Dopo una quarantena dove la cura delle persone disabili non è mai venuta meno, riapre il CDD di Gallarate (Va)

Il Centro Diurno Disabili riparte con una organizzazione a gruppi e prosegue con attività a distanza e domiciliari

Le porte che si erano chiuse lo scorso 9 marzo, sono state riaperte mercoledì 1 luglio. Nei lunghi tre mesi e mezzo il Centro Diurno Disabili (CDD) di Gallarate, che è gestito dalla cooperativa sociale Solidarietà e Servizi, non ha però rinunciato a rimanere vicino alle persone di cui si prende cura. Anzi, ha moltiplicato l’impegno riuscendo a intervenire anche in situazioni particolarmente complesse. «In molti attendevano la riapertura con trepidazione. E anche se non siamo a pieno regime, la vicinanza e l’affetto sono tangibili», dice Tiziana Crosta, coordinatrice del CDD gallaratese. Rimettere in moto il centro dopo l’emergenza sanitaria non è stato semplice. «Il reperire i dispositivi di protezione individuale è stato forse il passaggio più semplice; dietro al riavvio delle attività nel centro c’è stato un intenso e complesso lavoro per rispondere a tutte le prescrizioni e protocolli previsti dalle normative. Ma alla fine ci siamo riusciti. Sono state riorganizzate le attività e limitate le presenze: il CDD è stato riaperto con delle turnazioni di mezza giornata, questo ci ha permesso di proseguire nelle attività a distanza e domiciliari».

La quarantena, per quanto difficile, non ha rappresentato un blackout delle attività. Gli educatori di Solidarietà e Servizi si sono mossi con le classiche telefonate, i messaggi, ma anche con l’organizzazione di attività a distanza. E dove il “rimanere lontani” comportava dare delle risposte non sufficienti, c’è stato un puntuale supporto domiciliare. I tre mesi e mezzo di chiusura hanno però anche testimoniato fatti positivi, perché è nell’emergenza che spesso emerge il vero cuore di chi si prende a cuore le persone.
Così è stato per una persona disabile che ha vissuto una situazione critica di salute. «Una situazione – prosegue Tiziana – aggravata dal fatto che il familiare anziano che vive con lei a sua volta non poteva accudirla per motivi di salute. Ci siamo attivati, in collaborazione con il Comune di Gallarate, con il supporto domiciliare di due educatrici e di un’infermiera. Quest’ultima è stata fondamentale nel percorso di cura della persona disabile, ma anche quando necessario, della madre. Lo spirito di servizio con cui si è messa a disposizione e l’umanità dimostrata – intervenendo anche nei giorni festivi – hanno testimoniato che il “prendersi cura” va oltre la professionalità, va al di là dello svolgere un lavoro, ma è umanità concreta».
A fronte di un impegno particolare come questo, Solidarietà e Servizi ha messo in campo una serie di interventi come laboratori di cucina e origami che hanno permesso alle persone disabili di non sentirsi soli. E la risposta non è tardata ad arrivare. «È stata una mamma di una persona che frequenta il nostro centro a farci sentire la sua gratitudine: ha realizzato dei camici in tessuto e delle belle e colorate mascherine che potremo usare al di fuori del CDD. Un regalo importante che al di là del valore ci ha fatto sentire parte di un progetto unico». Conclude Tiziana: «Anche se non possiamo dire di aver superato l’emergenza, un sentito ringraziamento va a tutte le educatrici e gli educatori che non hanno lesinato impegno anche in un momento difficile come quello che abbiamo vissuto».