Il dono genera dono: nasce un nuovo spazio per i ragazzi del Centro Diurno Disabili “Manzoni”
Il ricordo di nonna Rosa ha dato il via ai lavori per la creazione della nuova stanza sensoriale al CDD di Solidarietà e Servizi per aiutarli nella relazione e nel rilassamento

Il ricordo delle persone care può dar vita a nuovi progetti. E dal dono che questo affetto genera, nascono spazi innovativi, ma soprattutto attesi e capaci di mettere in atto ancora di più quel “prendersi cura” che contraddistingue Solidarietà e Servizi. È quanto avvenuto – e sta avvenendo – al Centro Diurno Disabili (CDD) “Manzoni” di Busto Arsizio dove sono iniziati i lavori per la realizzazione di una stanza Snoezelen. Si tratta di una stanza sensoriale ideata appositamente per stimolare tutti i sensi, attraverso effetti di luce, colori, suoni, musica, profumi e materiali diversi. Il nome da cui prende origine è un neologismo: “snoezelen” è infatti la sintesi delle parole olandesi “snuffelen” (trovare, esplorare) e “doezelen” (sonnecchiare, pisolare) che descrive bene l’esperienza multisensoriale che può offrire ai ragazzi del CDD nell’ottica di migliorare la relazione, il rilassamento e la scoperta di sé.
A dare il via al progetto è stata la donazione della famiglia Albè che, in ricordo della nonna Rosa, persona molto vicina al “Manzoni”, ha deciso di destinare al CDD di Busto Arsizio le offerte raccolte in occasione del funerale. La somma ha permesso non solamente di iniziare l’intervento per la realizzazione della stanza, ma ha attivato anche una cordata di solidarietà. I familiari di nonno Mario, persona a sua volta molto amica del Centro, hanno seguito l’esempio garantendo un’ulteriore tranche di lavori. Per arrivare all’ultimazione dell’intervento il percorso però è ancora lungo. In prima linea ci sono gli stessi ragazzi del “Manzoni” che si stanno dando da fare per aumentare i fondi raccolti. Anche perché l’hanno già in parte sperimentata e ne sono rimasti letteralmente entusiasti. «Bella! Ma quando la facciamo?», chiede Nicole che fin dall’inizio ne è rimasta affascinata. «Questa stanza mi piace perché dentro c’è tutto quello che può farci giocare e rilassare». Non da meno è Thomas, consapevole che anche lui la potrà frequentare: «Bella, e la possiamo usare anche noi “grandi”».
Per il momento la stanza è stata dipinta, adattata e in parte attrezzata. Il colore scelto è stato il rosa, in ricordo della nonna da cui tutto è partito. E, nonostante il lavoro non sia terminato, l’inizio è di sicuro buon auspicio perché testimonia concretamente quell’insieme ci riusciamo che guida Solidarietà e Servivi nel prendersi in carico le persone con disabilità da più di 40 anni.