Personalizzare servizio e accoglienza in base alle esigenze della persona con disabilità è obiettivo primario della Cooperativa

«Siamo i “custodi” del Progetto di Vita delle 55 persone che ad oggi vivono nei nostri appartamenti, housing e comunità. Molte sono con noi da oltre vent’anni e nel tempo hanno modificato, anche profondamente, il loro percorso di vita», spiega Giacomo Borghi

«Ho girato tante e diverse strutture. Ma solo ora, nel mio monolocale, ho trovato la mia isola in cui ascoltare in pace il mio adorato heavy metal». Claudio è finalmente felice perché ha trovato la propria dimensione, la dimora a cui tornare dopo le giornate lavorative presso una cooperativa del territorio e che gli permette di trovare un rifugio dal fenomeno di “iper-socializzazione” che rischia di interessare coloro che vivono in strutture comunitarie. E di cui ha timore anche Mauro, che ha da poco compiuto i 65 anni e ha ben chiaro cosa vuole: «io alla casa di riposo non ci penso nemmeno e mi tengo stretto l’appartamentino di Busto», dice, celando un sorriso soddisfatto al pensiero che, finalmente, quest’anno le vacanze organizzate dalla cooperativa lo porteranno a Rimini, patria di quelle discoteche che da giovane amava frequentare. Ma c’è chi la socialità la preferisce, anche se magari a piccole dosi. Così Susanna, che a settembre 2023 si è trasferita nell’appartamento di Legnano, dice che «qui, in questa casa più raccolta e in cui siamo solo donne, ho trovato una maggiore serenità. Ma certo non rinuncio alle giornate al Centro Socio Educativo, dove vado ogni giorno da quasi 10 anni».

Sono storie ed esigenze diverse quelle delle persone con disabilità che abitano case di diversa tipologia e sono seguite da Solidarietà e Servizi, che ha sviluppato un modello di presa in carico «incentrato sul cosiddetto “Progetto di Vita” e che consiste nell’effettiva personalizzazione dei percorsi di ciascuna persona. Una personalizzazione che è frutto di coprogettazione tra i diretti interessati, i loro familiari e i professionisti, oltre che i servizi sociali, ed è caratterizzata anche dall’adozione di soluzioni inedite e flessibili -spiega Giacomo Borghi, responsabile Area Residenziali e Domotica-. Fase “avanzata” del percorso di presa in carico, l’accoglienza delle persone con disabilità in contesti residenziali può avvenire come scelta matura di indipendenza dal proprio nucleo d’origine o, più spesso, come necessità al venir meno del sostegno della famiglia d’origine. Si tratta di proporre delle soluzioni e dare risposte alle “grandi” domande che tutti i genitori di figli con disabilità si pongono “chi si prenderà cura di lui quando io non ci sarò più?”, “Chi gli vorrà bene?”. Ma anche domande che più o meno consapevolmente i diretti interessati esprimono: “vorrei una casa mia!”, “posso farcela senza i miei genitori?”, “mi aiuti a vivere da solo?”».

E sono proprio queste le domande a cui tentano di rispondere quotidianamente le cinque coordinatrici delle 11 case che la cooperativa gestisce in provincia di Varese, Milano e Pavia, con il supporto di educatori professionali, assistenti sociali, operatori socio sanitari e ausiliari. «Siamo i “custodi” del Progetto di Vita delle 55 persone che ad oggi vivono nei nostri appartamenti, housing e comunità -riprende Giacomo Borghi-. Persone che in alcuni casi sono con noi da oltre vent’anni e che hanno nel tempo modificato, anche profondamente, il loro percorso di vita, sia in termini di acquisizione di maggiori autonomie sociali, di serenità e benessere nel rapporto con i famigliari e caregiver, ma anche in termini di subentro di problemi di salute, o insorgenza di difficoltà relazionali e comportamentali che hanno comportato un ripensamento dei sostegni utili per la presa in carico».

«Ciò ha significato e sta significando per la Cooperativa Solidarietà e Servizi anche una ricerca di nuove soluzioni abitative -conclude Borghi-, come avvenuto con i progetti di Pavia (Housing di via Francana) e Legnano (Appartamento San Benedetto) avviati lo scorso anno o come quello di Caronno Pertusella per cui vorremmo partire con i lavori già quest’anno. Negli scorsi giorni, poi, sono iniziati i lavori di ristrutturazione e rifunzionalizzazione della residenza Isa Tanzi di Cassano Magnago, per la creazione di due appartamenti distinti ma integrati, ciascuno dei quali potrà accogliere cinque persone, “targettizzando” il gruppo-appartamento in ordine di età, sesso, aspettative e bisogni».