Progetto B+: il lavoro vero che include

Con il sostegno di Fondazione Intesa Sanpaolo Ente Filantropico, Solidarietà e Servizi ha sviluppato percorsi di inserimento lavorativo per persone fragili e con disabilità, trasformando difficoltà in opportunità

Alcuni dei lavoratori di Solidarietà e Servizi agli assemblaggi

«Nei primi mesi la produttività era zero. Non ce la facevo a stare al ritmo degli altri. Mi sentivo già sconfitto, prima ancora di iniziare». Le parole di Luca (nome di fantasia) raccontano bene lo scoglio che molte persone con fragilità psichica o fisica incontrano di fronte al lavoro. Dopo la pandemia, queste difficoltà si sono acuite: tempi più lunghi per avvicinarsi al mondo del lavoro, lentezza nell’adeguarsi al contesto, crisi improvvise che rischiano di compromettere percorsi faticosamente costruiti.

Per Solidarietà e Servizi, che dal 1995 accompagna le persone con disabilità all’interno di un lavoro vero, è chiaro che – oggi più che mai – occorre rispondere in maniera concreta a questi bisogni emergenti. È da questa analisi, condivisa e mostrata sul campo, che nasce l’incontro con Fondazione Intesa Sanpaolo Ente Filantropico.

UNA COLLABORAZIONE CHE DIVENTA PROGETTO

«Una forza del progetto è stata la capacità di ascolto da parte della Fondazione Intesa Sanpaolo ente filantropico» spiega Filippo Oldrini, responsabile dell’area inserimento lavorativo di Solidarietà e Servizi. «I responsabili hanno voluto capire davvero i nostri bisogni, non solo attraverso i numeri, ma con visite, confronti, riunioni. Hanno ragionato con noi in modo concreto e pragmatico: “spiegami bene perché ti serve, fammi vedere i conti, fammi capire il valore”. Questo approccio ci ha permesso di costruire insieme un percorso in grado di rispondere ai problemi reali».

È nato così il Progetto B+, che già nel nome indica il suo intento: “potenziare” la Cooperativa B di Solidarietà e Servizi, quella cioè che si occupa dell’inserimento lavorativo di persone con disabilità e svantaggiate.

Un investimento da 140mila euro – metà sostenuti dalla Fondazione e metà dalla cooperativa – con l’obiettivo di rendere il lavoro sempre di più una possibilità concreta per chi rischia di restarne escluso. Il progetto è partito nell’ottobre 2024, con una durata prevista di dodici mesi e ha già ottenuto una proroga fino al febbraio 2026, segno della validità dei risultati raggiunti e della volontà di consolidarne l’impatto.

TRE RISPOSTE A TRE BISOGNI

La prima innovazione introdotta da B+ è il “super tirocinio”: sei mesi di formazione on the job, remunerati con una cifra superiore a quanto previsto dalla legge. Un tempo più lungo e tutelato, che consente alle persone fragili di fare esperienza, senza la pressione di dover subito “performare”, ma, allo stesso tempo, valorizzato come una reale sfida. «È stato come avere un paracadute» racconta una giovane tirocinante. «Ho imparato a fare le cose con calma, a prendere fiducia. Alla fine mi hanno assunto».

Il secondo fronte riguarda chi arriva direttamente dal mercato del lavoro attraverso l’articolo 14 (D.Lgs. 276/2003). Per loro i primi mesi sono spesso i più difficili: l’ansia, la paura di non farcela, il crollo davanti alle richieste produttive. Qui B+ ha coperto metà del costo del lavoratore, compensando il calo di produttività e permettendo alla cooperativa di attivare un surplus di interventi: tutor, psicologi, assistenti sociali. Un investimento che contrasta abbandoni precoci e trasforma i tentativi in inserimenti veri.

Infine, la terza risposta è l’“Isola che non c’era”: uno spazio di accoglienza per chi, anche dopo anni di lavoro, entra in crisi psichica o vede peggiorare la propria condizione fisica per l’età. In questi casi la cooperativa si fa carico dello stipendio, nella fase in cui la persona non è “produttiva”, per non disperdere anni di percorso. Grazie a B+, l’Isola ha potuto potenziarsi, garantendo continuità contrattuale e presa in carico psicologica fino al ritorno al lavoro.

I RISULTATI

A un anno dall’avvio, i numeri raccontano l’impatto del progetto: 2 super tirocini, entrambi sfociati in assunzioni, 9 assunzioni complessive, 5 lavoratori fragili supportati nei momenti di crisi, più di 15 percorsi psicologici individuali attivati. «Da soli avremmo fatto la metà dei risultati» sottolinea Oldrini.

IL VALORE DEL LAVORO VERO

Oggi, nell’area lavoro di Solidarietà e Servizi, sono 112 le persone inserite, di cui 76 con disabilità, impegnate in attività che vanno dall’assemblaggio alla rigenerazione di apparati elettronici, fino alle lavorazioni meccaniche, dalla gestione documentale al back office per grandi aziende come Eolo, Novartis, Yamamay, Sandoz, Sorgenia e Università Cattolica (solo per citarne alcune).

Dietro ogni numero, però, c’è una storia. Come quella di Marco (nome di fantasia), che dopo un ricovero psichiatrico temeva di perdere il posto e invece, grazie all’”Isola”, ha potuto rallentare, curarsi, e oggi è tornato operativo.

Il lavoro vero in Solidarietà e Servizi

UNA PARTNERSHIP CHE GUARDA OLTRE

Fondazione Intesa Sanpaolo Ente Filantropico, nata nel 2008, ha tra le proprie finalità il sostegno a persone in condizioni di fragilità e la promozione di percorsi di inclusione sociale e lavorativa. Con Progetto B+ non ha solo finanziato un’idea, ma ha contribuito a sperimentare un modello che potrebbe fare scuola: un approccio graduale, integrato e centrato sulla persona, in cui il lavoro diventa strumento di dignità e salute.

Grazie ad un contributo ricevuto dall’anno 2024 proveniente da un’iniziativa di Intesa Sanpaolo pensata per sostenere tale tipologia di progetti attraverso una forma di micro-donazione mensile condivisa tra dipendenti e azienda, la Fondazione ha focalizzato il suo impegno nel supporto alla progettualità degli Enti del Terzo Settore dedicati all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

Questo sostegno finanziario permette di coprire i costi per la formazione, le collaborazioni strategiche e le valutazioni continue dell’esperienza, elementi fondamentali per la creazione di un ambiente più inclusivo e accessibile, in cui ogni persona possa esprimere appieno le proprie potenzialità

«Il nostro è un obiettivo comune» conclude Oldrini «custodire il valore del lavoro vero, quello che ti dà non solo un reddito, ma anche identità e appartenenza. Grazie a questa collaborazione, più persone hanno avuto la possibilità di provarci davvero.»