Il servizio “Assegno di Inclusione” in cattedra

L’intera équipe del servizio Assegno di Inclusione di Solidarietà e Servizi racconta il proprio lavoro sul campo agli studenti del corso di laurea in Servizio Sociale dell’Università Cattolica di Brescia

Studenti in un’aula dell’Università Cattolica

In Solidarietà e Servizi è presente il “Servizio Assegno Di Inclusione” che si occupa di supportare le persone e le famiglie nel superamento di situazioni di povertà, supportandole nella graduale riconquista di un’autonomia socio-economica. 

«Recentemente – spiega Alice Bassini, assistente sociale del servizio ADI –  abbiamo avuto l’opportunità di raccontare il nostro lavoro agli studenti del corso di laurea in Servizio Sociale (corso in Lavoro sociale relazionale per il contrasto alla povertà e alla grave emarginazione) dell’Università Cattolica di Brescia.»  
«Noi eravamo in 9 persone – continua –   3 assistenti sociali, 1 educatore della Cooperativa Lavoro Solidarietà (CLS) di Saronno, partner del servizio, 1 psicologa e 4 persone di cui ci prendiamo cura. Abbiamo scelto di andare come squadra, proprio per raccontare la coralità di professioni di cui si compone il servizio.  Siamo un’équipe, noi assistenti sociali abbiamo la regia del progetto, ma non riusciremmo a lavorare senza le altre professionalità. La multidisciplinarietà dell’equipe è un punto di forza, ci consente di avere uno sguardo più ampio per conoscere le persone che si affidano a noi.» 

Portare il punto di vista di chi lavora sul campo 

«Ho voluto invitare l’équipe ADI di Solidarietà e Servizi – evidenzia Federica Vezzoli, docente dell’Università Cattolica e assistente sociale – non solo per portare una testimonianza, ma anche per fare una vera e propria lezione tutti insieme, ognuno con il suo pezzo di competenza. Per me è importante far vedere come funziona un vero servizio, portare dei saperi che non sono solo accademici ma anche professionali, ascoltando il punto di vista di chi lavora sul campo.»  

«L’assegno di inclusione – a parlare è Miriana Martorano, assistente sociale di Solidarietà e Servizi – è spesso frainteso nelle comunicazioni che ne vengono fatte. Certo, ci sono le procedure, le normative, gli aspetti burocratici, ma noi desideriamo raccontare di un servizio che può essere costruito insieme in maniera più umana, ascoltando, entrando in relazione, stando al fianco delle persone che si rivolgono a noi.»  

Un servizio dove il vero focus sono le persone

Persone che sono il vero focus «Tante volte pensiamo che i professionisti siano i veri depositari di saperi e tecniche – sottolinea Federica Gusberti, psicologa del servizio. La testimonianza degli operatori invece è solo un punto di vista. Poi c’è il punto di vista di coloro che usufruiscono del servizio e le storie di vita delle persone sono ben più complesse. Il sapere è il loro, ci vuole un cambio di prospettiva. Noi lavoriamo con la storia delle persone; per questo abbiamo scelto di portare alcune famiglie di cui ci prendiamo cura, sono loro gli “esperti in cattedra”.»  

Molto toccante il momento in cui le persone hanno raccontato la loro storia di vita «Una formazione che è arrivata dritta al cuore delle persone presenti in aula e che è stata in grado di emozionare e commuovere.»  

«In università esistevano già dei workshop esperienziali – prosegue la docente Federica Vezzoli – ma è stata la prima volta in cui persone in condizioni di povertà ed emarginazione sociale sono entrate in università per fare una lezione. Mio grande desiderio è quello di continuare in questa direzione. Personalmente sono molto grata perché c’è stata una dinamica di reciprocità: hanno imparato gli studenti, ma ho imparato anch’io…Come poter insegnare meglio ed essere un’assistente sociale migliore.»