«Mi avete insegnato l’attenzione alla persona. Grazie». Dopo 40 anni Claudia Rosa saluta e ringrazia Solidarietà e Servizi
La storica dipendente della cooperativa è arrivata alla pensione. «Ma ho dato la disponibilità a proseguire come volontaria»

«Continuate così. Continuate a dare attenzione e valore alla persona perché solamente in questo modo è possibile non far sentire nessuno solo e poter affermare ancora oggi con forza “insieme ci riusciamo”». Claudia Rosa per la prima volta parla da ex. Da ex dipendente, ex socio prestatore di Solidarietà e Servizi. Lei che ha passato nella cooperativa gli ultimi 40 anni, che l’ha vista crescere e svilupparsi, e dal primo di giugno si gode la meritata pensione. Che non significa assenza di attività: «Ho dato la mia disponibilità a continuare a operare nella cooperativa come volontaria», annuncia.
Entrata per la prima volta in Solidarietà e Servizi nel lontano 1980, ha seguito tutti gli sviluppi della cooperativa: dagli asili, dove ha iniziato, ai primissimi “laboratori di quartiere” e poi al Centro Socio Educativo (CSE) Belotti Pensa di Busto Arsizio, per approdare al CSE di Marnate, in seguito diventato Centro Diurno per Disabili (CDD). Per 20 anni poi il lavoro nei servizi residenziali dove ha potuto mettere le proprie capacità e la propria esperienza al servizio delle nuove equipe di educatori che si formavano agli inizi del nuovo millennio per accogliere nelle nascenti “case” le persone con disabilità incontrate nei Centri diurni.
«Ho iniziato quando la cooperativa era una realtà piccola, dove ci si conosceva tutti», ricorda. «Ho fatto anche delle esperienze al di fuori, ma non ho trovato quello che Solidarietà e Servizi era in grado di trasmettermi: quell’attenzione alla persona che fa sì che un dipendente, un collaboratore, un educatore non sia solamente un professionista ai vari livelli, ma soprattutto e prima di tutto una persona».
Sempre pronta a mettersi a disposizione con passione educativa e attenzione ai dettagli, Claudia ha potuto prendersi cura di decine di persone con disabilità che negli anni le sono state affidate. Più con i fatti che con le parole è stata maestra a molti operatori più giovani, evidenziando come il senso di appartenenza alla Cooperativa spesso può essere la marcia in più nel lavoro educativo. «Il passare del tempo, ma anche le dimensioni della cooperativa che sono notevolmente aumentate, non hanno scalfito l’impostazione generale: la persona è sempre rimasta al centro. E io lo so bene perché l’ho vissuto direttamente sulla mia pelle».
Non sono mancati quelli che Claudia chiama «momenti di difficoltà» vissuti durante la carriera lavorativa. «Per chi opera nel sociale, gli appalti con gli enti pubblici erano importanti, e il rischio era quello di dover lavorare con gestioni improntate al “massimo ribasso”; eppure la cooperativa non si è mai fermata, ha creduto sempre nel suo progetto e nell’attenzione alle persone tanto da decidere di investire e puntare sull’apertura di Comunità e Appartamenti a gestione diretta. Ed è in quell’ambito che Claudia ricorda «talvolta non c’era nemmeno il bisogno di chiedere. Durante un momento particolarmente “faticoso”, Maura Gabardi, la coordinatrice della Comunità di Bergoro con cui avevo iniziato la nuova avventura nei residenziali, mi chiamò per chiedermi cosa avessi: neppure io lo sapevo con certezza. Ma di certo avevo la sicurezza di poter fare affidamento su di lei e sulla Cooperativa». Tra le molte persone incontrate, con cui ha condiviso esperienze e progetti, Claudia riserva un ricordo particolare alla sua «storica collega: Ester Bacchiega. Abbiamo iniziato praticamente insieme, ma dopo il 1993 siamo state destinate a servizi diversi. È stato bello ritrovarsi nel 2000 nella Comunità Socio Sanitaria a Bergoro, e riprendere a lavorare insieme».
Da memoria storica che ha imparato a distinguere l’essenziale dal superfluo e il valore dall’orpello, Claudia guarda alla Solidarietà e Servizi di oggi sapendo che è una cooperativa moderna, al passo con i tempi e in sviluppo. «Non cambiate nulla, continuate così. È solamente ponendo l’accento sulla persona, su ciascuna persona, che si può andare avanti. Così nessuno si può sentire solo». #insiemeciriusciamo