Inaugurata a Pavia la nuova Casa di Via Francana: un modello del Dopo di Noi

Una coprogettazione di Solidarietà e Servizi e dell’Associazione Un Nuovo Dono che ha realizzato il sogno di Paride di andare a vivere insieme a Stefano e Michele

A Pavia c’è una nuova casa per tre persone con disabilità. È stata inaugurata lo scorso 5 ottobre la “Casa di via Francana”, soluzione abitativa realizzata ai sensi della legge 112/2016 sul Dopo di Noi, coprogettata dall’associazione Un Nuovo Dono e dalla Cooperativa Sociale Solidarietà e Servizi. «È un housing autogestito pensato e progettato sulla base delle esigenze delle persone con disabilità che lo abitano. Il modello è quello già adottato cinque anni fa con la Casa di via Dei Liguri, sempre a Pavia, e che rappresenta un unicum nel panorama delle risposte al Dopo di Noi», spiega Massimo Zanotti, presidente della Organizzazione di Volontariato Un Nuovo Dono. «La collaborazione con Solidarietà e Servizi ha permesso di affrontare il tema del Dopo di Noi in modo diverso: non una struttura, ma una casa dove, in attuazione della convenzione ONU sui diritti dei disabili, una persona sceglie come vivere, dove vivere e con chi vivere. Paride, Stefano e Michele hanno scelto: vivono insieme, seguendo i loro progetti individualizzati di vita che sono stati predisposti da un’equipe multidisciplinare e con la condivisione delle famiglie».

Al taglio del nastro, insieme agli artefici del progetto, l’Associazione Un Nuovo Dono e Solidarietà e Servizi, sono intervenute le più importanti autorità cittadine: il sindaco di Pavia Fabrizio Fracassi e il vescovo, monsignor Corrado Sanguineti che l’ha definita «una casa bellissima benedetta dal Signore».

Per il sindaco Francassi, l’housing è «uno straordinario progetto. Un grande dono per tutta la città», ha commentato. «L’Associazione Un Nuovo Dono e Solidarietà e Servizi insieme mirano non solo a fornire un alloggio a tre ragazzi in cui lavorare nella direzione di uno stile di vita autonomo, ma sono impegnate fortemente anche nella direzione della sensibilizzazione dell’intera cittadinanza intorno alle disabilità».

I più felici però sono i tre protagonisti della Casa di Via Francana. Innanzitutto Paride, da cui tutto il progetto è partito, con la messa a disposizione del proprio appartamento. «Pur vivendo da tre anni con mia cugina, ho capito che, per stare bene entrambi, avevamo bisogno di avere ciascuno i propri spazi, stare in due case separate. Così ho chiesto a due miei amici di venire a vivere con me».

I suoi amici hanno accettato con entusiasmo. E con grande gioia hanno anche presentato la nuova casa a coloro che sono passati a trovarli. Michele ha voluto mostrare a tutti «la mia bellissima doccia e la mia camera, dove c’è anche la foto del papà sulla scrivania». Stefano non ha nascosto alla zia il suo orgoglio «per un armadio a quattro ante tutto per me».

Piccoli segni? Assolutamente no. Sono i segnali di «una bella vita in una bella casa», ha scritto sul libro degli ospiti Loredana Niutta direttore del Dipartimento della Programmazione per l’integrazione delle Prestazioni Sociosanitarie e Sociali di ATS Pavia.

Sono segni di un’attenzione particolare alla persona, nella sua unicità. «La Casa di Via Francana nasce dalle necessità specifiche di Paride, Stefano e Michele. Abbiamo intercettato l’esigenza e la fatica di tre famiglie e valutato anche la compatibilità di far convivere tre persone con disabilità. Il risultato è nel poter dare la possibilità a loro di realizzarsi proprio come persone adulte e alle famiglie di staccarsi da una situazione che stava diventando pesante», spiega Simona De Alberti, referente di Solidarietà e Servizi per la Città di Pavia. È anche la testimonianza concreta del claim della cooperativa: «Insieme ci riusciamo», ricorda. «Insieme abbiamo operato, non solamente con Un Nuovo Dono, ma coinvolgendo le famiglie, le strutture di riferimento, la Fondazione Cariplo, la Fondazione della Comunità della Provincia di Pavia e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia che ci hanno aiutato e sostenuto nelle spese di ristrutturazione e arredo».

La Casa di Via Francana, che sorge al terzo piano del civico 17 dell’omonima via, si estende su circa 80 metri quadrati. È composta da tre locali, due camere e un soggiorno-cucina, dove Paride, Stefano e Michele possono vivere insieme, sviluppando la loro autonomia.