Da Madrid a Busto Arsizio: tre ragazze in “Erasmus +”

Per tre mesi  tre studentesse del Colegio Edith Stein di Madrid saranno nei centri di Solidarietà e Servizi  per fare esperienza sul campo 

Alicia e Silvia durante un laboratorio di cucina al Centro Socio Educativo Oltre di Busto Arsizio

È mattino a Busto Arsizio e anche per Nuria, Alicia e Silvia comincia una nuova giornata. Escono dall’appartamento in zona Ospedale a piedi, o in sella alla loro bicicletta e si dirigono verso il centro cittadino, per iniziare le loro attività. Sono tre ragazze spagnole tra i 17 e i 18 anni e arrivano tutte dalla stessa scuola di Madrid, il Colegio Edith Stein, dove stanno frequentando un corso professionale che le sta formando per lavorare in ambito socio sanitario. Ma non le accomuna solamente la provenienza, l’età e la formazione. Anche il desiderio di sperimentarsi in qualcosa di veramente nuovo. Ne sono la testimonianza questi mesi che hanno scelto di trascorrere all’estero, partecipando al programma Erasmus +” per i giovani studenti europei. Da marzo affiancano le educatrici e gli educatori di Solidarietà e Servizi nelle loro attività, Alicia e Silvia al Centro Socio Educativo “Oltre” e Nuria al Centro Diurno Disabili “Manzoni”.  

IL PROGETTO “ERASMUS +” 

«Sono ormai diversi anni che collaboriamo con l’Istituto Edith Stein – racconta Giorgia Piana, HR  Specialist in Solidarietà e Servizi –  ed è la seconda volta che accogliamo dei ragazzi con il programma “Erasmus +”.» Di cosa si tratta? Una sorta di alternanza scuola lavoro dal sapore internazionale…  «Erasmus+ – si legge sul sito del collegio spagnolo – si propone di migliorare la qualità della formazione professionale in Europa offrendo agli studenti iscritti ai corsi di formazione professionale intermedi e avanzati opportunità di mobilità internazionale per studio e tirocini all’estero. Nel complesso, contribuirà a migliorare le opportunità di occupazione e le competenze personali, stimolando così la competitività dell’economia europea.» 

«Concretamente, già da settembre dello scorso anno – prosegue Giorgia – abbiamo cominciato a lavorare alla convenzione e abbiamo messo in campo diverse risorse per far vivere agli studenti la miglior esperienza possibile. Per l’alloggio abbiamo trovato una sistemazione vicino alla nostra sede e abbiamo dotato le ragazze di una bicicletta per far sì che possano essere autonome negli spostamenti. Così dal 12 marzo per tre mesi – fino al 12 giugno – Nuria, Alicia e Silvia potranno fare esperienza di cosa significa vivere la vita dei nostri centri, nel contesto particolare dei servizi che si prendono cura delle persone con disabilità.» 

Nuria al Centro Diurno Disabili Manzoni di Busto Arsizio

UN’ESPERIENZA MOLTO POSITIVA… 

L’esperienza è positiva anche quest’anno. Le ragazze si sono ben integrate nella vita del centro, hanno imparato a conoscere e a relazionarsi con bambini, ragazzi e con gli operatori, partecipando attivamente alle attività proposte. «L’impatto con il nostro centro non è dei più semplici» – testimonia Elisa Aracu, coordinatrice del CDD Manzoni. «Spesso abbiamo minori con situazioni complesse e il contraccolpo iniziale può essere a tratti faticoso. Anche per Nuria è stato così, ma oggi  è perfettamente integrata, partecipa a tutte le attività e i bambini la riconoscono come figura educativa.» 

Esperienza confermata anche da Mariolina Caputo, responsabile del CSE “Oltre”. «Silvia e Alicia sono una presenza positiva per noi. Serene e sempre sorridenti, si sono buttate, fin da subito, con intraprendenza. Giocano con i ragazzi, partecipano a tutte le attività, dimostrando sempre un grande rispetto per le persone del nostro centro. Da parte nostra, cerchiamo di farle partecipare ai diversi momenti che organizziamo sia in sede, sia fuori. E così “hai un posto in macchina?” è la nostra frase. Sono con noi a Milano durante i laboratori al City Camp Milano di Dynamo Camp, alle lezioni di scherma con la Pro Patria Scherma, al laboratorio di cucina, alle attività del “verde pulito” nei quartieri di Busto Arsizio o a quelle in appartamento per favorire l’autonomia, fino a quelle di collaborazione con il Banco Alimentare La Luna.»  

UN’OCCASIONE DI CRESCITA PER GLI OSPITI… 

«Al CSE Oltre – prosegue Mariolina – siamo aperti a questo genere di esperienze formative. Spesso abbiamo tirocinanti, ragazzi del servizio civile universale, ragazzi in alternanza scuola lavoro (PCTO) e oggi ragazze in Erasmus. Insomma, potrebbe sembrare disorientante per le persone di cui ci prendiamo cura. In realtà, per noi questa è una grande occasione educativa, uno strumento per fare un lavoro con loro sulla flessibilità e sulla capacità di adattamento. Cerchiamo di aprirli al nuovo, sia attraverso nuove persone che vengono da noi, sia attraverso la proposta di attività sul territorio. E così, anche piccoli cambiamenti vengono vissuti in modo positivo, con accoglienza e senza essere spaventati. Poi comunque ci siamo noi, io, Paolo, Francesca, Giulia – il gruppo educatori, loro vero punto di riferimento – che è sempre stabile e questa per loro rimane una sicurezza.»  

… E PER GLI EDUCATORI, PER “NON DARE NIENTE PER SCONTATO” 

Un’esperienza molto positiva – quella di “Erasmus +” – proprio per loro, l’équipe educatori. «Stando solo tra di noi il rischio è sempre quello dell’assestamento, naturale processo di equilibrio e di comfort zone. Il diverso, con la sua carica di novità, è un’opportunità per mettersi in cammino e questo per me è molto positivo. Concretamente, la presenza di Alicia e Silvia ci costringe a spiegare perché facciamo le cose di tutti i giorni, quali sono i nostri obiettivi. E per noi, che rischiamo a volte di lavorare con inserito il “pilota automatico”, questo è preziosissimo: a volte ci conferma in quello che stiamo facendo, altre volte ci induce a porci delle domande per cambiare qualcosa e per aggiornare il pensiero che c’è alla base delle nostre attività quotidiane.»