Crescere insieme: dalla formazione degli operatori al Progetto di Vita delle persone con disabilità

Il progetto di valutazione della Qualità di Vita delle persone che abitano negli appartamenti di Solidarietà e Servizi diventa momento di crescita e di acquisizione di ulteriori competenze da parte degli operatori

Qualità della vita e qualità professionale sono due strade che si incrociano in Solidarietà e Servizi mettendo sempre la persona al centro. Obiettivo è l’accompagnamento delle persone con disabilità di cui la cooperativa sociale si prende cura; obiettivo è anche la crescita degli operatori che quotidianamente rendono possibile questo prendersi cura. 

Il progetto di valutazione della Qualità di Vita delle persone con disabilità che vivono nei sei Appartamenti di Solidarietà e Servizi diventa così opportunità di crescita professionale per gli educatori. Attraverso una batteria di strumenti (questionari, interviste, scale), denominata BASIQ – BAtteria di Strumenti per l’Indagine della Qualità di Vita -, messa a punto dal Centro per la Salute Pubblica dell’Università di Toronto e adattata per la realtà italiana, non solo si è facilitati nel valutare la Qualità di Vita di chi è accolto negli Appartamenti di Solidarietà e Servizi, ma si migliora il Progetto di vita che viene redatto per e con ogni singola persona. Mutuando un’espressione più legata all’ambito business che a quello sociale, si potrebbe parlare di un processo win-win, dove alla fine tutti possono migliorare. «È un percorso costante: quello formativo, per avere conoscenze e strumenti più approfonditi per migliorare il “prendersi cura”, ma anche quello progettuale finalizzato a comprendere i limiti e valorizzare le potenzialità di una persona con disabilità», premette Giacomo Borghi, responsabile Area Residenziali e Domotica di Solidarietà e Servizi, area che è stata interessata da questo progetto.

«Anche grazie agli input arrivati da Regione Lombardia, che attraverso l’ATS dell’Insubria ha proposto dei corsi di formazione sul tema della Qualità di Vita delle persone con disabilità, ci siamo concentrati sulle 25 persone che vivono negli Appartamenti della cooperativa», spiega Valentina Bogani, coordinatrice dell’Appartamento Casalab e responsabile del progetto di Solidarietà e Servizi. «Non si è trattato di fare una semplice fotografia, ma di un profondo cambio di visuale, affrontando il tema della progettualità dal punto di vista della persona con disabilità». Concretamente sono stati organizzati dei colloqui e delle interviste con le persone che vivono negli Apppartamenti. «Fondamentale è stato instaurare un rapporto di fiducia, attraverso il coinvolgimento di un educatore conosciuto e che sa come rapportarsi, come porre le domande e come leggere anche le risposte. L’obiettivo non era la sola raccolta delle valutazioni – che tra l’altro finora sono state tutte molto positive – ma lavorare sull’autoconsapevolezza. Che significa consapevolezza dei limiti, ma anche consapevolezza delle proprie potenzialità, il tutto per far emergere i desideri, stimolando un pensiero creativo rispetto agli strumenti e alle risorse che si possono mettere in campo». I risultati sono quindi diventati materia di studio dell’equipe. «È un momento importante: lavorare insieme per andare a redigere un Progetto di vita non solamente personalizzato, ma condiviso con la stessa persona. Un progetto che deve diventare “strumento” nelle sue mani».

Nella valutazione è stato utilizzato anche lo “SPAIDD-G”, uno strumento tecnico per la valutazione psicopatologica per le persone con disabilità intellettiva e dello sviluppo. «È uno strumento importante ma piuttosto complesso. Si tratta di un test che permette di leggere alcuni comportamenti per comprendere quali di essi possono essere ricondotti a una psicopatologia».

L’obiettivo di tutto questo percorso è sempre arrivare a un Progetto di vita. «Non definitivo, in quanto deve essere adeguato nel tempo», precisa Bogani. «Ma il più possibile personalizzato. È un percorso dove cresciamo tutti: gli operatori attraverso la formazione; le persone con disabilità, attraverso un prendersi cura che lavora sui limiti, sulle potenzialità e sui desideri».

Conclude Borghi: «È il “mai più soli” che guida Solidarietà e Servizi da quasi 45 anni: un’espressione che non indica solamente lo stare insieme, ma comprende una precisa modalità di farlo: crescendo tutti».