Al Teatro Fraschini di Pavia uno spettacolo teatrale accende relazioni e bellezza per le persone con disabilità
In scena “Il Burazzino”, un reboot della celebre favola di Pinocchio. Coinvolte nella produzione oltre 60 persone con disabilità, tra attori, costumisti e scenografi dei Centri Diurni Disabili gestiti da Solidarietà e Servizi

Un palco, 35 attori, centinaia di emozioni. È quello che è accaduto lo scorso 4 luglio quando il sipario del Teatro Fraschini si è alzato su “Il Burazzino!“, una sorprendente rivisitazione di “Le avventure di Pinocchio” messa in scena dalle persone con disabilità dei Centri Diurni “Le Betulle”, “Il Naviglio” e “Il Torchietto”, gestiti da Solidarietà e Servizi. Presenti le principali autorità, tra cui Alice Moggi, vicesindaco del Comune di Pavia, Francesco Brendolise, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pavia e S.E. Mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia. Un teatro pieno, oltre 350 persone, per un’opera intensa, curata in ogni dettaglio, che ha fatto ridere, riflettere, commuovere.
A sorprendere non è stata solo la qualità dello spettacolo – degna di una produzione professionale – ma la forza del messaggio: anche se sei percepito come diverso, puoi accettarti così come sei, con i tuoi limiti, e scoprire in essi un valore. Il Burazzino – goffo, impacciato, fuori dai canoni – impara a stare al mondo con autenticità. Ed è questo lo stesso percorso che compiono i protagonisti dentro e fuori dal palco.
Uno dei momenti più intensi è stato quello del Paese dei Balocchi, riscritto come una “città dei desideri”, dove ogni protagonista ha potuto mettere in scena ciò che ama fare nella propria vita. Rosy ed Emilia hanno sognato di andare al mare, Maurizio ha giocato a bocce, Mirko ha ballato sulle note di “Tu vuò fa’ l’americano“, Stefano ha ricreato la sua amata passeggiata al mercato, Lara ha mostrato il suo sogno di guidare l’auto e uscire con le amiche. Una scena autentica, tenera e potente, dove ogni gesto parlava di identità, libertà e felicità.
E poi c’è chi ha guardato lo spettacolo dalla platea, come Beatrice, ospite del CDD Le Betulle e in carrozzina, che ha riassunto così l’esperienza: «Bello, divertente… a tratti commovente».
Nato da un’idea di Giancarlo Toscani, autore e regista, con la collaborazione di Marzia Forni, assistente alla regia, il progetto ha coinvolto oltre 60 persone con disabilità tra attori, scenografi, costumisti. Un lavoro corale costruito su misura: ogni scena, ogni personaggio, è nato ascoltando le caratteristiche, i talenti e persino i comportamenti ricorrenti dei partecipanti. «Quel ragazzo è sempre pronto agli scherzi? Allora costruiamo per lui un personaggio dispettoso, che trasformi ciò che può essere un problema in una risorsa scenica», racconta Milena Floriano, coordinatrice del CDD “Il Torchietto”.
Non è la prima volta che i Centri Diurni calcano il palco del Fraschini: dal 2011 a oggi, sono già tre le produzioni portate in scena con successo. «Essere qui è un riconoscimento», ha spiegato Marzia Forni. «È dare dignità e visibilità a percorsi che spesso restano nascosti. Il teatro diventa così uno strumento di integrazione e cittadinanza attiva».
Ed è proprio questa l’anima del lavoro di Solidarietà e Servizi a Pavia: partire dalle persone, osservare il contesto, scoprire i talenti e le passioni e costruire insieme esperienze che facciano star bene, generino relazioni, arricchiscano il territorio.
«Il teatro – sottolinea Simona De Alberti, coordinatrice del CDD Le Betulle – è uno strumento che usiamo non solo per esprimere emozioni, ma per valorizzare le risorse di ciascuno, costruire legami, abbattere barriere».
«Sognate in grande», è il motto degli educatori. Perché il bello piace e perché accettare sfide insolite – come fare teatro con persone con disabilità, anche grave – è il modo migliore per generare cambiamento.