l’assemblea dei soci ha approvato all’unanimità, confermando altresì in 4 il numero dei componenti.

Il progetto di Caronno Pertusella: Solidarietà e Servizi sempre più casa

Guardando al prossimo futuro, presentato ai soci l’importante progetto che avrà ripercussioni significative nei prossimi anni per le persone con disabilità e le loro famiglie. «Nei prossimi mesi – sottolinea Giacomo Borghi, responsabile dell’area servizi residenziali e domotica – inizieremo a costruire altre due abitazioni per persone con disabilità a Caronno Pertusella, nell’area dove già oggi sorgono un Centro diurno e un Centro sperimentale per minori con disturbi del neurosviluppo. Si tratta di un progetto molto articolato, che vede la partnership di pubblico e privato, con il coinvolgimento diretto del Comune di Caronno Pertusella, oltre al sostegno finanziario di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.» Saliranno quindi a 11 il numero delle case che la cooperativa gestisce, in grado di accogliere 65 persone, favorendo la loro autonomia in un contesto relazionale definito da familiarità e autonomia, quest’ultima supportata in particolare dalla domotica.


Inaugurati gli Appartamenti Tanzi a Cassano Magnago

Solidarietà e Servizi inaugura due appartamenti per sostenere autonomia e percorsi “dopo di noi” di persone con disabilità, dopo gli importanti lavori di ampliamento e ristrutturazione. Resi possibili grazie al sostegno di Fondazione UBI per Varese

Don Emanuele benedice gli Appartamenti Tanzi

«Qui mi trovo bene» «Mi piace tanto questo posto» Sono le parole di Emma e Stefano, due delle persone che vivono negli Appartamenti Tanzi. E sono proprio loro, chi li vive, a raccontare – in un video – la loro esperienza di vita autonoma, dopo i lavori di ristrutturazione dello scorso anno, che hanno coinvolto l’intera palazzina di via Volta 24 a Cassano Magnago.

DALLA RESIDENZA AI DUE APPARTAMENTI. SEMPRE PIÙ CASA PER 10 PERSONE

In realtà, la “Tanzi” ha sulle spalle qualche anno di storia. Esiste infatti dal 2009 e negli anni ha accolto diverse persone. 53 per l’esattezza.  Pensata con una zona comune al primo piano e le camere tra piano terra e primo piano, era in grado di ospitare fino a 12 persone contemporaneamente. Dopo 15 anni, la struttura esistente aveva proprio bisogno di un bel restyling. «Abbiamo colto l’occasione di una riorganizzazione dei nostri servizi residenziali – evidenzia Giacomo Borghi, responsabile Area Residenziali e Domotica di Solidarietà e Servizi – per trasformare la Residenza Tanzi in Appartamenti Tanzi, due soluzioni distinte, ma attigue, una a piano terra e l’altra al primo, che funzioneranno separatamente e saranno in grado di ospitare 5 persone ciascuna.

Per noi è un intervento importante, anche in termini di significato, perché ci consente di investire in progetti per sostenere sempre di più l’autonomia delle persone di cui ci prendiamo cura.» Concretamente ci sono due cucine, due menù, due salotti, due porte di casa… «Sembra banale – prosegue Borghi – ma è proprio un modo diverso di concepire la casa, in grado di offrire più libertà di movimento e più privacy alle persone che ci vivranno… Anche i nuclei che accoglieremo saranno più piccoli e più omogenei, per età e per genere.» Insomma, una vera e propria casa, dove far esperienza di socialità, di integrazione e reale autonomia. «Sarebbe stato anche il desiderio di Isa Tanzi (a cui sono intitolati gli appartamenti), ex presidente dell’Associazione Familiari Persone Disabili (AFPD) di Cassano Magnago.»

LA VITA QUOTIDIANA

«Lavoro in pasticceria quattro ore, dalle 8 alle 12 e poi al pomeriggio vado in un centro educativo…» racconta Mattia. La vita quotidiana è organizzata come quella di una qualunque casa. Oltre a Mattia, ci sono Massimo, Stefano e Giovanni, nell’appartamento del piano terra.  Emma, Angela e Luigia, in quello al primo piano.  Ognuno ha i propri compiti e partecipa alla gestione domestica, insieme agli educatori e al personale ausiliario. «Le persone hanno – quasi tutte –  un discreto grado di autonomia» testimonia Elisa Colletto, la coordinatrice degli Appartamenti. «Durante la giornata hanno i loro impegni: chi all’area inserimento lavorativo di viale Toscana, con un tirocinio professionalizzante o un’attività lavorativa vera e propria, chi ai Centri Socio Educativi di Samarate o di Borsano (Busto Arsizio). Nel tardo pomeriggio, poi, si ritrovano insieme, con un operatore che li affianca nelle ore serali, per la cena e le piccole grandi incombenze domestiche.»

L’INAUGURAZIONE ALLA PRESENZA DELLE AUTORITÀ

L’inaugurazione ufficiale lo scorso 9 maggio con una vera e propria cerimonia in Villa Oliva a Cassano Magnago alla presenza delle  principali autorità. «Quello che fate è molto importante», le parole del sindaco Pietro Ottaviani. «L’integrazione del mondo della disabilità si manifesta anche nella restaurazione di edifici come questo, che aiutano a restare attivi nel territorio. Sono felice di vedere il lavoro che avete fatto e come vi siete ben organizzati». Presente anche l’assessore ai Servizi Sociali di Gallarate, Chiara Allai, in qualità di capofila dell’ambito territoriale che include nove Comuni: «Siamo contenti che Cassano abbia aperto questo tipo di appartamenti, che accoglie il primo progetto di questo genere con un ente gestore. Chissà che possa essere da spunto anche altrove».

Tutti poi in via Volta al civico 24 per il taglio del nastro, la benedizione di Don Emanuele Lupi, vicario della comunità pastorale San Maurizio e la visita degli appartamenti. Insieme, per celebrare un nuovo inizio, dopo i lavori di ristrutturazione e ampliamento, resi possibili grazie al prezioso contributo di Fondazione UBI per Varese. «Dal 2004 sosteniamo progetti sociali, culturali, artistici e formativi in provincia di Varese – sottolinea Luigi Jemoli, vicepresidente di Fondazione UBI per Varese. Questa è la prima volta che siamo a fianco di Solidarietà e Servizi. Per noi è importante che i progetti che adottiamo abbiano una ricaduta territoriale in provincia di Varese e abbiano soggetti promotori in grado di dare respiro e continuità agli interventi. E questo progetto risponde a pieno a questi criteri.» 

UN PROGETTO PER POTENZIARE I PERCORSI DEL DOPO DI NOI

Con questa ristrutturazione si amplia la possibilità di percorsi di accompagnamento per l’uscita dal nucleo famigliare di origine, rispondendo al bisogno dei genitori che, diventati anziani, non hanno più le energie necessarie per seguire il figlio.  Ma soprattutto al desiderio delle persone con disabilità. Come testimonia Mattia «Alla Tanzi posso portare avanti il mio progetto di vita autonoma.» Un progetto di vita, fatto di passioni, abitudini e attività svolte in compagnia.

«Gli Appartamenti Tanzi – spiega Franca Passerini, Assistente Sociale e Responsabile dell’Ufficio di Piano di Gallarate – sono i primi nell’ambito territoriale di Gallarate (che racchiude 9 Comuni) per l’accoglienza stabile di persone con disabilità a rispondere alle richieste della legge sul “Dopo di Noi” ( L 112/2016). Finora eravamo costretti a cercare soluzioni fuori dal nostro ambito. Un’ottima opportunità!»

L’INTRODUZIONE DELLA DOMOTICA

Anche in questo caso, questi appartamenti sono stati rinnovati con soluzioni domotiche all’avanguardia. «Seguendo l’esempio delle recenti ristrutturazioni nei complessi Gandolfi e San Benedetto di Legnano – precisa Borghi – siamo convinti che l’adozione di tecnologie intelligenti non solo faciliti la vita quotidiana delle persone con disabilità, ma promuova la loro autonomia all’interno di un contesto comunitario.» Questo salto in avanti nella smart home è stato possibile grazie al know‑how dei ricercatori dell’Università LIUC di Castellanza e all’expertise di Sinthesi, l’azienda che ha progettato e implementato l’impianto domotico.

25 ANNI DI SOLIDARIETÀ E SERVIZI NEI SERVIZI RESIDENZIALI

L’inaugurazione degli appartamenti Tanzi ha rappresentato l’occasione per rinnovare l’attenzione sui servizi residenziali offerti da Solidarietà e Servizi, che quest’anno festeggiano i 25 anni di attività con 2 Comunità e 9 Appartamenti che ospitano complessivamente 55 persone con disabilità. «Presto – spiega Borghi – il numero delle soluzioni abitative sarà portato a 13. E per lanciare un nuovo progetto: «Nei prossimi mesi – conclude Borghi  inizieremo a costruire altre due case a Caronno Pertusella, nell’area dove già oggi sorgono un Centro diurno e un Centro sperimentale per minori con disturbi del neurosviluppo. Si tratta di un progetto molto articolato, che vede la partnership di pubblico e privato, con il coinvolgimento diretto del Comune di Caronno Pertusella, oltre al sostegno finanziario di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.»

«Non credevo ci fosse un posto come questo»

Nell’ambito di un progetto di orientamento rivolto alle scuole secondarie di primo grado, venti studenti dell’Istituto Comprensivo De Amicis di Busto Arsizio in visita al capannone di viale Toscana di Solidarietà e Servizi

I ragazzi e le ragazze dell’Istituto Comprensivo De Amicis di Busto Arsizio in visita alla sede di viale Toscana

«Lavorano veramente? Vengono pagati? Ma che disabilità hanno (di alcuni non si vede…)? Quante ore vanno al centro ogni giorno?» Molte le domande di questo tipo nei ragazzi e ragazze delle medie dell’Istituto De Amicis di Busto Arsizio che, all’inizio di maggio, accompagnati dai loro docenti, hanno fatto visita a Solidarietà e Servizi presso il capannone di viale Toscana 105, sede di due centri socio educativi  e “casa” dell’area inserimento lavorativo, con 112 lavoratori assunti di cui 77 con una disabilità fisica, psichica o sensoriale.

UN PROGETTO PER AVVICINARSI AL MONDO DEL LAVORO

L’incontro nasce da una richiesta della scuola, nell’ambito di “Crescere insieme, dalla scuola all’azienda”, un progetto di orientamento, finanziato con i fondi del PNRR e dedicato alle classi prime e seconde, per combattere il fenomeno della dispersione scolastica. «Nel nostro istituto stiamo organizzando dei pomeriggi esperienziali con l’obiettivo di far avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro alla scoperta delle diverse professioni presenti nel nostro territorio. Crediamo che l’incontro con esperti del settore possa fornire loro una visione pratica e ispiratrice delle opportunità future.» A parlare è Emanuela Manto, docente di tecnologia della scuola.

E così, dall’idea ai fatti, una ventina di ragazzi e ragazze si sono “iscritti” in modo volontario a questi “pomeriggi alternativi”. Quattro visite in totale, tre in realtà aziendali – Eolo, Mario Cavelli, Centro Cotoniero Bustese –  e l’ultima, in ordine temporale, in Solidarietà e Servizi, dove attraverso l’incontro con persone impegnate nelle proprie attività quotidiane, hanno fatto esperienza di cosa sia un’impresa sociale.

ALLA SCOPERTA DEL CENTRO SOCIO EDUCATIVO…

Eccoli allora alla scoperta degli spazi dedicati al Centro Socio Educativo. Di laboratorio in laboratorio, i ragazzi hanno presto familiarizzato con il significato che si cela dietro a inaccessibili, in prima battuta, acronimi come CSE e SFA (Centro Servizi Educativi, Servizi di Formazione all’Autonomia). Da sigle enigmatiche, queste sono diventate nomi, volti precisi, voci definite di persone che si possono conoscere e con cui è possibile dialogare. Mentre i ragazzi hanno incontrato differenti gruppi impegnati in altrettante attività, come il gruppo di parola, il gruppo di canto, il laboratorio artistico e quello di avviamento al lavoro… Carmen Sportiello, coordinatrice dell’area educativa di viale Toscana ha spiegato loro la mission: supportare persone con fragilità attraverso progetti per l’autonomia che prevedono lo svolgimento di attività tramite le quali valorizzare i talenti e far emergere le competenze di ciascuno

…E DELL’AREA INSERIMENTO LAVORATIVO

Dopo l’area educativa, ad attenderli un’altra sfida. Due rampe di scale ed eccoli catapultati all’interno della realtà produttiva, dove ogni giorno arrivano commesse da oltre 20.000 pezzi e dove più di 70 persone con fragilità lavorano con un regolare contratto di lavoro, uno stipendio vero, inserite in un contesto lavorativo vero, composto da differenti settori produttivi, che vanno dagli assemblaggi alla rigenesi di apparati elettronici e alla gestione documentale, fino alla gestione di processi di backoffice amministrativi e commerciali.

«Cosa sono questi?» ha chiesto ai ragazzi Filippo Oldrini, responsabile dell’area inserimento lavorativo della Solidarietà e Servizi,  indicando degli apparecchi elettronici riposti su alcuni scaffali. A partire da questa domanda le classi hanno scoperto un bell’esempio di economia circolare. Il reparto in cui si trovano si occupa infatti di recuperare i modem per la connessione internet per conto di diversi operatori telefonici, di verificare il loro funzionamento, per rigenerarli, re-inserendoli sul mercato.

Qualche metro oltre gli studenti hanno incontrato una ragazza impegnata a maneggiare con cura un documento del 1700. Sul suo banco da lavoro una complessa struttura sostiene una fotocamera ad altissima risoluzione. Ben presto capiscono che ciò a cui stanno assistendo è un processo di digitalizzazione, per far sì che la conoscenza racchiusa in diversi documenti possa essere diffusa anche su internet, venendo così preservata dall’usura a cui è soggetto un documento fisico.

Il tour continua al piano più alto della struttura. Davanti a loro un call center in cui persone con fragilità operano su commesse di importanti realtà come Novartis o Eolo, assistendo i loro clienti. 

«Mi hanno colpito molto – testimonia Filippo Oldrini –  l’interesse dei ragazzi e le loro domande, segno  del grande lavoro dei loro insegnanti, ma  anche dello stupore che spesso riscontriamo in chi viene a visitarci e tocca con mano una realtà dove i lavoratori svantaggiati sono sullo stesso piano dei loro colleghi, dal punto di vista della qualità del lavoro offerto, delle possibilità economiche e anche delle possibilità di “carriera”. Dove non sono le nostre fragilità a definirci

UN’OCCASIONE PER AMPLIARE LO SGUARDO

«Per tanti dei nostri ragazzi – commenta la professoressa Manto – è stata la prima volta in cui si sono misurati con il mondo della disabilità. La maggior parte di loro non ha mai incontrato una persona con disabilità da vicino e le poche volte che le hanno incrociate, il vissuto è stato quello di  un “problema da gestire”. Per i ragazzi è stata dunque una grande occasione di apertura e di scoperta, per ampliare lo sguardo.»

«Quando ne abbiamo parlato in classe qualche giorno dopo, avevano ancora in mente Antonio, una persona con sindrome di Down che, quando ci ha visti, ci ha accompagnato lungo il percorso e spontaneamente ci ha fatto da “Cicerone” con un grande entusiasmo.»

NON SAPEVO CI FOSSE UN POSTO COME QUESTO

«Cosa ci portiamo a casa? – continua – Oltre alla buonissima merenda, una preziosa esperienza di apertura: aver toccato con mano una realtà di cui ignoravamo l’esistenza, aver visto un luogo dove le persone, nonostante alcune loro fragilità, sono aiutate a diventare autonome e a realizzare il proprio progetto di vita. Siamo abituati a pensare che chi è più fragile vada solamente protetto, messo in una bolla.  Qui, invece, abbiamo fatto esperienza che anche chi è fragile può essere protagonista e aiutato a compiere i propri passi».

Emblematico, a questo proposito, il commento di Simone, un ragazzo di seconda media che ha un fratellino con disabilità: «Non sapevo ci fosse un posto come questo. Finora credevo che a “gestire mio fratello” ci potessero essere solo mamma e papà. Che futuro avrà? Chi si prenderà cura di lui? Domande a cui, finora, non ero riuscito a trovare risposta. Oggi ho visto un luogo dove le persone con disabilità fanno tante attività e sono aiutate a diventare autonome. E questo mi dà speranza».

«Grazie della grande occasione che avete dato a me e i miei alunni oggi, la scoperta di una realtà bella e preziosa», con questo messaggio della professoressa si chiude la giornata.

 

Solidarietà e Servizi è anche ente di formazione

Accreditata nel mese di aprile come Ente di Formazione presso Regione Lombardia, la Cooperativa è pronta ad erogare corsi che vanno dall’informatica alla comunicazione ad altro ancora  

Un corso di formazione in Solidarietà e Servizi

Hai bisogno di un corso di informatica o vuoi avere una nuova competenza in ambito amministrativo da spendere sul lavoro? Dalle prossime settimane sarà possibile con il catalogo corsi di Solidarietà e Servizi. È di questi giorni la notizia che la cooperativa di Busto Arsizio si è accreditata come Ente di Formazione presso Regione Lombardia.  

«Dal 2015 siamo accreditati come Servizio al Lavoro con sedi a Busto Arsizio, Venegono Inferiore e Buscate» – racconta Sara Silvestri, responsabile servizi accreditati alla formazione e al lavoro. «Accompagnando le persone a definire il proprio progetto professionale, ci siamo accorti di un grande bisogno formativo. Un’esigenza che finora veniva soddisfatta cercando tra le proposte del territorio. Ma perché non essere noi direttamente a rispondere anche a questo bisogno? Da qui l’idea di diventare Ente di Formazione per poter offrire un percorso completo alle persone che accedono ai nostri servizi.»  

UN PACCHETTO INTEGRATO DI SERVIZI PER LE PERSONE 

«Il primo bacino di utenti sarà il nostro, quello del nostro Servizio al Lavoro – prosegue Sara – ma non ci fermeremo qui. Vorremmo offrire  un servizio in più sul territorio, intercettando diverse persone che arrivano anche dagli altri servizi al lavoro, dai Centri per l’Impiego, dagli InformaLavoro e dagli InformaGiovani... Per ogni persona potremo proporre corsi ad hoc rispetto alle sue esigenze specifiche oppure dare la possibilità di scegliere un corso tra quelli a catalogo che stiamo predisponendo.»  

UN’OFFERTA DI CORSI A CATALOGO  

Ci saranno corsi per acquisire e/o migliorare le competenze informatiche, amministrative, di segreteria e contabilità. Ma anche per allenare le competenze organizzative, relazionali e comunicative, quelle che hanno a che fare con le famose soft skills, sempre più richieste per inserirsi nel mondo del lavoro. «Un vero e proprio catalogo corsi, dunque, per rispondere a un preciso bisogno che arriva dal territorio e dal nostro lavoro sul campo: innanzitutto quello di persone disoccupate che desiderano rimettersi in gioco con qualche competenza in più. All’inizio quindi ci tareremo sulla nostra utenza, rappresentata soprattutto da persone svantaggiate e con bassa scolarizzazione, con corsi perlopiù gratuiti, in grado di trasmettere competenze tecniche e pratiche, immediatamente spendibili.» Al termine del percorso formativo le persone avranno in mano un attestato di competenza legato al Quadro Regionale degli Standard Professionali di Regione Lombardia. I primi corsi partiranno già nel mese di maggio e saranno quello di informatica base e di addetto mensa

UN’OPPORTUNITÀ PER TUTTA LA COOPERATIVA 

«Essere diventati Ente Formativo Accreditato è un’ottima opportunità per il nostro Servizio al Lavoro, ma anche per le oltre 500 persone che lavorano in Cooperativa. Penso alla collaborazione che potremo mettere in campo nell’ambito degli inserimenti lavorativi di persone disabili e svantaggiate. Potremo formare le persone rispetto a delle singole competenze che via via si renderanno necessarie, proprio al nostro interno: da un approfondimento su excel a una competenza sulla rigenesi di apparati, dal coding alla gestione di un call center, fino al patentino per la guida di un muletto… »   

APERTURA ALLE AZIENDE 

D’altra parte, Solidarietà e Servizi da sempre è molto attenta alla formazione, sia come formazione permanente dei propri dipendenti, sia come collaborazione con altri enti. «Con l’accreditamento formalizziamo qualcosa che nella pratica già ci appartiene» – sottolinea Giorgia Piana, HR specialist e responsabile attività formative in Solidarietà e Servizi. «Lo faremo in modo più strutturato, aprendoci a diversi target. Per noi potrà essere un’ottima possibilità per far conoscere il nostro lavoro e la nostra mission, anche in ambienti diversi dai soliti. Ci piacerebbe ad esempio, proporci come ente di formazione alle aziende. Inizialmente quelle che collaborano con noi per l’inserimento lavorativo di persone disabili: potremmo organizzare una formazione a loro dedicata sulle opportunità di collaborazione tra profit e non profit, partendo dagli aspetti più normativi (legge 68/99 e convenzioni ex art. 14 legge Biagi) fino alle best practices di welfare aziendale, volontariato di impresa e social procurement.  

Essere accreditati ci permetterà anche di erogare formazione in sedi diverse dalla nostra, utilizzando le cosiddette sedi temporanee: questo favorirà un approccio agile nell’organizzare percorsi su misura presso servizi o aziende lontani dalla nostra sede principale.»   

Davvero una grande opportunità, che supporta ulteriormente la crescita della cooperativa e della capacità di prendersi cura delle persone. 

Web Radio…che passione!

Una delegazione delle redazioni di “Esco di Radio” di alcuni Centri Diurni Disabili ha trascorso due giorni ad Ascoli Piceno per partecipare a “Dire, Fare, Ascoltare – Incontri di radio e podcast”, il festival italiano dedicato alla comunicazione audio 

Il momento in cui le redazioni di Esco di Radio (Pavia e Cermenate) sono state intervistate

Si chiama “Esco di Radio” ed è la web radio di Solidarietà e Servizi. Due anni fa l’inizio, grazie al desiderio di Michi, un ospite del Centro Diurno Disabili di Cermenate, che si divertiva a fare il deejay in un’attività del venerdì pomeriggio. Tutto sarebbe rimasto immutato, se un suo educatore non l’avesse preso sul serio. E così da un desiderio, unito alla passione degli educatori, alla voglia di mettersi in gioco dei ragazzi, insieme alle competenze tecniche dell’ufficio ICT (Information Communication Technology) di Solidarietà e Servizi e al sostegno dell’Azienda Speciale Consortile Galliano è nato qualcosa di unico. La passione, poi, si sa, è sempre contagiosa e un anno dopo si sono coinvolti anche i tre Centri Diurni Disabili di Pavia. Oggi, Esco di Radio è un progetto che coinvolge due redazioni ed è presente con due giornate di diretta live, il mercoledì da Cermenate e il giovedì da Pavia.  

UNA PASSIONE CHE APRE VERSO LE NOVITÀ

La passione poi, per sua natura, chiama curiosità e apertura verso il nuovo e questa primavera ne è stata la prova. Poteva bastare l’esperienza della “Como Lake Inclusion” a metà marzo, la giornata di confronto sul tema della disabilità e dell’inclusione organizzata dal Ministero per la Disabilità, nella quale Esco di Radio era presente per trasmettere l’evento in diretta live. Invece no. Una mattina, inaspettatamente è arrivata una mail: «Vi scrivo a nome di Radio Incredibile»citava. «Stiamo organizzando “Dire Fare Ascoltare”, il primo grande festival dedicato al mondo della radio e del podcast. Ci piacerebbe avervi come speaker e testimoni all’interno di un incontro dedicato alle esperienze di radio per l’inclusione sociale, per raccontare come la radio possa essere un potente strumento di connessione e cambiamento.  Sarebbe un onore ascoltare la vostra storia e dare spazio alla vostra esperienza in un contesto di portata nazionale». 

DUE GIORNI DI INCONTRI AD ASCOLI PICENO

E così, dopo aver valutato opportunità e fattibilità della proposta, sabato 5 e domenica 6 aprile, due delegazioni della web radio, una del Centro Diurno Disabili di Cermenate e l’altra dei 3 Centri Diurni Disabili di  Pavia, sono partite. Direzione Ascoli Piceno. Un pullmino con 7 persone a bordo:  3 educatori, 3 speaker e la responsabile della comunicazione. Flavio, Sandra e Alessandra come educatori e tra gli speaker Sergio dalla redazione di Pavia, dove tiene la rubrica di storie di paura, Cinzia, famosa per il  Cinziettario, la rubrica di ricette del giovedì e Stefano, tecnico del suono della redazione di Cermenate. «Inizialmente – racconta Silvio Pagliaro, coordinatore del centro diurno disabili di Cermenate –  avevo ritenuto di inviare solo la nostra brava educatrice, poi ho pensato alla possibile presenza di Stefano, considerata la sua grande curiosità e attenzione verso tutte le proposte operative, soprattutto quelle dal sapore tecnologico. È risultata un’esperienza gradevole e proficua. Entrambi hanno avuto modo di allacciare nuovi rapporti, di ascoltare esperienze e contributi innovativi, di arricchirsi entrando in contatto con realtà differenti, e anche di divertirsi.» 

«Un’esperienza davvero unica» – testimonia il team. Molti gli incontri fatti, le occasioni di ascolto, di confronto e di apertura. A partire dal workshop Da Grande Voglio Fare il Podcaster (E magari pagarci le bollette!)” con gli esperti di Spreaker «che ci ha aperto un mondo attraverso il racconto di come cresce un podcast e delle possibili connessioni con le webradio» – testimonia Alessandra Civelli, educatrice responsabile del progetto per la redazione del Centro Diurno Disabili di Cermenate.   

RADIO E INCLUSIONE SOCIALE

Il momento più toccante? «Quello della domenica mattina con “Radio e Inclusione Sociale”» evidenzia Flavio Petix, educatore della redazione dei Centri Diurni Disabili di Pavia. Un workshop dedicato al potenziale inclusivo della radio nel terzo settore. Un’occasione per scoprire come la radio possa essere strumento di dialogo e integrazione.  
«Innanzitutto – continua – abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare storie di successo italiane differenti dalla nostra. Altre web radio che danno voce a chi non ha voce, valorizzando le persone, chi gli adolescenti all’interno di una scuola in un quartiere difficile, chi gli anziani in una casa di riposo, chi ancora le persone con disabilità come noi… Da parte nostra, abbiamo portato la nostra esperienza di radio in un contesto di persone con disabilità e la nostra speaker  Cinzia  ha colto l’occasione per farsi raccontare in diretta la vera ricetta delle olive ascolane per la puntata del “Cinziettario” del giovedì successivo.» 

Alessandra Civelli, educatrice responsabile del progetto per la redazione del Centro Diurno Disabili di Cermenate

Un weekend molto apprezzato da tutti:  «mi è piaciuto molto sentire le esperienze delle altre associazioni» – dice Sergio, della redazione di Pavia. «A me è piaciuto vedere la città di Ascoli Piceno» – racconta Stefano. 

UN’ESPERIENZA DI CONDIVISIONE

«La parola  condividere riassume bene la bellezza della nostra esperienza» – evidenzia Sandra, un’educatrice di Pavia. Condividere workshop, incontri, ma anche momenti di svago e divertimento, come passeggiare per il centro di Ascoli Piceno, mangiare insieme le olive ascolane oppure partecipare alla serata organizzata dal festival con il “live show feat De Core podcast” un live podcast show, dove tutti i partecipanti hanno avuto l’opportunità di salire sul palco e condividere idee, nella magnifica cornice del palazzo dei Capitani del Popolo, una delle perle architettoniche della città.  

UN BILANCIO CHE È TUTTO POSITIVO

E ora, dopo la splendida esperienza, si tirano le somme, per un bilancio che è tutto positivo.  Positivo perché ha rafforzato i legami tra le due redazioni di Esco di Radio,  che adesso stanno già pensando di operare ancora più insieme. Positivo per gli incontri fatti e gli stimoli ricevuti. E poi, come sempre, “da cosa nasce cosa”, «siamo già stati contattati da una radio di condominio in un contesto di housing sociale a Milano che vorrebbe incontrarci per conoscerci. Con un’altra realtà conosciuta durante il festival che si occupa come noi, di disabilità, abbiamo parlato di una possibilità di collaborazione…». Insomma,  nei prossimi mesi, si vedranno i frutti.  

A proposito di  frutti, «possiamo dire che quest’esperienza ci ha motivato ancora di più in quella che è una nostra passione e stiamo già pensando ai prossimi passi per la nostra web radio» – conclude Sandra. «Ci piacerebbe ampliare questo progetto, aumentare gli ascolti e coprire anche gli altri giorni della settimana, proponendo anche agli altri centri della cooperativa il progetto della web radio.» 

«Due giorni meravigliosi, È stato fantastico, grazie ragazzi». – con queste parole si salutano i sette operatori della web radio scesi dal pullmino la domenica sera, ormai amici.   
Per ascoltare Esco di Radio, basta andare sul  sito www.escodiradio.it: la diretta è  tutti i mercoledì, dalle ore 9:00 alle ore 16:00, dalla redazione di Cermenate e tutti i giovedì, dalle ore 10:00 alle ore 12:00 dalla redazione di Pavia.

Da Madrid a Busto Arsizio: tre ragazze in “Erasmus +”

Per tre mesi  tre studentesse del Colegio Edith Stein di Madrid saranno nei centri di Solidarietà e Servizi  per fare esperienza sul campo 

Alicia e Silvia durante un laboratorio di cucina al Centro Socio Educativo Oltre di Busto Arsizio

È mattino a Busto Arsizio e anche per Nuria, Alicia e Silvia comincia una nuova giornata. Escono dall’appartamento in zona Ospedale a piedi, o in sella alla loro bicicletta e si dirigono verso il centro cittadino, per iniziare le loro attività. Sono tre ragazze spagnole tra i 17 e i 18 anni e arrivano tutte dalla stessa scuola di Madrid, il Colegio Edith Stein, dove stanno frequentando un corso professionale che le sta formando per lavorare in ambito socio sanitario. Ma non le accomuna solamente la provenienza, l’età e la formazione. Anche il desiderio di sperimentarsi in qualcosa di veramente nuovo. Ne sono la testimonianza questi mesi che hanno scelto di trascorrere all’estero, partecipando al programma Erasmus +” per i giovani studenti europei. Da marzo affiancano le educatrici e gli educatori di Solidarietà e Servizi nelle loro attività, Alicia e Silvia al Centro Socio Educativo “Oltre” e Nuria al Centro Diurno Disabili “Manzoni”.  

IL PROGETTO “ERASMUS +” 

«Sono ormai diversi anni che collaboriamo con l’Istituto Edith Stein – racconta Giorgia Piana, HR  Specialist in Solidarietà e Servizi –  ed è la seconda volta che accogliamo dei ragazzi con il programma “Erasmus +”.» Di cosa si tratta? Una sorta di alternanza scuola lavoro dal sapore internazionale…  «Erasmus+ – si legge sul sito del collegio spagnolo – si propone di migliorare la qualità della formazione professionale in Europa offrendo agli studenti iscritti ai corsi di formazione professionale intermedi e avanzati opportunità di mobilità internazionale per studio e tirocini all’estero. Nel complesso, contribuirà a migliorare le opportunità di occupazione e le competenze personali, stimolando così la competitività dell’economia europea.» 

«Concretamente, già da settembre dello scorso anno – prosegue Giorgia – abbiamo cominciato a lavorare alla convenzione e abbiamo messo in campo diverse risorse per far vivere agli studenti la miglior esperienza possibile. Per l’alloggio abbiamo trovato una sistemazione vicino alla nostra sede e abbiamo dotato le ragazze di una bicicletta per far sì che possano essere autonome negli spostamenti. Così dal 12 marzo per tre mesi – fino al 12 giugno – Nuria, Alicia e Silvia potranno fare esperienza di cosa significa vivere la vita dei nostri centri, nel contesto particolare dei servizi che si prendono cura delle persone con disabilità.» 

Nuria al Centro Diurno Disabili Manzoni di Busto Arsizio

UN’ESPERIENZA MOLTO POSITIVA… 

L’esperienza è positiva anche quest’anno. Le ragazze si sono ben integrate nella vita del centro, hanno imparato a conoscere e a relazionarsi con bambini, ragazzi e con gli operatori, partecipando attivamente alle attività proposte. «L’impatto con il nostro centro non è dei più semplici» – testimonia Elisa Aracu, coordinatrice del CDD Manzoni. «Spesso abbiamo minori con situazioni complesse e il contraccolpo iniziale può essere a tratti faticoso. Anche per Nuria è stato così, ma oggi  è perfettamente integrata, partecipa a tutte le attività e i bambini la riconoscono come figura educativa.» 

Esperienza confermata anche da Mariolina Caputo, responsabile del CSE “Oltre”. «Silvia e Alicia sono una presenza positiva per noi. Serene e sempre sorridenti, si sono buttate, fin da subito, con intraprendenza. Giocano con i ragazzi, partecipano a tutte le attività, dimostrando sempre un grande rispetto per le persone del nostro centro. Da parte nostra, cerchiamo di farle partecipare ai diversi momenti che organizziamo sia in sede, sia fuori. E così “hai un posto in macchina?” è la nostra frase. Sono con noi a Milano durante i laboratori al City Camp Milano di Dynamo Camp, alle lezioni di scherma con la Pro Patria Scherma, al laboratorio di cucina, alle attività del “verde pulito” nei quartieri di Busto Arsizio o a quelle in appartamento per favorire l’autonomia, fino a quelle di collaborazione con il Banco Alimentare La Luna.»  

UN’OCCASIONE DI CRESCITA PER GLI OSPITI… 

«Al CSE Oltre – prosegue Mariolina – siamo aperti a questo genere di esperienze formative. Spesso abbiamo tirocinanti, ragazzi del servizio civile universale, ragazzi in alternanza scuola lavoro (PCTO) e oggi ragazze in Erasmus. Insomma, potrebbe sembrare disorientante per le persone di cui ci prendiamo cura. In realtà, per noi questa è una grande occasione educativa, uno strumento per fare un lavoro con loro sulla flessibilità e sulla capacità di adattamento. Cerchiamo di aprirli al nuovo, sia attraverso nuove persone che vengono da noi, sia attraverso la proposta di attività sul territorio. E così, anche piccoli cambiamenti vengono vissuti in modo positivo, con accoglienza e senza essere spaventati. Poi comunque ci siamo noi, io, Paolo, Francesca, Giulia – il gruppo educatori, loro vero punto di riferimento – che è sempre stabile e questa per loro rimane una sicurezza.»  

… E PER GLI EDUCATORI, PER “NON DARE NIENTE PER SCONTATO” 

Un’esperienza molto positiva – quella di “Erasmus +” – proprio per loro, l’équipe educatori. «Stando solo tra di noi il rischio è sempre quello dell’assestamento, naturale processo di equilibrio e di comfort zone. Il diverso, con la sua carica di novità, è un’opportunità per mettersi in cammino e questo per me è molto positivo. Concretamente, la presenza di Alicia e Silvia ci costringe a spiegare perché facciamo le cose di tutti i giorni, quali sono i nostri obiettivi. E per noi, che rischiamo a volte di lavorare con inserito il “pilota automatico”, questo è preziosissimo: a volte ci conferma in quello che stiamo facendo, altre volte ci induce a porci delle domande per cambiare qualcosa e per aggiornare il pensiero che c’è alla base delle nostre attività quotidiane.»  

Alleanza: «Cooperative baluardo della parità di genere»

Fonte Confcooperative.it

«L’impresa cooperativa, con un tasso di occupazione femminile del 60% e con una presenza nella governance del 26%, in entrambi i casi ben oltre il 10% rispetto alla media delle altre imprese, conferma di essere un baluardo della parità di genere e uno strumento a disposizione delle politiche attive per la rimozione del gender gap nel sistema economico del nostro paese». Lo dice Maurizio Gardini, presidente di Alleanza delle Cooperative Italiane anche a nome dei copresidenti Mauro Lusetti e Giovanni Schiavone.

I diritti delle donne sono un patrimonio di conquiste tanto da tutelare quanto da incentivare e sostenere. La cooperazione è al fianco delle donne in questo percorso che ci auguriamo porti ad un cambio di cultura, all’empowerment e alle pari opportunità.

Nella funzione sociale che ci viene riconosciuta dalla costituzione all’art 45 non possiamo che sentirci responsabili di testimoniare concretamente la promozione delle pari opportunità sia all’interno del nostro movimento che nelle comunità di cui siamo espressione.

«L’8 marzo è un appuntamento annuale per misurare i passi avanti fatti nella conquista dei diritti delle donne, ma anche l’occasione per proseguire, perseverare, prendere nuovi impegni per continuare a promuovere una cultura della parità volta alla tutela, all’empowerment e alla non discriminazione dalle donne» sottolinea Anna Manca, presidente della Commissione Donne e Parità dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, anche a nome delle co-presidenti Annalisa Casino e Alessia Stabile.

L’occupazione femminile è oggi la leva fondamentale delle politiche attive per le pari opportunità: infrastrutture sociali diffuse ed accessibili in ogni parte del paese, senza trascurare periferie e aree interne, lotta al gender pay gap attraverso una seria promozione di azioni positive capaci di valorizzare competenze e professionalità del capitale umano senza discriminazioni di genere, misure efficaci di accompagnamento e supporto all’autoimprenditorialità sono dossier strategici su cui operiamo da anni, e ne sono testimonianza gli indicatori di occupazione femminile e di governance.

La pandemia ha fatto emergere il ruolo fondamentale delle donne impegnate in prima linea su più fronti e al contempo la loro vulnerabilità.

Non possiamo non ricordare in questo particolare 8 marzo il dramma della guerra che forse ci appare più vicina proprio per la presenza di tante donne ucraine nel nostro paese che facilitano il nostro impegno lavorativo prendendosi cura dei nostri cari.

Le immagini e le testimonianze che ci giungono non possono che farci gridare a gran voce il nostro ripudio della guerra e la richiesta accorata che la diplomazia faccia l’impossibile per far cessare le armi.

Quest’anno quindi la ricorrenza dell’8 marzo si tinge di blu e giallo. Il mondo della cooperazione tutto è accanto alle donne ed ai bambini ucraini.

La ricerca (e i casi concreti) per agevolare la collaborazione profit-non profit

Agevolare la collaborazione tra imprese profit e non profit è uno degli obiettivi della ricerca-azione del Camera di Commercio di Varese

di Domenico Pietrantonio
Fonte Il sussidiario.net

Caro direttore,

dal 2021 rappresento le cooperative in seno al Consiglio della Camera di Commercio di Varese e lo scorso 27 marzo, in questa veste, ho partecipato al primo incontro di aggiornamento sui lavori per la realizzazione della ricerca-azione sull’economia sociale, la quale avrà lo scopo di identificare il perimetro e il valore dell’economia sociale in provincia di Varese.

La ricerca – che è stata affidata al CreaRes (Centro di Ricerca in Etica degli Affari e Responsabilità Sociale – Dipartimento di Economia, Università degli Studi dell’Insubria) – s’inserisce nell’ambito del Programma Pluriennale 2023-2028 approvato dal Consiglio Camerale il 27 ottobre 2023, il quale prevede nell’ambito della Missione “Sostenibilità” la realizzazione di specifiche azioni per lo sviluppo delle imprese dell’economia sociale.

La ricerca sarà anche l’occasione per effettuare un’analisi sulle collaborazioni tra mondo profit e non profit nell’ambito dell’inserimento lavorativo delle persone disabili e svantaggiate, con particolare riferimento alle caratteristiche e agli strumenti utilizzati per realizzarle, che permetterà di valorizzare le best practices presenti sul territorio provinciale, con uno sguardo anche a livello nazionale e su scala internazionale.

A questo si aggiunge un ulteriore obiettivo, quello cioè di definire un quadro giuridico di riferimento che possa agevolare la collaborazione tra imprese profit e non profit nel contesto dell’economia sociale. A tal fine, verranno analizzate le normative esistenti e, se necessario, formulate proposte per colmare eventuali lacune legislative che potranno essere portate all’attenzione delle istituzioni.

In tal senso ricordo che esistono già, anche se sono ancora poco utilizzati, alcuni strumenti a disposizione delle imprese profit e non profit, come l’art. 14 del Dlgs. 276/2003, tramite il quale l’azienda in obbligo, invece di assumere la persona con disabilità, esternalizza un servizio di cui ha bisogno alla cooperativa sociale, che, per svolgerlo, assumerà uno o più persone con disabilità.

Con un’evoluzione ulteriormente interessante di questo strumento, denominata “convenzione art. 14 sociale al quadrato”, nata in via sperimentale in Provincia di Varese e attualmente “esportata” anche a Milano (sotto il nome di Convenzione ex art. 14 di Sponsorizzazione).

Questa convenzione prevede che l’azienda in obbligo di assunzione di persone disabili, non avendo un servizio da affidare in outsourcing alla cooperativa sociale, sponsorizzi un progetto di utilità sociale per il territorio, che verrà svolto dalla cooperativa assumendo persone disabili.

Un esempio di questa evoluzione delle convenzioni ex art. 14 è rappresentato dal servizio di digitalizzazione della Biblioteca Capitolare della Parrocchia San Giovanni Battista di Busto Arsizio, affidato alla Solidarietà e Servizi Cooperativa Sociale. Il relativo progetto, della durata di due anni, coinvolge due aziende della provincia di Varese, F.lli Tognella di Somma Lombardo ed Exergy International di Olgiate Olona, e prevede l’assunzione di tre persone con disabilità.

Quest’ultime, debitamente formate e coordinate da un archivista della cooperativa sociale, utilizzando scanner planetari professionali, digitalizzeranno libri, antifonari e pergamene antiche (il più antico è un evangelario del IX secolo) e di notevole pregio. Oltre a questo, il progetto consiste nella catalogazione della biblioteca moderna composta da oltre 15.000 libri.

La ricerca-azione, così come l’utilizzo dell’art.14, anche nella modalità più evoluta di cui sopra, da oltre 10 anni hanno un contesto di riferimento nell’ambito della Camera di Commercio di Varese che mette insieme una pluralità di enti e soggetti del territorio, a partire dai responsabili delle Associazioni delle cooperative, l’Università degli Studi dell’Insubria, la Provincia di Varese – Collocamento Mirato disabili, il Centro Servizi per il Volontariato e alcuni Ordini professionali.

Nel tempo questo tavolo di lavoro è stato il promotore di progetti e azioni a sostegno del mondo dell’impresa sociale e del non profit, come gli “Stati generali della cooperazione e dell’imprenditorialità sociale” (2016) e alcuni seminari e cicli di laboratori per le cooperative sociali su rendicontazione sociale, comunicazione, gestione manageriale (dal 2017 in avanti).

Restiamo quindi in attesa di conoscere l’esito della ricerca (lo avremo entro fine anno) e sin da ora confermiamo in particolare la disponibilità a confrontarci e condividere con altri le possibili modalità di collaborazione tra imprese profit e realtà non profit.

Da 25 anni Solidarietà e Servizi è casa

Sono 55 le persone con disabilità che vivono nelle 2 Comunità e nei 9 Appartamenti di Solidarietà e Servizi. Sono case dove è accolto e valorizzato il desiderio di una vita autonoma. E, nei prossimi mesi, è prevista la realizzazione di altre due abitazioni a Caronno Pertusella

Un momento conviviale nella casa di Fagnano Olona

2 Comunità e 9 Appartamenti per un totale di 55 persone con disabilità ospitate. Questi i numeri dell’Area Servizi residenziali di Solidarietà e Servizi che, quest’anno, celebra l’importante ricorrenza dei 25 anni.  Nel 2000, infatti, nasceva la prima Comunità  a Bergoro frazione di Fagnano Olona, seguita – nel 2005 – da quella di Cassano Magnago. Racconta Michele Grampa, l’allora presidente del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa: «Dopo una pluriennale attività di accoglienza che, per semplicità, chiamerei “diurna” ci siamo resi conto che il bisogno era più grande e che era opportuno offrire un servizio ulteriore. Per avere una sempre maggior attenzione alla persona, dovevamo rispondere anche al desiderio di avere una casa accogliente per sè, per un progetto di autonomia abitativa.» 

LA PRIMA COMUNITÀ ALLOGGIO A BERGORO DI FAGNANO OLONA 25 ANNI FA 

«Ricordo con particolare soddisfazione  la Comunità Alloggio di Bergoro – continua Grampa – una vera e propria casa per persone con necessità di sostegno, ma in grado di vivere insieme con il supporto di educatori e di un coordinatore.» 

«Sono stata assunta per coordinare la Comunità» – ricorda Maura Gabardi, la prima coordinatrice della Comunità di Bergoro. «Avevo in mano un mazzo di chiavi, ma c’era da mettere in piedi tutto. La struttura era appena stata ristrutturata, c’erano solo i muri. Dopo 15 anni di esperienza in un’altra realtà con persone con disabilità, avevo chiaro ciò di cui c’era bisogno: un posto dove le persone si potessero sentire a casa. Quella sarebbe stata casa loro, noi educatori non avremmo preso decisioni al posto loro, ma li avremmo aiutati a scoprire desideri e passioni, incoraggiandoli in quella direzione. Non sarebbero stati ospiti, ma i padroni di casa.» 

Una visione molto precisa che ha trovato subito concretezza: «Sono arrivata a Bergoro il 22 febbraio 2000» – racconta Attilia, la prima persona ad entrare nella comunità dove vive  ancora oggi, dopo 25 anni. «Volevo un posto dove sperimentare la vita al di fuori della famiglia, ma al tempo stesso in cui sentirmi al sicuro, con persone che potessero prendersi cura di me e sostenermi nella vita quotidiana. A Bergoro mi sento proprio a casa mia, nonostante la fatica di abitare con altre persone che non ho scelto. In un contesto di questo genere, fa parte della normalità. Questo  è proprio il luogo per me!» 

«Da 16 anni mia figlia vive a Bergoro ed è felice – testimonia la signora Franca, mamma di Elena, una ragazza della casa. All’inizio io e mio marito non pensavamo si sarebbe inserita facilmente; invece, è stato un passaggio molto naturale. Noi abitiamo vicino, possiamo andarla a trovare. Siamo sereni perché sappiamo che è un luogo per lei molto caro. Si sente in famiglia.»  

Oggi le Comunità rispondono «al bisogno dei genitori che, diventati anziani, non hanno più le energie necessarie per seguire il figlio.» – sottolinea Eleonora Farè, l’attuale coordinatrice. «Ma soprattutto al desiderio della persona con disabilità di realizzare il proprio progetto di vita.»

Desiderio che viene sempre più valorizzato dai servizi pubblici, come evidenzia Paola Bottazzi, coordinatrice dell’Ufficio di Piano dell’Azienda Medio Olona (ambito territoriale di Castellanza). «Negli ultimi anni c’è una maggior attenzione al tema del “durante noi”, favorito anche dalla Legge di Regione Lombardia n. 25/2022. Il focus è sulla costruzione di un progetto di vita autonoma per le persone con disabilità, assecondando il loro legittimo desiderio di uscire di casa, non solo quando i genitori – ormai anziani – sentono venir meno le risorse necessarie. In questo senso è di fondamentale importanza il lavoro di rete tra pubblico e privato, tra sociale e sanitario, per costruire con le famiglie dei percorsi di consapevolezza verso una residenzialità stabile. La collaborazione con Solidarietà e Servizi – storico e affidabile partner – per noi è molto preziosa.» 

LE CASE COME ESPRESSIONE DEL “MAI PIÙ SOLI”… 

Nel tempo, alle due Comunità, si sono poi aggiunte diverse esperienze di coabitazione, spesso realizzate in partnership con le associazioni di genitori e con gli enti pubblici. Oggi gli Appartamenti sono 9, distribuiti in 3 province lombarde, con  altri due in arrivo entro il 2026. 

«La prima esperienza abitativa autonoma per il “dopo di noi” nasce nell’ottobre del 2004» – racconta Giacomo Borghi, responsabile Area Residenziali e Domotica di Solidarietà e Servizi. «Una certa attenzione alle persone che avevamo in carico e ai loro desideri ci ha portato ad essere lungimiranti e, in qualche modo a precorrere i tempi, considerando che la legge nazionale che parla di “Dopo di Noi”, istituendo un fondo per questa tipologia di percorsi, è del 2016 (L.112/2016).» 

«Ci piace chiamarle case – continua Borghi – perché in esse desideriamo ricreare un ambiente familiare, un luogo in cui le persone possano star bene e sentirsi accolte, far esperienza di socialità, di integrazione e reale autonomia.» 

La vita quotidiana è organizzata come quella di una qualunque casa. Ogni persona ha i suoi compiti e partecipa alla gestione domestica, insieme agli educatori e al personale ausiliario. «Le persone hanno – quasi tutte –  un discreto grado di autonomia. Durante la giornata hanno i loro impegni: chi all’area inserimento lavorativo di viale Toscana, con un tirocinio professionalizzante o un’attività lavorativa vera e propria, chi ai Centri Socio Educativi di Samarate o di Busto Arsizio. Nel tardo pomeriggio, poi, si ritrovano insieme, con un operatore che li affianca nelle ore serali, per la cena e le piccole grandi incombenze domestiche.» 

…CON UN’ATTENZIONE ALLA TECNOLOGIA 

«Nelle nostre case sperimentiamo sempre più l’importanza del ricorso alla tecnologia come strumento per sviluppare l’autonomia per una migliore qualità della vita.»  
In questa visione si è inserito il “progetto domotica” studiato insieme alla Facoltà di Ingegneria Gestionale dell’Università LIUC di Castellanza. «La domotica – continua Borghi – è un tema sul quale Solidarietà e Servizi ha investito fin dal 2016, quando abbiamo dato il via al progetto pionieristico di CasaLab a Fagnano Olona (VA). Oggi, con la collaborazione dell’università LIUC e con le aziende del settore che stanno credendo nel progetto, abbiamo sistematizzato il processo di domotizzazione delle nostre case.» 

«La collaborazione con Solidarietà e Servizi è stata molto stimolante» – testimonia Giovanni Pirovano, lecturer presso la facoltà di ingegneria gestionale della LIUC di Castellanza e coordinatore del laboratorio i-FAB. «È stato il primo progetto in cui ci siamo sperimentati applicando tecnologia e  domotica al mondo del sociale. Abbiamo accompagnato la cooperativa in tutto il percorso, dal recepire insieme le richieste e le necessità, all’identificazione delle priorità, fino allo scouting dei fornitori e delle migliori piattaforme.» 

LE PROSSIME NOVITÀ

Il numero delle case è destinato presto ad arrivare a 13. «Nei prossimi mesi – conclude Borghi –  inizieremo a costruire altre due abitazioni a Caronno Pertusella, nell’area dove già oggi sorgono un Centro diurno e un Centro sperimentale per minori con disturbi del neurosviluppo. Si tratta di un progetto molto articolato, che vede la partnership di pubblico e privato, con il coinvolgimento diretto del Comune di Caronno Pertusella, oltre al sostegno finanziario di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.»  

Un altro appuntamento, più vicino in ordine di tempo, è l’inaugurazione degli Appartamenti “Isa Tanzi” nel Comune di Cassano Magnago. Dopo gli importanti lavori di ampliamento e ristrutturazione – grazie al sostegno della Fondazione UBI per Varese – potranno accogliere, ciascuno, 5 persone con disabilità. 

Con Dynamo Camp un laboratorio di storytelling sensoriale

Cinque ragazzi con autismo del Centro Socio Educativo Oltre di Solidarietà e Servizi partecipano alle attività del City Camp Milano. Insieme, per star bene e valorizzare le risorse di ciascuno

I cinque ragazzi del CSE Oltre al City Camp Milano

Loro sono Giacomo, Riccardo, Olaf, Paolo, Gabriele. Hanno dai 18 ai 30 anni e frequentano il Centro Socio Educativo “Oltre” e le attività di “Avanti Tutta”, uno spazio progettato da Solidarietà e Servizi per sviluppare l’autonomia dei ragazzi con autismo. Ogni martedì, hanno un appuntamento fisso che aspettano con trepidazione: la mattina all’ “appartamento”. Si tratta di un immobile che Solidarietà e Servizi ha in centro a Busto Arsizio, dove per qualche ora, insieme ai propri educatori, si sperimentano in piccole e grandi autonomie: pulire e ordinare casa, cimentarsi con la lavanderia, cucinare,… Da qualche settimana, però, qualcosa è cambiato. Per tre mesi, ogni martedì, andranno a Milano, in via Bovio 6, presso la sede del City Camp Milano di Dynamo Camp. Si sa, cambiare le abitudini, specie per una persona con diagnosi di autismo, può essere particolarmente impegnativo. Ma, in questo caso, ha vinto l’euforia per la nuova esperienza «Vado a fare una cosa ancora più bella dell’appartamento» – racconta Giacomo, uno dei 5 ragazzi.  

UN LABORATORIO DI STORYTELLING SENSORIALE AL CITY CAMP MILANO 

Sveglia presto, treno alle 9 con due educatori. Mezzi pubblici e arrivo presso la sede del City Camp. «Arriviamo in un posto magico – racconta Giulia Ricci, educatrice di Solidarietà e Servizi. Ci accolgono 4 volontari del camp con un sorriso fantastico e dei modi gentili. Anche gli ambienti sembrano progettati apposta per accogliere: luminosi, curati, arredati con gusto, spaziosi… » Una stanza multisensoriale Snoezelen, uno spazio per Radio Dynamo,  la web radio del city camp, un bar, degli spazi di coworking, tante sale per i laboratori di espressione artistica…  «Al City Camp Milano – continua Giulia – la proposta pensata per noi è quella di un laboratorio di storytelling sensoriale, una narrazione che trasporta i nostri ragazzi in un viaggio sensoriale, un’esperienza di rilassamento attraverso i cinque sensi.»  

«Noi educatori siamo contenti perché vediamo i nostri ragazzi molto partecipi e coinvolti. Per loro poi, anche il contesto milanese è un bel banco di prova. Muoversi nella frenesia di una metropoli è particolarmente sfidante, perché li fa misurare con le autonomie, con il problem solving, con la gestione dello stress. E riuscirci, rafforza in loro l’autostima.» 

«“I volontari sono qui per voi”. Questo è quello che ci sentiamo ripetere spesso» – sottolinea Mariolina Caputo, coordinatrice del CSE Oltre. «Nelle diverse attività proposte al camp, infatti, ci viene chiesto di ridurre al minimo ogni intervento educativo. Ed è bellissimo perchè questo permette anche a noi di gustarci il momento in modo speciale: è una straordinaria opportunità di osservazione, di ascolto, di autoformazione. Ogni settimana oltre all’educatore responsabile dell’attività, invitiamo a partecipare – a turno – anche i nostri colleghi, perchè sia un momento formativo per tutta l’équipe.»   

«Con i ragazzi  di Solidarietà e Servizi – sottolinea Giulia Dossena, responsabile del City Camp Milano – stiamo proponendo un percorso su misura. Ci stiamo conoscendo e anche l’attività è frutto della relazione che stiamo costruendo e delle reali caratteristiche dei ragazzi. Per noi di Dynamo è una ricchezza poter entrare in rapporto con le realtà del territorio, come Solidarietà e Servizi. Nonostante gli approcci diversi – ludico ricreativo, il nostro ed educativo, quello degli enti con cui ci incontriamo – l’obiettivo è lo stesso: il benessere della persona, la valorizzazione del potenziale di ciascuno. Quello che proponiamo, in fondo, è per far emergere dai bambini e dai ragazzi quello che sanno, possono e desiderano fare. In una parola, le loro risorse.  Ci piace avere uno sguardo che tiri fuori il meglio. Per noi è un obiettivo molto sfidante, ma crediamo che sia la direzione giusta in cui andare.» 

LA REALTÀ DI DYNAMO CAMP 

Presente dal 2007 in Italia, Dynamo Camp offre gratuitamente programmi di Terapia Ricreativa a bambini e ragazzi affetti da patologie gravi o croniche, disturbi del neurosviluppo o condizioni di disabilità.  Il fine ultimo di Dynamo Camp è contribuire al “diritto alla felicità” di bambini con gravi patologie e delle loro famiglie, attraverso momenti di spensieratezza.  “Right to happiness” cita il pay off. Un luogo dove la vera cura è ridere e la medicina è l’allegria. 

Le attività si svolgono presso Dynamo Camp, in Toscana, e nei Dynamo City Camp in alcune delle principali città del territorio nazionale,  durante l’estate o lungo l’intero arco dell’anno. In particolare, dal 2024, nella sede di Milano, il Dynamo City Camp è in funzione in modo continuativo con spazi ad hoc per le attività e i laboratori. Il modello proposto è quello della Terapia Ricreativa Dynamo®, che ha obiettivi di svago e divertimento, ma anche – e soprattutto – di essere di stimolo alle capacità di bambini e ragazzi, sostenendo la fiducia in se stessi e la speranza, con benefici di lungo periodo sulla qualità di vita