Il lavoro delle persone disabili colora l’estate dei ragazzi: ecco le mascherine “powered in” Solidarietà e Servizi

La cooperativa stringe un’importante partnership con un produttore e dà continuità ai progetti di crescita e per l’autonomia di quanti hanno una difficoltà in più

Mascherine “powered in” Solidarietà e Servizi per colorare l’estate dei ragazzi ed essere a disposizione di enti e aziende che ne vogliano ordinare i quantitativi necessari. Perché nell’emergenza l’importante è non dimenticare quel che si sa fare e quel che si può fare. La cooperativa si è attivata per reperire occasioni di lavoro e permettere alle persone con disabilità di proseguire nel percorso di crescita e autonomia che è stato avviato. Il risultato è stata una fitta rete realizzata grazie a Gabriele Scampini, che si occupa della parte commerciale, il quale, coinvolgendo l’area dell’inserimento lavorativo della cooperativa con il suo responsabile Filippo Oldrini, ha portato ad inserire Solidarietà e Servizi nella filiera per la produzione di mascherine, dispositivi tanto utili per il contenimento e la prevenzione del contagio quanto estremamente ricercati. L’importante partnership vede la cooperativa impegnata con quattro persone con disabilità nell’ultimo step di produzione, ovvero l’imbustamento (video).

«Interveniamo nella fase finale del processo mettendo le nostre capacità e la nostra struttura al servizio della produzione di mascherine», ricorda Gabriele Scampini. «Il progetto è particolarmente significativo per noi, non solamente per il momento di difficoltà economica generato dall’emergenza sanitaria, ma sopratutto per dare continuità al sostegno lavorativo delle persone con problemi di cui ci prendiamo cura nel solco di quel “insieme ci riusciamo” che guida la nostra attività». Sul fronte attrezzature, Solidarietà e Servizi si è prontamente dotata di un nastro trasportatore per agevolare il processo di imbustamento e rendere più fluido ed efficiente il flusso di lavoro.
Prosegue Scampini: «La partnership, attivata con la Mec Service di Vanzaghello, azienda del settore moda che ha riconvertito parte della produzione alle mascherine facciali certificate, ci permette già di fornire oltre 12 mila mascherine colorate ai ragazzi e agli educatori che frequenteranno i centri estivi dell’area milanese. Le mascherine realizzate sono di quattro colori, così da permettere ai ragazzi di poter essere facilmente divisi in squadre».

Le mascherine – in tessuto doppio con cotone all’interno e poliestere all’esterno, lavabili fino a cinque volte – sono disponibili per quanti ne vogliono fare richiesta.
Per ogni informazione contattare: commerciale@solidarietaeservizi.it

Il 5×1000 a Solidarietà e Servizi moltiplica il valore aggiunto per le famiglie

Rete, relazione, presa in carico e percorso individuale: così il progetto Il Cortile si pone al fianco dei genitori per aiutarli nella crescita dei loro figli. Una firma per guardare insieme al futuro

Una presa in carico, con un percorso personalizzato curato da professionisti che operano in profonda sinergia con il territorio. In pieno stile Solidarietà e Servizi, i nuovi servizi promossi con il progetto Il Cortile si muovono lungo sei binari perché davanti ad ogni difficoltà, grande o piccola che sia, nessuno deve rimanere solo. #insiemeciriusciamo.

Il Cortile è un progetto a valore aggiunto, capace di dare risposte a bisogni reali e che necessita del fondamentale sostegno, nostro e di tutti coloro che possono, per il quale è sufficiente una semplice firma: quella da apporre sul 5×1000 indicando il codice fiscale di Solidarietà e Servizi: 00782980122. È un gesto che non costa nulla, ma che permette alle famiglie di avere un supporto in più nel percorso di crescita dei loro ragazzi. È una scelta di cuore; di chi ha a cuore il proprio futuro e il futuro dei propri figli affinché ad ogni bisogno possa essere garantita non solamente una risposta, ma la miglior risposta possibile.

Lo strumento del 5×1000 è la porta attraverso la quale tendere una mano a chi ha bisogno; è la scelta per creare una rete di sostegno a quanti hanno qualche difficoltà in più a scuola, a relazionarsi con gli altri e a muoversi in una società sempre più complessa. Lasciarli indietro non è possibile, anche perché spesso basta poco per superare l’ostacolo che ci si trova davanti. E il 5×1000 è quell’aiuto che, nella sua semplicità, può moltiplicare ogni sforzo, anche il più piccolo.

Solidarietà e Servizi da oltre 40 anni crede nell’importanza di fare rete, di creare relazioni e interconnessioni tra le persone e tra i servizi per individuare le risposte necessarie alle crescenti necessità. Con il progetto Il Cortile, l’attenzione viene posta alla famiglia e ai suoi bisogni. E ai bisogni si risponde con un servizio a valore aggiunto che passa soprattutto dall’offerta di sostegno e relazione: Il Cortile è infatti RELAZIONE e TERRITORIO, un nuovo spazio all’interno della città per offrire relazioni e occasioni di auto-aiuto alle famiglie e momenti aggregativi e amicali ai ragazzi stessi. Un servizio che è PRESA IN CARICO del minore e della famiglia, per sostenere le situazioni di fragilità e accompagnare i percorsi di crescita, non “semplice” offerta di servizi specialistici individuali e di gruppo.
Un servizio capace di FARE RETE: Solidarietà e Servizi non opera da sola e in modo autoreferenziale: dialoga e collabora con i servizi educativi (in primis la scuola) e – laddove presenti – con i servizi specialistici di cura (ad esempio la Neuropsichiatria infantile) per condividere le modalità e gli obiettivi dell’intervento che viene offerto. E, in quest’ottica, propone un LAVORO DI EQUIPE; ovvero un team di professionisti con diverse competenze (logopedisti, psicomotricisti, pedagogisti, educatori, assistenti sociali) che lavora insieme per garantire la necessaria attenzione a ciascun minore e a ogni famiglia accolta.
L’attenzione è sempre destinata alla persona. Per questo alla base di tutto vi è una PROGETTAZIONE INDIVIDUALIZZATA: per ogni minore preso in carico viene definito un progetto che nel tempo si può arricchire di nuove proposte (momenti aggregativi, spazi di laboratorio, interventi educativi domiciliari …) in base all’evolversi della situazione e da quanto emerge nel dialogo con le famiglie e i servizi. Per i minori che presentano difficoltà (anche lievi) nell’apprendimento o che hanno Bisogni Educativi Speciali, non è sufficiente un tutor di supporto, ma serve una DIDATTICA INTEGRATA dove un’equipe di educatori, supervisionati da una psico-pedagogista, applica una metodologia mirata ad integrare le diverse aree, promuovendo competenze trasversali alle varie discipline e potenziando capacità di ragionamento, attenzione, concentrazione e memoria. Il team opera sempre in rete con la scuola concordando con i docenti i diversi passaggi del progetto individualizzato.

Sono sei valori aggiunti. Ma con il 5×1000 è possibile moltiplicarli e moltiplicare le risposte che Solidarietà e Servizi potrà dare alle famiglie. Ecco perché È IMPORTANTE SCRIVERE E FAR SCRIVERE: 00782980122.
Basta una firma per non rimanere soli. Con te #insiemeciriusciamo.

Il Cortile è … spazio compiti “Compitiamo”. Così il 5×1000 a Solidarietà e Servizi supporta i ragazzi

Il nuovo progetto sviluppato dalla cooperativa è un punto di riferimento per alunni “non certificati” che presentano difficoltà di apprendimento

Il nuovo progetto “Il Cortile”, cui Solidarietà e Servizi destina il 5×1000 di quest’anno, non è solamente consulenza pedagogica e logopedia e un servizio di psicomotricità, ma fornisce anche supporto scolastico. Con “Compitiamo” offre un punto di riferimento per alunni “non certificati” che presentano difficoltà di apprendimento, anche temporanee e legate ad un periodo di particolare fatica (come quello derivante dalla chiusura delle scuole a causa dell’emergenza sanitaria) o riferite ad una specifica area (ad esempio: criticità in ambito logico-matematico).

A CHI SI RIVOLGE COMPITIAMO?
Possono accedere a “Compitiamo” gli alunni frequentanti i diversi ordini di scuola
. primaria
. secondaria di primo grado
. secondaria di secondo grado (con progettazione specifica in rapporto 1-1)

COME SI SVOLGE L’ATTIVITA’?
I laboratori sono organizzati per piccoli gruppi eterogenei per età, che offrono la possibilità di integrare le competenze e potenziare il proprio metodo di studio avvalendosi di strumenti trasversali alle varie discipline.
Per ogni studente viene definito un progetto individualizzato, concordato e sottoscritto dalla famiglia e dall’alunno stesso; in linea generale si prevede la frequenza a due laboratori settimanali della durata di 2 ore ciascuno.
L’avvio dell’intervento è preceduto da un colloquio con i genitori, per raccogliere informazioni e definire il bisogno specifico, anche attraverso un contatto diretto con i docenti.
L’intervento si svolge – durante l’anno scolastico – in orario pomeridiano; nei periodi di chiusura della scuola, anche al mattino in orario da concordare con le famiglie.

IL PERSONALE
Ciascun gruppo sarà affiancato da un educatore con specifica formazione relativa alle difficoltà di apprendimento, alle strategie di studio e alle dinamiche di gruppo; l’equipe educativa è coordinata da una pedagogista che garantisce anche interventi di supervisione.

Sostenere il progetto de “Il Cortile” è semplice e, come noto, non costa assolutamente nulla: all’interno della dichiarazione dei redditi basta indicare il codice fiscale di Solidarietà e Servizi 00782980122 nella casella per la destinazione del 5×1000.
Un gesto perché nessuno deve rimanere solo: #insiemeciriusciamo.

«Mi avete insegnato l’attenzione alla persona. Grazie». Dopo 40 anni Claudia Rosa saluta e ringrazia Solidarietà e Servizi

La storica dipendente della cooperativa è arrivata alla pensione. «Ma ho dato la disponibilità a proseguire come volontaria»

«Continuate così. Continuate a dare attenzione e valore alla persona perché solamente in questo modo è possibile non far sentire nessuno solo e poter affermare ancora oggi con forza “insieme ci riusciamo”». Claudia Rosa per la prima volta parla da ex. Da ex dipendente, ex socio prestatore di Solidarietà e Servizi. Lei che ha passato nella cooperativa gli ultimi 40 anni, che l’ha vista crescere e svilupparsi, e dal primo di giugno si gode la meritata pensione. Che non significa assenza di attività: «Ho dato la mia disponibilità a continuare a operare nella cooperativa come volontaria», annuncia.

Entrata per la prima volta in Solidarietà e Servizi nel lontano 1980, ha seguito tutti gli sviluppi della cooperativa: dagli asili, dove ha iniziato, ai primissimi “laboratori di quartiere” e poi al Centro Socio Educativo (CSE) Belotti Pensa di Busto Arsizio, per approdare al CSE di Marnate, in seguito diventato Centro Diurno per Disabili (CDD). Per 20 anni poi il lavoro nei servizi residenziali dove ha potuto mettere le proprie capacità e la propria esperienza al servizio delle nuove equipe di educatori che si formavano agli inizi del nuovo millennio per accogliere nelle nascenti “case” le persone con disabilità incontrate nei Centri diurni.
«Ho iniziato quando la cooperativa era una realtà piccola, dove ci si conosceva tutti», ricorda. «Ho fatto anche delle esperienze al di fuori, ma non ho trovato quello che Solidarietà e Servizi era in grado di trasmettermi: quell’attenzione alla persona che fa sì che un dipendente, un collaboratore, un educatore non sia solamente un professionista ai vari livelli, ma soprattutto e prima di tutto una persona».
Sempre pronta a mettersi a disposizione con passione educativa e attenzione ai dettagli, Claudia ha potuto prendersi cura di decine di persone con disabilità che negli anni le sono state affidate. Più con i fatti che con le parole è stata maestra a molti operatori più giovani, evidenziando come il senso di appartenenza alla Cooperativa spesso può essere la marcia in più nel lavoro educativo. «Il passare del tempo, ma anche le dimensioni della cooperativa che sono notevolmente aumentate, non hanno scalfito l’impostazione generale: la persona è sempre rimasta al centro. E io lo so bene perché l’ho vissuto direttamente sulla mia pelle».

Non sono mancati quelli che Claudia chiama «momenti di difficoltà»  vissuti durante la carriera lavorativa. «Per chi opera nel sociale, gli appalti con gli enti pubblici erano importanti, e il rischio era quello di dover lavorare con gestioni improntate al “massimo ribasso”; eppure la cooperativa non si è mai fermata, ha creduto sempre nel suo progetto e nell’attenzione alle persone tanto da decidere di investire e puntare sull’apertura di Comunità e Appartamenti a gestione diretta. Ed è in quell’ambito che Claudia ricorda «talvolta non c’era nemmeno il bisogno di chiedere. Durante un momento particolarmente “faticoso”, Maura Gabardi, la coordinatrice della Comunità di Bergoro con cui avevo iniziato la nuova avventura nei residenziali, mi chiamò per chiedermi cosa avessi: neppure io lo sapevo con certezza. Ma di certo avevo la sicurezza di poter fare affidamento su di lei e sulla Cooperativa». Tra le molte persone incontrate, con cui ha condiviso esperienze e progetti, Claudia riserva un ricordo particolare alla sua «storica collega: Ester Bacchiega. Abbiamo iniziato praticamente insieme, ma dopo il 1993 siamo state destinate a servizi diversi. È stato bello ritrovarsi nel 2000 nella Comunità Socio Sanitaria a Bergoro, e riprendere a lavorare insieme».
Da memoria storica che ha imparato a distinguere l’essenziale dal superfluo e il valore dall’orpello, Claudia guarda alla Solidarietà e Servizi di oggi sapendo che è una cooperativa moderna, al passo con i tempi e in sviluppo. «Non cambiate nulla, continuate così. È solamente ponendo l’accento sulla persona, su ciascuna persona, che si può andare avanti. Così nessuno si può sentire solo». #insiemeciriusciamo 

Il 5×1000 a Solidarietà e Servizi è sostegno alle famiglie e ai bambini perché Il Cortile è … consulenza pedagogica

Il nuovo progetto della cooperativa propone anche il servizio di consulenza specialistica con un pedagogista

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Sviluppare il potenziale umano e di apprendimento del bambino come dell’adulto. È di questo che si occupa la pedagogia: far crescere le persone, accompagnarle in un percorso di sviluppo armonico e completo. Alle famiglie e ai bambini è dedicato il servizio di consulenza pedagogica previsto nel nuovo progetto “Il Cortile” cui Solidarietà e Servizi destinerà il 5×1000 di quest’anno.

Ma perché è importante il ruolo del pedagogista?
Il pedagogista è un esperto dell’apprendimento e dei processi educativi e formativi. Si rivolge alla persona, di tutte le fasce d’età, attraverso interventi educativi mirati rivolti a singoli od organizzando incontri di gruppo.
La consulenza pedagogica può essere indirizzata verso:
• il singolo attraverso interventi educativi mirati e individualizzati;
• la coppia, la famiglia, i genitori quale supporto in situazioni di difficoltà nella gestione delle relazioni familiari;
• il gruppo, traendo forza dall’energia positiva e generativa del lavoro collettivo;
• gli educatori e i docenti che necessitano di supporto personale e formativo all’interno della propria professione.

All’interno de “Il Cortile”, la consulenza pedagogica garantisce i seguenti interventi:
• diagnosi pedagogico-clinica per conoscere la persona, le sue abilità e le sue potenzialità;
• interventi preventivi per favorire un’equilibrata evoluzione socio relazionale e psico-affettiva del minore e del suo nucleo di riferimento;
• accompagnamento della famiglia nell’avvio di un percorso di valutazione delle difficoltà scolastiche e/o relazionali dei figli;
• supporto per permettere, in particolare ai genitori, di superare difficoltà e disagi nella relazione educativa e per favorire, facilitare e stimolare nei figli l’espressione di sé;
• supporto alle famiglie nella gestione delle difficoltà scolastiche e della relazione con i docenti.

All’interno della struttura dedicata al progetto “Il Cortile” sarà possibile effettuare incontri di consulenza pedagogica su richiesta diretta o su invio di specialisti e docenti.
La consulenza si svilupperà attraverso colloqui individuali e di coppia o dedicati all’intero nucleo familiare. Il numero degli incontri varia a seconda della problematica e si articola secondo un progetto condiviso con il richiedente/la famiglia.

Sostenere il progetto de “Il Cortile” è semplice e, come noto, non costa assolutamente nulla: all’interno della dichiarazione dei redditi basta indicare il codice fiscale di Solidarietà e Servizi 00782980122 nella casella per la destinazione del 5×1000.
Un gesto perché nessuno deve rimanere solo: #insiemeciriusciamo.

Continuità e novità, l’assemblea dei soci va oltre i 40 anni della cooperativa perché #insiemeciriusciamo

Tra conferme e nuovi ingressi nel Consiglio di Sorveglianza e nel Consiglio di Gestione, Solidarietà e Servizi guarda al futuro, anche grazie all’omonima Fondazione

Tra passato e futuro anche se fortemente condizionata dal presente. Si è svolta venerdì 22 maggio l’assemblea ordinaria dei soci di Solidarietà e Servizi, un appuntamento importante che ha visto il rinnovo del Consiglio di Sorveglianza – con il conseguente rinnovo del Consiglio di Gestione -, oltre all’approvazione del Bilancio Sociale 2019,  e ha delineato le strategie future della cooperativa.
Un appuntamento che però si è svolto in modalità online: i soci sono stati chiamati ad esprimere il loro voto attraverso la piattaforma Meet, nel rispetto delle disposizioni previste per il contenimento dell’emergenza sanitaria in corso. L’esito è stato chiaro: Solidarietà e Servizi si muoverà nel solco della continuità sostenuta da una grande spinta all’innovazione.

Innanzitutto la continuità
La riconferma di Paolo Fumagalli alla presidenza del Consiglio di Sorveglianza è il segnale che quanto sin qui fatto, continuerà ad essere il “core” della cooperativa. «Continueremo a prenderci cura delle persone disabili e con fragilità. Continueremo a mettere al centro la persona nel proporre i nostri servizi e il percorso di presa in carico», osserva Fumagalli alla guida di un Consiglio di Sorveglianza composto da Stefano Bombelli, Michele Grampa e dalle news entry Eugenio Randon e Federico Trombetta (che hanno preso il posto di Benedetta Mara e Giovanni Lomazzi). «Ringrazio i soci per la fiducia che mi hanno riconfermato all’indomani dei festeggiamenti dei 40 anni della nostra cooperativa. L’impegno sarà massimo per assicurare almeno altri 40 anni di vicinanza e sostegno alle persone. Colgo l’occasione per ringraziare Benedetta Mara e Giovanni Lomazzi per il prezioso e fattivo contributo  durante il loro mandato».
Nella logica di continuità, il Consiglio di Sorveglianza ha nominato il nuovo Consiglio di Gestione che ha visto la riconferma di Domenico Pietrantonio alla presidenza e i consiglieri Stefano Zuccato, Giacomo Borghi, Filippo Oldrini, Laura Puricelli e Federica Carraro. Nuovo entrato, Cesare Grassi (al posto di Cristina Grazioli). Prosegue Fumagalli: «Ringrazio in particolare Cristina Grazioli con la quale abbiamo lavorato  benissimo per due mandati consiliari  e formulo al nuovo    Consiglio di Gestione i miei  auguri di buon lavoro».
Afferma Pietrantonio: «Mi preme un ringraziamento sentito a Daniele Giani, Gabriele Caldera e Massimo Ramponi con i quali abbiamo condiviso parte del cammino del Consiglio di Gestione nell’ultimo triennio, così come voglio ringraziare in modo particolare e affettuoso Cristina Grazioli, che ha garantito in questi anni il presidio dell’area Amministrazione Finanza e Controllo. La logica della continuità si sposa con quella della novità, che in un momento complesso come l’attuale, diventa ancora più sfidante».

Il Bilancio Sociale 2019
Punto di partenza per guardare al futuro è il Bilancio Sociale 2019 della cooperativa. «Un documento corposo e particolarmente importante per ciò che l’anno scorso ha rappresentato per Solidarietà e Servizi: è stato l’anno del quarantesimo. Abbiamo 40 anni di storia dei quali essere soprattutto grati sia a chi ha iniziato e fatto crescere questa storia (soci e lavoratori) dall’interno, sia a chi dall’esterno – i Comuni, gli enti sanitari, le banche, i fornitori … – ha creduto in questa realtà di persone e ci ha permesso di arrivare a questo importante traguardo». E i numeri parlano chiaro: alla fine del 2019 , Solidarietà e Servizi faceva lavorare 1.370 persone,  prendendosi cura di 25 mila persone. «La nostra cooperativa ha una duplice natura giuridica: da un lato è cooperativa sociale, ovvero si prende cura delle persone che hanno svariati bisogni; dall’altro è cooperativa di produzione lavoro: rientra quindi nello scopo di Solidarietà e Servizi reperire occasioni di lavoro per i propri soci: dei 711, ben 611 sono soci lavoratori. Sono 100 invece i soci volontari, coloro ai quali va il nostro ringraziamento perché non solo lavorano e danno un contributo gratuito, ma sono l’esempio di un modo umano e professionale di lavorare e di prendersi cura delle persone. E la persona, quella disabile e fragile in particolare, è ben più grande dei limiti che ha: non può quindi essere ricondotta e fatta coincidere con le sue disabilità apparenti o recondite. La persona è di più. Su questo si costruisce il nostro percorso di servizio e di presa in carico e continueremo a farlo nel futuro.». 

Il presente
Con alle spalle 40 anni e una rete che arriva in 85 Comuni di cinque differenti regioni, Solidarietà e Servizi non si ferma. «Non possiamo non partire dalla situazione attuale: l’emergenza Coronavirus ci ha costretti a rivedere alcuni servizi, a riorganizzarli. Ma in tutto questo non abbiamo mai lasciato sole le persone di cui ci prendiamo cura», prosegue Pietrantonio.  Appartiene al presente anche la recentissima trasformazione della Fondazione San Giacomo che dal 21 maggio ha assunto la denominazione di Solidarietà e Servizi Fondazione. «Questo per due motivi – ricorda Pietrantonio -. Innanzitutto la Fondazione ha come unico socio fondatore la cooperativa sociale Solidarietà e Servizi; dall’altro, le nuove disposizioni contenute nel Codice del Terzo Settore. La nuova Fondazione raccoglie l’eredità della San Giacomo e rinnova l’impegno verso l’educazione della persona e l’attenzione alle persone disabili e fragili». Quattro i capisaldi che uniscono Fondazione e cooperativa: «L’attenzione verso i bambini e le famiglie, con particolare riguardo ai nuclei con problematiche e disagi psico-educativi; verso le persone con autismo, che necessitano di aiuti e supporti, anche di tipo socio-educativo e non solo riabilitativo; verso le persone disabili e fragili che hanno bisogno di una casa dove essere accolti e vivere in autonomia; verso le persone disabili e fragili che vogliono e possono lavorare per sentirsi utili e acquisire autonomie».

Il futuro
A fronte di un bilancio 2019 che si è chiuso in sostanziale pareggio, Solidarietà e Servizi guarda al domani ponendo al centro due pilastri: «I servizi a gestione diretta e la spinta all’innovazione», afferma il presidente del Consiglio di Gestione. «I primi sono quelli che ci permettono di fare la differenza, ovvero registrare bisogni e dare risposte concrete sulla base delle nostre professionalità e dalla nostra capacità progettuale. È nato in questa ottica anche il nuovo progetto Il Cortile, cui è destinato il 5×1000 di quest’anno, e che si rivolge prevalentemente alle famiglie, nell’ottica di dare risposte a piccole e grandi situazioni problematiche che sono state acuite dall’emergenza sanitaria. Questa situazione ci condizionerà anche in futuro: ci porterà a una nuova progettazione dei servizi. Quanto sta accadendo deve essere capitalizzato e sviluppato perché ci permetterà di dare vita a nuovi servizi, con nuove modalità di erogazione. E non è un caso che le attività svolte nei nostri reparti produttivi e di servizi, nell’ambito dell’inserimento lavorativo delle persone disabili, abbiano superato senza problemi l’audit per la certificazione di qualità avvenuto alla fine di aprile. L’assemblaggio, le lavorazioni meccaniche, la Rigenesi, i servizi documentali e il Business Process Outsourcing (BPO) hanno superato le verifiche, ottenendo anche un plauso per aver accettato la sfida di continuare a lavorare anche in “epoca Coronavirus” per permettere a persone disabili di iniziare o proseguire il loro percorso. Sul fronte dell’innovazione –  e a partire da quanto è stato originato dall’esperienza della prima casa domotica (CasaLab) – la casa continuerà ad essere il nucleo centrale di molti bisogni. Investire sulla domotica per creare ambienti che siano in grado di supportare il percorso all’autonomia delle persone disabili è la strada per dare risposte moderne e sempre migliori».
Le prospettive ci sono tutte per continuare e continuare bene. «Proseguendo nel prenderci cura delle persone e nel dare risposte puntuali ai bisogni». Solidarietà e Servizi continua nel rispetto del suo mantra: mai più soli, #insiemeciriusciamo.

Il 5×1000 a Solidarietà e Servizi perché Il Cortile è … psicomotricità

La nostra cooperativa dedica il 5×1000 al nuovo progetto che prevede anche il servizio di psicomotricità per migliorare la comunicazione, l’apprendimento e il movimento dei bambini

È dedicato a “Il Cortile” il 5×1000 di quest’anno di Solidarietà e Servizi. Un progetto che è stato sviluppato per rispondere ai piccoli e grandi bisogni che questo periodo di emergenza ha acuito in maniera particolare. L’eccezionalità del momento ha infatti fatto emergere situazioni di fragilità che coinvolgono le famiglie e i loro figli.
Tra le diverse forme di intervento, il progetto “Il Cortile” offre il servizio di psicomotricità con la consulenza di personale specializzato per quei bambini che – per cause diverse – incontrano difficoltà nel corso del loro sviluppo per quanto riguarda le funzioni motorie, emotive, comunicative, comportamentali e dell’interazione sociale.

A CHI SI RIVOLGE?
La psicomotricità è rivolta, in particolare, ai bambini che presentano:

  • ritardo psicomotorio
  • disturbi emotivo-comportamentali e della comunicazione
  • disturbi della coordinazione motoria (impacci, disprassie …)
  • deficit di attenzione e iperattività
  • disturbi di regolazione emotiva
  • disturbi dello spettro autistico
  • disturbi degli apprendimenti scolastici.

COME SI SVOLGE LA TERAPIA?
L’attività si svolge in un clima di gioco e utilizza lo scambio relazionale, il corpo ed il movimento con finalità riabilitative.

QUALE LA SUA UTILITÀ?
L’attività psicomotoria mira a:

  • migliorare la fiducia in se stessi e negli altri
  • sviluppare l’apprendimento 
  • favorire le capacità di comunicazione
  • migliorare la regolazione emotiva e le capacità di relazione
  • migliorare la coordinazione motoria armonizzando il movimento, il gioco e la parola.

CHI È LO PSICOMOTRICISTA?
Il terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva o neuropsicomotricista è un professionista sanitario; il percorso formativo porta al conseguimento di una laurea triennale che abilita all’esercizio della professione.

COME AVVIENE LA TERAPIA?
Prima di iniziare la terapia vera e propria è necessaria una valutazione che permetta al terapista di individuare le difficoltà del bambino e stabilire un programma riabilitativo individualizzato.
La prima cosa che viene proposta è un colloquio con i genitori, per approfondire la storia familiare e quella del bambino; successivamente il bambino viene osservato dallo psicomotricista nel setting riabilitativo per conoscere le sue caratteristiche. Viene quindi stabilito il piano d’intervento, che viene comunicato e concordato con la famiglia.
Le sedute di terapia sono individuali o di piccolo gruppo e hanno una durata di 45 minuti.La durata del percorso è variabile e legata al tipo di problema presentato dal bambino

Sostenere il progetto de “Il Cortile” è semplice e, come noto, non costa assolutamente nulla: all’interno della dichiarazione dei redditi basta indicare il codice fiscale di Solidarietà e Servizi 00782980122 nella casella per la destinazione del 5×1000.
Un gesto perché nessuno deve rimanere solo: #insiemeciriusciamo.

“Vicini da Casa”: il progetto con cui il Centro Diurno Disabili di Saltrio (VA) non ha smesso di prendersi cura delle persone accolte durante l’emergenza CoViD-19

Condivisione, collaborazione e volontà di stare insieme nel progetto realizzato con le persone disabili del Centro Diurno Disabili varesino gestito dalla cooperativa

«Ho fatto i biscotti», dice Francesca. «Mi piacerebbe poterli mettere in un cestino e passarli dalla finestra per farli assaggiare a tutti». È in questa semplice affermazione che sta tutta l’umanità dell’iniziativa promossa dal Centro Diurno Disabili (CDD) di Saltrio, comune della Comunità Montana del Piambello al confine con la Svizzera, che Solidarietà e Servizi gestisce da quattro anni. Perché anche una banale condivisione di un lavoro permette di restituire quel senso di comunità e di insieme capace di andare oltre la quarantena forzata delle ultime settimane. «Sarebbe bello abitare tutti in un condominio e affacciandosi dalla finestra ritrovare i volti amici delle persone che non sono la tua famiglia, ma sai che ti sono vicine con il cuore». È la speranza espressa dalla mamma di un ospite del Centro durante uno degli ormai famosi “contatti a distanza”.

Nessun mattone, né cemento e non ci sono scale, ma nella grande casa dipinta dalle persone disabili del CDD varesino con l’equipe educativa, le finestre ci sono tutte. Dietro a quei vetri disegnati su un gigantesco cartellone spuntano i visi dei 26 protagonisti del Centro. Ciascuno si affaccia per dimostrare che c’è, che è presente. Ed insieme agli altri ricostruisce l’unità e il valore della vita al Centro.

«È un progetto nato per mantenere i contatti con tutti i nostri ospiti», ricorda la coordinatrice del CDD, Milena Simone. «Non tutti potevano rispondere al telefono; non tutti erano nelle condizioni di partecipare ad una videochiamata. Così l’equipe del Centro si è un po’ reinventata e siamo tornati alle “vecchie” carta e penna, o meglio, carta e pennarelli realizzando una grande casa – la nostra casa! – dove ciascuno ha potuto mettere la sua impronta, colorando la sua finestra e personalizzandola ponendoci una sua foto». Non potendo essere a tutti gli effetti dei vicini di casa, sono diventati “Vicini da Casa”. «Questo è infatti il nome che abbiamo voluto dare ad un progetto nato con l’intento di offrire un’occasione di espressione, per evitare che la permanenza in casa potesse diventare sedentarietà mentale, non solo fisica. Quindi una riattivazione cognitiva sotto ogni profilo», prosegue la coordinatrice. «Abbiamo stabilito anche dei tempi per personalizzare il grande disegno: questo per dare delle scansioni temporali e il valore di un fare comune».

Il risultato ottenuto è andato ben oltre le aspettative. Innanzitutto in termini di partecipazione. «Le stesse famiglie, i genitori e i fratelli, si sono attivate per dare una mano a fare la loro parte. E davanti a chi non poteva colorare per una compromissione importante, sono subentrate le mani dei compagni che si sono offerti per la completare le parti mancanti». Condivisionecollaborazione, ma anche ricerca. «Gli stessi familiari si sono sentiti “attori sulla scena”, cercando foto in quell’album di famiglia che magari non aprivano da anni. Ciascuno si è messo in gioco per mantenere viva una relazione carica di significato e proseguire con modalità differenti il lavoro svolto durante l’anno al Centro». 

Il tema dell’abitare insieme, giocato sui colori e sulle immagini, ha portato alla costruzione di un dipinto (3 metri per 4), ricco di persone, di sentimenti e soprattutto della volontà di stare insieme. «L’opera che rappresenta la “nostra casa”, ora che siamo prossimi a ricominciare le attività presso i locali del CDD, verrà appesa all’ingresso del Centro», annuncia la coordinatrice. «Sarà la testimonianza concreta di questo momento storico che ci ha visto forzatamente distanti. Ma sarà anche la memoria viva di come sia possibile sentirsi parte di una comunità pur rimanendo lontani». Perché #insiemeciriusciamo.

Il 5×1000 a Solidarietà e Servizi perché Il Cortile è …. logopedia

Il nuovo servizio della nostra cooperativa propone anche consulenza specialistica con un logopedista

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Quest’anno Solidarietà e Servizi ha deciso di destinare il 5×1000 al nuovo servizio “Il Cortile”. Un progetto che è stato sviluppato per rispondere a piccoli e grandi bisogni che questo periodo di emergenza ha acuito in maniera particolare. L’eccezionalità del momento ha infatti fatto emergere situazioni di fragilità particolari che coinvolgono le famiglie e i ragazzi.
Tra i vari servizi che “Il Cortile” offre c’è la consulenza specialistica con un logopedista.

Di cosa si occupa la logopedia?
La logopedia si occupa della prevenzione, della cura e della riabilitazione delle disfunzioni del linguaggio e della comunicazione; interviene anche nei disturbi cognitivi che hanno a che fare con la comunicazione (difficoltà di apprendimento, di attenzione e di memoria).

Chi è il logopedista?
È un terapista sanitario specializzato nella valutazione e nella riabilitazione di disturbi del linguaggio, dell’eloquio, della comunicazione,  della voce e della deglutizione in età evolutiva, adulta e geriatrica (Decreto ministeriale del 14/09/1994, n.742).

Quando può essere utile il suo intervento?
Quando notate un ritardo del vostro bambino nell’imparare a parlare o quando il suo modo di parlare risulta poco comprensibile perché non correttamente impostato o perché presenta difficoltà di pronuncia; l’intervento del logopedista può essere inoltre indicato quando vi accorgete che il bambino ha difficoltà ad apprendere, a memorizzare o a prestare attenzione.

Come avviene la terapia?
Prima di iniziare la terapia vera e propria è necessaria una valutazione che permette al logopedista di individuare le difficoltà del bambino e stabilire un programma riabilitativo individualizzato.
La prima cosa che viene proposta è un colloquio tra la logopedista e i genitori, per approfondire la storia familiare e quella del bambino; successivamente il bambino viene osservato dal logopedista in studio per conoscere le sue caratteristiche.
Viene quindi stabilito il piano riabilitativo, che viene comunicato e concordato con la famiglia. Le sedute di terapia sono individuali o di piccolo gruppo e hanno una durata di 45 minuti. La durata del percorso è variabile e legata al tipo di problema presentato dal bambino.

Sostenere il progetto de “Il Cortile” è semplice e, come noto, non costa assolutamente nulla: all’interno della dichiarazione dei redditi basta indicare il codice fiscale di Solidarietà e Servizi 00782980122 nella casella per la destinazione del 5×1000.

Un gesto perché nessuno deve rimanere solo: #insiemeciriusciamo.

Vicinanza, relazione, risposte: i Centri Diurni Disabili (CDD) e i Centri Socio Educativi (CSE) di Solidarietà e Servizi pronti alla ripartenza

Nel solco di un’attività che non si è mai fermata e in attesa della nuova normativa, la riprogettazione e la riorganizzazione preparano alla fase 2 per CDD e CSE

Una riapertura coltivata da più di un mese e mezzo. Fin dal momento della sospensione delle attività, i Centri Diurni Disabili (CDD) e i Centri Socio Educativi (CSE) di Solidarietà e Servizi hanno lavorato per preparare il momento della ripartenza. Una nuova progettualità è stata messa in campo per non lasciare sole le persone delle quali la cooperativa si prende cura; una nuova progettualità è allo studio e in fase di elaborazione, per poter tornare ad accogliere tutti nel rispetto di quelle che saranno le, inevitabili, prescrizioni di sicurezza da adottare. Il tutto dialogando con i Comuni e con gli enti pubblici interessati e, soprattutto, con le famiglie, cercando di non perdere di vista tutti gli aspetti che rendono un servizio alla persona una risposta, e dove non è possibile, una condivisione del bisogno, che si traduce in un ascolto, in una relazione che si fa compagnia e sostegno in una situazione difficile per tutti e per alcuni drammatica. 

«Il momento di indeterminatezza attuale non ci permette di avere molte sicurezze sulle quali poter fare leva», afferma Giacomo Borghi, responsabile Area autismo, diurni e residenziali per disabili di Solidarietà e Servizi. «Molte sono le domande alle quali non troviamo risposta nelle disposizioni nazionali e regionali. La ripartenza, sempre più necessaria quanto indispensabile per continuare a rispondere ai bisogni delle persone disabili e delle loro famiglie, ci vede però in prima linea». In un ambito dove manca un quadro di operatività in sicurezza, Solidarietà e Servizi sa bene però quali sono i suoi punti di riferimento. «La nostra attenzione alla persona nelle settimane di quarantena ha trovato una nuova concretizzazione – prosegue Borghi -. Ciascun Centro si è organizzato per essere vicino agli ospiti e alle loro famiglie, per far sentire una presenza rassicurante, evitare isolamento, dare risposte modificando ma mai interrompendo il lavoro sugli  obiettivi del Progetto individualizzato di ogni ospite. In tal senso sono state cinque le opzioni “operative” che hanno caratterizzato la relazione “a distanza”: 1) laboratori online; 2) attività educativa a distanza; 3) attività educativa a domicilio; 4) attività assistenziale a domicilio; 5) attività presso il centro (in certe condizioni)».

Ad una progettualità legata alla fase 1, si è progressivamente unita una progettualità per la fase 2: per quanto ad oggi siano ancora pochi i punti fermi, la ripartenza è necessaria. «In un certo modo “ce la stiamo immaginando”: partiamo dalle indicazioni sul distanziamento sociale, sull’adozione dei necessari dispositivi di protezione individuale e, cercando di applicarli all’interno dei nostri Centri, arriviamo a ridisegnare gli spazi, rivedere l’organizzazione e preparare una nuova programmazione. La fase 2 sarà graduale, ma questo non ci fermerà nel dare risposte a quanti in queste settimane di quarantena hanno avuto maggiori necessità».

Testimonianza del lavoro fatto e di quello in corso arriva dal Centro Diurno Disabili “Betulle” di Pavia. Alla “rivoluzione” imposta dal lockdown, l’equipe degli educatori ha risposto con una progressiva riprogettazione delle attività. «Abbiamo messo in atto un supporto alle famiglie e agli ospiti con telefonate periodiche, videochiamate e messaggistica istantanea per essere sempre presenti nonostante la distanza», ricorda la coordinatrice del CDD “Betulle” Elisabetta Scabrosetti. «Attività laboratoriali e didattiche sono state messe in atto per non perdere il filo con le azioni precedentemente avviate, ma soprattutto per aiutare i disabili a scandire il tempo e a mantenere le autonomie acquisite». Non sono mancate le visite, «ovviamente mantenendo la distanza richiesta e con l’uso di guanti e mascherine, per la consegna di materiali informativi e didattici. Ma anche per dare un segnale il più possibile concreto di una vicinanza, supporto e aiuto che nemmeno la distanza è riuscita scalfire», prosegue la coordinatrice. Nel frattempo sono state poste le basi per la fase 2. «Siamo partiti da una riprogrammazione degli ambienti con la creazione di una zona filtro, una nuova nominazione degli spazi interni, la programmazione degli interventi di igienizzazione ordinaria e straordinaria, con un ricalcolo della fruizione degli spazi», spiega Scabrosetti. «Partendo da quanto a disposizione abbiamo proceduto con una valutazione degli spazi interni del CDD secondo le regole del distanziamento sociale, cercando di quantificare anche il numero massimo di persone da poter ospitare contemporaneamente». In tutto questo, sono stati fatti studi sul fabbisogno dei dispositivi di protezione individuale e sull’erogazione del servizio. «Ci siamo rivolti anche alle famiglie per comprendere il loro stato emotivo: l’emergenza sanitaria ha di fatto portato al cambiamento di percezione di alcuni elementi. Si può trovare paura, preoccupazione, dubbi: fattori che spesso emergono quanto prevale un senso di solitudine. Ma insieme li vogliamo superare».

Il percorso per un pieno regime è ancora lungo, ma i CDD di Solidarietà e Servizi sono pronti a ripartire. Pronti perché non hanno mai smesso di sostenere la relazione, di essere vicini agli ospiti e alle loro famiglie, ma soprattutto di rispondere a dei bisogni.
#insiemeciriusciamo.