Comune di Busto Arsizio: «Davanti a bisogni crescenti, la risposta è nella sussidiarietà e nella co-progettazione»

Nelle parole dell’Assessore all’Inclusione sociale e Salute Paola Reguzzoni, intervenuta all’inaugurazione del nuovo CSE “Oltre” della Solidarietà e Servizi, l’importanza di offrire progetti di vita legati all’autonomia

Autonomia, progetti di vita personalizzati e cura della persona in un’ottica di co-progettazione e co-programmazione. Sono gli aspetti che uniscono Solidarietà e Servizi cooperativa sociale, Solidarietà e Servizi Fondazione e il Comune di Busto Arsizio e che sono stati rimarcati dall’Assessore all’Inclusione sociale e Salute Paola Reguzzoni in occasione dell’incontro “A diventare grandi si comincia da piccoli”; momento che ha inaugurato, sabato 22 gennaio, il nuovo CSE – Centro Socio  Educativo – “Oltre” che Solidarietà e Servizi ha aperto nella propria sede di via Isonzo 2, proprio a Busto Arsizio. «In un contesto nel quale gli enti pubblici hanno sempre meno risorse, Busto Arsizio è riuscito a incrementare le quote da mettere a disposizione al mondo della disabilità», ricorda l’Assessore. «Con due obiettivi: innanzitutto, ridurre, se non annullare, le liste di attesa nel rispetto delle persone disabili e delle loro famiglie; non certo secondo, incrementare i servizi offerti. I bisogni sono in crescita, soprattutto in riferimento alla problematicità dell’autismo: occorre intervenire per aumentare la capacità di risposta del territorio».

L’avvio di un nuovo CSE è, in parte, una risposta a questi bisogni crescenti. «Ci inseriamo in una logica sussidiaria che è vincente – prosegue Reguzzoni -. Nei Piani di zona, che sono in approvazione, al tavolo legato disabilità che vede la presenza degli enti del terzo settore, abbiamo iniziato a parlare di co-progettazione intesa come capacità di ascolto e di interlocuzione da parte del pubblico con i soggetti privati. Il punto di forza di un ente pubblico è la sua solidità, mentre le realtà private cooperative hanno maggiore agilità nel dare risposte. Ognuno di noi, quindi, deve saper dare il proprio apporto».

Questo, a fronte non solamente di maggiori bisogni, ma anche di un nuovo approccio. «La specializzazione dei servizi è stata la svolta nell’approccio alla disabilità. Mentre prima le istituzioni centrali investivano in strutture di grandi dimensioni, dove il singolo bisogno andava in secondo piano rispetto al comun denominatore della disabilità, oggi i piani di intervento sono più personalizzati. Alla sola necessità di sorveglianza è subentrato un approccio differente, dove la persona disabile è inserita in un processo personalizzato di crescita. È un cambiamento che stiamo cogliendo, per quanto riguarda il “dopo di noi” e l’ampliamento dell’offerta». I progetti di vita, che Solidarietà e Servizi attua da diverso tempo in un contesto di presa in carico della persona e non di mero assistenzialismo, si rivelano quindi la strada corretta di intervento. E il tema dell’autonomia diventa centrale all’interno della politica del pubblico, come del privato. «L’autonomia è uno degli obiettivi del Pnrr e questo ci aiuta a potenziare gli investimenti nel campo della disabilità. C’è in programma la ristrutturazione di uno spazio per creare 4 -5 appartamenti per il dopo di noi da affidare in gestione. Un paio di questi saranno dedicati a persone con diagnosi di autismo».