Un progetto di Solidarietà e Servizi tra gli Emblematici Maggiori di Fondazione Cariplo

Presentati ufficialmente presso il Centro Congressi Villa Cagnola (Gazzada) i progetti Emblematici Maggiori per la provincia di Varese finanziati da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. Tra questi anche (T)essere futuro, firmato Solidarietà e Servizi

Gli Emblematici Maggiori finanziati da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia

8 milioni di euro, per 5 grandi progetti che hanno coinvolto più di 20 enti in provincia di Varese sulle 4 aree tematiche care a Fondazione Cariplo: arte e cultura, ricerca scientifica, servizi alla persona e ambiente. Questi i numeri con cui, lo scorso 10 febbraio, presso il Centro Congressi “Villa Cagnola” sono stati presentati ufficialmente i progetti Emblematici Maggiori per la provincia di Varese, finanziati da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia.  

«Cultura, sostenibilità ambientale, attenzione agli ultimi e fragili. Si possono riassumere cosi le scelte fatte dal territorio di Varese per i progetti che oggi presentiamo – ha commentato Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo – c’è molta varietà in queste iniziative, ma un filo conduttore che li unisce: l’impegno e l’attenzione nei confronti degli altri e del nostro patrimonio naturale e culturale». 

L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto. «Puntiamo sempre più a progetti robusti che fanno massa critica ha evidenziato Federico Visconti, presidente della Fondazione Comunitaria del Varesotto – e credo che ridimensioneremo quelli che erano stati per tanti anni progetti più di elargizione a pioggia. Non perché non siano dei buoni progetti ma perché i tempi sono cambiati. Quindi ben venga che ci siano anche degli emblematici che danno appunto sostanza a questa idea della massa critica». 

Parole chiave coesione sociale, sinergia per lavorare insieme alla società di domani, lasciando spazio a chi opera sul territorio. Una grande scommessa, raccolta dalla cooperativa Solidarietà e Servizi, uno tra gli enti vincitori del finanziamento con (T)essere futuro, un progetto che guarda al futuro.  

UN PROGETTO ARTICOLATO. LA CASA PER IL DOPO DI NOI… 

Un progetto molto articolato, che vede la partnership di pubblico e privato, con il coinvolgimento diretto del Comune di Caronno Pertusella, oltre a quello di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo. Di cosa si tratta? Innanzitutto, della costruzione di una nuova residenza per il “dopo di noi” sul territorio di Caronno, sulla stessa area dove già oggi Solidarietà e Servizi è presente con il Centro Diurni Disabili “Il girasole” che ospita 22 persone con disabilità e il Centro Sperimentale “Fabio Viganò” dedicato a minori con disturbi del neurosviluppo.  

«Solidarietà e Servizi è presente a Caronno Pertusella da oltre 30 anni» – sottolinea Giacomo Borghi, responsabile Area Residenziali e Domotica di Solidarietà e Servizi. «Una presenza che ha saputo mettersi in dialogo con le istituzioni, con il mondo della scuola, con i servizi dell’ASST, ma anche con l’associazionismo e il mondo del sociale. Questo ulteriore Servizio, questo grande progetto, è davvero espressione della città e del distretto, quello di Saronno, del quale Caronno Pertusella fa parte..» 

Sarà una casa, «ci piace chiamarla così – continua Borghi – perché in essa desideriamo ricreare un ambiente familiare, un luogo in cui le persone possano star bene, far esperienza di socialità, di integrazione e reale autonomia.» La residenza sarà divisa in due unità abitative di 5 persone ciascuna e sarà dotata di spazi comuni, sia all’interno sia all’esterno. «Il progetto definitivo prevede camere singole perché ciascuno abbia i propri spazi di privacy, ma anche locali comuni di convivialità. Negli spazi esterni realizzeremo un giardino composto da differenti zone che rivestano due funzioni: essere occasione di relax e svago, ma anche opportunità per stimolare i sensi, combinando tra loro materiali, profumi, superfici.» 

… DOTATA DELLE PIÙ MODERNE TECNOLOGIE 

Sarà un edificio NZEB, acronimo di Nearly Zero Energy Building, progettato e realizzato in un’ottica di elevatissimo risparmio energetico grazie all’utilizzo del sistema X-Lam, una tecnica costruttiva basata sull’uso di pannelli lamellari di legno massiccio. I pannelli X-Lam, grazie alle qualità naturali isolanti e alla bassa conduttività termica del legno, contribuiscono attivamente nella coibentazione dell’involucro edilizio che necessita di pochissima energia in fase di riscaldamento e raffrescamento. Una casa accessibile, ma anche sostenibile per l’ambiente.  
«Come negli ultimi progetti abitativi di Solidarietà e Servizi – evidenzia Borghi –   anche in questo caso, si tratterà di una casa con una dotazione tecnologica e domotica «tailor-made», co-progettata in sinergia con la Facoltà di Ingegneria Gestionale dell’Università LIUC di Castellanza (VA). Nelle nostre case sperimentiamo sempre più l’importanza del ricorso alla tecnologia come strumento per sviluppare l’autonomia. Solo per fare un esempio, le persone con disabilità non dovranno più avere con sé le chiavi di casa perché potranno accedere con l’impronta digitale.»   

LA DIFFUSIONE DI UN MODELLO INNOVATIVO DI PRESA IN CARICO 

Ma il progetto (T)essere futuro di Solidarietà e Servizi non è solo la progettazione, costruzione e la gestione di una nuova residenza per il dopo di noi. Mira anche a diffondere sul territorio della Provincia di Varese e, in particolare, su quello dei comuni del piano di zona, un modello innovativo di accoglienza e presa in carico della persona con disabilità e della sua famiglia. Il centro di questo modello è la definizione, per ciascuna persona, di un Progetto di Vita, individuale e personalizzato.

«Il progetto di vitaconclude Borghi – è tagliato su misura e offre supporto e orientamento in ogni ciclo di vita delle persone con disabilità, coinvolgendo tutti gli ambiti in cui la persona è inserita. In questo contesto diventa fondamentale la costruzione e il mantenimento di reti con gli stakeholder, a partire dalla famiglia, alla scuola, al lavoro, alle reti amicali e ai contesti del tempo libero, fino ai servizi specialistici. Con questa seconda azione del progetto, nel prossimo triennio, miriamo a intercettare 300 nuove persone per la presa in carico.»   

Allora non resta che aspettare la posa della prima pietra, prevista per il prossimo mese.  

«Dignità, lavoro e ricerca dell’autonomia»

Michele Mancino, vicedirettore di VareseNews, ospite per un giorno del “capannone” di viale Toscana, racconta il mondo di Solidarietà e Servizi, fatto di cura e lavoro.

Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di Gestione di Solidarietà e Servizi, negli uffici del Business Process Outsourcing

Articolo di Michele MancinoFonte VareseNews

Se andate a visitare la cooperativa sociale Solidarietà e Servizi, nella sede di viale Toscana a Busto Arsizio, salite al primo piano (è un consiglio). Appena entrati nella Bpo, acronimo che sta per business process outsourcing, un’unità di lavoro tecnologica, su una parete troverete disegnato un albero che su rami, tronco e radici riporta le parole che gli ospiti hanno scelto per definire l’impatto del lavoro nella loro vita. Dignità, bellezza, fiducia, orizzonte, solo per citarne alcune. Parole, che prima di diventare linfa di quell’albero ideale, sono passate dal cuore dei lavoratori della cooperativa: ragazzi e ragazze, uomini e donne, diversamente abili e “normali”. Sulle fronde di quell’albero c’è un vocabolario vivo e pieno di senso, generato da uno dei tanti frammenti sparsi nella galassia del cosiddetto “terzo settore”, definizione che per qualche economista di rango nell’era della sostenibilità integrale, non ha più ragione di essere.

CURA E LAVORO

Quando si entra nella struttura di viale Toscana si rimane colpiti da due cose: da una parte c’è il lavoro che nella cooperativa ha una dimensione importante, dall’altra c’è l’aspetto della cura. La cooperativa ha in carico sia bambini che adulti, con le più svariate forme di disabilità e con diversi livelli di autonomia. Per ognuno di loro c’è un progetto di vita e di cura personalizzato. «Tenere insieme queste due dimensioni implica uno sforzo enorme che è importante fare sia per le persone che ci sono affidate che per le loro famiglie» sottolinea Domenico Pietrantonio presidente di Solidarietà e Servizi.
Nella cooperativa lavorano 76 persone diversamente abili assunte, alcune con problemi psichici altre con problemi fisici. «Il lavoro è l’aspetto in cui si manifesta di più la dignità della persona – spiega il presidente del consiglio di gestione- non perché negli altri servizi non possa emergere, ma nel lavoro è più evidente».
Mentre sono 43 i responsabili delle varie attività. Tutti hanno i loro obiettivi e su quello vengono valutati. Ma in ogni processo decisionale è importante che ci sia un confronto perché il rischio di essere autoreferenziali è molto alto. Questo rischio in Solidarietà e Servizi è mitigato dal modello di governance che prevede la presenza di un consiglio di sorveglianza composto da professionisti che lavorano pro bono. «La presenza di questo organismo obbliga a motivare ogni scelta: perché si decide di fare un investimento, qual è lo scopo e quali sono le ricadute previste. È fondamentale avere quello sguardo tecnico esterno perché noi siamo un’impresa, un’impresa sociale» sottolinea Pietrantonio.
In Solidarietà e Servizi ci sono i servizi diurni per le persone con disabilità che non lavorano ma svolgono attività finalizzate all’autonomia e c’è l’aspetto lavorativo vero e proprio, risultato di partnership consolidate con importanti aziende del territorio e regolate da convenzioni quadro per il conferimento di commesse di lavoro alle cooperative sociali e imprese sociali, come previsto dall’articolo 14 del decreto legislativo 10 settembre 2003 numero 276.

Il reparto Bpo della coop. sociale Solidarietà e Servizi

OUTSOURCING PER LE IMPRESE

Le unità lavorative della cooperativa sono un mix ben equilibrato tra produzione di servizi ad alto contenuto tecnologico e lavorazioni classiche, come l’assemblaggio. Nel reparto Bpo si fanno attività di customer care, call center, back office supporto all’e-commerce e data entry per colossi come Eolo, Novartis Farma, Sandoz, Banco Bpm. Lavori che richiedono competenze tecnologiche di un certo livello. Quando si entra in questa unità, è molto difficile distinguere, a un primo sguardo, chi è diversamente abile da chi non lo è.
Nel reparto Rigenesi, con un modello di economia circolare, si offre alle aziende la possibilità di rigenerare apparati tlc di valore rendendoli come nuovi e riutilizzabili nelle installazioni presso nuovi clienti. Anche questa è una lavorazione ad alto contenuto tecnologico che permette di recuperare apparati ancora funzionanti riducendo l’impatto ambientale.
Particolarmente affascinante il reparto che gestisce la digitalizzazione e la conservazione dei documenti cartacei, dove si utilizzano soluzioni innovative per migliorare la qualità del dato e ridurre i costi per le imprese: la firma grafometrica, la cattura semiautomatica dei dati, il riconoscimento testuale multilingue. Non parliamo solo di “scartoffie burocratiche” e archivi, provenienti da aziende e amministrazioni, da trasformare in file digitali, ma anche di catalogazione e digitalizzazione di testi letterari e documenti antichi, con l’utilizzo di potenti scanner di ultima generazione, su commesse di fondi e biblioteche.
Non manca la parte di assemblaggio e confezionamento di prodotti cosmetici, idraulici, minuteria metallica ed elettrica sempre in un’ottica di partnership con grandi player dei vari settori.
Infine, c’è anche una parte di produzione industriale realizzata in collaborazione con la “Vito Rimoldi”, storica azienda metalmeccanica del territorio, che produce e distribuisce guarnizioni e articoli tecnici per uso industriale. Una parte della produzione, circa 400 milioni di guarnizioni l’anno, è stata affidata a Solidarietà e Servizi che utilizza processi di lavorazione e controllo qualità altamente automatizzati. Una particolarità interessante: per eseguire una sagomatura perfetta delle guarnizioni si usa un sistema a getto d’acqua.

L’AUTONOMIA  “DURANTE E DOPO DI NOI”

La ricerca dell’autonomia, per le persone affidate a Solidarietà e Servizi, è un capitolo importante. Per accompagnare l’uscita dal nucleo famigliare, occorre predisporre un percorso e avere strutture adeguate. Ad oggi i servizi residenziali della cooperativa sociale di Busto Arsizio sono nove: due comunità, cinque appartamenti e due housing che complessivamente ospitano 56 persone. Inoltre a Caronno Pertusella è in fase di realizzazione un ulteriore progetto di housing con due appartamenti per dieci persone.
«La libertà di una persona presuppone l’autonomia – conclude Pietrantonio – e arrivare all’autonomia richiede un percorso che può durare giorni e a volte un’intera vita. Ma è più costruttivo rispetto alla pretesa, seppur giustissima e motivata, di aiutare. Una persona prima di essere aiutata va rispettata».

Le Università con Solidarietà e Servizi: una collaborazione a tutto campo

Da sempre promotrice della collaborazione con gli atenei del territorio, negli ultimi mesi Solidarietà e Servizi ha intensificato gli scambi con Università Bicocca e Università dell’Insubria. Lezioni aperte, workshop e case history

Gli studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università dell’Insubria

Da diversi anni Solidarietà e Servizi collabora con il mondo accademico. Basti pensare al progetto di implementazione della domotica applicata per le case, co-progettata, a partire dal 2023, in sinergia con la Facoltà di Ingegneria Gestionale dell’Università LIUC di Castellanza (VA). O ancora il rapporto consolidato con Università Cattolica, in essere dal 2019, per la digitalizzazione dell’archivio storico di padre Agostino Gemelli.  

O ancora… le collaborazioni in atto per le attività di recruitment «Sono ormai 7 anni che collaboriamo con i servizi di placement di Università Cattolica, Università degli Studi di Milano Bicocca e Università dell’Insubria» – racconta Giorgia Piana, HR specialist in Solidarietà e Servizi. «Nel 2018 con la Cattolica abbiamo organizzato incontri di orientamento e un workshop sulla stesura del curriculum e sul colloquio di lavoro. Con Insubria abbiamo partecipato alle varie edizioni della giornata del “Sapere Educativo”, organizzate dall’università per far conoscere come si lavora sul territorio in ambito educativo. Sempre con Insubria abbiamo messo a disposizione la nostra sede per alcuni moduli del corso per “Assistenti di tirocinio”, organizzato dall’ università, in collaborazione con ATS Insubria. Con tutti gli atenei, poi, abbiamo in essere convenzioni per l’attivazione di tirocini, soprattutto per le facoltà di Servizio Sociale e Scienze dell’Educazione.» 

Negli ultimi mesi questa collaborazione si è intensificata e sono nati progetti formativi specifici, in cui alcuni servizi della cooperativa di Busto Arsizio sono saliti in cattedra per una lezione o un workshop. «Si tratta – evidenzia Laura Puricelli, responsabile dell’area Autismo e Autonomia di Solidarietà e Servizi – di importanti opportunità che hanno arricchito i servizi, valorizzato la professionalità degli operatori e creato “ponti di collaborazione” con l’ambito accademico. La ricerca e il confronto continuo sono infatti la premessa per un’offerta di servizi in grado di stare al passo con l’evoluzione del bisogno.» 

LA NASCITA DI ALIBLU: LE TAPPE DI UNA START UP CON GLI STUDENTI DELLA BICOCCA…  


Con l’Università degli Studi Milano Bicocca – continua Giorgiaabbiamo organizzato una lezione aperta sulla nascita di AliBlu, il servizio educativo integrato per minori con diagnosi di autismo. Coinvolti 20 studenti della laurea magistrale in scienze pedagogiche, del corso in “Coordinamento dei servizi educativi” che sono venuti presso la nostra sede per una giornata.» Due le docenti, Mariolina Caputo psicopedagogista e coordinatrice del servizio e Martina Bonoldi, educatrice. «Abbiamo raccontato la storia di Aliblu – spiegano – soffermandoci sulle tappe di quella che è stata una vera e propria start up: l’emergere di un bisogno dal territorio, le liste d’attesa, la progettazione del servizio, la partecipazione al bando Cesvi, l’inaugurazione in aprile 2024, lo sviluppo e la crescita di un servizio che, oggi, ha tutta la dignità per stare in piedi con le proprie gambe.»  

«In un panorama in cui le neurodivergenze sono in continua evoluzione – proseguono – il servizio deve adattarsi in continuo. Questo vuol dire per noi formazione permanente e nuova programmazione. Il contatto con le università ci è stato molto utile per fermarci e recuperare una visione di retrospettiva per progettare al meglio i prossimi passi.» 

…E DELL’INSUBRIA A VARESE 

Una seconda lezione, sempre con AliBlu in cattedra, agli studenti del secondo anno della facoltà di Educazione Professionale dell’Università dell’Insubria. Questa volta presso la sede dell’ateneo, a Varese. «La classe era piena, una quarantina di studenti, che hanno seguito in modo partecipe e con grande entusiasmo – testimonia Mariolina Caputo.  Ci siamo focalizzati su un aspetto molto tecnico – la comunicazione alternativa aumentativa (CAA), uno strumento solitamente usato in campo terapeutico per semplificare la comunicazione di bambini con ritardi nello sviluppo del linguaggio, deficit cognitivi o disturbi dello spettro autistico. In aula abbiamo portato le basi scientifiche dello strumento.»

Non è mancata poi un’esercitazione più pratica con un’attivazione sulla task analysis (analisi del compito), un metodo molto usato con persone autistiche per definire la sequenza di comportamenti necessari per l’esecuzione di compiti più complessi. Per rendere la lezione ancora più interessante, le formatrici hanno portato in aula diversi strumenti, abitualmente utilizzati in AliBlu, da mostrare agli studenti.  

IN AULA CON GLI STUDENTI DEL SECONDO ANNO DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE 

Anche l’ufficio comunicazione di Solidarietà e Servizi è stato invitato a portare la propria testimonianza agli studenti del secondo anno della facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università dell’Insubria (in aula a Varese e, in collegamento da remoto, con la sede di Como). «È ormai nostra abitudine – racconta Letizia Ferri, docente di Pedagogia Sociale – invitare dei professionisti della comunicazione di realtà che lavorano nel sociale per rendere più concreto ai ragazzi quello che studiano sui libri. Grazie alla testimonianza di Solidarietà e Servizi, i ragazzi hanno scoperto come il mondo della comunicazione possa essere applicato al settore sociale, mettendo le proprie competenze al servizio di buone cause.» 

«Durante la lezione – spiega Chiara Dal Canton, responsabile comunicazione di Solidarietà e Servizi – abbiamo illustrato il ruolo strategico della comunicazione nel terzo settore, rendendo evidente che questa non è solo una necessità operativa, ma un pilastro fondamentale per costruire fiducia, attrarre sostenitori e raccontare storie capaci di emozionare».  
 
«Gli studenti – continua la docente Ferri – si sono mostrati entusiasti e coinvolti, sorprendendosi di quanto il lavoro nel sociale possa essere stimolante e di come permetta di coniugare interesse per la comunicazione con un forte impatto sociale. Questo incontro non solo ha fornito loro strumenti utili per il futuro, ma ha anche acceso in molti la curiosità verso una carriera in ambito non profit, dimostrando il valore del confronto con esperti e casi concreti in aula.»  

Web radio e laboratorio del legno: un’integrazione possibile 

15 studenti dell’Istituto Comprensivo di Cermenate fianco a fianco delle persone con disabilità del Centro Diurno Disabili di Cermenate (CO). Due progetti di reale inclusione

I ragazzi e le ragazze dell’Istituto Comprensivo di Cermenate durante una diretta a Esco di Radio

«Siete interessati a far vivere ai vostri ragazzi un’esperienza di web radio in un contesto speciale?» Qualche mese fa una proposta del genere è arrivata sul tavolo della dirigente dell’Istituto Comprensivo di Cermenate dal responsabile del Centro Diurno Disabili dello stesso comune. «La dirigente mi ha girato subito la richiesta» – racconta Daniela Monti, docente di tecnologia e responsabile dell’orientamento a scuola. «Non mi sono lasciata sfuggire quest’opportunità. Con le terze medie stavamo affrontando proprio i temi della storia dei mezzi di comunicazione…  un’esperienza in radio calzava a pennello.»  

E così, grazie ai fondi del PNRR, è stato proposto un laboratorio trasversale, per mettere le “mani in pasta”, aperto a tutti i ragazzi e le ragazze di seconda e terza media. Hanno aderito in 12. A partire da ottobre, fino a dicembre, 9 incontri, alternati durante le ore curricolari del mattino e le ore extra curricolari del pomeriggio, in cui hanno fatto esperienza reale di web radio. Una web radio speciale, perché, a condurla, sono le persone con disabilità con i loro educatori. 12 in totale, tra speaker e fuori onda.  

ESCO DI RADIO, UNA WEB RADIO SPECIALE 

L’esperienza di Esco di Radio è un’idea di ospiti e operatori del Centro Diurno Disabili di Cermenate, gestito da Solidarietà e Servizi, ideata tre anni fa, grazie alla collaborazione con l’Azienda Speciale Consortile Galliano «I primi mesi sono stati di start up» – a parlare è Silvio Pagliaro, coordinatore del Centro Diurno Disabili di Cermenate. «Con il supporto in particolare dell’ufficio ICT (Information Communication Technology) della Solidarietà e Servizi, ci siamo dotati di tutto il materiale necessario e abbiamo seguito una formazione presso gli studi di Radio Busto Live.  A partire dall’11 dicembre 2022 – data dell’inaugurazione ufficiale – siamo andati a regime: ora siamo in diretta live tutti i mercoledì.»  
 
L’organizzazione è definita fin nei minimi dettagli: il lunedì la riunione di redazione, il martedì la stesura del palinsesto con gli ospiti. E poi la messa in onda con musica e tante rubriche, tra cui “CDD tra le pentole” (cucina), l’Oroscopo, “Roby’s style” (rubrica di moda), “Spoetastri” (poesia), l’almanacco e gli immancabili pronostici calcistici. Durante l’anno poi anche delle rubriche dedicate a particolari eventi, come “A tutto Sanremo”, l’ultima in ordine di tempo.  

«Ognuno qui ha il suo compito» – spiega Alessandra Civelli, educatrice responsabile del progetto. «Nel tempo, i nostri ragazzi hanno imparato ad aspettare il proprio turno, ricercare i contenuti, gestire la diretta, così come il “dietro alle quinte”. Per ascoltarci, basta andare sul nostro sito www.escodiradio.it: andiamo in onda tutti i mercoledì, dalle ore 9:00 alle ore 16:00. E da marzo 2023, il progetto si è evoluto perché abbiamo in essere una collaborazione con gli amici dei Centri Diurni Disabili “Le Betulle”, “Naviglio” e “Torchietto” di Pavia: le redazioni si sono anche fatte reciprocamente visita ad aprile e luglio del 2024. Da Pavia vanno in diretta live il giovedì.»

UNA COLLABORAZIONE ALL’INSEGNA DELLA SPONTANEITÀ 

«Siamo entrati in questo progetto in punta di piedi – testimonia la docente Daniela Montiil nostro obiettivo era duplice: far vivere ai nostri ragazzi un’esperienza di inclusione e poterci sperimentare in una realtà di web radio davvero particolare.»  

«I ragazzi – continua – all’inizio erano un po’ rigidi e impacciati nel confrontarsi con una realtà del tutto nuova. Ma sono bastati pochi incontri per sciogliere il ghiaccio. Come insegnante non ho mai forzato la mano, ho lasciato che l’interazione tra di loro e con le persone con disabilità fosse molto spontanea e libera. Abbiamo partecipato alle riunioni di redazione, siamo stati coinvolti nelle dirette live e devo dire che ho visto i miei ragazzi coinvolgersi sempre di più. Sono nati dei legami di simpatia e spesso si sono trovati fianco a fianco a collaborare insieme.»  

Diversi gli episodi a testimonianza di questo: «ci hanno invitato a festeggiare il compleanno di Maria, una delle ragazze del centro e uno dei nostri studenti ha preparato spontaneamente un dono per lei. A dicembre, in occasione del Natale, abbiamo fatto una festa insieme, i nostri ragazzi hanno cantato e si sono impegnati nel preparare un biglietto natalizio per ciascuna delle persone del Centro Diurno che poi abbiamo attaccato sul grande albero di Natale.  Alcuni poi si sono coinvolti partecipando alla festa di Halloween o ai mercatini di Natale del Centro.» 

UN’ESPERIENZA DI VALORE PER TUTTI 


«Per me è stata un’esperienza molto arricchente, sono stata felice di vedere una reale integrazione all’opera: grandi disponibilità e sensibilità da parte dei miei ragazzi, da una parte e la gioia negli occhi di queste persone disabili, dall’altra.»  

Soddisfazione anche da parte del team degli educatori del Centro Diurno: «I ragazzi hanno portato una ventata di novità e giovinezza» – sottolinea Alessandra. «La cosa più bella per noi è quella di aprirci al territorio e conoscere la realtà che abbiamo intorno, vedere le nostre persone interagire in modo diverso; tutto questo favorisce e sviluppa l’autonomia delle persone disabili, unico e vero obiettivo del progetto web radio.»  

I ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Cermenate con Marco, educatore e responsabile del progetto falegnameria presso il Centro Diurno Disabili

«QUI NON SI PUÒ FINIRE, OCCORRE ANDARE AVANTI» 

«Quando un’esperienza è oggettivamente carica di frutti positivi non può terminare» – commenta la professoressa Monti. «Durante la nostra presenza alla web radio abbiamo notato una piccola falegnameria e conosciuto Marco, educatore e maestro di lavoro. Ci siamo organizzati ed è nato un nuovo progetto». A partire dall’inizio dell’anno, per 10 lunedì 3 ragazzi dell’Istituto Comprensivo lavoreranno insieme a Karim, Michele, Artur, Federico, Kevin, Roberto e Stefano, tutte persone del Centro Diurno Disabili.  

«I ragazzi sono molto motivati, stanno mettendo in pratica quello che studiano a scuola – racconta Daniela. Sono partiti da un’idea e la stanno traducendo in un progetto.  Nello specifico, vorrebbero preparare qualcosa che rimanga nella nostra scuola e che parli del contrasto al bullismo. Stanno lavorando ad un puzzle che possa esprimere le emozioni di bullo, vittima e spettatore».  

Previste anche due uscite tutti insieme con il laboratorio di falegnameria: la prima alla Bellotti SpA, storica azienda di Cermenate, attiva nel settore del legno, la seconda alla Artwood Academy di Camnago, ente formativo d’eccellenza nel settore del design del legno e della falegnameria contemporanea.  

«Poter essere in un contesto come questo è davvero arricchente per tutti, permette di ampliare lo sguardo e di vedere i mille colori di cui è fatto il mondo.»