Concerto di Raccolta Fondi

Sabato 15 novembre alle ore 21:00 al Teatro Fratello Sole di Busto Arsizio un concerto di raccolta fondi a sostegno di “Casa Insieme”

Sabato 15 novembre alle ore 21:00 al Cinema Teatro Fratello Sole di Busto Arsizio non mancare al concerto di raccolta fondi a favore del progetto “Casa Insieme”: due nuove case per l’autonomia di 10 persone con disabilità (5 per ogni appartamento).

Sul palco il travolgente Coro Divertimento Vocale, con 150 voci e una band dal vivo: finalisti di Italia’s Got Talent 2019!

Una serata di musica, energia e solidarietà

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Facciamo girare la voce tra amici, colleghi e familiari!

Una serata di musica, energia e solidarietà: più siamo, più ci divertiamo… e più sosteniamo un progetto che vale davvero!

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Ringraziamo la Città di Busto Arsizio per il patrocinio


Il sogno di Cinzia comincia da un mattone

Inaugurato a Caronno Pertusella il cantiere di “Casa, Insieme”: due nuove case per dieci persone con disabilità. Una coprogettazione tra Comune e Solidarietà e Servizi per due abitazioni sostenibili, tecnologiche e inclusive. Il Ministro Locatelli: «Un progetto che merita il plauso e il sostegno di tutti» 

Cinzia con Alessandra, un’operatrice addetta ai trasporti

«Mi piacerebbe avere una stanza tutta mia, arredata come piace a me…» 
Cinzia lo dice con un sorriso che le illumina il viso. Da sedici anni frequenta il Centro Diurno “Il Girasole”, ma adesso sogna un passo in più: una casa. Non una struttura, non una stanza in più nel mondo degli altri, ma un posto suo. Dove scegliere il colore delle pareti, invitare un’amica per un caffè, e dire: “questa è la mia stanza”. 

Sabato 4 ottobre, in via Monte Nero 259, quel sogno ha cominciato a prendere forma. È stato, infatti, inaugurato ufficialmente il cantiere di “Casa, Insieme”, il progetto che realizzerà due nuove abitazioni per dieci persone con disabilità, accanto al Centro Diurno “Il Girasole” e al Centro Sperimentale “Viganò” per minori con disturbi del neurosviluppo. 

UN SOGNO CONDIVISO 

“Casa, Insieme” nasce dalla coprogettazione tra il Comune di Caronno Pertusella e Solidarietà e Servizi, con il sostegno di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. Il Sindaco Marco Giudici, l’Assessore Sebastiano Caruso e molti cittadini hanno partecipato alla cerimonia, insieme alle famiglie e agli operatori che da anni accompagnano le persone con disabilità nel loro percorso di autonomia (Solidarietà e Servizi è presente a Caronno Pertusella da oltre 30 anni…). Don Angelo Cavenago ha benedetto il cantiere.  La musica dal vivo della TNB Swing Band ha riempito l’aria. E la voce del Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, in un videomessaggio, ha ricordato quanto questi progetti siano fondamentali: «Casa, Insieme – ha detto – è un’iniziativa che mette al centro le persone e la loro autonomia, un modello che merita il plauso e il sostegno di tutti. Creare una soluzione residenziale collegata ai servizi diurni è fondamentale, per una maggior serenità delle famiglie, ma anche per creare continuità nelle relazioni e nello stile della presa in carico di ogni persona.» Guarda il video messaggio CLICCA QUI

UN LUOGO CHE PROFUMA DI CASA 

1 settembre 2026, la data prevista per il termine dei lavori, poi i tempi tecnici per le pratiche burocratiche… Entro l’anno dieci adulti con disabilità entreranno nelle loro nuove abitazioni: due appartamenti moderni, sostenibili, realizzati in legno e dotati di tecnologia intelligente. 
Ogni persona potrà aprire la porta con la propria impronta digitale, controllare la luce o la temperatura, e vivere in sicurezza e comfort. Ma soprattutto, potrà sentirsi a casa. 

«Il nostro obiettivo non è costruire una struttura, ma un ambiente familiare» racconta Giacomo Borghi, responsabile Area Residenziali e Domotica di Solidarietà e Servizi. «Un luogo dove ogni persona possa sentirsi accolta, valorizzata e libera di essere se stessa.» 

LA RACCOLTA FONDI 

Per rendere queste due case dei luoghi ancora più accoglienti, Solidarietà e Servizi si è attivata per reperire risorse per arredare gli spazi, realizzare un giardino e una stanza multisensoriali aperti anche alle scuole e alle associazioni, e acquistare un pulmino attrezzato. Al momento è attiva una raccolta fondi online https://www.retedeldono.it/progetto/1-stanza-casa-insieme 

Nei prossimi mesi saranno promossi eventi per far conoscere meglio il progetto a tutti i cittadini. Perché una casa è più di un edificio: è un legame che si costruisce insieme. 

UN CANTIERE, OPPORTUNITÀ PER TUTTA LA CITTÀ  

Sì, perché questo progetto non riguarda solo chi ci abiterà, ma vuol essere un’opportunità per tutta Caronno Pertusella, per costruire, insieme, una comunità più inclusiva, dove nessuno è lasciato solo.  

In questo senso il pensiero di Domenico Pietrantonio, Presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi: «Condividere il bisogno delle persone disabili, progettare insieme con i Comuni e le famiglie le risposte, dotare i servizi di adeguate e innovative soluzioni tecnologiche, domotiche e rispettose dell’ambiente, questa è la mission che Solidarietà e Servizi persegue da oltre 25 anni per il cosiddetto “DOPO DI NOI”. E siamo grati a tutti coloro, a partire dal Comune di Caronno Pertusella, che hanno reso possibile questo progetto, che rappresenta una best pratice nel rapporto sussidiario tra l’ente pubblico e il terzo settore: un vero e proprio esempio di “amministrazione condivisa”.» 

Una volta terminati i lavori, l’intero polo di via Monte Nero sarà in grado di accogliere oltre 60 persone con disabilità – le 30 del Centro Diurno Disabili “il Girasole”, i 25 bambini del Centro Sperimentale “Viganò” e le 10 di “Casa,  Insieme”creando nuove occasioni di lavoro (è prevista l’assunzione di oltre 10 persone tra Educatori Professionali e Operatori Socio Sanitari), inclusione e partecipazione

Con la posa del primo mattone, quel sogno di Cinzia ha cominciato a diventare realtà. 

La mattinata si è conclusa con un brunch offerto a tutti i presenti, occasione di incontro e convivialità per il centinaio di persone intervenute.  

Presente per tutta l’inaugurazione con una diretta live, Esco di Radio, la web radio fondata dall’Azienda Speciale Consortile Galliano in collaborazione con la cooperativa Solidarietà e Servizi.


Presentato durante il convegno sull’autismo il nuovo servizio “Il Cortile”

Durante il convegno “Teniamoci per mano”, organizzato dal Comune di Busto Arsizio sui disturbi dello spettro autistico, Solidarietà e Servizi ha presentato il “Cortile”, un nuovo spazio di ascolto e orientamento per le famiglie che hanno ricevuto una diagnosi di disabilità per il proprio figlio o figlia

Il pubblico del convegno “Teniamoci per mano” sull’autismo

C’è un momento, dopo una diagnosi, in cui tutto sembra fermarsi. Le parole del medico rimbombano, i pensieri si affollano, e la domanda che molti genitori si fanno è sempre la stessa: “E adesso, cosa facciamo?” 

Proprio da questo bisogno — di vicinanza, ascolto e orientamento — nasce Il Cortile, il nuovo servizio di Solidarietà e Servizi pensato per accompagnare le famiglie che ricevono una diagnosi di disabilità o di disturbo del neurosviluppo. 
Un luogo dove nessuno è lasciato solo, e dove ogni genitore può ritrovare la speranza e il coraggio di guardare avanti. 

UN LUOGO CHE ACCOGLIE, ORIENTA, ACCOMPAGNA 

Con sede in via Isonzo 2 a Busto Arsizio, Il Cortile offre ascolto, informazioni e orientamento alle famiglie. Simbolicamente, è un cortile aperto dove si entra per parlare, capire, condividere e costruire insieme un percorso. 

Qui, un’équipe composta da assistenti sociali, pedagogisti, psicologi ed educatori lavora  per accogliere i genitori nel momento della diagnosi e aiutarli a “mettere ordine” nei pensieri e orientarsi tra pratiche, diritti, scuole, servizi, percorsi terapeutici ed educativi. 
Il Cortile diventa così una bussola, un punto di riferimento stabile per chi sta attraversando una fase di fragilità e smarrimento. 

«“Il Cortile” – racconta Laura Puricelli, responsabile dell’area Autismo e Autonomia di Solidarietà e Servizi –  è un servizio che si rivolge in modo prioritario alle famiglie, mettendo certo al centro le difficoltà che  possono vivere nel momento in cui ricevono una diagnosi di disabilità per il proprio figlio, ma anche riconoscendo le competenze e la capacità di resilienza che ogni famiglia possiede; una ulteriore dimostrazione di quanto sia vincente pensarsi “insieme”, promotori e insieme spettatori di cammini di crescita». 

Oltre allo sportello informativo, il progetto prevede anche percorsi di counselling, gruppi di sostegno per genitori e fratelli e sorelle (Siblings) e momenti di formazione e supervisione dedicati agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie.  

L’ANNUNCIO DURANTE IL CONVEGNO “TENIAMOCI PER MANO”

“Il Cortile” è stato presentato lo scorso 4 ottobre alla Sala Tramogge dei Molini Marzoli, durante il convegno “Teniamoci per mano: progettualità oltre la diagnosi”, organizzato dal Comune di Busto Arsizio in collaborazione con ASST Valle Olona, Enaip Lombardia, Società Dolce e Solidarietà e Servizi

Una mattina intensa, con la sala gremita di famiglie, insegnanti, operatori e professionisti che ogni giorno vivono la realtà dell’autismo e delle neurodivergenze. Un momento di ascolto e confronto, nato dal desiderio di fare rete, condividere esperienze e costruire insieme nuovi strumenti di supporto. 

In questo contesto, la presentazione de Il Cortile è arrivata come una risposta concreta: non un’idea, ma un progetto pronto ad accogliere, informare e accompagnare chi si trova davanti a un cambiamento grande, inatteso e particolarmente problematico. 

Per accedere al servizio “Il Cortile” contattare il numero 366 770 1894 o scrivere una mail a ilcortile@solidarietaeservizi.it


Progettare in rete, per formare e inserire al lavoro

Il lavoro di rete porta a risultati concreti: grazie ai progetti di cui è capofila o partner, Solidarietà e Servizi nell’ultimo anno ha aperto nuovi percorsi di formazione e inserimento lavorativo per 110 persone fragili e disoccupate

Lavoratori e tirocinanti all’area assemblaggio di Solidarietà e Servizi

C’è chi, come Carlo, dopo mesi di silenzio e porte chiuse, ha trovato la forza di presentarsi al primo colloquio. Chi, come Luca, ha indossato una divisa da lavoro per la prima volta.  E Lucia, una persona con disabilità intellettiva, che grazie a un tirocinio in un ristorante, ha scoperto che poteva imparare un mestiere e sentirsi di nuovo utile. Dopo sei mesi è stata assunta e oggi vive in un appartamento in co-housing. Queste alcune delle storie rese possibili dal lavoro quotidiano di Solidarietà e Servizi, che nell’ultimo anno ha seguito oltre 1.000 percorsi di formazione e inserimento lavorativo. A questo impegno costante si è aggiunto un ulteriore tassello: la progettazione, che ha permesso di aprire ulteriori percorsi, ampliando le opportunità per persone fragili e disoccupati di lungo corso. 

LA FORZA DELLA PROGETTAZIONE:
NUOVE OPPORTUNITÀ E IL VALORE DELLA RETE 

Per Solidarietà e Servizi la progettazione è diventata negli ultimi anni un’abitudine consolidata. Dai primi bandi nel 2022 fino ai numerosi percorsi avviati oggi, è cresciuta la consapevolezza che questa modalità non è solo un’opportunità di finanziamento, ma un motore di cambiamento concreto.  

Sottolinea Elena Olgiati, responsabile dei servizi di inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi: «significa nuove possibilità per chi si trova fuori dal mercato del lavoro – persone con disabilità, fragilità sociali, ma anche disoccupati di lungo corso – e, allo stesso tempo, un valore qualitativo: la costruzione di reti territoriali solide tra cooperative sociali, enti pubblici, parrocchie e realtà del Terzo settore.» 

I SERVIZI AL LAVORO:
IL CUORE DELL’ACCOMPAGNAMENTO 

Parlando di accompagnamento al lavoro, Solidarietà e Servizi si muove su due binari. Da un lato i servizi in appalto o in coprogettazione, a Castellanza, Busto Arsizio, Gallarate, Tradate, Castano Primo, fino ai comuni della Comunità Montana del Piambello – tutti in provincia di Varese –  a cui le persone accedono tramite invio dai servizi sociali dei Comuni o dai servizi di cura. Dall’altro il Servizio Accreditato al Lavoro (SAL), aperto direttamente alle persone disoccupate o inoccupate. 

In entrambi i casi, il percorso è costruito su misura da équipe multidisciplinari composte da assistenti sociali, psicologi ed educatori. Solo nell’ultimo anno, 870 persone prese in carico, di cui 217 nuovi ingressi450 tirocini attivati e 219 assunzioni realizzate. «Con il SAL arriviamo a superare le 1.000 persone seguite» precisa Olgiati. «Dietro ogni numero c’è una storia unica: il disagio di chi non lavora da anni, le difficoltà di chi vive con una disabilità, la paura di chi arriva da un altro Paese e non conosce il sistema, il disagio di donne vittime di violenza. Grazie alla progettazione e ai servizi attivi, queste sfide non restano solitudini, ma diventano percorsi condivisi.»  
Ed è proprio qui che sta il valore aggiunto: trasformare la fragilità in opportunità, accompagnando le persone verso l’autonomia e restituendo dignità attraverso il lavoro. 

UNA CARRELLATA SUI PROGETTI ATTIVI 

La progettazione permette di ampliare lo sguardo e di intercettare risorse provenienti da bandi regionali, PNRR e fondazioni. A volte come capofila, altre come partner, Solidarietà e Servizi mette in campo competenze specifiche per sviluppare percorsi di formazione, avvicinamento al lavoro e inserimento occupazionale.  

Tra i progetti più significativi attivi nell’ultimo anno troviamo: 

  • “Write the future” (Ente Finanziatore: Regione Lombardia): tirocini e percorsi di protagonismo per giovani tra i 18 e i 35 anni   
  • “Way of Working – WOW” e “Tagete” (Ente Finanziatore: Regione Lombardia con fondi FSE): laboratori di autonomia, formazione e tirocini in cooperative B o aziende per persone con disabilità del territorio 
  • Progetto INLAV (Ente Finanziatore: POC Inclusione 2014-2020): orientamento al lavoro e informazione sui diritti a cittadini di Paesi terzi, con sportello di accesso libero   
  • PNRR – Linea 1.1.2 (Ente Finanziatore: Bando PNRR): percorsi per persone con disabilità con focus su digitalizzazione, tirocini e co-housing 
  • PNRR – Linea 1.2.1 (Ente Finanziatore: Bando PNRR): installazione di ausili domotici per una vita più sicura e per il mantenimento al domicilio per persone fragili over 65 
  • “Boe Bianche” e “300+1” (Ente Finanziatore: Fondazione Cariplo): sostegno a chi rischia povertà, con tirocini, educazione finanziaria e supporto psicologico 
  • Progetto Free Women (in avvio) (Ente Finanziatore: Regione Lombardia): inserimento lavorativo per donne vittime di violenza 


Spettacolo Teatrale “Luna Rosa”

Venerdì 17 ottobre alle ore 21:00 al Teatro Fratello Sole di Busto Arsizio in scena uno spettacolo teatrale sulla parità di genere

Spettacolo teatrale “Luna Rosa”
a cura della compagnia “La Bella Compagnia” di Malnate

Venerdì 17 ottobre – ore 21.00
Teatro Fratello Sole, via Massimo D’Azeglio 1, Busto Arsizio
INGRESSO GRATUITO– è necessaria la registrazione su Eventbrite
i fondi raccolti andranno a sostegno del progetto “Casa Insieme”

testo e regia: Elena Malagò
musica: Caterina Di Domenico
interpreti: Leonardo Bombini, Cristina Cappelletti,
Simona Glassiani, Annamaria Pintabona,
Patrizia Riboldi, Antonella Ruggiero

LO SPETTACOLO

Luna Rosa” è un omaggio alla donna, alla sua forza e alla sua capacità di rinascere e superare le difficoltà, ieri come oggi.
Attraverso sketch, ironia e momenti di riflessione, lo spettacolo racconta figure femminili reali, storiche e di fantasia, offrendo uno sguardo intenso e allo stesso tempo divertente sul ruolo della donna nella società.

Questo spettacolo rientra tra le iniziative promosse dalla nostra cooperativa sulla parità di genere, un tema che ci sta particolarmente a cuore e che desideriamo continuare a diffondere anche attraverso l’arte e la cultura.


Progetto B+: il lavoro vero che include

Con il sostegno di Fondazione Intesa Sanpaolo Ente Filantropico, Solidarietà e Servizi ha sviluppato percorsi di inserimento lavorativo per persone fragili e con disabilità, trasformando difficoltà in opportunità

Alcuni dei lavoratori di Solidarietà e Servizi agli assemblaggi

«Nei primi mesi la produttività era zero. Non ce la facevo a stare al ritmo degli altri. Mi sentivo già sconfitto, prima ancora di iniziare». Le parole di Luca (nome di fantasia) raccontano bene lo scoglio che molte persone con fragilità psichica o fisica incontrano di fronte al lavoro. Dopo la pandemia, queste difficoltà si sono acuite: tempi più lunghi per avvicinarsi al mondo del lavoro, lentezza nell’adeguarsi al contesto, crisi improvvise che rischiano di compromettere percorsi faticosamente costruiti.

Per Solidarietà e Servizi, che dal 1995 accompagna le persone con disabilità all’interno di un lavoro vero, è chiaro che – oggi più che mai – occorre rispondere in maniera concreta a questi bisogni emergenti. È da questa analisi, condivisa e mostrata sul campo, che nasce l’incontro con Fondazione Intesa Sanpaolo Ente Filantropico.

UNA COLLABORAZIONE CHE DIVENTA PROGETTO

«Una forza del progetto è stata la capacità di ascolto da parte della Fondazione Intesa Sanpaolo ente filantropico» spiega Filippo Oldrini, responsabile dell’area inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi. «I responsabili hanno voluto capire davvero i nostri bisogni, non solo attraverso i numeri, ma con visite, confronti, riunioni. Hanno ragionato con noi in modo concreto e pragmatico: “spiegami bene perché ti serve, fammi vedere i conti, fammi capire il valore”. Questo approccio ci ha permesso di costruire insieme un percorso in grado di rispondere ai problemi reali».

È nato così il Progetto B+, che già nel nome indica il suo intento: “potenziare” la Cooperativa B di Solidarietà e Servizi, quella cioè che si occupa dell’inserimento lavorativo di persone con disabilità e svantaggiate.

Un investimento da 140mila euro – metà sostenuti dalla Fondazione e metà dalla cooperativa – con l’obiettivo di rendere il lavoro sempre di più una possibilità concreta per chi rischia di restarne escluso. Il progetto è partito nell’ottobre 2024, con una durata prevista di dodici mesi e ha già ottenuto una proroga fino al febbraio 2026, segno della validità dei risultati raggiunti e della volontà di consolidarne l’impatto.

TRE RISPOSTE A TRE BISOGNI

La prima innovazione introdotta da B+ è il “super tirocinio”: sei mesi di formazione on the job, remunerati con una cifra superiore a quanto previsto dalla legge. Un tempo più lungo e tutelato, che consente alle persone fragili di fare esperienza, senza la pressione di dover subito “performare”, ma, allo stesso tempo, valorizzato come una reale sfida. «È stato come avere un paracadute» racconta una giovane tirocinante. «Ho imparato a fare le cose con calma, a prendere fiducia. Alla fine mi hanno assunto».

Il secondo fronte riguarda chi arriva direttamente dal mercato del lavoro attraverso l’articolo 14 (D.Lgs. 276/2003). Per loro i primi mesi sono spesso i più difficili: l’ansia, la paura di non farcela, il crollo davanti alle richieste produttive. Qui B+ ha coperto metà del costo del lavoratore, compensando il calo di produttività e permettendo alla cooperativa di attivare un surplus di interventi: tutor, psicologi, assistenti sociali. Un investimento che contrasta abbandoni precoci e trasforma i tentativi in inserimenti veri.

Infine, la terza risposta è l’“Isola che non c’era”: uno spazio di accoglienza per chi, anche dopo anni di lavoro, entra in crisi psichica o vede peggiorare la propria condizione fisica per l’età. In questi casi la cooperativa si fa carico dello stipendio, nella fase in cui la persona non è “produttiva”, per non disperdere anni di percorso. Grazie a B+, l’Isola ha potuto potenziarsi, garantendo continuità contrattuale e presa in carico psicologica fino al ritorno al lavoro.

I RISULTATI

A un anno dall’avvio, i numeri raccontano l’impatto del progetto: 2 super tirocini, entrambi sfociati in assunzioni, 9 assunzioni complessive, 5 lavoratori fragili supportati nei momenti di crisi, più di 15 percorsi psicologici individuali attivati. «Da soli avremmo fatto la metà dei risultati» sottolinea Oldrini.

IL VALORE DEL LAVORO VERO

Oggi, nell’area lavoro di Solidarietà e Servizi, sono 112 le persone inserite, di cui 76 con disabilità, impegnate in attività che vanno dall’assemblaggio alla rigenerazione di apparati elettronici, fino alle lavorazioni meccaniche, dalla gestione documentale al back office per grandi aziende come Eolo, Novartis, Yamamay, Sandoz, Sorgenia e Università Cattolica (solo per citarne alcune).

Dietro ogni numero, però, c’è una storia. Come quella di Marco (nome di fantasia), che dopo un ricovero psichiatrico temeva di perdere il posto e invece, grazie all’”Isola”, ha potuto rallentare, curarsi, e oggi è tornato operativo.

Il lavoro vero in Solidarietà e Servizi

UNA PARTNERSHIP CHE GUARDA OLTRE

Fondazione Intesa Sanpaolo Ente Filantropico, nata nel 2008, ha tra le proprie finalità il sostegno a persone in condizioni di fragilità e la promozione di percorsi di inclusione sociale e lavorativa. Con Progetto B+ non ha solo finanziato un’idea, ma ha contribuito a sperimentare un modello che potrebbe fare scuola: un approccio graduale, integrato e centrato sulla persona, in cui il lavoro diventa strumento di dignità e salute.

Grazie ad un contributo ricevuto dall’anno 2024 proveniente da un’iniziativa di Intesa Sanpaolo pensata per sostenere tale tipologia di progetti attraverso una forma di micro-donazione mensile condivisa tra dipendenti e azienda, la Fondazione ha focalizzato il suo impegno nel supporto alla progettualità degli Enti del Terzo Settore dedicati all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

Questo sostegno finanziario permette di coprire i costi per la formazione, le collaborazioni strategiche e le valutazioni continue dell’esperienza, elementi fondamentali per la creazione di un ambiente più inclusivo e accessibile, in cui ogni persona possa esprimere appieno le proprie potenzialità

«Il nostro è un obiettivo comune» conclude Oldrini «custodire il valore del lavoro vero, quello che ti dà non solo un reddito, ma anche identità e appartenenza. Grazie a questa collaborazione, più persone hanno avuto la possibilità di provarci davvero.»


«Ho ricevuto più di quello che ho dato»

Tra giugno e luglio dieci adolescenti del territorio si sono messi al servizio del Centro Diurno Disabili “Solidarietà” di Marnate

Alcuni degli adolescenti delle parrocchie di Gorla Minore e Marnate durante un’attività al CDD “Solidarietà” di Marnate

Quando si parla di generosità, spesso pensiamo a grandi gesti da lontano. Ma quest’estate al Centro Diurno Disabili “Solidarietà” di Marnate, la generosità è arrivata da vicino: Alberto Morandi, educatore dell’oratorio San Filippo di Gorla Minore, ha deciso di donare 800 euro, gran parte del suo stipendio mensile, per sostenere le attività del centro.

«Ho ricevuto più di quello che ho dato ed è giusto che io restituisca» ha raccontato. La storia poi non si è fermata qui: il padre di Alberto, imprenditore, ha voluto contribuire con altri 1.500 euro, portando la somma totale a 2.300 euro.

«Per noi è stato un gesto bellissimo» commenta Annalisa Dabraio, coordinatrice del centro diurno disabili. «Persone che fino a poche settimane fa erano sconosciute hanno deciso di investire nel nostro progetto. Con questi fondi vorremmo acquistare una nuova cucina, che diventerà cuore di nuove attività e laboratori.»

I RAGAZZI DELL’ORATORIO AL SERVIZIO DEL CENTRO

La generosità di Alberto si è intrecciata con un’esperienza educativa: tra giugno e luglio, una cinquantina di adolescenti di prima e seconda superiore delle parrocchie della Comunità Pastorale di Gorla Minore e Prospiano e della Comunità Pastorale di Marnate e Nizzolina hanno partecipato a un progetto di “messa a servizio”, per toccare con mano diverse esperienze di volontariato sul territorio.«Abbiamo organizzato l’oratorio estivo in modo diverso rispetto agli altri anni – spiegano don Luca Molteni, referente per la Pastorale Giovanile di Gorla Minore e Marnate e Silvia Folgheraiter, coordinatrice dell’oratorio di Marnate, che insieme a don Luca ha ideato il progetto. «Come comunità cristiana abbiamo lanciato una sfida ai nostri adolescenti: stare insieme, mettersi a servizio del prossimo e creare rete nella realtà dei nostri Comuni.»  

Per quattro settimane i ragazzi hanno quindi partecipato a diverse attività della Caritas di Marnate, del Gruppo Amicizia di Gorla Minore, della RSA Villa Parini di Gorla Minore, nonché di pulizia del verde pubblico di Gorla e Marnate. E una decina di loro è approdata al Centro Diurno Disabili “Solidarietà” gestito da Solidarietà e Servizi.  Coordinati, appunto, da Alberto Morandi, insieme a Veronica Dal Cero.

Due pomeriggi alla settimana, il martedì e il venerdì, i ragazzi hanno condiviso momenti di creatività con gli ospiti del centro, realizzando magliette personalizzate, portachiavi e braccialetti, in vista della festa di fine estate del centro. Attività semplici, ma ricche di significato, che hanno permesso loro di entrare in relazione con ospiti ed educatori.

«Questa esperienza ci ha arricchito molto» testimonia Alberto. «Personalmente, posso dire che mi sento cambiato: l’incontro con questa realtà mi ha dato una prospettiva nuova sulla vita e sulle persone. Una delle cose più belle è stata la sensazione di essere attesi. L’empatia che abbiamo sviluppato con gli ospiti è stata tangibile e molto speciale. “Alberto, che bello vederti!” è una frase che mi ha colpito nel profondo.»
«A tutti i ragazzi piacerebbe ripetere l’esperienza – prosegue. Sicuramente lo faremo la prossima estate, ma stiamo anche valutando di proseguire il nostro impegno durante l’anno, per mantenere viva la relazione con gli ospiti.»

APRIRSI AL TERRITORIO

Per Solidarietà e Servizi questo progetto rientra in un percorso più ampio di apertura al territorio che il CDD “Solidarietà” porta avanti da anni. «Molte persone vivono nel nostro stesso paese e non sanno che esistiamo» spiega Annalisa. «Progetti come questo ci permettono di farci conoscere e di costruire ponti tra il centro, le famiglie, le scuole, le associazioni e le istituzioni locali.»

Proprio in questa direzione guardano le nuove iniziative del centro “Solidarietà” per i prossimi mesi: un lavoro di rete con le scuole, dalla materna alla media, attraverso laboratori artistici e letterari che si svilupperanno lungo tutto l’anno. L’obiettivo è offrire agli studenti esperienze concrete di inclusione, empatia e collaborazione, stimolando al contempo la loro creatività.


Da Cassano Magnago a Budapest: il viaggio di Massimo tra karate, autonomia e nuove amicizie

Quest’estate una grande opportunità per uno degli ospiti degli Appartamenti Tanzi di Solidarietà e Servizi: la partecipazione ad un campus di parakarate internazionale organizzato dalla Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Budapest

Il gruppo della CKOSS Polihandy di Oggiona Santo Stefano all’Università di Budapest

Budapest, agosto 2025. Un campus internazionale, decine di giovani provenienti da diversi Paesi europei, giornate intense di allenamenti, giochi e attività all’aperto. In mezzo a loro c’è anche Massimo, un ospite degli Appartamenti Tanzi (due case di Solidarietà e Servizi dove dieci persone con disabilità fanno esperienza di autonomia) partito dall’Italia con la Ckoss Polihandy di Oggiona con Santo Stefano per vivere una settimana che difficilmente dimenticherà.

UNA PASSIONE CHE DIVENTA OCCASIONE DI CRESCITA

La storia di questo viaggio nasce tre anni fa, quando Massimo entra nell’allora Residenza Tanzi. «Fin da subito avevamo chiaro l’obiettivo di non interrompere la sua passione per lo sport», racconta Elisa Colletto, la sua educatrice. «In quel periodo si trattava di decidere se continuare con la palestra o provare qualcosa di nuovo. È stata una nostra operatrice, Tiziana, a metterci in contatto con il maestro Rolando Gaido, che a Oggiona Santo Stefano allena atleti normodotati e parakarateka nella stessa palestra. È stato l’inizio di un percorso entusiasmante».

Massimo accetta la sfida. Si appassiona sempre di più al karate, si allena due sere a settimana, frequenta i campus estivi organizzati dalla Ckoss Polihandy e quest’anno conquista la cintura arancione. «Spesso lo vediamo esercitarsi anche nel tempo libero con le mosse di katà», sorride Elisa. Una passione che non è solo sport, ma educazione alla disciplina, alla costanza e alla fiducia in se stessi.

LA PARTENZA PER BUDAPEST

Ad agosto arriva la grande occasione: un campus internazionale di parakarate organizzato dalla Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Budapest, dal 4 all’8 agosto. Tema centrale: sport e inclusione. Vi partecipano Italia, Olanda, Repubblica Ceca e Ungheria. Massimo parte con il maestro Gaido, altri atleti e una mamma accompagnatrice: 13 persone in totale. Un pullmino e un’auto pieni di entusiasmo, direzione Ungheria.

«Per Massimo – sottolinea Elisa – è stato un passo importante. Non era mai andato così lontano, e trovarsi per una settimana in un campus universitario, a contatto con ragazzi di altre nazioni, lo ha messo di fronte a piccole grandi sfide quotidiane. Gestire i vestiti, gli orari, fino a una piccola medicazione al ginocchio in seguito a una “sbucciatura” durante un allenamento, cambiare punto di riferimento: sono tutte esperienze che hanno rafforzato la sua autonomia e la consapevolezza di sé».

ALLENAMENTI, ESCURSIONI E NUOVE AMICIZIE

Il programma del campus è stato ricco e vario. Allenamenti quotidiani di parakarate, giochi di orientamento all’interno dell’università, attività di pet therapy, escursioni e persino un giro in battello sul Danubio. Momenti di sport ma anche di socializzazione, che hanno favorito incontri e amicizie al di là delle barriere linguistiche.

«È stato bellissimo vederlo interagire con ragazzi che non parlavano italiano», racconta il maestro Gaido. «Lo sport, e in particolare le arti marziali, hanno un linguaggio universale fatto di gesti, rispetto e collaborazione. Per Massimo è stata un’apertura al mondo esterno che difficilmente avrebbe vissuto senza questa esperienza».

««Sono stato bene, voglio tornare in quel posto»

(Massimo, ospite degli Appartamenti Tanzi)

«LA PERSONA SEMPRE AL CENTRO»

Per Solidarietà e Servizi, esperienze come quella di Budapest rappresentano un tassello fondamentale del progetto educativo. «La nostra missione – spiega Elisa – è mettere al centro la persona. Ogni occasione di vita può diventare opportunità di crescita: lavoriamo per sviluppare autonomia, autostima, socializzazione e apertura verso il territorio. Il viaggio di Massimo è l’esempio concreto di come lo sport possa essere uno strumento prezioso per tutto questo».

La rete costruita tra educatori, famiglie e realtà del territorio – in questo caso la CKoss Polihandy e il maestro Gaido – è ciò che rende possibile trasformare le passioni individuali in esperienze di valore. «A noi piace che i nostri ospiti escano dalla comfort zone – conclude Elisa – perché è lì che nascono le vere conquiste».

LA VOCE DI MASSIMO E DELLA SUA FAMIGLIA

«Sono stato bene, voglio tornare in quel posto», racconta Massimo con un sorriso. Un pensiero semplice ma che racchiude tutta la ricchezza di ciò che ha vissuto. Anche suo fratello Stefano non nasconde la soddisfazione: «Sono molto contento che Massimo abbia potuto fare questa esperienza. È bello sapere che alla Tanzi lo incoraggiano a provare cose nuove, a mettersi in gioco e a crescere».

UNA STRADA CHE CONTINUA

Il ritorno da Budapest non è un punto di arrivo, ma un nuovo inizio. Massimo è già tornato agli allenamenti con rinnovata energia, con lo sguardo rivolto alle prossime sfide. «Questa esperienza ha lasciato in lui un seme di fiducia e apertura – osserva Elisa –. E noi continueremo a coltivarlo, insieme a lui e alla sua famiglia».

Perché ogni passo verso l’autonomia, ogni occasione di confronto con il mondo esterno, ogni nuova amicizia stretta lungo il cammino è un tassello di quella grande costruzione che per Solidarietà e Servizi si chiama attenzione alla persona.

Ritorna “Amici di Scuola e dello Sport” Edizione 2025

Anche quest’anno puoi sostenere Solidarietà e Servizi con l’iniziativa promossa da Esselunga

Anche quest’anno puoi aiutare Solidarietà e Servizi con l’iniziativa Amici di Scuola e dello Sport promossa da Esselunga!

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Pensare insieme, agire insieme, co-progettare: il modello vincente del Nucleo Inserimenti Lavorativi

Dal 2022 Solidarietà e Servizi e Azienda Speciale Consortile Medio Olona sono insieme nella coprogettazione del Nucleo Inserimento Lavorativo dell’Ambito Territoriale di Castellanza. Il punto della situazione, a tre anni di distanza

Un momento della coprogettazione tra Solidarietà e Servizi e Azienda Speciale Consortile del Medio Olona

Era il 2022 quando qualcosa di nuovo ha cominciato a prendere forma nella Valle Olona. Non una rivoluzione appariscente, ma un cambiamento profondo, silenzioso e concreto. Un modello che, in applicazione dell’art. 55 del Codice del Terzo Settore, ha saputo mettere intorno allo stesso tavolo la pubblica amministrazione e la cooperativa, dando vita a un’esperienza di coprogettazione che oggi, a distanza di tre anni, è considerata un esempio virtuoso a livello provinciale.

DALL’APPALTO ALLA COPROGETTAZIONE: UN MODELLO VINCENTE

Il protagonista di questa storia è il Nucleo Inserimenti Lavorativi (NIL) dell’Ambito Territoriale di Castellanza, gestito da Solidarietà e Servizi in coprogettazione con l’Azienda Speciale Consortile Medio Olona. Un servizio che si rivolge a persone con disabilità, fragilità sociali e cittadini in condizione di disoccupazione prolungata, e che si pone l’obiettivo di accompagnarli in percorsi di integrazione socio-lavorativa, attraverso tirocini, formazione e assunzioni vere e proprie.

Fino al 2021, il servizio era affidato tramite appalto. «Ma sentivamo che si poteva fare di più» – racconta Paola Bottazzi, Coordinatore dei Servizi dell’Azienda Speciale Consortile Medio Olona. «Così abbiamo scelto una strada diversa: la coprogettazione. È stato un cambio di paradigma. Non più un rapporto committente-fornitore, ma un agire condiviso. Un’amministrazione davvero partecipata, in cui le regole si scrivono insieme e si rivedono in base all’evoluzione dei bisogni.»

Il bisogno, del resto, è in continua trasformazione. E chi lavora quotidianamente con le persone più fragili lo sa bene. «Rispetto al passato – spiega Erika Colombo, coordinatrice del NIL dell’Ambito Territoriale di Castellanza per Solidarietà e Servizi – ci siamo trovati a fronteggiare un’incidenza crescente del disagio psicologico. Già dai primi colloqui di presa in carico si evidenziano spesso difficoltà relazionali o psicologiche, a volte anche non certificate. Con la coprogettazione, abbiamo potuto rimodulare il servizio, inserendo più ore di supporto psicologico e risorse professionali, rispondendo in modo più efficace a ciò che il territorio chiedeva. Nel concreto abbiamo introdotto uno specialista psicoterapeuta in più rispetto a quello già in organico per gestire quelle situazioni più complesse che meritano approfondimento e incontri più frequenti.»

Questo tipo di flessibilità è uno dei vantaggi chiave della coprogettazione: la possibilità di “riaggiustare il tiro” lungo il cammino, come lo definisce Bottazzi. Certo, comporta più impegno – incontri periodici, verbali, momenti di valutazione condivisa – ma porta risultati tangibili.

Ma il vero valore aggiunto è il metodo. La coprogettazione ha permesso di valorizzare anche il lavoro degli operatori, che oggi si muovono con maggiore autonomia nella scelta degli strumenti più adatti al singolo caso. «Non ci limitiamo ad applicare un protocollo…» – aggiunge Erika Colombo. «Ogni persona ha una storia diversa, e avere la possibilità di personalizzare l’intervento è fondamentale per garantire efficacia e dignità.»

I NUMERI DI SOLIDARIETÀ  E SERVIZI

Il NIL dell’Ambito Territoriale di Castellanza è solo uno dei servizi di questo tipo gestiti: da Busto Arsizio a Gallarate, da Tradate a Castano Primo, fino ai comuni della Comunità Montana del Piambello, la cooperativa è presente con servizi in appalto sul territorio, attraverso sportelli e operatori qualificati che accompagnano le persone lungo un percorso di autonomia e inserimento lavorativo, in sinergia con i Servizi Sociali comunali, le unità di cura e le aziende del territorio.

A oggi, Solidarietà e Servizi ha in carico 870 persone nei vari servizi NIL (Nucleo Inserimento Lavorativo), SIL (Servizio di Inserimento Lavorativo) e PIL (Percorso di Inserimento Lavorativo) attivi sul territorio, con 217 nuovi ingressi nel solo 2024. Nello stesso anno sono stati attivati 450 tirocini e 219 assunzioni.

«Con il Servizio Accreditato al Lavoro (SAL) – un ulteriore servizio offerto dalla cooperativa – superiamo le 1.000 persone seguite» – sottolinea Elena Olgiati, responsabile dei servizi di inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi. «Questi numeri – continua – sono il risultato di un approccio che caratterizza tutti i Servizi al Lavoro della Cooperativa. Spesso nelle riunioni di coordinamento ci confrontiamo sull’impatto che generiamo a livello sociale: incontriamo persone con storie diverse, problematiche diverse e per ognuno creiamo il migliore percorso possibile, consapevoli che il lavoro è una delle dimensioni che restituisce dignità alle persone. Accompagniamo le persone con professionalità, ma anche con l’umanità che caratterizza tutti gli operatori presenti nei Servizi.»

UN CONVEGNO A SETTEMBRE PER RACCONTARE L’ESPERIENZA DI COPROGETTAZIONE

L’esperienza del NIL vuole fare un passo in più e diventare oggetto di narrazione e condivisione pubblica.
Il 25 settembre 2025 si terrà il convegno “La co-progettazione, sfide e opportunità. La narrazione dell’esperienza del Nucleo Inserimenti Lavorativi Ambito Territoriale di Castellanza”, organizzato – ovviamente insieme –  da Azienda Speciale Consortile Medio Olona e Solidarietà e Servizi. Obiettivo: riflettere insieme, con enti del Terzo Settore e pubbliche amministrazioni, su cosa significhi davvero coprogettare un servizio, quali sfide comporti e quali benefici generi.

Tra i relatori, anche il professor Paolo Tomasin, sociologo e ricercatore, esperto in politiche sociali, che offrirà un inquadramento della coprogettazione come strumento innovativo di governance. Ma soprattutto, sarà l’occasione per raccontare un’esperienza che non è solo una buona pratica, ma un modello replicabile per altri territori.

In un’epoca in cui spesso le istituzioni e il Terzo Settore sembrano muoversi su binari paralleli, il caso del NIL dell’Ambito Territoriale di Castellanza dimostra che è possibile lavorare insieme, superando le logiche verticali, e costruire risposte più efficaci, più umane e più radicate nel territorio.

E se è vero che “insieme ci riusciamo”, come recita il motto di Solidarietà e Servizi, questa storia lo dimostra con i fatti.