La vacanza come momento di crescita: una palestra per sviluppare l’autonomia

L’esperienza fatta dal CSE – Centro Socio Educativo – Oltre di Solidarietà e Servizi proposta per far crescere le persone con disabilità

Da momento di relax a occasione privilegiata per crescere. È la vacanza. Non, quindi, un “tempo vuoto” come vorrebbe l’etimologia della parola, ma un periodo particolarmente importante dove si impara a fare da soli, ovvero si alimenta l’autonomia. Così è stato per le 13 persone disabili, dai 18 ai 60 anni, del CSE – Centro Socio Educativo – Oltre di Solidarietà e Servizi che hanno trascorso cinque giorni in riva al Lago di Mergozzo, al Continental Camping Village di Fondotoce. «Ho fatto il letto da solo», racconta con una punta di orgoglio Giacomo. «Oltre al letto, ho saputo anche gestire il mio tempo, un po’ leggendo, un po’ riposandomi e un po’ aiutando in quello che c’era da fare. Ho anche fatto partire la lavastoviglie», sottolinea Francesca. Se Paolo ha fatto la doccia e si è asciugato da solo, Ema si è impegnato nel preparare la tavola. «Io ho svuotato la valigia e sistemato i miei vestiti», dice Gio. L’esperto della griglia è Alessandro: «Ho preparato il fuoco della griglia raccogliendo i legnetti». In tutto questo, nulla è stato però lasciato al caso.

«La vacanza è proposta come parte integrante delle attività svolte dal CSE, studiata, pianificata e inserita all’interno del progetto di vita di ciascuno», spiega Laura Puricelli, responsabile Area Autismo e Autonomie di Solidarietà e Servizi. «La scelta di andare in un contesto di semi autogestione, come può essere un camping, è stata voluta per portare ogni singolo partecipante a fare tutto: dal riordino della camera alla spesa, fino alla preparazione del pranzo. Alle spalle c’è un lavoro di preparazione importante non solamente in termini organizzativi – ad esempio la composizione della valigia -, ma anche per fare esprimere loro quanto appreso durante l’anno. Inoltre, la vacanza comporta una diversa visione del ruolo dell’educatore che crea nuove relazioni al di fuori di quella che è la quotidianità e in più ha possibilità di osservare per raccogliere elementi utili su cui lavorare».

Uscire dalla routine del quotidiano è un fatto importante. «Pur avendo previsto l’organizzazione delle giornate, sono stati lasciati degli spazi di tempo libero per lasciare libero sfogo a quello che si ha voglia di fare, facendo così una distinzione tra ciò che è necessario e ciò che invece è superfluo», prosegue Mariolina Caputo, coordinatrice del CSE Oltre. «Affrontare un cambiamento nella gestione del tempo è un passo enorme per una persona con disabilità. Ma è un passo che permette di crescere, fare anche delle “cose da grandi” e soprattutto vivere per qualche giorno lontano dalla famiglia. L’esperienza fatta al di fuori della quotidianità per alcuni è un’esperienza di vita in ottica “Doppo di Noi”. Le persone che hanno vissuto i cinque giorni a Fondotoce sono tornate a casa con la conferma di saper cucinare, di riuscire a badare a sé stessi, di saper chiedere aiuto (anche a un amico, non necessariamente a un educatore). La condivisione è un aspetto fondamentale, così come l’accettazione dell’altro: è un’esperienza che in termini di autonomia assume un valore importantissimo, a tutte le età».

Per quanto il distacco dalla famiglia spesso può non essere semplice, alla fine della vacanza tutti i protagonisti hanno già deciso all’unanimità: «L’anno prossimo la rifacciamo. Senza i genitori».