NUOVO CONTRATTO DEI LAVORATORI DELLA COOPERAZIONE SOCIALE. ZUCCATO: «GIUSTO RICONOSCIMENTO PER L’IMPEGNO DELLE PERSONE E PER LA VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO»

Rinnovato il contratto collettivo, scaduto nel 2019. Nell’intesa, oltre agli aumenti retributivi, è previsto l’innalzamento della quota a favore della sanità integrativa e l’estensione al 100% della copertura del congedo obbligatorio per maternità. «Ora, con gli enti appaltanti, parleremo di adeguamento delle tariffe»

Aumento di 120 euro mensili al livello C1, da riproporzionare agli altri livelli contrattuali, introduzione, a partire da gennaio 2025, della quattordicesima mensilità, valorizzata al 50%, innalzamento dei contributi a carico azienda a sostegno dell’assistenza sanitaria integrativa, che raggiungono i 120 euro annui, ed estensione al 100% dell’integrazione economica per il congedo obbligatorio per maternità . Sono queste, in estrema sintesi, le novità sull’intesa raggiunta, a livello nazionale, per il contratto collettivo della cooperazione sociale, che interessa i 450 dipendenti in forza a Solidarietà e Servizi.

«Si tratta di un accordo importante, a lungo atteso, dal momento che il precedente contratto era scaduto nel 2019, che, a partire da un giusto riconoscimento economico, valorizza la cooperazione sociale e l’impegno dei nostri operatori in campo socio sanitario assistenziale e dell’inserimento lavorativo dei soggetti più fragili: una funzione essenziale per l’intera comunità», commenta Stefano Zuccato, vicepresidente del Consiglio di Gestione e responsabile del personale di Solidarietà e Servizi.

«In questi ultimi, difficili anni segnati da varie crisi e dall’aumento del costo della vita, per cercare di venire incontro alle esigenze degli operatori delle cooperative, spontaneamente abbiamo sostenuto le  persone che lavorano in Solidarietà e Servizi con erogazioni liberali; ora che i salari riprendono ad adeguarsi, siamo nelle condizioni di poter chiedere a istituzioni ed enti appaltanti il riconoscimento di tariffe e canoni adeguati, che possano aiutarci a sostenere l’aumento dei salari», aggiunge Zuccato.

È chiaro, infatti, che le imprese cooperative avrebbero grandi difficoltà a far fronte da sole al costo dei rinnovi contrattuali, «ma questo è altrettanto chiaro ed evidente ai nostri clienti e committenti, con cui già da qualche mese abbiamo iniziato un’interlocuzione sul tema -spiega Zuccato-. Al di là di qualche irrigidimento, più o meno fisiologico, e sapendo che ci si dovrà mettere buona volontà da parte di tutti per trovare la giusta quadratura del cerchio, sono comunque molto fiducioso per quella che sarà la risposta degli enti e delle istituzioni».