Solidarietà e Servizi avvia il processo di valutazione di impatto sociale

La Cooperativa si è affidata a CESEN e ALTIS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per stilare un documento fondamentale nel qualificare la propria azione

Un percorso innovativo per poter continuare a crescere e migliorarsi e per poter mettere nelle migliori condizioni gli enti e le aziende con le quali collabora per esercitare e comunicare la propria responsabilità sociale. Solidarietà e Servizi ha avviato il processo per la valutazione di impatto sociale del proprio operato. Un cammino che porterà nel corso del 2022 ad analizzare e verificare l’Area Inserimento lavorativo e, l’anno prossimo, nel 2023, l’Area Autismo, Servizi diurni e residenziali. Per questo percorso la Cooperativa si avvale della collaborazione di CESEN – Centro studi sugli Enti ecclesiastici e sugli altri enti senza fini di lucro – e ALTIS, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. «L’obiettivo è fare emergere i risultati ottenuti dalle attività e dai servizi erogati dalla Cooperativa attraverso uno strumento innovativo che va a valutare l’impatto sociale di quanto viene fatto», spiega Fabrizio Carturan, alla guida del gruppo di lavoro di Solidarietà e Servizi, composto da Filippo Oldrini, Mariangela Mezzasalma e Brunello Reali, che affiancherà CESEN e ALTIS.

Punto di partenza è la legge 6 giugno 2016 n.106 “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore” che definisce la valutazione dell’impatto sociale come “la valutazione qualitativa e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo, degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all’obiettivo individuato”. Tecnicamente, per un ente del terzo settore, significa valutare la sua capacità di determinare un cambiamento tangibile e duraturo in un determinato contesto d’azione, e di migliorare il benessere dei destinatari dei propri servizi.

«Se per una valutazione economica c’è lo strumento del bilancio, per una valutazione di impatto sociale il quadro è ben diverso», prosegue Carturan. «Quanto può valere l’inserimento nel mondo del lavoro di una persona fragile o con disabilità? Quale beneficio arreca al Comune e alla comunità territoriale l’integrazione lavorativa? Quali aspetti sociali ed economici rappresentano e impattano più o meno positivamente nel contesto di riferimento? Finora gli strumenti a disposizione per valutare questo tipo di azione erano pochi e non standardizzati. Con CESEN e ALTIS sono stati definiti un metodo e un quadro di rifermento che, coinvolgendo gli stakeholder, andranno a misurare gli effetti generati dalle attività della Cooperativa sui soggetti che usufruiscono dei servizi in maniera costante e continuativa e sul territorio».

In questo percorso Solidarietà e Servizi, di fatto, si mette nuovamente in gioco: permette a un ente terzo di entrare nei processi operativi e nella valutazione dei risultati. A fronte di un terzo settore che è spesso autoreferenziale, qui invece sarà il lavoro fatto dai professionisti dell’Università Cattolica a portare a una valutazione dell’operato della Cooperativa.

«Siamo partiti da una piena sintonia sulla concezione del lavoro: non come spazio determinato da obblighi normativi, ma come progetto di vita studiato su una persona. Quindi un luogo di crescita e di sviluppo delle autonomie. Contiamo di proseguire su questa strada».

La valutazione di impatto ha una valenza primaria per un’impresa. Tanto più per un’impresa sociale: attraverso questo documento non saranno solamente i numeri di bilancio a descrivere la Cooperativa, ma anche, e soprattutto, la sua capacità di creare benessere. Questo per Solidarietà e Servizi è un passo ulteriore in termini di professionalità e credibilità che contribuirà anche a rafforzare la sua immagine verso gli enti pubblici, le aziende e gli altri soggetti che quotidianamente si coinvolgono (e si coinvolgeranno) con lei nella realizzazione della propria mission.