Benessere, sostenibilità e arricchimento personale: questo l’impatto sociale di Solidarietà e Servizi

Sono i primi elementi evidenziati dal team dell’Università Cattolica nel processo di valutazione di impatto sociale avviato dalla cooperativa

Sostenibilità, benessere, arricchimento personale e miglioramento della rilevazione del bisogno. Sono i primi feedback avuti dal percorso di valutazione di impatto sociale avviato da Solidarietà e Servizi. La cooperativa sociale ha infatti dato il via all’inizio dell’anno al processo per la valutazione di impatto sociale affidandosi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano attraverso il CESEN – Centro studi sugli Enti ecclesiastici e sugli altri enti senza fini di lucro – e ALTIS, Alta Scuola Impresa e Società. Un percorso che, in questo 2022, è concentrato sull’analisi dell’Area Inserimento lavorativo; il prossimo anno invece sarà valutata l’Area Autismo, Servizi diurni e residenziali.

«Si tratta di un percorso innovativo che, più che fare leva su elementi quantitativi, cerca di porre in evidenza gli elementi qualitativi caratterizzanti l’attività svolta dalla cooperativa sociale. E, attraverso questi, andare a definire l’impatto che ha Solidarietà e Servizi sui propri stakeholder, ovvero sui soggetti portatori di interesse che operano o semplicemente entrano in contatto con la cooperativa», spiega Fabrizio Carturan, alla guida del gruppo di lavoro di Solidarietà e Servizi che affianca CESEN e ALTIS.

Il primo step è stata l’individuazione proprio delle tipologie di stakeholder per le quali il cambiamento, riconducibile ai servizi erogati dalla cooperativa, è più evidente. «Insieme con il team dell’Università Cattolica siamo andati a definire la tipologia di soggetti che entrano in contatto con la nostra cooperativa. Un primo passo che ha permesso di andare a selezionare un campione ritenuto rappresentativo di enti, realtà e persone sui quali Solidarietà e Servizi ha un impatto».

Tra le tipologie di stakeholder individuate, ne citiamo quattro: aziende e imprenditori, amministrazioni pubbliche, personale dipendente e coordinatori e responsabili delle attività. «Alcuni di loro sono stati riuniti in focus group per verificare e approfondire quali siano le “dimensioni di impatto” definite come importanti e derivanti dal loro collaborare – ciascuno per la propria esperienza – con la cooperativa», prosegue Carturan. Il risultato è stato sorprendente. «Secondo quanto ci ha restituito il team della Cattolica, gli imprenditori coinvolti hanno usato parole come sostenibilità sociale ed economica, hanno parlato di ripercussioni sugli obiettivi strategici delle loro realtà e hanno sottolineato l’impatto sulla loro reputazione sia interna, sia esterna. Dagli enti pubblici sono arrivate osservazioni in merito al proprio rapporto con il territorio, ma anche alla possibilità di migliorare sia la rilevazione del bisogno sia l’organizzazione del lavoro al loro interno. I dipendenti hanno parlato di integrazione, inclusione, sviluppo personale, benessere: tutte dimensioni che sono state oggetto di cambiamento da quando è stata avviata la loro collaborazione con la cooperativa. Da ultimi, i coordinatori hanno sottolineato l’arricchimento personale, il coinvolgimento nella mission della cooperativa e, soprattutto, l’importanza sociale del loro lavoro. Tutti hanno comunque fornito elementi positivi. Di fatto – prosegue Carturan – in questa prima fase c’è stata una grande disponibilità da parte dei soggetti e delle persone coinvolte: alla curiosità per il processo che è stato avviato e che rappresenta un unicum, si è associato l’interesse nel volersi soffermare a riflettere sugli elementi di valore che scaturiscono dalla collaborazione con Solidarietà e Servizi».

Come prossimo passo, l’esito dei focus group sarà la base per redigere i questionari che a loro volta saranno somministrati a una platea più ampia di stakeholder al fine di ottenere un quadro il più possibile completo e oggettivo dell’impatto sociale generato dalle attività, dai servizi e dai progetti di Solidarietà e Servizi.